La storia dell'umanità dovrebbe essere conteggiata a partire da là dove comincia, cioè dall'inizio dell'uso della scrittura. Rimarrebbe così la spartizione tra "storia" e "preistoria", eliminando quella con riferimento a Gesù, che ha un senso solo per i cristiani.
A questo proposito, le prime forme di scrittura di cui si ha conoscenza sono state datate, secondo una buona parte degli studiosi, al 3500 a. c. Quindi l'anno 2000, per dare
un esempio di riferimento, dovrebbe essere il 5500.
Certo, la datazione del carbonio 14* ha un certo grado d'imprecisione, che aumenta andando indietro nel tempo, ma in fondo anche la data di nascita del cristo è imprecisa (ammesso che sia esistito), inoltre, eventuali scoperte archeologiche future
potrebbero far aggiornare tutte le indicazioni, per cui l'importante è adottare una convenzione con una cifra tonda, e poi non si cambia più.
Non sappiamo se saremo noi a far cambiare il conteggio del tempo nel mondo, ma dal momento che ciascuna cultura ha il suo sistema diverso dagli altri (e spesso un diverso dio che fa da punto di riferimento), perché non cominciare ad usare il nostro?
I cristiani hanno impiegato secoli per imporre il loro calendario; noi, però, viviamo in un'epoca in cui le informazioni viaggiano molto più velocemente, per cui ci metteremo sicuramente molto meno tempo, basta essere determinati a farlo.
Non è poi un'idea così balzana: i cinesi per esempio adottano il calendario internazionale, cioè quello Giuliano, ma quelli di
Taiwan contano gli anni a partire dalla nascita della repubblica (1912, per cui l'anno 2000 è
l'88), mentre per gli altri l'inizio del conteggio è a partire dalla fondazione della repubblica popolare (1949).
Andrea Cori
Un argomento controverso è l'apparizione della scrittura
nell'area balcanica. Al riguardo esistono decine di reperti con incisi dei
simboli: statuette, tavolette, dischi, vasi, sigilli ed altro. Ecco alcuni dei
principali con delle stime sulla loro datazione.
DISCO IN ARGILLA DI VINCA, SERBIA
5000-4500 a.c. secondo Marija Gimbutas,
libro "The Civilization of the Goddess", editore Harper-Collins, San
francisco, 1991, pag. 320.
TAVOLETTE IN ARGILLA DI TARTARIA, ROMANIA
Alcune delle tavolette scoperte a Tărtăria nel 1961.
3500 a.c. secondo il filologo e linguista bulgaro Vladimir Georviev,
membro dell'accademia di Sofia.
3300-3000 a.c. secondo D. G. Zenotti, libro "The position of the Tartaria tablets within the
Southeast European Copper Age", American Journal of Archaeology, 87 (2) 1983, pag. 209-213.
DISCO IN ARGILLA DI KARANOVO, BULGARIA
Sagittario Scorpione Lira
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Disco di Karanovo e una sua possibile interpretazione.
6000-3500 a.c. secondo C. Gordon, libro "Before
Columbus", editore Crown, 1971, pag. 98-105.
4800 a.c. secondo Flavin D. Richard, libro "The Karanovo Zodiac and Old European Linear"
editore Epigraphic Society Occasional Papers, 1998, Vol. 23, pag. 86-92. “Identificazione
di una mappa di una sequenza di costellazioni, o zodiaco.”
2600-2300 a.c. secondo J. Makkay, libro "A
chalcolithic stamp seal from Karanovo, Bulgaria", in Kadmos 10, 1971, pag.
1-9. “Questa incisione è stata scoperta al livello VI, un livello databile
come categoria culturale in associazione al livello "Vinca-Plocnik C"
cioè quello in cui è stato rinvenuto il Disco di Vinca.”
3500 a.c. secondo Heinz Siegert, libro "I Traci"
editore Garzanti, Milano, 1986, pag. 36.
TAVOLETTA IN ARGILLA DI GRADESNICA, BULGARIA
4000 a.c. secondo Shan M. M. Winn, libro "Pre-writing in Southeastern Europe: The Sign
System of the Vinca Culture ca 4000 BC" editore Western Publishers, Calgary, 1981.
Dal libro di Heinz Siegert "I Traci" editore Garzanti,
Milano, 1986. Pag 48-49: "In molti siti bulgari e romeni il metodo del
radiocarbonio ha
dimostrato che reperti archeologici comparabili erano più antichi degli oggetti
trovati in Asia Minore o nella zona orientale del Mar nero. È questa la prova
dell'evoluzione parallela."
