ATEISMO AL MARCO POLO

All'istituto Marco Polo di Verona i professori di religione cattolica hanno programmato nelle seconde classi anche cenni sulle altre religioni e sull'ateismo.
Siamo andati a controllare la legislazione in materia. Il decreto del Presidente della Repubblica 21 luglio 1987, n. 339, ha approvato il programma di insegnamento della religione cattolica nelle scuole secondarie superiori, ivi compresi i licei artistici e gli istituti d'arte. Il programma era stato deciso dalla CEI (conferenza episcopale italiana), con successiva presa d'atto firmata dal ministro della pubblica istruzione e dal presidente della CEI. Nella scansione il programma prevede: "Per i bienni viene proposta la conoscenza dei seguenti argomenti: le più profonde domande sul senso della vita in prospettiva religiosa. Le molteplici e varie manifestazioni dell'esperienza religiosa...".
Fatto senza precedenti a Verona, e probabilmente in Italia, un professore di religione dell'Istituto Marco Polo si è messo in contatto con noi, grazie al nostro sito, e ci ha invitato a tenere una lezione sull'ateismo in una seconda classe. Questo avveniva nel novembre 02. L'esperienza è stata estesa a tutte le sei seconde classi dell'istituto, tra il successivo dicembre ed il gennaio 03.
Le lezioni sono state tenute dal coordinatore del nostro circolo. Con gli insegnanti di religione, un prete ed un laico, si era concordato di strutturare gli incontri sulla base di domande e di risposte. Va dato atto che gli insegnanti di religione non hanno interferito in questo dialogo tra studenti e ateo. Purtroppo non hanno partecipato gli studenti non avvalentisi. Per loro scelta e non perché siano stati esclusi.
Gli incontri hanno riguardato complessivamente un centinaio di ragazze (in prevalenza) e di ragazzi. Pure un centinaio sono state le domande, ma presentate da una trentina di soggetti. L'interesse, tuttavia, è stato generale. Solo qualche studente aveva conosciuto in precedenza una persona che si professava ateo. Una ragazza ha raccontato d'aver conosciuto un ragazzo che era ateo perché cresciuto in una famiglia atea. Ha destato meraviglia l'udire che in Italia gli atei e gli agnostici sono circa nove milioni e che i cattolici rappresentano una minoranza. Una minoranza che vuole, tuttavia, segnare tutto il territorio con i propri simboli (croci e crocefissi). Da osservare che le aule di quelle sei classi non avevano il crocefisso. Qualche studente ha chiesto la differenza tra atei ed agnostici. Non ha suscitato particolare curiosità l'UAAR. In un paio di classi è stato chiesto che cosa fa l'UAAR e non quanto si propone.

IL VISSUTO DELL'ATEO
Un primo gruppo di domande ha riguardato il vissuto dell'ateo che stava davanti.
Pressoché in ogni classe gli è stato chiesto come, perché e quando fosse diventato ateo. Non c'era stata una folgorazione improvvisa, come per s. Paolo sulla via di Damasco. Il distacco dai riti, dalla chiesa cattolica, dalla religione e dalla credenza è stato un processo che è durato anni. Per capire meglio come fosse diventato ateo, si poteva vedere prima come era diventato cattolico. Battezzato appena nato, cresciuto in una famiglia cattolica, socializzato in parrocchia, fattegli imparare risposte fisse a domande fisse, come un automa, su questioni che non capiva e che erano fuori dalla sua esperienza, la religione gli era stata presentata fondamentalmente come una cosa che riguardava l'aldilà. L'educazione cattolica, a quel tempo, inculcava soprattutto la paura dell'aldilà: inferno e purgatorio. Dapprima si è liberato dalla tortura della confessione, poi a non credere più a questa o a quella storiella. Ad esempio? Che fosse importante sedere alla destra del padre. Tra l'altro, come poteva un essere spirituale avere una destra e una sinistra? Che ci fosse dietro la spalla destra l'angelo custode e dietro quella sinistra un diavoletto, in perpetua lotta tra di loro. Che ci fosse un peccato originale. Che dando i soldi in chiesa al prete si aiutassero le anime sante del purgatorio. Che esistessero gli indemoniati, ecc. ecc. Crescendo, vi è stato l'abbandono del rito della messa, la non accettazione dei dogmi, la considerazione della verità della Bibbia alla stregua di quella dell'Iliade.
L'ateo ha precisato di essere anche a-drago, a-ippogrifo, a-ninfe, a-elfi, a-cappuccetto rosso,a-angelo custode, a-demonio, ecc, cioè di ritenere che tutte queste figure siano invenzioni degli uomini.
I ragazzi hanno voluto sapere se l'ateo si fosse sposato in chiesa o in comune, se avesse battezzato i figli, se avessero fatto la prima comunione. Sono venuti a sapere quale fosse, a quel tempo, la pressione familiare e sociale per continuare i riti del passato e quanto l'ambiente cattolico fosse poco rispettoso delle scelte personali. "Scusi, ma lei festeggia il Natale e la Pasqua?" "No". "E che cosa fa a Natale?" "Quello degli altri giorni. Ma se c'è un bel pranzo, faccio una gran mangiata volentieri". Risata. Nessuno sapeva che il Natale cristiano era stato introdotto solo nel quarto secolo, con l'appropriazione da parte della chiesta cattolica di una antica festività pagana, la festa del dio sole invitto. Se è vero che alla nascita di Gesù vi erano i pastori che pascolavano le pecore, non può essere vero che egli sia nato il 25 dicembre. Il famoso re Erode era già morto da quattro anni e l'altrettanto famoso censimento fu tenuto alcuni anni più tardi.

