Crocifissi, radici cristiane, e soldi
Il consiglio provinciale di Verona si è riunito martedì 17
novembre per discutere e votare una mozione presentata da Pdl e Lega Nord sulla
sentenza di Strasburgo, che invita il presidente Miozzi "ad assumere tutte le
iniziative idonee a far mantenere il crocefisso nelle aule degli istituti
superiori, di competenza della Provincia, ed a sostenere il governo italiano nel
suo ricorso contro la sentenza della Corte europea". L'originalità della mozione
sta soprattutto nel dialettale "crocefisso" al posto di crocifisso, condizione,
forse, posta dalla Lega Nord per sottoscrivere il documento. Il primo
firmatario, Albanese, ha spiegato: "Nella tradizione del nostro Paese il crocefisso non è un
simbolo esclusivamente religioso, ma anche culturale e civile, oltre che segno
dei valori fondanti della fede". Quella gente lì, quando pensa alla cultura, non
pensa ai libri, alla musica, ai quadri, alle sculture e via elencando, ma pensa
al crocifisso. Quella gente lì, quando vede un crocifisso, dice: "L'hanno
condannato a morte, ma che bella cultura che è stata". Senza molta fantasia
l'oggetto in questione è un segno dei valori fondanti della fede: creazione e
non evoluzione, uno e trino, vergine e madre, resurrezione, giudizio universale,
ascensione cosmonauta, otto per mille e Ior. "Al momento del voto, favorevole,
il centrosinistra si è assentato dall'aula e l'Idv ha votato negativamente,
sottoscrivendo la sentenza di Strasburgo" (Arena 18/8/09). Interpretiamo
l'assentarsi dall'aula come l'incapacità di prendere una posizione. Alle due
consigliere provinciali dell'Idv abbiamo immediatamente inviato una lettera per
complimentarci per il loro "civile comportamento rispettoso della Costituzione e
dei trattati internazionali sottoscritti dall'Italia in difesa dei diritti
umani".
Il giorno dopo la coraggiosa approvazione in consiglio provinciale della mozione
sul crocifisso, Pdl e Lega hanno convocato una conferenza stampa per battere il
ferro finché era caldo. Nelle informazioni assunte al Caffè Centrale ed al Bar
Sport, lor consiglieri non hanno ancora capito che la Corte europea per i
diritti dell'uomo non è un organo dell'Unione europea. Così Alberto Bozza
capogruppo del Pdl: "Il tentativo dell'Unione europea di cancellare le radici
storiche, culturali e della tradizione ci ha uniti in questa campagna" (Arena
19/11/09). Il consigliere Albanese aggiunge: "Sono valori
[quali?] non negoziabili [aggettivo caro a Ratzinger] che la Ue [ma che c'entra
la Ue?] vorrebbe negare, ma, come dice il
cardinale Bertone [quello sì che fa testo] se da Strasburgo arrivano solo zucche
vuote [frecciatina alla festa di Halloween] e non ci sarà un ritorno alle radici
cristiane, l'Europa non ha futuro [con la macchina del tempo]". Il consigliere Brunelli ha fatto sfoggio di ampie sintesi storiche:
"La prima cosa che gli oppressori tolgono è l'identità e noi dopo aver
perso la lingua [miracolo, parla lo stesso], la moneta, i presepi [c'è stata la rassegna anche in Arena],
le canzoni di Natale, ora rischiamo di
vederci confiscare una bussola di fede e identità che era in tutte le case [qui si sbaglia con il ferro
di cavallo] e spesso baciavamo prima di andare a letto [ognuno gode come può]."
Il consigliere Ivan Castelletti rende noto che "finora abbiamo raccolto più di 2
mila firme" (Corriere di Verona 19/9/09). Questo al mercoledì. Ma non erano più di
8 mila la domenica precedente?
