Sentenza della corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sui crocifissi nelle aule scolastiche
La Corte Europea dei diritti dell'uomo ha detto «no» ai crocifissi in classe,
pronunciandosi sul ricorso di una cittadina italiana, socia Uaar. L'Unione degli
atei e degli agnostici razionalisti ha infatti promosso, sostenuto e curato
tecnicamente tutto l'iter giuridico, che era già passato da Tar del Veneto,
Corte Costituzionale e Consiglio di Stato. Quest'ultimo aveva stabilito la
legittimità della presenza del crocifisso in classe, adottando per di più la
formula del «crocifisso quale simbolo della laicità dello Stato»: una linea a
nostro avviso lontana dalla realtà, e chiaramente sconfessata da Strasburgo. A
richiesta possiamo spedire il testo completo della sentenza.
Giovedì 12/10 si è tenuta una pubblica assemblea promossa dal circolo UAAR di
Verona. Dopo una breve introduzione del coordinatore Silvio Manzati, hanno
parlato Giorgio Villella, segretario UAAR dal 1999 al 2007, Jonathan Terino,
pastore della comunità valdese di Verona, e l'avv. Fabio Corvaja del gruppo
legali UAAR. Avevamo annunciato la partecipazione di Massimo Albertin, che non è
riuscito a liberarsi in tempo da altro impegno. La sala Brunelleschi era
presidiata da due carabinieri e da due poliziotti in divisa, più altri due in
borghese. Probabilmente, i responsabili dell'ordine pubblico erano preoccupati
per l'incolumità di Albertin, fatto segno nelle ultime settimane di insulti e
minacce da parte di delinquenti crocifissati, che hanno anche imbrattato la sua
abitazione con simboli da Klu Klux Klan. I soci UAAR erano abbastanza numerosi,
ma poche sono state le altre persone interessate, tra le quali un frate
cattolico. È stato notato un buon livello dell'interesse e del dibattito.
Sull'Arena (5/11) c'è stata una rassegna di giudizi di presidi sul crocifisso.
Francesco Butturini, preside del Maffei, che passa per un intellettuale, ha
detto: "Il crocifisso simboleggia e rappresenta tutti i perseguitati della
scuola". In ogni aula in cui si trova un crocifisso c'è qualcuno perseguitato.
Da chi? Eliminiamo le persecuzioni e togliamo i crocifissi. Salomonico Marcello
Schiavo del Fracastoro: "Se il crocifisso non ci fosse, ad oggi, non ci sarebbe
alcun motivo di imporlo. Ma dato che c'è ed è così da anni, altrettanto non vedo
il motivo di toglierlo". Qualcuno vada a portare la sentenza di Strasburgo a
Schiavo così vede il motivo di togliere il crocifisso. Profonda la
considerazione di Andrea Sivero del Giorgi: "Nessun ragazzo si è mai lamentato
del crocifisso in classe."
Nei primi giorni dopo la sentenza di Strasburgo i giornali cittadini sono
andati alla ricerca anche dei giudizi di politici, ma non del circolo UAAR.
Abbiamo avuto l'impressione che quasi tutti i politici veronesi siano ancora
influenzati dall'esperienza infantile da chierichetti quando venivano incitati a
cantare "siamo arditi della fede, siamo araldi della croce". In mezzo al
conformismo clericale, segnaliamo due eccezioni. L'on. Antonio Borghesi (Idv):
"In linea di principio la Corte non poteva che decidere come ha fatto. perché
l'attuazione del principio della libertà di culto (...) non può portare a
rendere obbligatorio quello che, ad ogni evidenza, è il simbolo di una
religione" (Corriere di Verona 5/11). Più entusiasta la posizione del
consigliere regionale Nicola Atalmi (Pdci): "La Corte europea ha finalmente
riportato l'Italia in Europa. È giusto che in luoghi pubblici come la scuola
non ci sia l'ostentazione di simboli religiosi come il crocifisso" (Corriere di
Verona 4/11).
