ANCORA AGEVOLAZIONI ALLA CHIESA CATTOLICA

Il governo Berlusconi ha emanato il decreto legge n. 163 del 17 agosto 05, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 191 del 18 agosto 05, intitolato "Disposizioni urgenti in materia di infrastrutture". L'art. 6 di tale decreto prevede l'esenzione dall'Ici per gli immobili utilizzati «per le attività di assistenza, beneficenza, istruzione, educazione, cultura, pur svolte in forma commerciale, se connesse a finalità di religione o di culto». È un mistero della fede il rapporto tra interessi della chiesa cattolica e l'urgenza e le infrastrutture, cioè incomprensibile. Il decreto o è convertito in legge entro il 16 ottobre oppure decade. Il 29/9/05 la commissione Bilancio del Senato ha espresso parere contrario all'articolo 6 del decreto. Tale decreto è quindi decaduto, ma l'esenzione, estesa anche alle altre religioni che hanno stipulato intese con lo stato, ed ad altre tipologie di associazioni no-profit, è stata successivamente inserita nella legge finanziaria di quest'anno, che è stata definitivamente approvata. Il regaluccio comporta circa 200-300 milioni di euro all'anno in più per la chiesa cattolica ed in meno per i comuni. In base alla legislazione vigente l'Ici non deve essere corrisposta per chiese, monasteri, conventi, oratori. Con il regaluccio vengono esentate anche scuole private, case di cura, ristoranti, foresterie e ostelli vari di proprietà di enti ecclesiastici.

Il supplemento di esenzione Ici per la chiesa cattolica significherebbe 130 mila euro in meno per il Comune di Verona. La somma risulta da una prima valutazione dell'assessore Giancarlo Frigo il quale, a onor del vero, ha dichiarato: “Dovremmo essere eventualmente noi cattolici e non lo Stato a sostenere le opere religiose se ce ne fosse bisogno” (Arena 9/10/05). Parole sante, direbbe un credente.

Sempre la legge fiscale che accompagna la Finanziaria approvata quest'anno, ha stanziato 130.500 euro a favore di una associazione di Verona, finora sconosciuta, per il progetto “Radici e sviluppo”. Si tratta dell'Associazione Neo-Con Veronese.

La Giunta comunale di Verona ha deciso di dare 208 mila euro ad alcune parrocchie quale contributo per la sistemazione di edifici religiosi. La somma fa parte di quanto introitato dal Comune per gli oneri di urbanizzazione secondaria. Il regalo viene fatto ogni anno, in base ad una legge che lor clericali hanno approvato. E pensare che Ratzinger ha dichiarato che che la chiesa cattolica non vuole privilegi. Perché, una volta tanto, non prendono sul serio il loro papa?

La giunta regionale ha varato la variante n.2 del Paqe (Piano d'area del quadrante Europa). La variante, scavalcando il Pat del Comune di Verona, trasforma in area fabbricabile l'area agricola del Seminario di San Massimo. Le pressioni della lobby della chiesa cattolica sui politici regionali hanno prodotto questo risultato. La variante significa un regalo di centinaia milioni di euro alla Curia. La scelta della giunta regionale si salda con quella del cattolico assessore all'urbanistica del Comune di Verona che ha presentato come priorità viabilistica la costruzione della “strada di gronda” che valorizzerebbe l'area del seminario.

L'Agesc è l'associazione genitori scuole cattoliche. Di fatto, la sua funzione principale è di premere sulle istituzioni pubbliche per ottenere finanziamenti per le scuole cattoliche o, ed è la stessa cosa, per le famiglie che mandano i figli in quelle scuole. I politici sono sensibili ai numeri che possono tramutarsi in voti. L'Agesc conta a Verona 5.250 iscritti, la più numerosa d'Italia. I risultati maggiori che l'Agesc ha ottenuto: legge regionale 31 del 1985, con la quale si è esteso il rimborso mensa e trasporto anche alle scuole non statali; convenzione con il Comune di Verona nel 1995 per il contenimento delle rette scolastiche; legge regionale 1 del 2001, che ha introdotto il buono scuola per le scuole statali e private, ma formulata in modo che il boccone grosso vada alle scuole cattoliche; con la giunta comunale Zanotto è stata rinnovata una convenzione di 300 mila euro all'anno a favore delle famiglie delle scuole cattoliche, stipulata nel 1992 con l'amministrazione di centro-destra.

Massimo Giorgietti, assessore regionale (AN), ha consegnato un assegno di 72.000 euro al Centro sportivo italiano di Verona, organizzazione della chiesa cattolica. Il regalo è stato fatto con i soldi della Regione e non di Giorgietti.

Il Centro polifunzionale Don Calabria aveva organizzato a Verona dal 5 al 9 luglio 05 il XV Simposio in Attività Fisica Adattata. Il Centro presentava alla Provincia una domanda per avere un contributo e la Giunta provinciale, con grande tempestività, con deliberazione n. 129 del 14 luglio 2005, ha accordato un finanziamento di 7.000 euro. Successivamente il presidente del Centro, don Gabriele Cordioli, con nota pervenuta alla provincia in data 17 agosto 05, presentava il rendiconto consuntivo delle spese sostenute per la realizzazione dell' iniziativa, per un disavanzo complessivo di euro 223.959, somma non coperta da altre contribuzioni, unitamente alla dichiarazione che l’attività svolta rientra nel concetto di impresa e quindi assoggettabile alla prevista ritenuta d’ acconto del 4%.

