Comunità
Lettera circolare ai membri e
simpatizzanti della Chiesa evangelica valdese di Catania
n. 3 (autunno 2000) |
Pastore
Italo Pons Via Grotte Bianche 7
95129 Catania |
Tempio valdese
via Naumachia 20
95129 Catania |
Presidente del CdC
Sig. ra Eva Albert
Via Altarelli 4,
Mascalucia (CT) |
"Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò
moltissimo, e mandò ad uccidere tutti i maschi che erano a Betlemme e in tutto il suo
territorio dalletà di due anni in giù, secondo il tempo del quale era esattamente
informato dai magi" (Matteo, 2,16).
Nel corso della storia la
strage non è mai cessata: il pianto e un grande lamento continuano ad essere sentiti,
visti, magari anche voluti. Gli Erode di oggi e di ieri sembrano non solo essere tanti ma
anche meno identificabili, non più solo chiusi in un palazzo e preoccupati del loro
potere; gli Erode sono dentro di noi. Società la nostra che vezzeggia i bambini, che li
adora, che ha cura di loro, che li segue fin dal primo momento nel quale sono concepiti:
poi improvvisamente, questa società sembra rendersi conto di un'altra dimensione: i
bambini fatti oggetto di un amore malato, che raggiunge la brutalità, la violenza, la
morte. Così subiamo tutti lo choc per quelle immagini trasmesse al telegiornale. Abbiamo
capito che la violenza oggi è mercato, si vende e si compra (Quando i bambini sono
solo merce, Umberto Galimberti, La Repubblica 28 settembre 2000 p.17)
La strage dei bambini, così come
la racconta il vangelo di Matteo- rimodellata sulla protostoria dIsraele (Assassinio
dei primogeniti in Egitto Esodo 1,22; Mosè tratto in salvo Esodo 2,1-10; la fuga
dallEgitto la notte di Pasqua Esodo 12,31; la fuga di Mosè dal pericolo della morte
per luccisione dellegiziano Esodo 2,11) - rende immediatamente lidea che
la nascita di Gesù non sia avvenuta in un quadro idilliaco, fiabesco, o nel paese delle
meraviglie.
Nellepisodio biblico la
valenza delleliminazione dei bambini è di carattere politico: "qualcuno"
minaccia la funzione di Erode, al quale non rimane, non sapendo dove e come trovare questo
"qualcuno", che eliminare tutti quelli che appartengono allo stesso mondo: i
bambini. Erode difende il suo potere, lo conserva, sinforma, e quando viene gabbato,
si vendica. Egli odia e quindi manifesta questa violenza colpendo coloro che domani gli
potrebbero potenzialmente sottrarre quello che ha. Questo è il primo Erode, cieco
spietato, giudicato dal tribunale della storia come colpevole: Erode non ha amato ma
odiato, e si è vendicato.
Cè un secondo Erode,
diverso, più complesso e meno catalogabile, più subdolo; lErode che invece di
odiare ama, che non fa delle stragi, ma cerca con cura coloro che vuole amare, che
desidera per lui, la creatura, "magari bellissima", così bella che
devessere sottratta, nascosta, violata, e poi uccisa perché potrebbe parlare.
Potrebbe raccontare, identificando chi gli ha fatto del male, colui che gli voleva dare
dellamore, colui che lha amata al punto da toglierli la parola.
Si potrebbe pensare a Hurbick, il
bambino di Auschwitz, di cui Primo Levi ci ha lasciato un ritratto ne La tregua.