"Il consiglio è poi proseguito discutendo di plateatici, di crocifissi...",
scriveva il cronista dell'Arena (20/11/09) sul consiglio comunale della sera
precedente. La maggioranza (Pdl e Lega) che si sta affaticando nelle
piazze e sui sagrati a raccogliere firme "a difesa" del crocifisso, proprio sul crocifisso non è riuscita a
mantenere il numero legale e la seduta è stata sospesa e l'argomento è stato
rinviato. Intanto le mozioni sui crocifissi sono diventate sei. La consigliera Cametti, già firmataria della prima, ha ritenuto di presentarne un'altra e la
consigliera Barbara Tosi un'altra ancora; una di carattere teologico porta la firma di Edoardo Tisato; l'ultima sottoscritta da quattro
consiglieri del Partito democratico (Padovani, Pozzerle, Segattini e Uboldi)
invita il consiglio comunale ad auspicare "l'accoglimento del ricorso presentato
dal Governo della Repubblica Italiana".
Roncà è uno dei pochi comuni veronesi a non avere un sito internet. Il sindaco,
Roberto Turri, che è anche segretario della sezione Lega Nord, invece di
preoccuparsi di fornire questo moderno servizio ai cittadini, si impegna a
raccogliere firme sotto una petizione per i crocifissi : "I crocifissi devono
restare dove sono sempre stati, sui muri delle nostre scuole, dei nostri
ospedali, dei luoghi pubblici. Seppelliremo di firme questa assurda
sentenza" (Arena 20/11/09). Il sindaco o non ha letto la sentenza o non l'ha
capita. Chi se ne intende di diritto dice che la sentenza è tutt'altro che
assurda, ma è piena di logica e di razionalità.
"Entro giovedì tutti i dirigenti delle scuole di San Bonifacio, elementari,
medie e superiori, dovranno controllare che il crocifisso sia regolarmente
appeso nelle aule, pena una sanzione di 500 euro" (Arena 24/11/09). Il sindaco,
Antonio Casu, si permette di dare ordini a tutti i presidi. Federalismo
autoritario. Casu ha definito il crocifisso "massimo simbolo di altruismo,
tolleranza, bontà e rettitudine".
Venerdì 20 novembre si è svolto per le vie di Verona un corteo di studenti delle
scuole superiori. Non abbiamo notato nessun cartello con scritto "W il
crocifisso", "lasciateci il crocifisso", "tre crocifissi per aula". Mentre i
politici veronesi croci-fissati, quando parlano di scuola, in questi tempi, è
per il crocifisso, sicché sembra che il crocifisso sia l'unico o il più
importante problema della scuola. "Il motivo principale della
protesta resta la mancanza di finanziamenti alle scuole per tutta una serie di
attività, dai corsi di recupero al taglio degli indirizzi scolastici, per i
quali gli studenti si dicono seriamente preoccupati" (Arena 20/11/09).
I sindaci della provincia di Verona che si sono riuniti l'1/12/09 a Palazzo
Barbieri erano 26, ma i sindaci che si sarebbero dichiarati d'accordo sarebbero
60. D'accorso sul traffico? Sull'inquinamento atmosferico? Sull'occupazione? Sui
prezzi? Sulla sanità? Sul futuro dei giovani? No, sui crocifissi. La loro
storia, la loro cultura, i loro simboli, la memoria delle loro origini stanno
nel crocifisso delle aule scolastiche. Non avrai altra cultura fuori di me.
Dubitiamo che abbiano letto la sentenza di Strasburgo che, secondo loro, fa
parte delle "sentenze ideologiche emanate da organismi europei che si collocano
sempre più distanti dalla volontà e dalle radici culturali del popolo italiano"
(Arena 2/12/09). Sembra di sentirlo il loro grido di dolore: ridateci il ferro di
cavallo e la graspìa. Il consigliere comunale Carlo Pozzerle (Pd) muove questa
critica: "Tosi sottoscrive un documento delegittimando il Consiglio comunale".
Una critica sul metodo e non nella sostanza. Calma, Pozzerle. Tosi è legittimato
quanto il consiglio comunale nell'imporre il crocifisso nelle aule scolastiche.
Le aule delle scuole di Stato sono e devono rimanere laiche, cioè di tutti.
