UNA VISIONE O UNA BUGIA DI DON FASANI?

 

Come avevamo annunciato, nel pomeriggio dei giorni 20-22 febbraio 02 abbiamo messo un banchetto dell'UAAR in via Ippolito Nievo. Ci siano collocati sul marciapiedi a ridosso del muro di recinzione del complesso in cui ha sede la residenza universitaria Clivia della Fondazione RUI, cioè dell'Opus Dei. Eravamo lì a raccogliere le firme in calce alla petizione che si oppone al cambiamento del nome della via da Nievo ad Escrivà, fondatore dell'Opus Dei.
Mercoledì 20 due distinte signore sono uscite dall'edificio opusdeista, si sono avvicinate al banchetto ed hanno arrogantemente chiesto al nostro Mario Patuzzo, responsabile del banchetto, se avesse il permesso e di mostrarlo. Una pretesa assurda in uno Stato di diritto. Per quanto l'Opus Dei sia una organizzazione potente, non può pretendere di esercitare pubbliche funzioni di controllo. Al rifiuto di Mario, le due opusdeiste hanno minacciato di rivolgersi alla polizia. Dopo una mezz'ora sono arrivati due vigili municipali che hanno constatato la regolarità dell'occupazione del suolo pubblico e la nostra legittima presenza.
Nei tre pomeriggi un centinaio di abitanti nella zona ha firmato la nostra petizione. Parecchi di essi non hanno esitato di definirsi credenti, ma hanno anche definito una arroganza la pretesa di cambiare il nome alla via. Il nome di Escrivà, hanno ribadito, non c'entra niente con la toponomastica della zona.
Nel numero del 16 dicembre 01 era apparsa su Verona Fedele una lettera di una lettrice la quale chiedeva perché gli abitanti di "un quartiere di Verona non hanno voluto si intitolasse una dello loro vie al beato Josemaria Escrivà de Balaguer".
Il direttore del giornale, don Fasani, che si riempie spesso la bocca di verità, magari con la V maiuscola, ha risposto erroneamente o falsamente, a seconda della buona o mala fede, in questi termini: "non mi risulta siano stati gli abitanti del quartiere a rifiutare la titolazione, ma un gruppo di cittadini, sotto l'abile regia di un gruppo di politici dell'amministrazione veronese".
Don Fasani, che per mestiere dovrebbe raccogliere e fornire notizie, ignorava che a promuovere la raccolta di firme era l'UAAR? Oppure non se la sente di dare notizia che a Verona c'è un circolo dell'Unione degli atei ed agnostici razionalisti? La decisione della petizione è stata presa dal comitato direttivo del nostro circolo. "L'abile regia" di altri è stata vista forse da don Fasani sotto l'influsso di qualche prolungato digiuno penitenziale. Con questo precedente, sarebbe difficile un domani credere ad una sua visione della Madonna o di qualche santo.
 

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