Questo bambino che non conosce la parola, questo essere che vaga nel campo, che combatte
per entrare nel mondo degli uomini, è paradossalmente il simbolo di coloro che da questo
mondo sono stati cacciati fuori. Levi scriveva:" Hurbineck era un nulla, un figlio
della morte, un figlio di Auschwitz. Dimostrava tre anni circa, e nessuno sapeva niente di
lui, non sapeva parlare e non aveva nome: quel curioso nome, Hu gli era stato assegnato da
noi, forse da una delle donne, che aveva interpretato con quelle sillabe una delle voci
inarticolate che il piccolo ogni tanto emetteva. Era paralizzato dalle reni in giù, ed
aveva le gambe atrofiche, sottili come stecchi; ma i suoi occhi, persi nel viso
triangolare e smunto, saettavano terribilmente vivi, pieni di richiesta, di asserzione, di
volontà di scatenarsi, di rompere la tomba del mutismo. La parola che gli mancava, che
nessuno si era curato dinsegnargli, il bisogno della parola, premeva nel suo sguardo
con urgenza esplosiva: era uno sguardo selvaggio e umano a un tempo, anzi maturo e
giudice, che nessuno tra noi sapeva sostenere, tanto carico di forza e di pena (
)
aveva combattuto come un uomo, fino allultimo respiro , per conquistare
lentrata nel mondo degli uomini, da cui una potenza bestiale lo aveva bandito" (Tratto
da Massimo Giuliani, Auschwitz nel pensiero ebraico, Morcelliana Brescia 1998)
Perché questo accostamento con
il campo di concentramento? Il campo di concentramento, quanto di più contrario
allamore! Eppure in questo accostamento sembra sia contenuta la cifra di tutte le
vittime del silenzio della parola. Un silenzio che permane nel tempo, nei luoghi dove i
bambini sono cercati per essere eliminati, anche se si volevano amare.
Il silenzio della parola! Gli
offesi non parlano: tacciano. Offesa fatta di silenzio: offesa non ricambiata. Quella
lunga catena costituita da coloro che non sono diventati grandi e che da questo mondo sono
usciti sconfitti per sempre.
Certo non si tratta di una
novità anche se, oggi, questa realtà assume maggiore rilevanza per i mezzi di
comunicazione, per le possibilità del mercato ecc. Quali ragioni?
Forse, proiezione del desiderio
di ritornare bambini? Desiderio questo destinato a svanire da parte delladulto?
Forse, traumi vissuti, subiti, e quindi riversati a sua volta su un altro/a, a sopprimere
quello che è stato violento con te? Insomma tante e complesse domande aperte.
LEvangelo di Matteo indica
due temi diversi: a) la violenza precede Gesù, presente in alcuni personaggi della
sua genealogia; b) la secolare strage dei bambini (il tema veterotestamentario
della rivolta contro linviato di Dio).
La violenza precede e accompagna
Gesù come per dire che Gesù è inserito in una linea di violenza non solo del suo
popolo, ma anche in quella dei suoi antenati secondo la genealogia ( "figlio di
Davide" Cfr. 2 Sam. 11).
La violenza è caratteristica
dellincarnazione storica di Gesù. La chiesa antica ha riaffermato questa dimensione
storica nella sua confessione di fede, affermando cioè che tutta lopera terrena di
Gesù è stata riassunta nella frase "patì sotto Ponzio Pilato". Sofferenza
sotto le potenze storiche e spirituali "(
) per procurarci la grazia di Dio,
la giustizia e la vita eterna ( Catechismo di Heidelberg 1563, domanda 37).
La sofferenza e la violenza sono
costitutive dellopera redentrice di Cristo. Non una sofferenza fine a se stessa, uno
stadio della vita, di un processo di liberazione ma un passaggio redentivo. Il profeta
Isaia afferma: "(
) uomo di dolore familiare con la sofferenza (
)
tuttavia erano le nostre malattie che egli portava erano i nostri dolori che si era fatto
carico (
) egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, mediante le sue
lividure noi siamo stati guariti (Is. 53, s).
La violenza è parte di questa
realtà, sia essa degli adulti che dei bambini, la violenza della natura, dei potenti sui
deboli, della tecnica sulla persona, della psiche umana e delle sue manifestazioni, ma
anche nella ricerca dellaltro/a dellamore non ricevuto dellamore
respinto.
Tre conclusioni:
- La violenza fa parte della storia: essa è
congenita allumanità. La Bibbia la chiama con il suo nome, la smaschera, la
restituisce alla parola. Quando non cè parola rimane solo il disordine, il caos.
