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L'addio a una 'testimone' delle deportazioni del '44: Maria Giovanna Nencioni
La Nazione 23 maggio 2000
ediz. Empoli

Fonte http://lanazione.monrif.net/chan/4/2:946474:/2000/05/23

L'addio a una 'testimone' delle deportazioni del '44: Maria Giovanna Nencioni

Si è spenta giovedì scorso Maria Giovanna Nencioni, figlia di Giuseppe e sorella di Nedo, entrambi deportati nel campo di sterminio di Mauthausen. Suo padre non ce la fece, e quella scomparsa la segnò, inducendola più tardi, nel 1995, a publicare un libro dal titolo «I giorni del terrore 1936-1945» edito da Ibiskos. Maria Giovanna era nata a Livorno ed aveva dovuto trasferirsi a Empoli nel 1943 in seguito ai bombardamenti della sua città. L'autrice, che non aveva mai fatto politica attiva, trovò nel dramma della sua famiglia, parzialmente temperato dal ritorno a casa del fratello Nedo (uno degli animatori degli ex deportati), le motivazioni per scrivere quelle pagine, riuscendo anche ad adottare un'ottica inconsueta. 
Dal volume emerge la figura delle donne, sia nel loro ruolo domestico che in quello della condivisione delle difficoltà e delle tragedie che gli uomini trovano nel mondo. E così nel libro vengono fuori con forza la madre, Tosca Tozzi, che aveva visto il marito catturato alla vetreria Taddei, e la figlia che aveva assistito all'arresto di Nedo nella propria abitazione. 
Recentemente Maria Giovanna Nencioni aveva inviato una lettera (si trovava fuori Empoli) alla manifestazione per l'8 marzo che si era tenuta a Ponte a Elsa per la festa della donna organizzata dai Ds alla Casa del popolo. Le organizzatrici avevano voluto ricordare anche le deportazioni di operai e cittadini che erano avvenute nel 1944 proprio in quel giorno. «Quando scrissi il libro pensavo soprattutto agli studenti che ogni anno l'Associazione ex deportati, il sindacato e le amministrazioni comunali si impegnano ad accompagnare insieme ai loro insegnanti in quei luoghi di dolore». Secondo Nencioni si doveva ricordare non solo lo sterminio degli ebrei ma anche quello degli avversari politici, degli zingari, degli omosessuali, dei testimoni di Geova e di tutti coloro che secondo i nazisti non avevano il diritto di vivere. Infine citava anche i campi che si trovavano in Italia. 

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