Primi passi della nuova amministrazione Tosi
In primavera di quest'anno ci sono state le elezioni
amministrative al comune di Verona, che hanno determinato l'avvento di una nuova
giunta di centro-destra, presieduta dal sindaco Tosi, leader del partito della
Lega nord. I lettori delle pagine di questo sito sanno che non abbiamo mai
risparmiato critiche alla precedente amministrazione, di centro-sinistra, per la
sua scarsa dimostrazione di laicità, ovvero per la grande quantità di
elargizioni e favoreggiamenti alla chiesa cattolica. Tanto per fare un esempio,
ecco qui di seguito una nuova notizia.
Il nuovo direttore operativo della Fondazione Arena indica in
circa 14 milioni di euro il buco di bilancio. Due membri del consiglio di
amministrazione hanno dato le dimissioni. Malgrado la disastrosa situazione
finanziaria, Zanotto (presidente nonché ex sindaco di Verona) e consiglieri si
erano permessi di regalare, l'anno scorso, ben tre concerti ai vescovi e, quest'anno,
un altro concerto a B16 in quel di Roma. La questione è stata sollevata sia da
noi sia da una lettera apparsa sull'Arena un mese fa. Nessuna reazione. Saggia
politica comporterebbe la presentazione del conto ai vescovi ed a B16 oppure,
per senso di responsabilità, dovrebbero rimborsare di tasca propria Zanotto ed i
consiglieri che hanno votato a favore.
La questione è: la nuova giunta, in questo senso, sarà
diversa?
Con delibera n. 341 del 29/9/07 la giunta comunale di Verona ha approvato le
linee programmatiche per il quinquennio 2007/2012. Il lungo documento è un
florilegio confessionale. Per questa settimana ci limitiamo ad esaminare un
piccolo passo iniziale. “La prima libertà, quella che rappresenta il fondamento
su cui costruire le altre, è la libertà di nascere e crescere in una famiglia:
essa evoca immediatamente il diritto alla vita, nel pieno rispetto della
tradizione religiosa della nostra città. Il riconoscimento delle radici
cristiane della nostra civiltà è presupposto essenziale dell'agire politico
della nostra amministrazione.” Poco prima veniva ricordato che la famiglia è
soltanto quella fondata sul matrimonio. Per la giunta Tosi la libertà non
implica la capacità e la possibilità di scegliere. Dire che un essere umano ha
la libertà di nascere in una famiglia è una grande sciocchezza. Uno nasce dove
gli capita di nascere: in una coppia sposata o non sposata o da una nubile.
Un'altra sciocchezza è dire che il neonato debba essere inserito nella
“tradizione religiosa della nostra città”. Se si parla di libertà, si dovrebbe
dire che ad un bambino non dovrebbe essere imposta una religione, ma lasciare a
lui, quando sarà in grado di capire, se avere o meno una religione. Adesso
sappiamo che ogni azione dell'amministrazione Tosi è un frutto che deriva dalle
radici cristiane.
La giunta comunale di Verona, il giorno 29/8/07, ha deliberato la “concessione
in uso gratuito dei locali siti nell'immobile di proprietà comunale in via Don
Bassi n. 2” alla parrocchia di Santa Anastasia. La storia ha inizio in epoca
fascista, alla vigilia dell'infausto Concordato, quando la dittatura marciava in
buon accordo con la chiesa cattolica. Con contratto del 23/10/1928 "…Il Comune
di Verona concede inoltre in locazione alla Parrocchia Santa Anastasia, 5 locali
facenti parte del fabbricato Comunale denominato ex Collegio Provinciale
Maschile per la durata di anni 29 e per il canone annuo di Lire 1. Allo scadere
del ventinovesimo anno il Comune si impegna di concedere in locazione alla
Parrocchia alle stesse condizioni e per un ugual periodo di anni 29, conclusosi
nel 1986, altri locali contigui alla Chiesa di egual importanza e capacità...".
Dalla delibera si capisce che la parrocchia ha continuato ad occupare
abusivamente i locali anche dopo il 1986. Il comune non attiva la procedura di
sgombero. Aspetta ben 18 anni. In data 9/8/04 invia una raccomandata per
“chiedere riscontro alla Parrocchia Santa Anastasia in merito al rinnovo e alla
regolarizzazione dei locali utilizzati”. Nessuna risposta. Dopo altri due anni
il comune chiede alla diocesi “un incontro per formalizzare dette occupazioni”.