Per la consigliera Paola Conti (Pdl) di Zevio la sofferenza ed il dolore sono
valori, "valori che vanno al di là della fede cattolica" (Arena 1/12/09). Per la
quasi totalità delle persone, sofferenza e dolore non sono valori, anzi sono
situazioni da evitare. Non parliamo dei numerari e delle numerarie dell'Opus Dei
che indossano il cilicio e dormono sul tavolato. Fra poco anche l'amputazione di
una gamba diventerà un valore. Il consiglio comunale di Zevio ha approvato una
mozione che rende "obbligatorio esporre il crocifisso nei luoghi pubblici". La
mozione, presentata da Maria Luisa Tezza, afferma che "non essendo il
cristianesimo religione di Stato, la croce è divenuta simbolo di valori
cristiani fondamentali della storia, della civiltà e dell'identità anche per i
non credenti".
La sentenza di Strasburgo dà l'occasione agli amministratori locali di passare
alla storia con frasi da ricordare. A Monteforte il sindaco, Carlo Tessari, ha
detto: "Una corte di giustizia non può decidere sui sentimenti" (Arena 5/12/09),
rivelando d'aver capito a fondo la questione decisa dalla sentenza. Ma ancora
più a fondo è andato il suo consigliere comunale Carlo Tessari: "Questo è il
terzo errore giudiziario a danno di Cristo dopo il processo del Sinedrio e
quello di Pilato", dimostrando d'aver studiato le carte processuali. Il
consiglio comunale di Nogarole Rocca è stato unanime nel riconoscere "il valore
storico, culturale e universale del crocifisso nelle aule scolastiche",
lasciando in dubbio il suo valore nei corridoi e negli sgabuzzini. Non tutti i
consigli comunali "hanno perduto il ben dell'intelletto". Quello di Lavagno ha
bocciato una mozione presentata dalla Lega Nord "a sostegno del ricorso del
Governo contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sul
crocifisso nelle aule scolastiche" (Arena 1/12/09).
Il sindaco di Negar, Giorgio Dal Negro, parla del crocifisso nel proprio ufficio
in municipio: "Non c'era e ne ho voluto subito uno. Ho chiesto più volte al
parroco di benedirlo, finora non ha avuto tempo. Ma so che mi protegge lo
stesso" (Arena 23/11/09).
Sull'Arena (3/12/09) abbiamo visto una foto del sindaco Roberto Turri di Roncà:
impugna nella mano destra un martello e nella mano sinistra un crocifisso
appoggiato alla parete. Non fa attenzione, perché guarda di lato, ad occhi
sgranati, il fotografo. E' noto che le martellate sulle unghie fanno scaricare
mòcoli e rasìe. Il sindaco sembra in procinto di martellare il crocifisso, a
meno che nella terza mano non tenga un chiodo.
Anche il consiglio comunale di Grezzana ha approvato una mozione sul crocifisso,
dopo una discussione ad altissimo livello. Il vertice è stato raggiunto dal
consigliere Gianfranco Gelmini: "Ci si doveva battere quando nella Costituzione
europea non è state contemplate le radici cristiane. Togliere il crocifisso è
solo una delle conseguenze, ne seguiranno delle altre come ad esempio
l'eutanasia."
Nel sito del comune di Verona abbiamo trovato il seguente comunicato stampa in
data 1/12/09: "L’assessore Vittorio Di Dio ha presentato questa mattina il
calendario degli “Itinerari della fede anno 2010”, promossi dall’assessorato al
Turismo sociale e dalla Diocesi di Verona. Presente il direttore della sezione
turismo della Diocesi di Verona don Flavio Bertoldi. “Questa importante sinergia
tra Comune e Diocesi – ha detto Di Dio – consente, anche quest’anno, di lavorare
insieme per dar vita a molte ed interessanti proposte, articolate nell’arco di
tutto l’anno, che permetteranno ai nostri cittadini di riscoprire le radici
cristiane del nostro Paese." Del nostro Paese? Che voto aveva in geografia Di
Dio? I sei viaggi religiosi previsti hanno come mete Polonia, Fatima, Terra
Santa, Mosca e San Pietroburgo e due "San Giovanni Rotondo nei luoghi di Padre
Pio" dove, notoriamente, ci sono le radici di Verona cristiana. Particolarmente
ridicolo è il titolo del viaggio a "Fatima, con padre Flavio a scoprire la
Trinità". Siamo particolarmente interessati a conoscere il costo di tutta l'operazione e
quanto sborsa il comune e quanto ci mette la Diocesi.
