LETTERA ALL'ARENA


Nel corso di una nostra conferenza, il 15/2/03, sono state raccolte oltre venti firme di soci e simpatizzanti, in calce alla lettera che riportiamo qui sotto, e che è stata pubblicata dal quotidiano l'Arena in data 5 marzo 03.

Egregio Direttore,
un riferimento a Dio nel preambolo della futura Costituzione europea è indice di una volontà poco unitaria e discriminatoria rispetto ai cittadini - sempre più numerosi - che non seguono i precetti religiosi. Le persone indifferenti od ostili alle religioni maturano una coscienza e dei convincimenti rispettabili quanto quelli dei "credenti".
Il riferimento a Dio o alla tradizione religiosa nella Costituzione europea è assolutamente inopportuno poiché il diritto e la legge non sono dati agli uomini in nome di una potenza religiosa ma sono adottati dai rappresentanti eletti democraticamente dai cittadini. Si tratta del principio basilare di ogni democrazia parlamentare la quale si distingue nettamente dalla "tradizione religiosa".
Il retaggio culturale di ogni società è costituito dalla somma delle sue identità plurime e numerose sono state e sono le correnti di pensiero e le sensibilità che l'Europa ha conosciuto.
È auspicabile che le istituzioni dell'Unione siano imparziali rispetto alle concezioni del mondo degli uni e degli altri, che non vi si introducano delle discriminazioni, che sia rispettata la libertà di avere le proprie convinzioni filosofiche religiose o non religiose, evitando di ricorrere a messaggi di tipo trascendentale.
D'importanza fondamentale oggi è la partecipazione attiva di tutti i cittadini alla costruzione comune dell'Europa democratica. La cittadinanza dell'Unione non può basarsi su dei credo religiosi o su dei messaggi di fonte trascendentale.

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