Soltanto allora la parrocchia presenta al comune una richiesta di concessione
dell'immobile utilizzato. Viene così attivato il procedimento burocratico di
concessione. Lo staff tecnico del patrimonio comunale propone l'applicazione del
canone di euro 2.251 mensili. La giunta decide per la gratuità, come richiesto
dalla diocesi con nota in data 23/4/07, cioè decide di regalare alla
parrocchia di Santa Anastasia 27.012 euro all'anno, per nove anni. Al vescovo
sta a cuore il bene comune e l'amministrazione Tosi continua la politica
ecclesiastica del regime fascista.
Il senso civico della parrocchia dei SS. Apostoli di Verona ha dell'incredibile.
Questa parrocchia ha proposto al comune di Verona di effettuare a proprie spese
un intervento di manutenzione straordinaria e adeguamento alle norme vigenti di
un edificio comunale (scuola G. Segala, via Frattini) perché vi sia trasferita
una scuola materna comunale. La giunta comunale (seduta 18/7/07), naturalmente,
ha accettato. Che cosa ci guadagna la parrocchia? Possibile che ci rimetta?
Esaminiamo un po' i fatti. Il comune di Verona ha in locazione dalla parrocchia
Santi Apostoli un fabbricato sito in vicolo Dietro SS. Apostoli adibito a scuola
materna comunale; è stato sottoscritto il 27 febbraio 2001 per la durata di anni
sei con decorrenza dal 1° gennaio 2001, ed è rinnovabile per ulteriori sei anni.
Probabilmente, alla parrocchia si è presentata un'occasione più conveniente per
il suo immobile ed in data 2 luglio 07 ha presentato al comune la sua
proposta. Il comune ha accondisceso alla richiesta della parrocchia.
In data 10/9/07 l'assessore alla pubblica istruzione del comune di Verona, Alberto Benetti, ha proclamato una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici, agli
insegnanti e agli educatori, agli operatori e ai collaboratori, ai ragazzi e ai
bambini, ai loro genitori. Nel suo proclama, Benetti, scriveva: “In occasione
dell’inizio del nuovo anno scolastico, desidero invitarVi a partecipare alla
celebrazione della Santa Messa che sarà officiata dal Vescovo Monsignor Giuseppe
Zenti, sabato 15 settembre alle ore 11.30 nel Duomo di Verona. Tale iniziativa è
stata assunta dall’Assessorato all’Istruzione del Comune di Verona, al fine di
dedicare un pensiero particolare a quanti ogni giorno studiano e operano nella
scuola profondendo energie e passioni. “ Non sappiamo se Zenti, autodefinitosi
laico, abbia sollecitato Benetti o se Benetti sia riuscito a convincere Zenti.
Una istituzione è laica se è neutrale rispetto a tutte le religioni. La giunta
Tosi, di fatto, si caratterizza come una giunta clericale e, contro la
Costituzione e tanti cittadini, ha deciso che il comune di Verona assuma la
religione cattolica come religione ufficiale del comune stesso. L'Arena del
giorno seguente affermava che il duomo era gremito e così faceva contento il suo
editorialista Zenti, ma così non era. L'invito del duo Benetti-Zenti è stato
accolto soltanto dalle scuole cattoliche. Le scuole pubbliche hanno svolto
regolarmente le lezioni. Se il duo si fosse informato sulla programmazione delle
scuole pubbliche, avrebbe evitato questa plateale sconfitta.
Sempre l'assessore all'istruzione di Verona, Alberto Benetti,
nella medesima lettera ai
dirigenti scolastici in occasione dell’apertura dell’anno scolastico, perché in
tutte le scuole ci sia il crocifisso. Secondo l'assessore «la presenza del
crocifisso nelle scuole costituisce l’espressione di una condivisione culturale
che comprende il valore universale della pace, del principio di solidarietà,
della dedizione, dell’abnegazione, il rispetto della persona umana,
l’accettazione delle diversità religiose e culturali.” Secondo il non assessore Pipola, accanto al crocifisso dovrebbe esserci anche il ghigliottinato,
l'impiccato, il fucilato, il lapidato, il finito sulla sedia elettrica, ecc. per
far capire ai giovani che gli stessi valori possono avere espressioni diverse.