La giunta provinciale di Verona, con delibera n. 263 del 26/11/09, ha deciso
di erogare un contributo straordinario di 5.000 euro all'associazione Amici del
Basket di Verona "per la sistemazione di un campo di basket nella scuola
cattolica Terra Santa School a Jericho in Palestina". Ci sono alcune
osservazioni da fare. Gli Amici del Basket vengono definiti "associazione di
promozione sociale". Non si sembra che nel registro nazionale delle APS compaia
questa associazione. La Giunta dà il contributo perché lo statuto include "fra
gli obiettivi fondamentali della Provincia il perseguimento di un sistema
globale ed integrato di sicurezza sociale e di tutela attiva della persona e
della famiglia". È lapalissiano che 5.000 euro per "la fornitura del cemento
armato necessario per la sistemazione di un campo di basket in Palestina"
realizza questo obiettivo della Provincia di Verona. Come comica finale la
giunta ha prescritto "alla suddetta Associazione l'obbligo di inserire lo stemma
e il logo della Provincia sui mezzi utilizzati per pubblicizzare l'iniziativa".
Verona è una città turistica e si spera che anche le prossime feste vedano un
discreto afflusso di turisti. I turisti devono trovare accoglienza negli
alberghi, nei ristoranti, nei bar, nei musei, dove qualcuno deve pur lavorare.
Ed i negozi? Upim in via Mazzini ha annunciato che sarà aperto nel pomeriggio di
Natale, come negli ultimi anni, visto che c'è parecchia gente che ci va, turisti
compresi. Il portavoce della Diocesi scaligera, monsignor Bruno Fasani, accomuna
l'apertura natalizia alla questione del crocifisso: «iniziative simili hanno lo
stesso tenore della decisione con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo di
Strasburgo ha detto no al crocifisso nelle scuole» (Il Gazzettino.it 2/12/09). Ed
aggiunge: " Aprire un negozio a Natale, oppure la domenica com'è ormai
tradizione, significa cancellare la nostra identità culturale. E mi sembra poco
rispettoso verso quelle persone che non potranno passare l'intera giornata con
la loro famiglia perché devono recarsi sul posto di lavoro." Solo i preti
possono lavorare alla domenica ed a Natale. L'identità culturale dei preti (o di
tutti i cattolici?) dipende dall'apertura di un negozio in un certo giorno. Una
cultura molto forte e profonda, con solide radici, come si può arguire. Ci
ricordiamo che certi settori della chiesa cattolica chiedono ogni tanto che non
ci siano spettacoli sportivi alla domenica. Non hanno ancora chiesto che alla
domenica siano interrotte le trasmissioni radiofoniche e televisive, Radio Maria
e Telepace comprese.
Il giorno di Natale hanno lavorato non soltanto i dipendenti dell'Upim (oltre a
quelli di molti servizi pubblici) ma anche quelli della rassegna dei presepi in
Arena, senza proteste della Curia. Ecco quindi come la questione crocifissi e
identità culturale cristiana viene sbandierata per eliminare la concorrenza
commerciale.
A proposito di Fasani, l'editoria cattolica di Verona riceve contributi dallo Stato. Siamo in grado di
riferire i contributi erogati nel 2008 (per il 2007) e confrontarli con quelli
erogati nel 2007 (per il 2006). Le testate che ricevono soldi sono quattro, una
fa capo a Verona Fedele s.r.l. per l'omonimo settimanale e tre sono dei
comboniani, due per i maschi ed una per le femmine. Verona Fedele ha ricevuto:
133.120 euro nel 2008 (138.150 nel 2007); Nigrizia: 50.020 euro (45.500);
Piccolo Missionario: 37.966 euro (41.624); Raggio: 14.940 euro (15.370). Ogni numero
di Verona Fedele costa allo Stato circa 2.700 euro, senza contare le paginone di
pubblicità pagate dagli enti economici veronesi, emanazione degli enti locali ed
amministrati da fiduciari delle forze politiche di volta in volta in
maggioranza.
