L'origine del sacrificio alla divinità e della divinità |
![]() ![]() Nea di Nikomedeia Macedonia 8.500-7.800 anni fa Museo Archeologico di Veroia ![]() Piana di Karditsa, Tessaglia 8000-7800 anni fa ![]() Olbia, Sardegna circa 6500 anni fa ![]() ![]() Malta circa 5500 anni fa ![]() Turriga Senorbì, Sardegna 4500 anni fa Museo archeologico nazionale di Cagliari ![]() Nuda di Siria Nord della Siria 4000-3750 anni fa Museo di Gerusalemme ![]() |
Basta anche solo dare un'obbiettivo: ad una piccola tribù che sta per lasciarsi morire, lo sciamano potrebbe dire di resistere, diciamo, altri tre giorni, dopodiché arriverà il salvatore a bordo di una nuvola. Se la pioggia non arriva in quel lasso di tempo non succede nulla, la gente sarebbe morta comunque, se invece arriva… Un piccolo vantaggio che moltiplicato per centinaia di casi ogni anno, per migliaia di anni…
Per esempio, grazie a questo espediente Cristoforo Colombo potrebbe aver scoperto l'America. Com'è noto, quando la sua missione sembrava fallita, disse di aspettare ancora tre giorni, che la terra c'era sicuramente, oltre l'orizzonte. Chissà se Colombo lo sapeva veramente o no, ma tanto bastò: ci credettero e vinsero, e la cattolica Spagna diventò una superpotenza.
L'umanità, infatti, non era in grado di affidarsi a meccanismi migliori fino a qualche secolo fa. La sensibilità allo sciamano potrebbe quindi essersi imposta nel genoma umano; chi ci crede viene favorito nella selezione naturale, sia pure di poco, ma l'effetto si accumula nelle generazioni, fino ad arrivare a noi sotto forma di curiosi schemi di comportamento: l'idealismo, l'eroismo, la testardaggine… Forse il campo è vastissimo. Tale influenza è stata così potente, da aver instaurato atteggiamenti singoli e collettivi, e costruito sistemi sociali così solidamente funzionali a sé stessi, tanto da potersi permettere anche delle perdite d'individui per sostenersi e propagarsi. Non si contano le guerre di religione, anche perdenti in partenza, avvenute nella storia; ci sono stati, e ci sono ancora, individui disposti a far cessare subito la vita fisica propria e altrui per continuare a garantire quella spirituale illusoria.
I non credenti sono una razza in estinzione, o meglio, relegata in quell'ambito di aleatorietà genetica che ciascuna specie tiene di riserva, per poterla eventualmente tirar fuori nel caso che le circostanze o i cambiamenti d'ambiente lo richiedano. In futuro tuttavia…
Oggi, quando si testano nuovi farmaci, si prendono due gruppi di persone: al primo si somministra il farmaco vero, all'altro uno fasullo (gruppo di controllo). È, infatti, indispensabile, per conoscere la reale efficacia del preparato, considerare l'effetto placebo, che è quindi un fenomeno largamente sperimentato statisticamente, ma che nessuno ha mai spiegato completamente dal punto di vista scientifico, perché esso è soggettivo, non ripetibile.
Fino a non molto tempo fa, per quasi tutte le malattie, il placebo era l'unica medicina a disposizione del
"guaritore", il quale, la somministrava con i già citati sistemi sciamanici nonché con: gesti ipnotici e suoni
ancora più ipnotici, autofustigazioni e riti di purificazione, estratti d'unicorno, imposizione delle mani,
salassi, crocifissi, e centinaia di altri rimedi (parlando di placebo non si può non parlare di medicine
alternative), quasi tutti riconducibili al transfert ingresso-dio-buono uscita-spiriti-maligni. Anche
l'effetto placebo potrebbe essere entrato, sempre attraverso quel meccanismo della selezione naturale
religiosa descritto, nel codice genetico umano, e aver modificato il corpo sensibilizzandolo ai propri
effetti, predisponendovi meccanismi ancora sconosciuti per renderlo capace di guarirsi da solo. Forse la sua
azione si esplicita partendo da certe zone del cervello, come sembrano rivelare alcuni recenti esperimenti. Pare infatti che stimolando artificialmente la corteccia cerebrale in vari punti, si sia trovata l'area responsabile delle "visioni mistiche". Un'importante presupposto per l'attivazione naturale di tale area, potrebbero essere i periodi di difficoltà dell'individuo, quali denutrizione, malattie, pericolo. Per esempio vi sono racconti, su antichi sacerdoti maya che si procuravano visioni facendosi uscire il sangue dal naso (diminuisce l'afflusso di ossigeno al cervello), oppure sulle apparizioni dell'arcangelo Michele a Monte sant'angelo, in Puglia, avvenute verso la fine del V secolo, dopo lunghi digiuni collettivi proclamati dal papa.
