Alcune notizie residue della visita del papa a Verona
Il Vescovo Carraro è a capo di una grande organizzazione economico-politica e come tale parla. Di fronte al flop di popolarità del Papa, che cosa doveva dire? I giornalisti chiedono e lui risponde: “Grazie Verona e grazie a tutti voi veronesi, perché ancora una volta la città ha dimostrato di essere aperta, accogliente, disponibile”
(Il Verona 27/10/06). Siccome non è un pirla, sa benissimo che il ringraziamento va a Comune, Fiera, Fondazione Arena, Banche e Fondazioni bancarie per aver fornito strutture e servizi gratuitamente per il convegno ecclesiale cattolico, sottraendo risorse ai servizi per le fasce più deboli della società. Ringraziare, poi, tutti i veronesi perché sono rimasti a casa invece di accalcarsi lungo le strade della papamobile con bandierine ed applausi, appare ipocritamente pietoso. Moltissimi veronesi erano
arrabbiati, facendo registrare uno dei tassi più alti di bestemmie degli ultimi tempi. Ma
Carraro: “Grazie, per la serenità con la quale si sono vissuti gli inevitabili disagi che tale evento ha portato.” Inevitabili, eminenza? Se le vostre pretese non fossero state così abnormi, parecchi disagi sarebbero stati evitati. Il giornale registra che non si può “dire che l'accoglienza dei veronesi sia stata calorosa almeno lungo i 22 chilometri di percorso con la
papamobile.”
“Con il Papa contatti record per il sito del Comune”, titolava il quotidiano cattolico con l'oroscopo
(Arena 28/10/06). Poi si legge il testo e si capisce che ai veronesi non interessava un tubo quello che faceva il Papa, i contatti volevano sapere fin dove si estendeva la limitazione del traffico e quando l'Infallibile avrebbe tolto il disturbo.
Durante il recente convegno ecclesiale cattolico era stato dato un grande rilievo all'inaugurazione, da parte di Camillo
Ruini, dell'ostello per i senza tetto in Zai. Si diceva che l'opera era stata finanziata dalla Cei (con i soldi di Cesare:
8 per mille) e gestita dalla
Caritas. La struttura ha 50 posti letto, ma soltanto 10 sono occupati. Sembrava che la Caritas fosse pronta a sostenere l'impresa. Si viene, invece, a sapere che la Caritas sta cercando 50 volontari e che l'ostello “gode di una convenzione con il Comune di Verona, che copre parte dell'impegno economico, oltre ai finanziamenti dell'8 per mille” (Corriere di Verona
24/11/06).
Al pranzo papale di Verona: vino 2003 Serego Alighieri per il risotto all'amarone e il filetto di vitello profumato con limone, contornato da patate dorate e spinaci novelli; Amarone Masi Costanera (del 1990) per i formaggi; recioto Campioforato del 2003 Tommasi per il dolce. Non sono stati resi noti i vini per l'antipasto di cuori di carciofi e di Monte veronese con zucca e per i tortellini di Valeggio con burro e salvia.Il Papa aveva già parlato alla mattina, al pomeriggio messa cantata. Sergio
Tommasi: “So che alcuni cardinali hanno chiesto il recioto da portare via in Vaticano” (Arena
28/10/06).
Domenica scorsa a Roma, affacciatosi alla finestra, Ratzinger si è occupato della fame nel mondo. Tra l'altro ha detto: “Ogni persona e ogni famiglia può e deve fare qualcosa per alleviare la fame nel mondo adottando uno stile di vita e di consumo compatibile con i criteri di giustizia” (Corriere della Sera
13/11/06). È stata un'autocritica durissima. Il Papa stava, forse, pensando al suo recente, prelibato e costoso pasto in quel di Verona ed al milione di euro fatto sprecare al Comune per le pretese della Cei e della sicurezza vaticana.