"A seguito dei contatti intercorsi tra l’amministrazione comunale di Soave ed il
Centro Pastorale familiare di Verona" la giunta comunale ha stabilito, con la
delibera n.169 del 14/11/09, di realizzare il progetto “Parliamo di educazione
con le famiglie” costituito da tre incontri da realizzarsi a partire dal mese di
novembre 2009. Naturalmente, temi ed oratori sono scelti dal Centro Pastorale
familiare, cioè dalla Curia cattolica di Verona, ed il comune di Soave
corrisponde al Centro Pastorale la discreta somma di 1.800 euro. A carico del
comune di Soave ci sono altri 800 euro "per le spese per la migliore riuscita
dell'iniziativa quali realizzazione manifesti e utilizzo sale". A spese del
Comune, cioè di tutti i cittadini atei compresi, la chiesa cattolica fa la sua
propaganda di politica famigliare (contro il divorzio, contro
l'autodeterminazione della genitorialità, contro la pillola RU 486, ecc.).
Presso la Casa parrocchiale di Caldiero in corso De Gasperi ha sede
l'Associazione aiuto vita Giulia. La giunta comunale ha deciso con propria
delibera del mese scorso di dare un contributo di 500 euro a questa associazione
cattolica " quale gesto di approvazione e sostegno delle attività di
volontariato sociale realizzate nel territorio comunale". Con un'altra delibera
la giunta ha deciso di assegnare alla parrocchia di San Pietro Apostolo di
Caldiero un contributo 2.000 euro, "a sostegno e riconoscimento dell’attività
estiva di Grest 2009"; e di assegnare all’Associazione Noi Caldierino (oratorio
parrocchiale) un contributo 500 euro "a sostegno e riconoscimento delle attività
ricreative realizzate a favore della cittadinanza".
Don Tarcisio Soldà, parroco del Beato Andrea di Peschiera, ha fatto pervenire al
Comune, in data 29/09/09, un'istanza di contributi perché deve spendere 50.000
euro per la chiesa per questi interventi: vetrate, lucidatura della
pavimentazione in marmo ed installazione di nuovi termoconvettori. Come si può
facilmente notare, si tratta di lavori strettamente connessi alle radici
cristiane e che fanno risaltare i valori universali rappresentati dal
crocifisso. La giunta municipale, in data 16 novembre, non ha potuto esentarsi
dal deliberare un contributo di 15.000 euro, "IVA compresa" ha precisato, pur
sapendo che un contributo non è soggetto all'Iva. Grazie alla generosità del
Comune, Andrea è ancora più Beato.
Il circolo Noi-San Lorenzo di Soave, cioè l'oratorio parrocchiale, ha intenzione
di organizzare una manifestazione natalizia (vale a dire in prossimità del
Natale) per gli anziani del paese. Questa è la sostanza. La forma prende
un'altra strada. La giunta comunale, con delibera 180 del 3/12/09, decide di
effettuare per le festività natalizie una manifestazione a favore degli anziani
e vista "l’ottima organizzazione e gestione effettuata dall’associazione di
volontariato parrocchiale “Circolo Noi-San Lorenzo" nell'anno precedente
individua "nel “Circolo Noi-San Lorenzo” l’associazione idonea per la gestione e
l’organizzazione della manifestazione", e gli dà un contributo di 6.000 euro.
La giunta comunale di Castelnuovo del Garda ha deliberato un ulteriore
contributo a favore della scuole cattoliche dell'infanzia di 34.660 euro per
l'anno scolastico 2009/10, 32.00 euro sono per le insegnanti di sostegno e 2.660
euro per l'estensione del progetto benessere (consulenza psicopedagogica). Nel
mese di settembre di quest'anno avevamo dato notizia di un contributo
straordinario ad una scuola cattolica di Castelnuovo di 131.300,01 euro.