La Giunta comunale di Castel d'Azzano ha stanziato 6.820 euro quale contributo per la ristrutturazione del tetto della chiesa parrocchiale di Azzano.

A Cazzano avevano costruito la chiesa parrocchiale in un sito geologicamente inadatto. Il terreno è instabile per una ricca falda d'acqua sotterranea. Il terremoto del 24/11/04 ha dato un altro colpo all'edificio. La casa del loro dio è inagibile, ma il fatto è un impedimento dirimente perché “oggi abbiamo una sala grande e accogliente, in centro al paese, sufficientemente ampia per celebrare le funzioni religiose,” dice il parroco Renato Mastella (Arena 24/11/05). Pur essendo questa la situazione, vogliono restaurare la chiesa. La Cei ha deliberato di dare 270 mila euro. La Regione, che aveva già stanziato 200 mila euro, adesso ha deciso di darne altri 400 mila. Mancano ancora 2 milioni di euro per questa spesa superflua. Chi li darà?

Il famoso sentiero E5, che collega il lago di Costanza all'Adriatico, passava da sempre da Costangrande prima di scendere in Val Borago (sopra Avesa). Costagrande è di proprietà dell'Istituto Don Mazza, oggi in affitto al divo televisivo don Mazzi. Nel 1993 il Don Mazza decideva unilateralmente di interrompere il sentiero con una costosa recinzione della grandissima proprietà. Dicono che il loro dio ha dato la terra a tuti gli uomini, ma quando riescono ad averla loro se la tengono ben stretta. Il comune di Verona non ha mai avuto nulla da dire sull'interruzione del sentiero.

Il prete veronese Luigi Verzè, presidente del San Raffaelle di Milano, attraverso la società Quo Vadis vuole costruire un centro sanitario in quel di Lavagno, con un costo variabile tra i 70 ed i 120 milioni di euro. Dove li troverà i soldi Sua Sanità, che ha già accumulato enormi debiti? L'Arena (11/11/05) riferisce che don Verzè avrebbe chiesto un finanziamento di 100 milioni di euro all'INAIL per realizzare il progetto. Veniamo a sapere che i rapporti tra l'istituto che assicura gli infortuni sul lavoro e don Verzè non sono nuovi. Due anni fa l'INAIL ha finanziato il centro di ricerca “Dibit 2” del San Raffaele di Milano con 165 milioni di euro e ne ha dati altri 60 due mesi fa per il nuovo San Raffaele di Olbia.

La regione ha indicato al Comune di Lavagno di convocare la conferenza dei servizi per il progetto di don Verzè di costruire un presidio sanitario sul colle di San Giacomo. Il sindaco ha convocato la conferenza dei servizi per il primo dicembre.

La conferenza, riunitasi il 1° dicembre per iniziativa del sindaco di Lavagno, Dario Molinaroli, ha evidenziato parecchie perplessità sulla localizzazione del presidio sanitario voluto dal veronese don Verzé (quindici fabbricati, un eliporto, quattro campi da tennis e tre da calcio). La Provincia ed alcuni Comuni hanno proposto che il progetto sia spostato dal colle di San Giacomo alla strada Porcilana. Nei giorni precedenti il consiglio comunale di San Martino B.A. aveva approvato un documento di dissenso dal progetto. Il sindaco Mario Lonardi ha fatto presente che la realizzazione del progetto comporterebbe “100 mila metri cubi di edifici su una superficie di 300 mila metri quadrati di terreno. I fabbricati sulla cima del monte saranno alti tre piani dal livello di campagna. L'ospedale di Borgo Roma è grande 40 mila metri cubi” (Arena 1/12/05). Abbiamo ricevuto una lettera mandata dalla segreteria e dal gruppo consiliare regionale di Rifondazione Comunista alla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Verona, Vicenza e Rovigo, alla Soprintendenza al patrimonio storico artistico del Veneto – sede di Verona, alla Direzione Regionale Urbanistica e ai Sindaci di Colognola ai Colli, Belfiore, Caldiero e S. Martino Buonalbergo in vista della conferenza dei servizi. La lettera denuncia “che forte e invadente è la pressione politica e affaristica per procedere ad una operazione che con investimenti pubblici (il contributo statale a fondo perduto di 30 milioni di euro nella finanziaria 04, il preannunciato e scandaloso finanziamento dell’INAIL per altri 100 milioni ) porterà alla devastazione di uno degli ultimi lembi di collina veronese e all’inaccettabile sconvolgimento urbanistico di un’area a ridosso dell’oasi di S. Giacomo, struttura di sicura valenza storico-archeologica.” Aggiungiamo noi che con la legge fiscale collegata alla Finanziaria 06 viene fatto un ulteriore regalo di 3 milioni di euro al San Raffaele di Milano di Luigi Verzè (Repubblica 1/12/05).



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