Giovedì 13/9/07 c'è stata discussione in consiglio comunale sulla messa del duo Benetti-Zenti. Riportiamo il giudizio di alcuni consiglieri dal Corriere di
Verona (14/9/07). Giorlo (Margherita): “Benetti sta facendo un errore.” Perini (Pdci):
“È un'offesa per chi non è credente.” Welponer (SD), che
credevamo laico: “La messa? Mi sembra una non-notizia, visto che il
cattolicesimo à la religione più diffusa in città.” C'è da sperare che il
giornalista abbia capito male. Il fatto che la religione cattolica sia la più
diffusa in città non comporta che il comune la assuma come propria, ne
sponsorizzi i riti e la privilegi rispetto alle altre. Se Welponer, che è
all'opposizione, non si oppone almeno a questi arbitri e soprusi clericali
dell'amministrazione, siamo veramente più mal messi di quanto si potesse
immaginare.
Sul sito del comune di Verona abbiamo trovato il seguente annuncio: “Il Comune
di Verona offre la possibilità agli anziani meno abbienti di partecipare ad un
pellegrinaggio in Terra Santa pagando una retta agevolata. L'evento è
organizzato dalla Curia Diocesana dal 3 al 10 novembre 07; sarà presieduto da
S.E. Mons. Giuseppe Zenti all'inizio del suo mandato episcopale e sarà anche
occasione per celebrare il 30° anniversario di Tele Pace.” Intanto, per il
Comune la Terra Santa dovrebbe chiamarsi Israele. Si pubblicizza
(gratuitamente?) una attività commerciale della Curia. Si dà un contributo a chi
partecipa a quel determinato viaggio, discriminando chi va a Parigi, La Mecca,
Lisbona, ecc. e con spreco di risorse pubbliche soltanto per farsi belli con
Zenti. Anzi, è difficile pensare che la decisione del Comune sia stata
autodeterminata e non sollecitata dallo stesso Zenti o dal qualcuno della Curia.
Rimaniamo allibiti che al Comune gliene freghi qualche cosa del 30° anniversario
di Tele Pace.
Le Orsoline di via Muro Padri, dove ha avuto origine la congregazione, chiudono
le proprie scuole dopo 150 anni. Le cause sono sostanzialmente due: 1) la
continua diminuzione delle vocazioni a Verona ed in Italia. Le vocazioni,
invece, vanno bene in Africa e Sudamerica dove c'è ancora miseria e fame e la
via del convento è un modo per campare; 2) i cattolici veronesi mandano sempre
meno i figli dalle Orsoline perché nella loro scuola aumentano i figli degli
immigrati. La giunta comunale di Verona ha deciso, all'unanimità di dare una
medaglia d'oro alla congregazione, non perché chiude (non sono così laicisti) ma
per i 150 anni d'attività. Sarebbe bene che la giunta facesse pagare l'ICI alla
congregazione per la parte dell'immenso edificio non direttamente adibito al
culto.
Prosegue quindi, in modo indefesso, senza soluzione di
continuità nonostante i ribaltamenti politici, l'opera di clericalizzazione
della società veronese, attraverso i massicci finanziamenti alla chiesa
cattolica e alle sue attività, associazioni, parrocchie, oratori.
Per esempio nel settore dei punti di ritrovo per i giovani,
sembra che non sia concepibile nessun'altra possibilità, per favorire
l'aggregazione tra i ragazzi, se non la parrocchia. Fino a qualche tempo fa
esisteva a Verona un centro sociale, denominato "La Chimica", che non ha mai
ricevuto finanziamenti comunali, né locali in concessione gratuita per le
proprie attività. La nuova giunta ha provveduto ad eliminare questo centro che
occupava aule abbandonate.
Ora, è vero che lo sgombero della Chimica e il suo abbattimento non sono stati benedetti da nessun
vescovo, né da preti né da suore (almeno che si sappia).
Però è vero che il sindaco Tosi, facendo radere al suolo l’edificio che ospitava
il collettivo della Chimica, e beneficando il sito liberato con la sua visita,
ha compiuto un gesto di pregnante valore simbolico, quasi sacramentale.