Inoltre, ci sono i contributi ordinari.
La giunta comunale di Lazise, con delibera del 2009, ha deciso di dare un
contributo straordinario di 9.800 euro alla Scuola Materna Mater Amabilis di
Pacengo perché "nell’anno 2008 circa la metà dei bambini ha frequentato il nido
con orario parziale e che molte famiglie hanno ottenuto la riduzione delle rette
sulla base dell’I.S.E.E. familiare". La Mater Amabilis, naturalmente, è una
scuola cattolica. Con un'altra delibera (135/09) la giunta ha concesso un
contributo economico di 500 euro "all’Associazione A.Ge Colà-Pacengo per la
manifestazione denominata “Dai che Zughen”, manifestazione che ha avuto una
rilevanza sociale importante in quanto rivolta a promuovere il diritto al gioco
dei bambini nella comunità e che è stata molto apprezzata dalle famiglie che
sono intervenute". L'A.Ge, come si legge nel sito, raggruppa "genitori
volonterosi che, ispirandosi all'etica cristiana, intendono partecipare alla
vita scolastica e sociale per fare della famiglia un soggetto politico". I
giochi dei bambini ispirati all'etica cristiana contribuiscono sicuramente a
fare della famiglia un soggetto politico.
Il consiglio comunale di Bonavigo è stato convocato in seduta straordinaria per
deliberare "variazioni al bilancio di previsione 2009". Le variazioni
riguardavano anche la previsione dello stanziamento di un contributo
straordinario alla Parrocchia di Bonavigo, per la sistemazione del campanile
della chiesetta del Pilastro. Le maggiori entrate riguardano soprattutto le
"sanzioni amministrative per violazioni di regolamenti comunali od altro" (2.500
euro) e "interessi attivi su giacenze di cassa" (1.600 euro), sufficienti per
far fronte al "contributo straordinario alla Parrocchia di Bonavigo" (3.500
euro). Si sono astenuti sulla delibera tre consiglieri di minoranza (Cenci,
Bertolini e Vincenzi). Il sindaco, Albino Migliorini, ha chiesto che fosse
inserito a verbale che "i consiglieri della minoranza non avevano approvato lo
stanziamento del contributo alla Parrocchia di Bonavigo per la sistemazione del
campanile della chiesetta del Pilastro", anche se la delibera riguardava diverse
voci del bilancio.
In via Martin Faliero n. 99 (Verona-Saval) ha sede l'associazione italiana amici
del presepio. L'aggettivo "italiana" non indica che l'associazione agisce in
tutta Italia. Per quanto se ne sa, organizza una "Rassegna del presepio
tradizionale ed artistico" nel quartiere del Saval. L'associazione
(parrocchiale) si rivolge agli enti pubblici per essere finanziata. La giunta
provinciale aveva deliberato in data 10/12/09 un contributo di 1.500 euro.
L'associazione, invece di rallegrarsi, deve essersi lamentata perché prevede un
disavanzo di 5.400 euro per la rassegna 2009/10. La giunta provinciale ha
riconosciuto il proprio errore e con un'altra delibera del 22/12/09 ha integrato
il finanziamento con altri 500 euro con la motivazione che "l'iniziativa
promuove la formazione della persona umana attraverso la più ampia diffusione
della cultura".
Il papa ha detto che la Natività non è una fiaba, però alla base viene interpretata
come una fiaba. Lo dimostra le svariate ambientazioni del presepe. A Peschiera
del Garda, ma non solo, il presepio viene allestito sott'acqua. Il circolo Noi
(oratorio parrocchiale) di Sustinenza di Casaleone ha pensato di realizzare un
"Presepio Artistico ambientato nella città d'Assisi in occasione degli 800 anni
della Regolas Francescana". Questa idea audace e straordinaria "consente di
perseguire l'obiettivo dell'art.5 comma 4 dello Statuto provinciale che prevede
la valorizzazione del patrimonio storico e culturale e la più ampia diffusione
della cultura". Con questa motivazione che spazza via tutti i giudizi di
inutilità delle province, la giunta provinciale del 10/12/2009 ha deciso di dare
un contributo di 1.000 euro a fronte di una spesa dichiarata di 1.750 euro.