Quattro consiglieri di maggioranza del comune di Verona (Gruberio, Fratta
Pasini, Cametti e Papadia) hanno depositato la proposta di un ordine del giorno
da discutere ed approvare in Consiglio comunale. Scrivono i quattro crociferi
che "La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che nega l'affissione
del crocifisso nelle aule scolastiche è stata prontamente impugnata dal nostro
Governo". Si dice che i quattro siano stati incerti se usare il verbo affiggere
o appendere, poi hanno optato per affiggere che ricorda di più affliggere,
maggiormente legato al dolore morale e fisico. I quattro puntano all'unanimità:
"Secondo quanto dichiarato da alcuni importanti esponenti politici, in
rappresentanza delle forze sia di governo che di opposizione, la presenza del
crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo ma è un simbolo
della nostra tradizione [ un po' come il lesso con la pearà, ndr], il crocifisso
è un simbolo che attiene alla storia [come ben sapevano Giordano Bruno e gli
eretici bruciati in suo nome], alla cultura e all'identità dell'Italia [come è
noto il Risorgimento è stato fatto con il crocifisso], il crocifisso è un'antica
tradizione che non è offensiva per nessuno [e noi credevamo che fosse un
oggetto]". I quattro vorrebbero che il sindaco Flavio Tosi sostenesse il ricorso
del Governo italiano. Evidentemente, le motivaziooni giuridiche non lo
sostengono abbastanza. Il circolo UAAR di Verona ha concordato con il
consigliere Graziano Perini la presentazione di un altro ordine del giorno che
dice: "La sentenza della Corte europea per i diritti dell'uomo, che riconosce il
diritto di una cittadina italiana e dei suoi figli perché l'aula da essi
frequentata sia priva di simboli religiosi, applica rettamente la convenzione
dei diritti dell'uomo ratificata dall'Italia da una apposita legge" e invita il
consiglio comunale ad approvare "la sentenza che ribadisce il principio di
laicità dello Stato più volte sancito dalla Corte costituzionale italiana." I
due ordini del giorno saranno discussi e votati nella seduta di giovedì 19
novembre. Avvertiamo chi volesse assistere che la discussione avverrà,
probabilmente, dopo le ore 19.
La commissione cultura del consiglio comunale di Verona ha discusso della
sentenza di Strasburgo, probabilmente senza averla letta. Della commissione
cultura fa parte, non si sa perché, anche il leghista Enzo Flego che ha
attaccato "il tribunale massonico di Strasburgo" e gli immigrati che "invece di
diventare come noi stanno islamizzando un'Europa sempre più Eurabia in cui le
moschee crescono come funghi" (Arena 11/11). Altro tipo di stupore ha destato il
consigliere Elio Insacco (AN) che si è detto "lontano da tutte le religioni
perché lesive della dignità umana.
Il Popolo della Libertà ha emesso un comunicato e l'Arena (16/11) ha
pubblicato il dato come se fosse reale. Sarebbero oltre 8.000 le firme raccolte
nel comune di Verona sotto un documento che inneggia ai "valori laici" del
crocifisso, che dovrebbe rimanere "nelle scuole e in tutti i luoghi
istituzionali ove è presente". Insomma, non rimane dove non è presente.
Lapalissiano. Anche l'assessore Polato, che ha curato la raccolta, non rimane
dove non è presente. Per l'elezione delle maschere di carnevale si è soliti
gonfiare il numero dei votanti. Qui, forse, si è esagerato con uno zero in più.
Bisogna essere proprio "credenti" per credere che domenica scorsa si sono
raccolte oltre 8.000 firme in otto tavoli sparsi per la città.
Abbiamo a lungo parlato dell'argomento anche nella riunione
in sede di lunedì scorso. Vi è una larga convinzione che il crocifisso nelle
aule scolastiche interessi ben poco. Vi è stato un gran can can mediatico ed una
strumentalizzazione politica da parte di soggetti che della religione, dei suoi
simboli e della pratica religiosa se ne fregano altamente. Ma alla chiesa
cattolica va bene così: è sufficiente la facciata, il riconoscimento formale, il
conformismo e l'ipocrisia. Importante è che, poi, arrivino i soldi pubblici. La
chiesa cattolica fa parte del blocco di potere che domina Verona ed il Veneto.
Sindaci ed uomini politici fanno a gara per raccogliere firme e proporre ordini
del giorno a difesa del crocifisso, che nessuno attacca, come si può leggere
quotidianamente sulla stampa cittadina.
L'assessore regionale (e veronese) Valdegamberi, nell'esercizio delle sue
funzioni, pensa sempre alle suore. Da un comunicato stampa regionale in data
4/11 veniamo a sapere che "la Giunta regionale ha assegnato 6,2 milioni di euro
nell'ambito del fondo nazionale per il potenziamento dei servizi alla prima
infanzia, a valere sulle risorse assegnate al Veneto per l'esercizio 2008".