"Io, lEterno, parlo con giustizia" (Isaia 45,19)
- Dalla parola, dallordine, prende vita una
prospettiva che supera la contingenza di questa realtà, pur nella sua crudeltà, nelle
sue manifestazioni. Nella consapevolezza che non sempre un nome rappresenta anche un
significato. La violenza rientra nellordine dellassurdo. Non nominarla
significa, molte volte, non smascherarla.
- La violenza, anche nella sua drammatica crudeltà,
infine non potrà avere lultima parola ("Io faccio ogni cosa nuova"
Apocalisse 21, 5). Interrogarsi su di essa diventa, pur nella sua paradossalità,
lostinata volontà a combatterla: anche quando ciò sembrerebbe impossibile. Questa
ostinata caparbietà per noi cristiani ha un nome: Gesù Cristo, la croce.
Care sorelle e cari fratelli,
nella fede cristiana, partire dalla contingenza non significa mai
fermarsi nei suoi confini. La fede è prospettiva di nuovi cieli e nuova terra (Apocalisse
21,1). Confessarlo significa che noi affermiamo il nostro no contro le potenze del
male e della morte, anche se questo no è ancora ambiguo e oscuro ("Poiché
ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro" Corinzi. 13, 12). Il Signore ci
dia di poter pronunciare nella sua vera valenza quel no che si apre al si
della vita e della grazia ( "(
) ma allora vedremmo faccia a faccia".
1 Corinzi 13, 12)
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Unimmagine del Tempio Valdese di Catania (disegno: Loredana
Acanfora)
Unaltra estate si è conclusa. I culti non sono stati
sospesi, malgrado il caldo, le vacanze, il mare. Ringraziamo lo studente in teologia
Rosario Confessore per aver sostituito il pastore, impegnato ad Adelfia nel mese di
luglio. Un saluto anche a Francesco Sciotto, ormai residente a Parigi per completare i
suoi studi teologici.
TESTIMONI DELLA FEDE
A giugno ci ha lasciato il fratello Bruno Ciccarelli della Chiesa
battista di Catania, insegnante e predicatore locale. Nel corso della sua permanenza a
Pachino aveva collaborato entusiasta con il pastore Giambarresi nella formazione delle
nuove generazioni. Nelle stesse ore in cui i pastori Gajewski e Pons presiedevano il suo
funerale nella Chiesa di Floridia, a Brescia decedeva il pastore Enrico Corsani. Una
circostanza particolare: infatti, Enrico Corsani era nato e cresciuto proprio a Floridia,
in quella Chiesa dove il padre era pastore battista. Per molti anni pastore della nostra
Chiesa, vice Moderatore, Corsani era un uomo di vasta cultura. Troverete allegato alla
circolare il ricordo che il pastore Giorgio Bouchard ha scritto di lui in occasione della
sua morte.
Un affettuoso benvenuto ad Alice Leone di Anna Marcantonio e
Andrea Leone, nata a Catania il 4 agosto 2000.
MATRIMONI
L 11 settembre sono stati uniti in matrimonio Antonio Fiorenza
e Mariliana Baglio provenienti da Riesi. Nel corso del culto, Don Angelo Grasso,
parroco della Chiesa di San Giovanni Bosco di Riesi, di cui Mariliana fa parte, ha
espresso un commento con numerosi riferimenti al protocollo di attuazione dei matrimoni
interconfessionali approvato dalla CEI e dalle chiese metodiste e valdesi. Ringraziamo
anche la corale, diretta da Giusi Valvo, per aver accompagnato il Culto con il canto e
lorgano.
Sabato 23 settembre, nella Chiesa valdese, hanno confermato davanti al
Signore la loro unione Laura Licata e Maurizio Arena. A queste nuove famiglie
l'augurio di una vita comune benedetta dal Signore.
