Iniziative al nostro tavolo di luglio in piazza Bra
Un gruppo di soci del circolo UAAR di Verona, di
simpatizzanti e di altri di sentire laico, ha effettuato questa primavera un
viaggio in Iran. Il viaggio è stato di carattere culturale con visite a siti
archeologici elamitici, achemenidi (Ciro, Cambise, Dario, Serse), sasanidi, a
monumenti delle varie epoche islamiche, sfiorando o attraversando vasti deserti,
sostando in grandi città collocate in oasi. Le donne del gruppo (la maggioranza)
hanno dovuto portare sulla testa un velo o foulard per tutta la durata del
viaggio. Vi è stata una generale astinenza forzata da bevande alcoliche.
Malgrado la dittatura religiosa, si è avuta l'impressione di una avanzante
secolarizzazione. Il muezzin invitava alla preghiera, ma tutti continuavano
nelle loro attività. Le tombe dei poeti erano molto più frequentate delle
moschee. Il gruppo ha in programma un viaggio in autunno a New York. Chi fosse
interessato, può prendere contatto con noi.
La dittatura religiosa in Iran vuole perpetuarsi, con i
brogli elettorali e con la violenza. Nella nostra ciliegiata di domenica scorsa
molti hanno osservato che a Verona niente si muove. Non c'è nessuna
manifestazione di solidarietà con i democratici iraniani. La nostra piccola
associazione ha voluto colmare questo vuoto ed è stata presente in piazza Bra il
fine settimana scorso (3/5 luglio) con un banchetto "Per la democrazia in Iran,
contro la dittatura religiosa", dalle 19 alle 23. Abbiamo pensato di raccogliere
firme sotto una lettera da inviare all'ambasciata dell'Iran in Italia.
Il tavolo UAAR in piazza Bra c'è stata una sola serata,
invece delle tre annunciate. La prima sera abbiamo optato per la partecipazione
al corteo dei sordomuti (vedi l'ultimo paragrafo). La seconda sera siamo stati impediti da un temporale.
Domenica il tavolo è stato allestito, grazie ad Angelo, Paola ed un gruppetto di
amici universitari. Abbiamo registrato parecchie adesioni alla nostra lettera
all'ambasciatore iraniano. Chiunque può stamparsela, anche dopo averla
modificata secondo la propria sensibilità, raccogliere firme e spedirla
direttamente, con l'invito a darcene notizia. La lettera è stata pubblicata
nelle Ultimissime del sito nazionale UAAR, trovando buona accoglienza. C'è stato
un solo dissenso. A Verona c'è stato un socio che ci ha comunicato di non essere
d'accordo con l'iniziativa, sia pure prima di conoscere il testo della lettera.
Ribadiamo la nostra posizione: la nostra solidarietà non va a questa o a quella
fazione del regime ierocratico, bensì al popolo iraniano nello sforzo di
liberarsi dalla dittatura religiosa e di avviarsi verso un regime democratico
rispettoso dei diritti civili.
Questo è il testo della lettera.
All'Ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran
Via Nomentana 361/363
00162 ROMA
Signor Ambasciatore,
il popolo iraniano, di grande cultura e civiltà, merita di vivere in uno Stato
democratico. Una democrazia non ha bisogno di una Guida Suprema, infallibile ed
a vita, che ricorda esperienze sciagurate vissute in passato dall'Europa (Duce,
Fuehrer, Caudillo, Conducator, ecc.).
Libere elezioni presuppongano libere candidature, non sottoposte al benestare
preventivo degli organi istituzionali già in carica.
In una democrazia è necessario combattere i brogli elettorali, che fanno
apparire una volontà del popolo diversa da quella effettivamente manifestata.
Alimento della democrazia sono la libertà di pensiero, la libertà di informare e
di essere informati,la libertà di manifestazione, la libertà di associazione.
Il pensiero unico, di qualunque natura esso sia, porta ad un regime illiberale.
Fondamentale è anche la libertà di religione, che comprende la libertà di non
avere religione. Quando uno stato assume una religione come propria, discrimina
tutti i cittadini diversamente religiosi.
In una democrazia deve esserci il riconoscimento dei diritti delle minoranze. La
loro repressione è la negazione della democrazia.
Il comportamento sessuale tra persone adulte è un fatto che deve riguardare
esclusivamente i soggetti coinvolti. Ad esempio, è molto grave sancire
l'omosessualità come un reato, con conseguenti sanzioni penali, fino
all'impiccagione.
Negli ultimi tempi, tra il popolo iraniano, e specialmente tra i giovani, è
emersa la volontà di procedere verso un maggiore grado di democrazia.
Esprimiamo solidarietà al popolo iraniano.
Una lunga fila di sordomuti ha percorso alcune vie centrali di Verona nel tardo
pomeriggio di venerdì 3/7. I manifestanti indossavano un cappello colorato con
la scritta: "Nell'istituto Antonio Provolo di Verona e Chievo noi siamo stati
vittime dei preti pedofili". Non poteva mancare la solidarietà del circolo UAAR:
un gruppo di soci ha partecipato con le bandiere della nostra associazione. Si è
dovuto, però, rinunciare al programmato tavolo. Lungo il percorso ci sono stati
applausi. Mentre il vescovo Zenti ritiene il caso chiuso e che vi sia stata
sufficiente chiarezza, i sordomuti hanno distribuito un volantino con il quale
chiedono di far emergere tutta la verità: "Con questa manifestazione i sordi
vogliono sensibilizzare l'opinione pubblica sui fatti di pedofilia verificatesi
all'istituto per sordomuti Antonio Provolo di Verona e Chievo e recentemente
portati alla luce dai media. Chiediamo che venga istituita una commissione
parlamentare per il caso Provolo e altri casi similari." Anche questa richiesta
ha tutto il nostro sostegno.