RELIGIONE MAGICA
Un altro gruppo di domande ha riguardato psudofenomeni di carattere magico, spia di un tipo di religiosità alimentata da tante trasmissioni televisive. "Crede nei miracoli?" Miracolo è ciò che desta meraviglia. La meraviglia ci stimola alla conoscenza, come diceva Aristotele. L'ateo, di fronte ad un fenomeno che non riesce a spiegare, dice "non so"; qualche credente pensa all'intervento di divinità o santi. Gli antichi dicevano che i fulmini erano scagliati da Zeus, non conoscendo come si formava il fenomeno. I miracoli c'erano prima del cristianesimo e ci sono in altre religioni. I musei archeologici sono pieni di ex voto. In un articolo apparso tempo fa sulla Repubblica, il prof. Odifreddi dimostra statisticamente come sia più probabile guarire da un tumore rimanendo a casa che andando a Lourdes. "E alle apparizioni della Madonna, crede?" Secondo i cattolici la Madonna sarebbe ascesa in cielo con il corpo. Quando appare a pastorelli affamati i casi sono due: o la Madonna lascia fisicamente il paradiso per andare a Fatima, a Lourdes o altrove ed allora la sua figura fisica viene impressa nella retina anche di altre persone; oppure la Madonna non lascia fisicamente il paradiso ed allora all'esterno dei pastorelli non c'è niente e tutto si riduce ad un fenomeno psichico, come avviene nel sogno. In un vangelo c'è scritto che l'angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe. Noi diremmo che Giuseppe si è sognato. Nella mitologia greca e latina sono ricordate molte apparizioni di divinità; nessuna persona sensata, oggi, lo ritiene corrispondente a verità. "Molte persone uscite dal coma, ricordano di aver visto come un tunnel pieno di luce bianca". Si vede con gli occhi. Se il fenomeno fosse fisico, le persone che si trovavano nello stesso luogo in cui si trovava la persona ammalata avrebbero anch'essi percepito l'intensa luce. Altrimenti si tratta di un fenomeno psichico avvenuto nella persona in coma. "Alle stimmate di padre Pio ci crede?" L'ateo ha confessato di non avere conoscenze specifiche sulle traversie fisiche di padre Pio, ma di sapere che esistono malattie della pelle e infermità psicofisiche. Ha letto che padre Pio affermava di essere tormentato dal demonio, ma non ci crede. Sotto questo aspetto padre Pio doveva avere dei problemi psichici.
"Allora lei crede soltanto in quello che vede". "No, io credo, fino a prova contraria, anche a quanto mi dicono le persone che hanno studiato un certo fenomeno. Ad esempio, per quanto riguarda i pianeti, le stelle, le galassie, ecc., credo a quanto mi dicono gli astronomi. Se ho disturbi fisici, vado dal medico." "Lei crede soltanto alla scienza?" "Premesso che credo anche all'amore, all'amicizia, alla correttezza, ai sentimenti, ricordo che la scienza non ha mai la verità assoluta. Per fortuna nostra c'è sempre qualche cosa da conoscere. Imparare è bello. Ad un certo punto della mia vita mi sono detto che il dio cristiano onnisciente è una figura triste perché non ha il piacere di imparare."
"Della sindone che cosa dice?". L'ateo ammette di non essersi mai dedicato alla sindone. Ha letto che, alcuni anni fa, un pezzetto di sindone è stato dato da studiare a tre diverse università sparse per il mondo. È risultato che il tessuto non risaliva a prima del tredicesimo secolo.

