Strascichi del concerto di natale

La società organizzatrice non ha mantenuto gli impegni presi. In compenso la Giunta ha deliberato di concederle un acconto di 60 mila euro e si è lasciata ingannare: l'anno scorso i dati Auditel sono stati la metà di quelli raccontati. Il lunedì precedente siamo stati al Box Office per sentire se c'erano ancora biglietti. Sì ce n'erano molti, ma non materialmente. Si potevano prenotare. Da Roma non sono ancora arrivati. Il Sindaco Tosi non è riuscito a rispondere all'interrogazione del consigliere Perini, presentata quaranta giorni prima. Gli impegni di apparire in televisione hanno la precedenza assoluta. Il rapporto democratico con il consiglio comunale può aspettare. L'ipocrisia e l'omertà cattolica si sono pienamente riconfermate in questa occasione. Poi, se la prenderanno con il Natale consumista e fanno finta di non vedere i mille euro per un posto di platea.

L'Arena di domenica 9/12/07: «Verona ospita con immenso entusiasmo questa quindicesima edizione del Concerto di Natale», ha fatto sapere il sindaco Flavio Tosi. «È evento diventato oramai, per il successo sempre riscontrato, uno degli appuntamenti di spettacolo più attesi ed apprezzati dell’anno da parte dei telespettatori italiani. Per Verona, poi, assume un significato di immenso valore poiché quest’anno il prestigioso evento arriva in terra scaligera grazie all’opera instancabile della Fondazione Don Bosco e dei missionari salesiani.» Tosi ha consulenti pagati lautamente. Per evitare brutte figure potrebbe farsi cercare i dati Auditel e troverebbe: 2003, Concerto di Natale dal Vaticano, spettatori 4.248.000, share 23,53 % , Canale 5; 2006, Concerto di Natale da Montecarlo, spettatori 2.014.000, share 11,26 %, RAI 2. L'immenso entusiasmo, forse, è degli spettatori portoghesi e dei cenatori a sbafo alla Gran Guardia. Instancabile Don Bosco nel raccogliere soldi e lasciti ereditari.

L'Arena di lunedì (10/12/07) aveva tutta una pagina di cronaca dedicata al Concerto di Natale. Chissà da dove, sono andati a recuperare anche Marta Marzotto. La mondanità dell'evento è salva. Sui giornali nazionali neppure una riga. Evidentemente, non meritava di uscire dalla sua provincialità. Una grande foto della platea rivelava molti posti vuoti. I vuoti li ha avuti anche lo spettacolo se, come scrive il quotidiano con l'oroscopo, “appaiono ancora più evidenti le pause, le ripetizioni, gli inconvenienti tecnici e i buchi tra un'esibizione e l'altra.” I tagli del montaggio televisivo rimedieranno in parte. L'ultimo numero di Verona Fedele aveva annunciato la venuta a Verona del rettore maggiore dei Salesiani per assistere al Concerto “durante il quale saranno raccolti fondi a sostegno dell'attività della Fondazione Don Bosco nel mondo.” E non era vero. Durante il concerto non si è raccolto niente. Forse, qualche invito caduto a terra. La mietitura avverrà durante la trasmissione televisiva.

Ricordiamo le date: il 26/10 il consigliere Perini ha presentato l'interrogazione sul Concerto di Natale, il 9/12 c'è stata la registrazione del Concerto, il 13/12 l'assessora alle manifestazioni ha firmato la risposta. Come efficienza e tempestività c'è male. Come sostanza, peggio. L'assessora ha soffiato un po' di aria fritta, senza rispondere. Non ci è dato di sapere se si tratta di limiti suoi o dei suoi uffici. Facciamo qualche esempio. La delibera incriminata affermava che cresce di anno in anno il coinvolgimento di network televisivi. Con l'interrogazione si chiedeva quanti e quali sono stati i network televisivi coinvolti nell'ultima edizione. Risposta: il concerto sarà trasmesso sul canale televisivo RaiDue. Nella delibera si affermava che cresce di anno in anno l'attenzione del mondo della cultura internazionale. Con l'interrogazione si chiedeva quali riviste culturali internazionali hanno dedicato articoli all'ultima edizione del Concerto di Natale. Risposta: il cast artistico è formato da grandi protagonisti della musica internazionale. L'interrogazione citava un regolamento comunale che vieta la cessione gratuita di immobili a società commerciali. Perché si è andati contro tale regolamento? Risposta: il mancato introito per la concessione gratuita della Gran Guardia è soltanto di 13 mila euro.