Fin qui, tutte queste tavolette, rinvenute nell'area danubiana, essendo in
argilla sono state datate sulla base di rilievi stratigrafici o di altri indizi
archeologici; esse testimoniano lo
sviluppo di una proto-scrittura. Si tratterebbero di dischi sacrali o di calendari
propiziatori la caccia, la pesca, l'agricoltura, o qualcosa di simile a mappe zodiacali, o un'insieme di queste cose.
Da sempre, una importante esigenza, per gli uomini, era stata sicuramente quella di
tenere sempre ben presente quando può arrivare il periodo migliore per la
caccia al bisonte, quella per il cervo o di certi uccelli migratori, o il
periodo delle piogge, della semina ecc.
Pitture nella caverna di Altamira,
Spagna, datate 15.000 anni fa
e di Lascaux, Francia, 17.000 anni fa
Ma veniamo alla scoperta dell'archeologo Gunter Dreyer, direttore dell'Istituto germanico
in Egitto.
TAVOLETTE IN OSSO DEL RE SCORPIONE
Dopo dieci anni di scavi, il professore tedesco e la sua troupe hanno
annunciato nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nella capitale egiziana
nel 1982, di aver trovato in una necropoli a circa 400 km dal Cairo, nella località di
Abydos, in provincia di Suhag, iscrizioni risalenti al 3500-3400 a.c. La
datazione appare certa perché in quella necropoli è stata individuata la tomba
del re Scorpione I, uno dei tre o quattro regnanti prima dell'era dei Faraoni.
Considerato che fino ad allora l'origine della scrittura si faceva risalire al massimo
al 3200 a.c. nella regione tra il Tigri e l'Eufrate, appunto la Mesopotamia,
dove vivevano i Sumeri, l'ultima scoperta riapre la questione e
riaccende vecchie polemiche tra mesopotamici ed egizi. Dalle tombe di Abydos
sono emerse numerosissime tavolette grandi 1-2 cm, con iscrizioni di vario tipo. In prevalenza
si tratterebbe, dicono gli archeologi tedeschi, di etichette che probabilmente
erano apposte a delle merci e di ricevute di tributi versati al re. Tutti questi
documenti si possono attribuire benissimo a prodotti che appartenevano a
differenti regnanti. Questo può spiegare la differenza tra l'epoca in cui regnò
Scorpione I (all'incirca attorno al 3150 a.c.) e la maggior antichità di
parecchie di queste tavolette. Su molte di esse sono visibili delle figure,
animali, piante, montagne e anche pesci: l'immagine del pesce starebbe a
significare "consegna". Sono state recuperate circa trecento
tavolette, ovvero minuscole placche d'osso su cui sono incise delle iscrizioni:
chiaro che queste placchette erano applicate su vasi o altri contenitori a
indicare la merce, il prezzo e la provenienza, oltre a servire da vere e proprie
ricevute.
Certo, non è la prima volta che si fanno queste scoperte durante gli scavi. Ma
quel che conta, in questo ritrovamento, è la datazione pressoché sicura, perché
alcuni di questi documenti sottoposti all'esame del radiocarbonio indicano la
data del 3400 a.c. Inoltre, da quel che risulta, i disegni che compongono le
iscrizioni non appaiono "primitivi" ma sembrano elaborati, così da
far pensare a una disciplina già sviluppata. Il che conferirebbe all'Egitto un diritto di primogenitura, nei
confronti della gente di Mesopotamia di quell'epoca, appunto i Sumeri.
Scrittura sumera.
*) Il metodo del radiocarbonio, o C14, serve alla determinazione
archeologica delle sostanze organiche (non l'argilla). Messo a punto nel 1946 sulla base
dell'ipotesi del chimico americano W. F. Libby e sperimentato per la prima volta
nel 1948, questo metodo si fonda sulla constatazione scientifica che nei
vegetali e negli animali in vita (e dunque anche nell'uomo) esiste un rapporto
costante fra il carbonio normale (C12) che è stabile e un suo isotopo
radioattivo instabile, il C14. Con la morte dell'organismo il rapporto muta,
poiché non può venire assorbito carbonio né per assimilazione né per
nutrimento. L'isotopo C14 si disintegra con un tempo di dimezzamento di 5568
anni. La determinazione del contenuto di C14 rispetto a quello di C12 rende
così possibile il calcolo del tempo trascorso dalla morte dell'organismo.
Questo metodo consente di datare reperti lignei e ossei sino a
50.000 anni, con una tolleranza di 100 anni in più o in meno.