PROFEZIE, DESTINO, SENSO DELLA VITA
"Le profezie di Nostradamus sono risultate vere". L'ateo confessa d'aver letto Nostradamus e di non averlo capito. Ritiene che quanto avviene dipenda dall'intrecciarsi di molte concause, anche indipendenti dalla volontà degli uomini, per cui è impossibile indovinare il futuro. Alla fine dell'anno Piero Angela ha confrontato quanto avvenuto negli ultimi dodici mesi con le previsioni fatte dai vari maghi un anno prima. Non si è verificato quanto previsto e sono avvenuti fatti rilevanti non previsti. Sono dieci milioni gli italiani creduloni che ricorrono ai maghi, ai cartomanti e ad altri cialtroni del genere.
"Allora lei non crede nel destino." Per destino si intende, normalmente, che ciò che riguarda il futuro di ciascun uomo non solo accadrà necessariamente, ma che è già stato deciso, previsto o scritto in qualche posto. Se si ritiene che l'uomo sia, in misura più o meno ampia, un essere libero e, perciò, responsabile, non si può accettare il concetto di destino. Però, l'uomo è molto condizionato dall'ereditarietà e dall'ambiente.
"Secondo lei, che cosa avviene dopo la morte?" Con la morte finisce la vita dell'uomo come per qualsiasi altro essere vivente. Gli elementi del suo corpo si dissolvono e finiscono in altre cose e forse in altri esseri viventi. Rimangono i ricordi nella mente di chi sopravvive e le opere eventualmente compiute e rimaste. "Allora lei non crede nell'anima." Non esiste un'anima distinta dalle funzioni del cervello. "Non si è mai chiesto perché è nato?" L'ateo risponde che è nato perché uno spermatozoo di suo padre ha fecondato un ovulo di sua madre. Una ragazza insiste: "Che scopo ha la vita?" Risposta: "Ciascuno si pone vari scopi a breve termine o a più lungo termine." "Ma lo scopo della vita in sé" "Penso che lo scopo della vita sia la vita stessa."
In più classi è stato posto il tema del conforto della religione di fronte alle avversità della vita. Perché rinunciarvi? È stato chiarito che il problema non è rinunciare al conforto della religione, ma di non ingannare se stessi. Se uno è convinto che dopo la morte tutto sia finito per colui che è morto e che non via sia alcuna divinità, per lui la religione non ha alcun senso. Il conforto può essere trovato negli affetti, nell'amicizia, nell'attività, nella letteratura, in un viaggio, ecc., sapendo che con il tempo il dolore si attenuerà.

IL BENE E IL MALE
"Il male è dovuto al diavolo?" L'ateo ha ribadito che oltre ad essere ateo è anche a-diavolo. Da piccolo era molto impaurito dall'idea del diavolo. Ritiene che sia criminale spaventare i bambini. Il male è il dolore fisico o psichico. Sono molte le cause che possono provocare il male, cioè il dolore.
Una ragazza pone il problema morale. "Per un ateo che cos'è che distingue il bene dal male? Quand'è che si agisce bene e quand'è che si agisce male?" Non c'è una dottrina morale per tutti gli atei e per tutti i tempi, come non c'è per i credenti. Certi comportamenti che un tempo erano immorali e peccaminosi per i cattolici, ora non lo sono più. Le convinzioni religiose non sono un discrimine per i comportamenti umani. Ci sono state e ci sono brave persone sia tra gli atei che tra i credenti, ci sono stati e ci sono delinquenti sia tra gli atei che tra i cattolici. La stragrande maggioranza dei cattolici, nell'agire quotidiano, prescinde dall'esistenza della divinità. L'ateo ha ammesso che per lui agisce bene chi non fa del male agli altri, chi mantiene la parola data, chi tiene conto delle possibili conseguenze del suo agire, chi dimostra solidarietà in famiglia, con gli amici e con gli altri in generale.
"Lei che cosa fa per gli altri?" ha chiesto un ragazzo. Per gli altri in generale, cioè per la collettività, l'ateo paga le imposte e le tasse, fa la raccolta differenziata dei rifiuti, rispetta le norme del codice della strada, senza parcheggiare in seconda fila o sul marciapiedi, in città si sposta in bicicletta o a piedi, ecc.
"È bene o male parlare ai bambini di santa Lucia o di babbo Natale?" Nella sua vita l'ateo ha preferito raccontare ai figli che per il giorno della festa dei bambini i genitori fanno loro dei regali. Questo non ha limitato l'emozione dell'evento. Perché i bambini dovrebbero essere riconoscenti ad una figura immaginaria, dell'aldilà, piuttosto che ai genitori?
Alla fine dell'ultima lezione il professore di religione, prete, ha ringraziato l'ateo, prenotandolo già per l'anno prossimo.


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