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Lo stermino dei Testimoni di Geova durante il nazismo 
Varese News 30 gennaio 2001
ediz. Laghi

Fonte http://www.varesenews.it/articoli/2001/marzo/varese-laghi/30-3geova.htm

Malnate - Questa sera alle 21 presso la biblioteca comunale, patrocinata dal Comune si terrà una conferenza sullo sterminio dei testimoni di Geova durante il periodo nazista . Sarà proiettato un documentario con testimonianze di storici e sopravvissuti 

Lo stermino dei Testimoni di Geova durante il nazismo 

È stato opportunamente detto che “non è mai troppo tardi per ricordare”, e per questo — anche se oltre mezzo secolo ci separa dai fatti — la vicenda dell’internamento nei campi di concentramento e di sterminio è ancora di attualità. La cosiddetta “burocrazia dello sterminio nazista” ha tentato di annullare l’esistenza di milioni di individui nei 13 anni forse più tragici della storia europea contemporanea. Nel caso di 11 milioni di persone lo ha fatto letteralmente provocandone la morte fisica. Di tutti gli internati si è tentato comunque di annullare l’individualità e la dignità. Bambini e adulti hanno sofferto pene indicibili. La burocrazia dello sterminio non aveva a che fare tanto con esseri umani, quanto con categorie. E queste nei campi si distinguevano per i triangoli e le stelle di vari colori. (nella foto sopra) 
Così, com’è noto, la categoria degli ebrei aveva la stella gialla, quella dei politici un triangolo rosso (con indicazione della nazione di provenienza), i delinquenti erano contrassegnati dal triangolo verde, gli omosessuali da quello rosa, i rom e i sinti (definiti zingari) da uno marrone, e così via per un totale di 8-9 categorie, una delle quali era quella dei testimoni di Geova, riconoscibili nei campi dal triangolo viola che indossavano.

Le categorie, a loro volta, rimandavano alle ragioni che giustificavano (sempreché le coscienze naziste cercassero giustificazioni) dapprima il colpirle, quindi l’internamento e, infine, la soppressione o la “soluzione finale”. Per certe categorie le ragioni erano di ordine etnico: la distanza dallo pseudo-modello razziale ariano “giustificava” la repressione e l’internamento di categorie ritenute neppure appartenenti all’umanità, quali ebrei e zingari. Per altre categorie, le motivazioni dell’internamento erano di ordine ideologico, come nel caso dei politici. Per un’unica categoria, per meglio dire, per un unico gruppo, tuttavia, le ragioni erano di ordine esclusivamente religioso. Era proprio questo a rendere così peculiare la presenza di questa comunità relativamente piccola all’interno del sistema concentrazionario. Si trattava dei testimoni di Geova. Quando i nazisti salirono al potere nel 1933, i poco più di 20.000 Testimoni tedeschi furono immediatamente presi di mira, quali nemici dello Stato, per il loro rifiuto di sostenere l’ideologia nazista imperniata sull'odio. Quasi 10.000 Testimoni infine avrebbero sofferto nelle prigioni o nei campi nazisti, dove 2.000 di loro trovarono la morte.

Pur scrupolosi nell’osservare le leggi, i Testimoni non prendevano parte alle questioni politiche e soprattutto alle guerre. Dal loro credo religioso discendevano una serie di comportamenti quotidiani che si scontravano con l’ideologia totalizzante del nazismo: il rifiuto di imbracciare le armi innanzitutto e di lavorare per l’industria bellica, il rifiuto di idolatrare il fuhrer o la svastica, il rifiuto di aderire al partito nazista, nonché l’imparzialità con cui diffondevano il messaggio evangelico non facendo distinzioni tra etnie e razze, ecc. 

Quella dei Testimoni fu la prima associazione religiosa ad essere proscritta nella Germania nazista già nella primavera del 1933, e tra i primi internati c’erano appunto i Testimoni, la cui presenza nei campi è documentabile almeno sin dal 1934. I comportamenti che scaturivano dal proprio credo religioso erano seguiti dai Testimoni con coerenza e scrupolo,’ come hanno messo in luce anche diversi studiosi.

Bibliografia consigliata:
W. SOFSKY, L’ordine del terrore, Laterza, Bari-Roma, 1995, p. 181.

L. TRISTAN, S. GRAFFARD, I Bibelforscher e il nazismo (1933-1945), Editions Tiresias, Parigi, 1994, p. 50. 

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