Sia a livello individuale che collettivo infatti, i periodi di maggiore
religiosità si manifestano solitamente in concomitanza delle crisi.
Riepilogando, coloro che hanno nel loro corpo un qualche meccanismo che, innescato dal placebo, potenzia il sistema immunitario, o che comunque può contrastare le malattie (per dare un'idea: fenomeni come pranoterapia, estasi, indemoniati e relativi esorcismi), o anche solo gli fornisce una motivazione per continuare a provare delle cure, ha più possibilità di sopravvivere, quindi di allevare figli e di trasmettere e amplificare geneticamente questa caratteristica. La prima, e per millenni unica religione dell'umanità, era quella animista, e la medicina era somministrata dallo sciamano; le divinità placebo alla base di quel sistema erano gli spiriti dei padri e madri morti, come già detto all'inizio, e questo potrebbe spiegare addirittura le cosiddette esperienze di premorte: molti di coloro che tornano dal coma o da situazioni di gran rischio per la vita, riferiscono di aver visto i propri genitori o parenti defunti.
C'era da aspettarselo, anche "padre Pio" potrebbe far parte di un'equazione divina: dio = guarire i malati, resuscitare i morti.
Non c'è prova scientifica definitiva per dimostrare tutto ciò, ma questa forse arriverà quando, dopo che già è stata scoperta l'area del cervello di dio, sarà scoperto il "gene di dio*".
Presente e futuro
Chissà come continuerà l'evoluzione. Da una visione ad ampio spettro temporale, si nota che la civiltà umana dipende sempre più dalla tecnologia, dall'industria, e il nuovo motore di tutto è il denaro.
In un certo senso, la moderna civiltà industriale o addirittura
post-industriale, è un po' un ritorno all'economia pre-agricola
della caccia-raccolta, al nomadismo. Si và là dove sono maggiori le
possibilità di trovare la materia prima, la preda, necessaria alla
sopravvivenza e al benessere: verso il maggior "profitto". I confini
territoriali e i sistemi familiari tradizionali, e conseguentemente quelli sociali e nazionali, primaria necessità
agricola, tendono ad evaporare, e con essi gli dèi che li presiedono. Il posto
di lavoro, nella maggior parte dei casi, non si dà eredità. Quindi viene meno
la necessità di una precisa discendenza genetica, e anzi, secondo il sistema
naturale selvatico, che è anche quello capitalista più spietato, diventa
vantaggioso diversificarla.
Oggi, molte nuove religioni, ma anche quelle tradizionali, somigliano più ad aziende che a chiese, i sacrifici
in natura si sono trasformati in offerte in moneta. In quest'era consumistica, si usa il culto come un
prodotto: una persona per esempio può averne uno conveniente per quanto riguarda l'aspetto del matrimonio,
vita di coppia, procreazione (o avere addirittura idee atee in tal senso), può poi rivolgersi ad un'altra
dottrina per ottenere le condizioni migliori possibili per la propria anima dopo la morte (supponiamo la
reincarnazione, secondo il buddismo o l'induismo), e contemporaneamente frequentare un'altra chiesa
(cristiana magari), per motivi sociali. Il fenomeno non riguarda solo casi individuali clamorosi, ma è di
massa, e diffuso in tutto il mondo; ci sono anche alcune nuove sette che prevedono apposta la complementarità
con le altre, il non disconoscimento della tradizione d'appartenenza nell'abbracciarle. Ecco quindi l'adattamento al nuovo mondo commerciale: si tratta di "piazzare" alcuni servizi religiosi gratis o a prezzo agevolato, per farsi pubblicità, e poi cercare di vendere il resto del pacchetto. Anche questa volta gli esseri supremi vengono adeguati:
si può quasi dire che il nuovo vero dio è diventato la fonte del denaro, cioè "il cliente"; le offerte sono chieste al fine di ingrandire la società, per fare nuovi proseliti.