Siamo andati a controllare la tabella allegata per vedere i beneficiari della
provincia di Verona. Ancora una volta abbiamo dovuto constatare che gli istituti
cattolici si abbeverano tranquillamente alla fonte pubblica. L'istituto Antonio
Provolo ha ricevuto 42.423,65 euro, alla scuola d'infanzia Maria Immacolata di
Minerbe sono stati assegnati 106.363,85 euro, all'istituto Suore Carmelitane di
S. Teresa di Firenze sono stati dati 139.696,97. Non è specificato se sia S.
Teresa di Firenze oppure le Suore Carmelitane.
Con la delibera 7/09 il consiglio comunale di Caldiero ha deciso di
elevare per quest'anno dall'8% al 10% l'aliquota degli oneri di urbanizzazione
secondaria a favore degli edifici di culto, senza alcuna motivazione, come
invece sarebbe richiesto dalla legge. Eguale decisione era stata presa nel 2008,
ma quest'anno la delibera non è stata presa all'unanimità. Ci sono stati due
voti di astensione (Alberti e De Robertis) dato il "momento di particolare
crisi". Così sono stati assegnati 4.000 euro alla parrocchia di Caldiero ed
altrettanti a quella di Caldierino per lavori come "adeguamento dell'impianto
elettrico, illuminotecnica e audio fonico, tinteggiatura", che dubitiamo
rientrare tra quelli previsti dalla legge regionale. Quando si tratta di dare
soldi pubblici alla chiesa cattolica non ci sono adeguate motivazioni che
tengano. Nella discussione in consiglio comunale è emerso anche che la proprietà
della chiesa e della canonica di Caldiero sarebbe del Comune. La chiesa
cattolica ne gode gratuitamente. Se ci fosse qualche edificio di proprietà della
chiesa cattolica goduto dal Comune, state certi che il Comune pagherebbe un
canone salato.
Tutti noi paghiamo la TIA (tariffa di igiene ambientale), istituita dal Comune e
che dovrebbe coprire i costi per i servizi della gestione dei rifiuti urbani.
Anzi, sulla tariffa abbiamo finora pagato l'Iva del 10%, dichiarata di recente
incostituzionale da una sentenza della Corte costituzionale. La tariffa è
determinata dal Comune e si articola in fasce di utenza domestica e non
domestica. A Verona il servizio dei rifiuti è gestito dall'Amia (azienda
municipalizzata di igiene ambientale). Dal sito dell'Amia siamo venuti a
conoscenza che sono esenti dalla Tia i "luoghi di culto: le superfici destinate
esclusivamente al culto pubblico e all'educazione e formazione delle persone
aventi carattere religioso (aule di catechesi e simili)". Si tratta di un
privilegio odioso, pensabile in una società precedente la rivoluzione francese.
L'educazione e la formazione religiosa comportano l'esenzione dei locali, le
case in cui vengono allevati ed educati globalmente i figli, invece, no. Chi è
che decide se un edificio è destinato all'educazione ed alla formazione
religiose? L'amministrazione comunale o la confessione religiosa?
Ecco il testo di una lettera che ci farà risparmiare sull'energia
elettrica.
Avv. Gian Paolo Sardos Albertini
Presidente dell'AGSM
Verona
Egregio Presidente,
abbiamo appreso dal sito internet della Diocesi di Verona che in base ad una
convenzione tra AGSM e Diocesi l'AGSM ha riconosciuto uno sconto del 5% sul
prezzo dell'energia elettrica a favore dei parroci della Diocesi di Verona. Dal
Corriere di Verona (15/11) rileviamo la dichiarazione dell'AGSM che "non ci sono
pregiudizi nei confronti degli utenti. a prescindere dalla religione". Capisco
che l'AGSM non effettua discriminazioni tra gli utenti in base alle convinzioni
religiose.
Il sottoscritto è coordinatore del circolo UAAR di Verona. L'UAAR è una
associazione di promozione sociale.
Con la presente Le chiedo l'estensione dello sconto del 5% sul prezzo
dell'energia elettrica riconosciuto ai parroci cattolici anche agli iscritti
dell'UAAR di Verona. Penso che la richiesta del singolo utente per l'ammissione
allo sconto dovrebbe essere accompagnata da una mia certificazione che il
richiedente è socio dell'UAAR.
Nella speranza che l'AGSM voglia rispondere positivamente a questa mia istanza,
Le porgo distinti saluti.
Verona, 17 novembre 2009
Silvio Manzati