LETTERA APERTA AL DIRETTORE DELL'AMIA
Qualche giorno fa il circolo di Verona ha inviato la seguente al direttore
dell'AMIA (azienda municipalizzata per l'igiene ambientale), che si occupa
della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e, adesso,
anche di messe cattoliche.
Sul numero 11 di Verona Fedele del 24 marzo 2002 ho letto che il vescovo
cattolico di Verona avrebbe celebrato il rito cattolico della messa presso
la sede dell'AMIA il giorno 27 marzo 2002 alle ore 9,30. Poiché l'AMIA è
un'azienda del comune di Verona appartenente alla Repubblica italiana,
ritengo che l'AMIA non abbia una confessione religiosa ufficiale così come
non ce l'hanno né il comune di Verona né la Repubblica italiana.
Il fatto che il Presidente o parte del consiglio d'amministrazione o parte
del personale scelga di far parte della confessione cattolica non giustifica
l'organizzazione del rito religioso nella sede dell'Azienda. Si tratta di un
privilegio e di un abuso intollerabile in uno Stato laico. Tutte le
confessioni religiose e tutte le concezioni del mondo sono ugualmente libere
davanti alla legge.
Per farLe rilevare tutta l'iniquità dell'evento, Le pongo un quesito:
sarebbe disposto a concedere lo stesso spazio, e nel medesimo orario (di
lavoro), per una conversazione del segretario dell'UAAR Giorgio Villella sul
tema "attualità della morale laica"?
Mi permetta di ricordarLe che i matrimoni avvenuti nel comune di Verona
nell'anno 2001 sono stati celebrato per il quaranta per cento con il rito
civile, cioè non religioso.
Nella speranza che la nostra AMIA, nostra di tutti noi cittadini veronesi
senza distinzione di credo religioso e di appartenenza filosofica, non abbia
più ad incorrere in simili cadute di stile, Le invio distinti saluti.