Mercoledì 20 gennaio, alle ore 20,45, all'auditorium della Gran Guardia, Piazza Brà, si è svolto un'importante evento:

Fede e Scienza

Confronto tra:
il vescovo di Verona Giuseppe Zenti e l'astrofisica Margherita Hack.
Ha condotto e moderato:
Michele Brambilla scrittore ed editorialista de “La Stampa” di Torino

Un dialogo tra fede e scienza che ha visto la partecipazione anche di: Giovanni Gaviraghi, amministratore delegato della Siena Biotech, Umberto Fasol, preside della scuola "Alle Stimmate" di Verona, Adriana Cavarero, ordinaria di filosofia politica all'Università di Verona, e di Bruno Fasani, responsabile dell'ufficio stampa della diocesi.

In concomitanza con questo grande evento, il circolo era presente, con un tavolo, in centro città, a partire dalle ore 14,00, e sempre lo stesso giorno, Margherita Hack (classe 1922), su invito del circolo UAAR di Verona, ha tenuto una conferenza stampa presso la sala del Liston 12 (piazza Bra), alle ore 17,00, dato che nell'incontro della sera erano escluse domande del pubblico.
L'incontro tra Margherita Hack e Giuseppe Zenti è andato bene, per noi. Tralasciamo quanto hanno detto gli attori della serata, perché molti nostri lettori hanno potuto seguire direttamente in sala o davanti al teleschermo. Ci sono, comunque, registrazioni e ci saranno dvd a disposizione degli interessati. Da quanto abbiamo potuto vedere, il giorno seguente ci sono stati ampi resoconti sull'Arena, Il Giornale, Corriere di Verona, Il Verona, e due giorni dopo su La Stampa. Ci limitiamo a dire alcune cose che non vi sono apparse. Erano presenti soci UAAR non soltanto di Verona ma anche di Vicenza, Padova e Genova e quasi metà gruppo dirigente nazionale della nostra associazione. Quando è apparso in sala il Vescovo, nessuno vi ha fatto caso. Quando ha fatto i primi passi dal fondo della sala Margherita Hack, al braccio del nostro Graziano Perini, è cominciato un caloroso applauso che l'ha accompagnata per tutto il percorso. L'incontro è iniziato con una breve presentazione di monsignor Gianfranco Grandis, vicario episcopale per la cultura e organizzatore dell'incontro, che aveva cercato e tenuto i rapporti con il nostro circolo. Ci ha pubblicamente ringraziati. È la prima volta che la Curia riconosce ufficialmente l'esistenza e il valore del circolo UAAR di Verona..

Il Vescovo, che conoscevamo dai suoi interventi domenicali sull'Arena, è risultato ancora più patetico. Ha voluto tanto il confronto con Margherita Hack per poter dire che nella sua esperienza personale (e razionale) ha sperimentato che Dio è dentro di lui, che gli parla, che è in relazione con lui, per cui è già in paradiso. Non è riuscito ad interloquire con gli altri. Ad un certo punto abbiamo provato il sentimento della compassione ed è stato quando il moderatore, Michele Brambilla, uno dei suoi, lo ha interrotto: "Guardi che non sta rispondendo alla domanda". Subito in sala, un nostro socio ci ha detto: "abbiamo vinto tre a zero" ed un simpatizzante: "non c'è stata partita, non c'era la controparte". Non era uno spettacolo sportivo, eppure l'attesa era un po' su questo piano. La responsabilità era del Vescovo, che nella lontana domenica 9 novembre 2008 aveva scritto sull'Arena l'intervento titolato "Vorrei confrontarmi con Margherita Hack", con un tono che ricordava il lancio del guanto della sfida. Un lettore ci ha scritto il giorno seguente: "Pugilisticamente parlando l'incontro/match avrebbe dovuto essere sospeso per manifesta inferiorità del vescovo ma il suo proseguimento mi ha confermato che è bello vincere, soprattutto fuori casa." Un socio, incontrato casualmente, ci ha detto: "Ha confermato di poter fare il parroco in un paesetto di campagna". Diamo atto che il Vescovo ha voluto un incontro educato e civile e così è stato.

L'aspetto negativo della serata è stata la regolamentazione dell'afflusso dei cittadini. La responsabilità (forse) non è della Curia, ma del comune e più precisamente dell'assessorato alle politiche giovanili, rappresentato dall'assessore Benetti. Ci informa un nostro lettore che il servizio d'ordine era affidato alla ditta Fope. Crediamo che l'apertura della sala fosse prevista per le ore 20,00. Ci scrive un socio: "Quando sono arrivato, alle 19. 40 circa, ho notato il portone laterale (quello che vedi proseguendo dritto venendo dal bar Bra) aperto, e come molti sono entrato da lì, accorgendomi senza volerlo di aver guadagnato una posizione migliore per entrare rispetto a chi attendeva all'ingresso centrale". La medesima versione ci è stata data il giorno seguente da una simpatizzante. La sera stessa ci scriveva Riccardo: "Desidero farvi sapere quello che è successo stasera 20.1.10 fuori dalla sede dell’incontro; arrivato alle 19.20 c’era già pieno di studenti comunque mi sono messo in coda schiacciato come una sardina per un’ora, alle ore 20 meno qualcosa hanno aperto il portone e a conta gocce facevano entrare presumo qualche persona, non saranno state più di cento comunque dalla mia posizione pensavo di entrarci anche stando in piedi. Alle 20,20 hanno detto che il teatro era già pieno e ritornare a casa! Le persone che sono entrate non hanno riempito la sala e allora mi domando da dove sono entrate e che gruppi erano in maggioranza? È stata una cosa vergognosa e umiliante perché oltre che studenti c’erano anche persone anziane, almeno si poteva mettere un video-schermo all’esterno così non si andava in centro per nulla." Rispondendo a Riccardo, abbiamo inviato inavvertitamente la risposta a Yahoo, quasi fosse una newsletter (per iscriversi basta inserire il proprio indirizzo e-mail nell'apposita casella sulla pagina principale di questo sito, e poi cliccare su "join"), e così tutti i nostri lettori ne sono venuti a conoscenza e parecchi ci hanno scritto. Da più parti ci è stato segnalato uno smaccato favoritismo per stimatini e studenti delle Stimate. I posti a loro riservati sarebbero stati cento.