Si tratta senz'altro di un effetto della globalizzazione, ma questo ha il suo retro della medaglia, anzi, il davanti: in passato, un'abitante di un piccolo paese isolato nasceva, viveva, moriva, appartenente alla religione di quel luogo; non potendo informarsi né muoversi, non aveva alternative, oggi invece, con i moderni mezzi d'informazione e di trasporto, con l'immigrazione, può conoscere due o tre fedi diverse, ciascuna delle quali si dichiara verità assoluta, e così, con un po' di logica, rendersi conto che c'è qualcosa che non quadra.
Sempre di più, dio sta diventando un'impiccio, un problema per la cooperazione tra i popoli; inoltre, se uno
scienziato cerca la spiegazione di un fenomeno, per aumentare le conoscenze, il
benessere e la salute dell'umanità o, perché no, il tornaconto proprio o di quello della sua azienda, non può fermarsi e dire “Lo ha fatto dio”, né farsi intralciare dalle altrui convinzioni
religiose, pena la diminuzione della competitività propria, dell'azienda, della nazione.
Le religioni hanno accompagnato l'uomo fin dalle origini, e per tutta la sua storia fino ad oggi, influenzandone l'evoluzione, e forse continueranno ad accompagnarlo fino a quando esso non avrà rimosso la causa principale che le ha generate: la paura della morte. Anche una persona molto ragionevole, se ha paura di morire, si aggrappa a qualsiasi cosa per evitarla, ed ecco che arriva un tipo che gli dice che avrà la vita eterna, il paradiso, se… L'ateismo invece
cosa ha da offrire? “Quando sarai morto non sarai più nulla”. Per questo motivo, è quasi sempre inutile mettersi a discutere razionalmente con un credente per cercare di dimostrargli che è in errore; scatterebbero in lui meccanismi inconsci, presenti nel suo sistema nervoso, che a loro volta derivano da meccanismi che sono scattati, replicandosi fin dalla notte dei tempi, nel suo DNA: costui si vedrebbe minacciata la propria sopravvivenza e preferirebbe uccidere l'interlocutore piuttosto che dargli ragione. A volte esiste una profonda differenza tra ciò che è vero e ciò che funziona, la natura umana tendenzialmente predilige la seconda opzione. C'è addirittura chi dice che sia quello, il vero sistema scientifico.
Ma gli uomini, avanzando, prima o poi supereranno anche questo, chissà attraverso quali vie: clonazione, intelligenza artificiale… Già adesso la vita è stata notevolmente prolungata dalla scienza, al punto che molti ad un certo
punto ritengono di averne avuta abbastanza, tanto da anticiparla, la sua fine, figurarsi temerla.
Oggi il progresso sta operando quel cambiamento che porterà al risveglio dei geni del sano scetticismo da lungo tempo sopiti, o forse alla mutazione della specie umana: gli agricoltori che costruiscono un sistema d'irrigazione invece di fare la danza della pioggia, i popoli che armano meglio i loro eserciti invece di benedirne gli atti d'eroismo, gli ammalati che si rivolgono al medico invece che al guaritore, coloro che portano una macchina
guasta dal meccanico invece di aspettare, pregando, che si rimetta in funzione da sola, hanno un vantaggio evolutivo che alla lunga, inevitabilmente, rivelerà i suoi effetti. Qualcosa comincia già ad intravedersi, ma quando l'umanità si sarà completamente liberata
dal bisogno di dover chiedere aiuto ad un dio, farà un salto verso una maggiore consapevolezza.
*) Il pezzo di quest'articolo, contenente la previsione della scoperta del gene di dio, fu scritto e inoltrato in alcune mailing-list su internet il 12/3/03, mentre le scoperte del biologo molecolare statunitense Dean H. Hamer furono pubblicate nel suo libro, intitolato "The god gene", il 14 settembre 04. |
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