Prima hanno fatto tanto cancan che il Concerto di Natale sarebbe stato a sostegno della Fondazione don Bosco nel Mondo ed a favore dei ragazzi del Darfur, ora la Giunta comunale di Verona, la stampa cittadina, la Fondazione Cariverona, la Prime Time Promotions s.r.l. e financo la stessa Fondazione don Bosco non danno notizia di quanto è stato raccolto. I cittadini avrebbero diritto di sapere se il gioco valeva la candela. La candela è rappresentata dalle centinaia di migliaia di euro spesi dagli enti veronesi a favore della Prime Time. L'assessora Perbellini (rispondendo al consigliere Perini) aveva scritto: “nel corso della messa in onda della trasmissione televisiva saranno raccolte, attraverso un numero unico di Short Message Service come comunemente avviene per analoghe iniziative di beneficenza, risorse per la Fondazione Don Bosco nel Mondo che in Sudan...” e che “sulla base di apposito contratto stipulato con Telecom Italia e La3, i proventi degli SMS saranno direttamente versati alla Fondazione medesima”. Pensiamo che la Fondazione Don Bosco abbia avuto la cortesia cristiana di informare Comune, Fondazione Cariverona, Prime Time, sui risultati dell'iniziativa benefica. Se non l'avesse fatto, sarebbe grave. Della serie: passata la festa, gabbato lo santo. Con rispetto della teologia della riconoscenza.

Secondo la delibera n. 369/2007 della Giunta comunale di Verona il Concerto di Natale “cresce di anno in anno”. Era l'eco di quanto affermato dalla signora Stefania Scorpio, imprenditrice del Concerto: “ha ottenuto un crescente successo di pubblico raggiungendo i 4.200.000 spettatori.” Effettivamente nel 2003, su Canale 5, il concerto registrò 4.248.000 spettatori con uno share del 23,53%. Il 24/12/07 il Concerto registrato a Verona è sceso a 2.411.000 spettatori con uno share del 12,87%. Nella prima serata della vigilia si è classificato al quinto posto dopo Shrekkati per le feste (5.155.000; 25,44%), Festival internazionale circo Montecarlo (2.985.000; 15,37%), La marcia dei pinguini (3.225.000; 16,40%) e Magia del Natale (2.219.000; 14,93%).

Il presidente degli albergatori di Confcommercio Sergio Cucini:”senza mostre e spettacoli, niente turisti” a Verona, in questa stagione (Arena 23/12). Ma come? Ed il grande Concerto di Natale al Filarmonico? E la rassegna internazionale dei presepi in Arena? Per il turismo non hanno alcuna importanza. Per i veronesi, pure.

La settimana scorsa si è tenuta un'assemblea dei lavoratori della Fondazione Arena. I dipendenti dell'ex ente lirico sono preoccupati per il rilevante deficit accumulato dalla Fondazione e per i promessi bandi di concorso mai indetti. Con 201 voti su 215 è stato sfiduciato il sovrintendente Claudio Orazi, senza tener conto che è un credente. Dicono i sindacati: “Un serio piano di rilancio deve prevedere anche una severa e approfondita verifica di tutti i dirigenti e del loro operato”, ma sono pochi a Verona ad avere il coraggio del circolo UAAR che ha denunciato l'irresponsabilità di amministratori e sovrintendente i quali, già con i conti in rosso, hanno prodotto e regalato concerti a Verona per il convegno dei vescovi ed a Roma per Benedetto XVI.. Bisogna costringere Zanotto, Orazi e soci a restituire di tasca propria i regali fatti con i debiti della Fondazione Arena.