Scrive un lettore: "Scandaloso, come al solito i raccomandati vincono. Vincono, nell'aprire e chiudere porte e portoni, perché i preti vogliono parlare solo agli amici e non dibattere perché il dibattito li spaventa." E Carlo: "A chi lo dite... Anch'io ero tra la folla fuori ed è davvero stata un'umiliazione alla civiltà di un confronto utile e autentico, e devo onestamente dire che a lamentarsi erano davvero tutti, cattolici e atei uniti nello sdegno". Stefano: "Ero in coda anch'io, chi è entrato ha detto che c'erano parecchi posti liberi e che le persone erano già dentro. davvero indecente". Giampaolo: "Ieri sono stato davanti alla gran guardia ma non sono potuto entrare, poco male, sono corso a casa e mi sono sintonizzato per la prima volta su telepace". Nadia: "Siamo arrivate da Legnago in tre e prima delle 20 eravamo sulle scalinate del palazzo ma visto l'andazzo ce ne siamo andate dopo 40 minuti. Per fortuna ci ha ospitato un'amica che abita proprio nelle vicinanze e abbiamo potuto vedere la trasmissione... Certo che il Vescovo si è arrampicato sugli specchi con una confessione ma non aveva altre via d'uscita. Mi è spiaciuto che non abbiano offerto neanche un bicchier d'acqua, si è visto la difficoltà della Professoressa!". Silvio: "Il posto sicuramente era troppo piccolo per l'evento e l'impressione è che lo abbiano tenuto piccolo apposta per controllare meglio la situazione." Cristina all'indignazione aggiunge una notizia che auspichiamo sia confermata da altri: "Questa è una vergogna della quale debbono rendere conto. Continuiamo a protestare e a far sapere. Pensa, a conclusione di questa chiacchierata, che gli studenti delle Stimate erano convinti di avere contribuito in solido alla serata, pagando la sala. Pensa che ipocriti sti preti e ste scuole di preti." Un nostro lettore è sicuro che una signora "ha telefonato a un suo amico prete organizzatore dell'incontro, il quale l'ha fatta entrare dall'ingresso retrostante". Donatella: "Anch'io non sono riuscita ad entrare. Ma dobbiamo vedere anche il lato positivo della cosa: la nostra città risponde non solo ai mega eventi sportivi, ai concerti, alla chiamata ai saldi, ecc. C'è tanta, tantissima gente (a me pareva incredibile!) che ha voglia di cultura, filosofia, confronto su un pensiero non immediatamente concreto. Credo che la cosa che ha attratto molti fosse proprio il confronto fra idee diverse, l'organizzazione di un evento non unilaterale. L'Uaar potrebbe cogliere questo segnale per organizzare altri incontri di questo tipo: se non con nomi di così alto livello (non riusciremo ad avere spesso Margherita Hack...) con altre personalità. Se non verranno le masse, almeno si riuscirà ad entrare... E si farà conoscere l'associazione a più persone, dando dignità ad un pensiero laico che nell'Italia di oggi mi pare quanto mai difficile esprimere e sostenere."

Il 22/1/10 Michele Brambilla ha dedicato un lungo articolo su La Stampa all'evento di Verona dal titolo "Almeno su Dio non si litiga". Un giornalista dovrebbe riferire i fatti e non inventarseli. Eppure ha relazionato: "Chi scrive aveva l'incarico di moderare i due contendenti; e soprattutto di moderare il pubblico, equamente diviso tra i cattolici veronesi e i militanti della Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti, dei quali la Hack è presidente onorario) venuti in pullman da mezza Italia". In pullman? Da mezza Italia? Chi gli ha fornito questa disinformazione? Perché Brambilla compromette la serietà del giornale per il quale scrive? Non c'è stato nessun pullman. Gli iscritti all'UAAR provenienti da altre 3/4 città non arrivavano alla decina e sono giunti a Verona con le loro auto. Noi facciamo un'ipotesi: Brambilla è rimasto impressionato dall'accoglienza riservata alla Hack dal pubblico ed ha pensato che non era possibile che a Verona ci fossero tanti iscritti e simpatizzanti dell'UAAR (e molti di più erano rimasti fuori); così si è immaginato i cattolici "veronesi" e gli uaarrini "da mezza Italia". A Brambilla non è mancata l'opportunità di verificare la sua fantasia perché ha avuto l'occasione di parlare abbastanza a lungo con il nostro coordinatore sia prima che dopo l'incontro. Siamo andati a controllare su Wikipedia il profilo professionale di Brambilla: carriera al Corriere della sera dal 1985 al 2002, poi direttore del quotidiano La Provincia, vicedirettore di Libero, vicedirettore del Giornale, dal 2009 lavora a La Stampa. "Cattolico, ha scritto diversi testi dedicati alla fede". Non sappiamo se abbia parlato di pullman venuti da mezza Italia nei seguenti libri: Nel nome del Padre. La conquista cristiana: sopruso o missione?; Qualche ragione per credere; Gente che cerca. Interviste su Dio; Gesù spiegato a mio figlio.


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