Dalla delibera sembra che le associazioni beneficiarie siano due: Circolo Noi di
Sustinenza di Casaleone e Diocesi di Verona, con sede in Piazza IV Novembre n.1
37052 Verona e non iscritte all'albo provinciale, requisito essenziale per
accedere ai contributi ordinari. Sollecitiamo qualche consigliere provinciale
che ci legge a voler controllare.
Il presepio può essere vivente e non vivente. Desumiamo questa distinzione dal
fatto che a Terrazzo è stata organizzata la "XV Rassegna del Presepe Vivente" da
parte della Pro-loco. Se si tratta di una rassegna, è probabile che i presepi
viventi siano numerosi, presentati con successione cronologica o in località
diverse. Comunque le spese vive del presepio vivo devono essere più consistenti
di quelle che si incontrano con il presepio morto. Nella fattispecie il costo
preventivato è di 9.000 euro, con grande conforto degli affamati, poveri e
bisognosi. La giunta provinciale ha deciso un contributo di 1.500 euro con la
solita motivazione che l'iniziativa consente "la promozione della formazione
della persona umana" (delibera 276/09). Si desume da ciò che gli assessori
provinciali distinguono tra persona umana e persona non umana. Il "Circolo Noi
Villaggio Monte Pastel-Pedemonte Diocesi di Verona" si è limitato ad organizzare
un solo "presepio vivente della parrocchia". Anche questa iniziativa consente
"la più ampia diffusione della cultura e di valorizzazione delle tradizioni
locali". La giunta provinciale ha premiato la parrocchia con un contributo di
1.000 euro a fronte di una spesa preventivata di 1.500 euro.
Nell'ottobre 2009 è stato ricordato il 244° anniversario della consacrazione
della chiesa SS Filippo e Giacomo di Bonavicina. Nell'ambito dei festeggiamenti
è stata organizzata la "1° Festa del Bollito con Pearà". La Provincia (delibera
307/09) ha partecipato ai festeggiamenti con un contributo di 1.000 euro dato
che l'anniversario della consacrazione "intende promuovere, tra l'altro, i
prodotti tipici e comprende una mostra di attrezzi agricoli tradizionali" e
considerato che "lo statuto provinciale include fra gli obiettivi fondamentali
della Provincia la salvaguardia e lo sviluppo delle attività economiche con
particolare riguardo alle produzioni agricole, industriali, artigianali".
Ci siamo occupati ancora del circolo "Noi le ali", l'oratorio della parrocchia
di via Brunelleschi 6 (zona stadio), che deve avere santi protettori nelle
pubbliche amministrazioni veronesi. La giunta provinciale del 22/12/09 ha
deliberato un contributo di 2.000 euro a favore di detto circolo per
"allestimento sala per l'aggregazione dei giovani". La procedura non è stata
regolare. Il vice segretario generale della Provincia a proposito della
conformità alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti ha scritto: "Non è stata
svolta la prevista istruttoria in quanto la proposta è stata presentata
direttamente in Giunta. Si richiama il parere espresso dal responsabile del
servizio sulla regolarità tecnica" e costui ha espresso parere non favorevole
"per le motivazioni espresse nella scheda istruttoria agli atti", scheda che non
è nella nostra disponibilità, ma che qualche consigliere di minoranza potrebbe
controllare. La motivazione data a questo regalo natalizio non è per nulla
convincente: "l'art. 5, comma 3, dello statuto provinciale include fra gli
obiettivi fondamentali della Provincia il perseguimento di un sistema globale e
integrato di sicurezza sociale e di tutela attiva della persona e della
famiglia, anche avvalendosi delle associazioni sociali e di volontariato, al
fine di una migliore qualità della vita per tutti".