Il sovrintendente della Fondazione Arena, Claudio Orazi, ha scritto a tutto il personale che «stanti le difficoltà economiche a tutti note, non è possibile rispettare l’odierna scadenza di pagamento riferita alle competenze del mese di gennaio» (Arena 2/2), cioè non sarebbero stati pagati gli stipendi di gennaio. La Fondazione ha 14 (altri dicono 20) milioni di passivo. Noi del circolo UAAR andiamo denunciando da tempo che, malgrado questa voragine, consiglio d'amministrazione e sovrintendente si sono permessi di fare, irresponsabilmente, alcuni onerosi regali. In occasione del convegno ecclesiale di Verona la Fondazione Arena ha “offerto” ai vescovi ed ai fedeli convegnisti tre concerti: il primo in arena il 16/10/06 dalle ore 18,30 alle 19. Il secondo martedì 17/10, alle 21, al teatro Filarmonico per la prima di un Oratorio sacro, ed una replica dello stesso il giorno successivo. Mercoledì 23/5/07 la Fondazione Arena ha offerto in Sala Nervi a Roma un concerto a Benedetto XVI, con una trasferta di 240 dipendenti tra coristi ed orchestrali. Il “dono” è costato alla Fondazione Arena almeno 500.000 euro e la cancellazione del concerto già programmato per domenica 20/5/07, con conseguente rimborso agli abbonati. L'ultimo episodio che vogliamo ricordare è l'accompagnamento musicale dell'orchestra al Concerto di Natale del 9/12/07 regalato alla società commerciale Prime Time Promotions. È necessario che i componenti del Consiglio d'amministrazione ed il sovrintendente siano chiamati a rimborsare alla Fondazione Arena le somme equivalenti a tutti questi regali incautamente elargiti.

I favoritismi del comune di Verona verso la religione cattolica è fatta inevitabilmente a discapito di tutti i cittadini. Abbiamo appena visto quelli della Fondazione arena, ente comunale, ma sono praticati in tutti gli altri settori, specialmente nell'educazione.

Ci era stata segnalata una mostra alla Gran Guardia, non tanto per la sua qualità quanto per la concessione comunale. Una mattina, alle 11, siamo andata a vederla. Eravamo i primi visitatori della giornata. Effettivamente, la mostra era modesta e non meritava la sala polifunzionale della Gran Guardia. L'amministrazione comunale la pensa diversamente ed ha concesso la sala gratis alla onlus “good Samaritan” di Caronno Varesino. Strano, a noi fanno pagare anche le salette delle circoscrizioni. Siamo andati a curiosare in internet ed abbiamo trovato che questa onlus è stata fondata nel 1999 “su sollecitazione di Suor Dorina Tadiello” una suora comboniana. Spiegata la gratuità della concessione. Abbiamo saputo che un assessore ha partecipato all'inaugurazione della mostra prendendo la parola davanti ai ragazzi di una scuola paritaria, precettati alla visita, ed ha loro citato due esempi umani da seguire: Comboni e Mazza, cioè due preti.

Per le festività il comune non bada a spese. Ha fornito a sindaco, assessori e consiglieri comunali un certo numero di buste affrancate con la dicitura “Poste Italiane – Tariffa Pagata. Aut: N. DR/ACBNE/105/2006 del 24-02-2006” perché facciano gli auguri ad amici, parenti, conoscenti, elettori. Tante le buste ed altrettanti gli eleganti cartoncini pieghevoli augurali, con un paio di riproduzioni di quadri della natività e la scritta “Buon Natale e felice anno nuovo”. Con i propri soldi, probabilmente, non lo farebbero. La settimana scorsa, in sede di commissione bilancio, vengono consegnati anche 200 santini per ogni consigliere comunale.

