RISULTATO DEL REFERENDUM ABROGATIVO REGIONALE SULLA LEGGE SUI BUONI SCUOLA
Il 6 ottobre i cittadini veneti sono stati chiamati a votare un importante referendum per abrogare la legge regionale sui buoni scuola.
Questa legge, oltre a rappresentare un vero e proprio attacco all’istruzione pubblica costituisce un escamotage politico per proteggere e incentivare l’istruzione privata e in particolar modo quella confessionale.
La legge infatti parla di interventi che aiutano le famiglie con figli che vanno a scuola, indipendentemente che questi scelgano un’istruzione pubblica o privata.
Il circolo UAAR di Verona, contrariamente al vescovo di Vicenza, Mons. Pietro Nonis, ha cercato di invitare le persone ad esercitare il più alto dei poteri democratici: facendo informazione parlando con più gente possibile sugli argomenti del referendum, affiggendo manifesti sugli appositi spazi (spesso deserti), per dare la possibilità a tutti i cittadini di conoscere e quindi di
decidere.
Purtroppo però, l'informazione da parte di chi avrebbe dovuto farla e dei grandi mass-media è mancata, la maggior parte delle persone non ha potuto sapere dell'esistenza di questo referendum e delle tematiche sollevate, privandole, di fatto, del loro diritto di voto.
Prova ne è, che molto spesso quando si parlava con qualcuno dell'argomento referendum, la prima risposta era: "Come? Quale referendum?". Addirittura un presidente di seggio ha detto di aver saputo del referendum soltanto al momento di ricevere la lettera di nomina.
La consultazione non ha quindi avuto effetto per mancanza del cuorum: la percentuale dei votanti è stata solo del 21% circa.
In provincia di Verona i votanti sono stati 45.513 con questi risultati: 42.562 sì (93,5%), 2.635 no (5,7 %), 152 schede bianche e 164 nulle.
A niente quindi è valsa la schiacciante maggioranza dei SI. Anche quest'ultimo dato, significativamente, non è stato molto pubblicizzato.
Andrea Cori