IL PASTORE FONNESE


pastore fonnese


pastore fonnese


pastore fonnese


pastore fonnese


pastore fonnese


pastore fonnese
Il pastore fonnese o cane fonnese, ha origini molto remote. Come sappiamo, la Sardegna ha sempre suscitato grande interesse tra le popolazioni stanziate lungo le coste del Mediterraneo, sia per la sua favorevole posizione geografica, sia per la possibilità che il territorio offriva di essere ben sfruttato per l'agricoltura e la pastorizia. Queste popolazioni, originarie dell'Asia e dell'Africa, avevano in prevalenza un'economia a carattere agro-pastorale, quindi si presume abbiano introdotto in Sardegna oltre che i loro usi e costumi anche i loro metodi di coltivazione e di allevamento degli animali. I Fenici potrebbero anch'essi aver avuto un ruolo importante per le origini di questo cane, cioè con i loro scambi commerciali avrebbero introdotto oltre che del bestiame da allevamento il cosiddetto cane "conduttore" o "paratore di greggi", che si stava diffondendo dal nord Africa all'Asia centro-occidentale fino a tutta l'Europa. Questo tipo di cane, a differenza di quello da guardia il cui compito era quello di difendere il bestiame dai predatori e dai ladri, viveva in stretto contatto con l'uomo, ne interpretava i comandi e li trasmetteva al gregge; in altre parole radunava le pecore disperse, le conduceva al pascolo e le riportava all'ovile per la mungitura, e, cosa che in quei tempi cominciava ad avere la sua importanza, impediva loro di invadere i campi coltivati durante gli spostamenti, perchè il pastore stava diventando anche agricoltore. Anche i cartaginesi, dopo i Fenici, potrebbero essere stati indotti a introdurre questo tipo di cane per preservare le coltivazioni di grano dal momento che consideravano l'Isola come il loro granaio. Si può ipotizzare quindi che al tempo dei Romani, il pastore fonnese fosse già presente: infatti è possibile che gli abitanti dell'entroterra sardo, che già erano in possesso di questi cani portati via alle popolazioni della pianura durante i saccheggi ed in seguito addestrati brutalmente ad uccidere l'uomo, li abbiano utilizzati anche per contrastare l'invasione degli stessi Romani. Le prime notizie storiche su questa razza risalgono al 1774; Francesco Cetti, ne parla nel suo libro "Storia naturale della Sardegna", come di «cani di grossa taglia e di bella apparenza». Più recentemente nel numero di Settembre del 1928 della rivista Touring "Le vie d'Italia", parlando di Fonni viene citata un'affermazione di E. Costa: «Fonni ha rinomanza per i cani più cattivi dell'Isola». Molti pastori fonnesi furono reclutati durante la guerra di Libia nel 1912. L'esercito italiano li pagò 50 lire l'uno per domare la rivolta dei Senussi. Alla fine della guerra, come riconoscimento per i servizi resi, furono abbandonati al loro destino in terra d'Africa, cosa che non fa certo onore ad un esercito civile. Alcuni di questi cani furono anche compagni dei soldati della gloriosa Brigata Sassari durante la prima Guerra Mondiale. Tuttavia, l'utilizzo che viene tradizionalmente fatto di questo cane, è dunque orientato soprattutto sulla guardia e difesa dell'ovile, mansione per la quale si dimostra molto portato in quanto cane eccezionalmente aggressivo che non ha eguali tra le razze da guardia più conosciute. D'altronde è un cane che vive in solitudine senza molti contatti con altre persone al di fuori del proprietario; è difficile vederlo al guinzaglio passeggiare per le strade di un paese come accade per altre razze. Già negli anni '80, qualcuno si interessò per selezionare la razza senza ottenere risultati. Ora, finalmente, pare che la passione cinofila si vada espandendo in Sardegna e sono persino sorte alcune associazioni per la tutela del pastore fonnese. Sarebbe però necessario, innanzitutto, fare un censimento con le relative misure di ogni esemplare ed individuare tra essi gli stalloni e le fattrici più idonei per fissare il "tipo" sia dal punto di vista "fenotipico" che "genotipico". In base agli esemplari visti, il pastore fonnese potrebbe avere le seguenti caratteristiche: cane con ossatura forte, altezza media che si aggira dai 55 ai 65 cm., peso che va dai 30 ai 40 Kg.; testa con lunghezza del cranio uguale a quella del muso, parallelismo degli assi cranio-facciali, cranio dolicocefalo, occhi in posizione frontale che danno al cane un tipico sguardo scimmiesco, il colore può variare dal marrone scuro all'ambra. La dentatura deve essere potente e completa di 42 denti con chiusura a forbice o a tenaglia. Orecchie di media grandezza con attaccatura alta, collo robusto di media lunghezza , spalla ben angolata, groppa leggermente sfuggente con coda attaccata alta, che può essere o corta dalla nascita, fino a un massimo di 10-15 cm., oppure lunga ed in questo caso può essere amputata. Arti anteriori robusti e bene in appiombo, zampe non da gatto, ma neanche eccessivamente allungate. Gli arti posteriori devono essere ben angolati con muscolatura potente, i garretti di media inclinazione e zampe analohe a quelle anteriori; le unghie devono essere sempre nere. Pelo di media tessitura con lunghezza variabile dai 5 ai 10 cm.; anche la testa deve esserne sempre fornita con gli occhi sempre visibili. Il colore può essere nero, marrone, tigrato, crema, tutti quanti con sfumature più chiare ed anche con piccole macchie bianche sugli arti e nel petto. L'andatura deve essere sciolta ed agile. Il carattere è sempre molto forte con un'attitudine alla guardia ed alla difesa molto spiccata.


Indietro Domus