Il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi regala per Natale (probabilmente con i soldi del Comune, cioè di noi tutti) un presepio alle 160 scuole (dell'infanzia, primarie e secondarie inferiori) presenti nel territorio comunale. Sono state discriminate le scuole secondarie superiori e le varie sedi universitarie, che pur avrebbero potuto gioire dei favolosi bue ed asinello, invitati al presunto compleanno di Gesù. Tosi ha individuato nel presepe la più impellente necessità delle scuole veronesi ed alle impellenti necessità, come è noto, non si può resistere più di tanto.

La giunta comunale di Verona, con la delibera n. 473 del 23 novembre 07, ha deciso l'erogazione alle scuole paritarie aderenti all'Associazione Genitori Scuole Cattoliche, ubicate nel territorio comunale di contributi a titolo di saldo, pari ad euro 250.000,00. Già nel passato ci siamo occupati di una convenzione tra il Comune di Verona e l'Associazione Genitori Scuole Cattoliche, quale rappresentante dei genitori degli alunni frequentanti le scuole associate, approvata con delibera n. 724 del 19.12.2000 e che la giunta Tosi si è trovata in eredità dalle precedenti giunte Zanotto e Sironi. Sottolineiamo come i soldi non vengano dati ai genitori bensì direttamente alle scuole. Si tratta di scuole che svolgono attività commerciale e che sono già agevolate non pagando l'Ici. I genitori atei di figli che frequentano le scuole pubbliche sono ancora una volta discriminati nei confronti dei genitori cattolici con figli presso scuole cattoliche. Quando papa e vescovi annunceranno di rinunciare a questi privilegi cominceranno ad essere credibili urbi et orbi.

Don Renzo Zocca, già parroco del popoloso quartiere Saval ed esiliato dal precedente vescovo nella frazione di Ferrazze per motivi mai resi noti, mantiene amicizie e protezioni importanti, tra le quali si deve annoverare anche il nuovo vescovo. In una riunione alla Gran Guardia, don Zocca è stato premiato per un progetto di una struttura assistenziale. Ha già avuto i seguenti finanziamenti: 500.000 euro dalla Fondazione Cariverona, 250.000 dalla Regione, 100.000 dalla Banca popolare. Alla presentazione-premiazione è intervenuto anche il vescovo Zenti, che si è scandalizzato perché sui lavori dell'opera dovrà essere pagata l'Iva, come capita a tutti: “Pagare l'Iva va bene ma nel caso delle opere di solidarietà sociale si dovrebbe trovare il modo di ripagare queste associazioni e ridare loro ciò che hanno dato” (Arena 4/12/07). Per i preti, dopo l'esenzione dell'Ici anche quella dell'Iva. Pagano già tutto le famiglie, che sono al centro dell'attenzione di lor reverendi.

Con delibera n. 415 del 24 ottobre 07 la Giunta comunale di Verona ha deciso di dare un contributo annuo alla scuola dell'infanzia parrocchiale "Maria Immacolata" di Ferrazze (San Martino B. A.). Ripetiamo che il parroco della piccola frazione Ferrazze è sempre quel don Renzo Zocca. Il contributo è di 950,00 euro per alunno residente nel Comune di Verona e frequentante. “La scuola beneficiaria del contributo, dovrà produrre regolare rendicontazione”, dice la delibera.

Un'altra scuola cattolica, "Don Giuseppe Fracasso" di Lugagnano di Sona, ha battuto cassa al comune di Verona perché ospita bambini residenti in questo comune. La giunta ha risposto positivamente stanziando un contributo annuo pari a 950,00 euro per ogni bambino ospitato. Le scuole per l'infanzia pubbliche sono insufficienti ed i genitori, anche conviventi o uniti con matrimonio civile, sono costretti a servirsi di quelle clericali dove i bambini vengono indotti ad imparare a memoria “preghierine” che non riescono a capire.

 

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