VITA DELLA CHIESA
Con il Sinodo 2000 ha concluso il suo mandato il Moderatore Gianni
Rostan: il primo laico, nella storia della nostra Chiesa, ad aver guidato la Tavola. Lo
vogliamo ringraziare, in particolare, per la grande attenzione dimostrata verso
limpegno nella ristrutturazione degli immobili di Catania ma anche per le sue doti
pastorali nei confronti di situazioni e realtà delicate e complesse.
Lo sostituisce il pastore Giovanni Pietro Genre proveniente dalla
Chiesa di Villar Pellice. Da alcuni anni membro della Tavola valdese è stato pastore a
Torino, Cosenza, Dipignano, Ivrea. Egli ha visitato recentemente le chiese della Sicilia e
speriamo presto di averlo a Catania per concludere quanto ancora la Tavola ha in sospeso.
Lavvocato Piero Trotta di Palermo è stato eletto a far parte della Tavola.
RIPRESA delle attività
- Scuola domenicale:
il Consiglio ha chiesto a Loredana Acanfora di seguire
questattività che verrà svolta nel corso del Culto domenicale.
Catechismo: si spera di poter svolgere questanno un programma a livello
circuitale.
Studio biblico: ogni Mercoledì alle ore 17.30. In via Cantarella: LEvangelo
di Giovanni.
Formazione adulti: Una serie di appuntamenti rivolti a coloro
che o non ricordano più o hanno necessità di approfondire. Un occasione per discutere un
libro e confrontarsi su un tema:
Primo incontro: giovedì 26 ottobre ore 20.00, via
Cantarella. Presentazione del libro Sergio Rocchi, Resurrezione o reincarnazione,
Claudiana.
Corale: inizio mercoledì 25 ottobre ore 20,30. Prove del nuovo
Innario.
Venerdì 27 ottobre, via Cantarella, ore 17.00 riunione per
organizzare e impostare lattività del Centro B. La Rosa.
Domenica 19 novembre assemblea informativa sui temi della
Conferenza e del Sinodo.
Domeniche speciali
29 ottobre: Domenica della Riforma
12 novembre: Domenica della diaconia
10 dicembre: Domenica dei predicatori locali.
FINANZE
Contribuzioni: siamo ancora lontani dalla quota che
lassemblea ha deciso di accogliere per il versamento alla Cassa Centrale. Non
dimenticate di versare la vostra offerta.
STABILI
Allinizio del mese prossimo, ottenuti i vari permessi dagli
organi competenti, inizieranno nuovamente i lavori in via Naumachia. Si tratterà del
consolidamento dellappartamento pastorale, della facciata centrale e della
sistemazione di altre parti delledificio. Si tratta quindi di un passo avanti
nelloperazione di risistemazione del nostro patrimonio immobiliare.
DAL CIRCUITO E DAL DISTRETTO
Corso per la formazione dei predicatori locali
Il Consiglio di Circuito, in collaborazione con il XVI Circuito e il
Comitato dellABCS, hanno predisposto un piano per la formazione di coloro che già
svolgono questa attività o sono intenzionati ad iniziare questo percorso. Si tratta di
quattro incontri e due sessioni conclusive con la presenza dei professori della Facoltà
di teologia. Coloro che sono interessati possono contattare il pastore.
Sabato 21 e Domenica 22 ottobre Assemblea di Circuito a Palermo.
Inizio alle ore 17.00, Tempio Valdese di Via Spezio.
2-3 dicembre, Pachino, 1° Incontro dei catecumeni del Circuito
8-9-10 dicembre Riesi: incontro per la formazione dei responsabili
dei Comitati e Consigli di Chiesa. Incontro promosso dalla CED del IV Distretto.
RIFLESSIONI SULLA
LAICITÁ
di Antonio di Grado
Lopinione laica e i suoi intellettuali battono un colpo.
Finalmente. Si accorgono, finalmente, che i governi italiani e gli schieramenti politici
non sono mai stati così subalterni come oggi al potere temporale del pontefice romano. E
ne parlano, e se ne lamentano, sui giornali di questi giorni.
Ci volevano le sparate estive di Ratzinger e Ruini, lonnipresenza
invadente di tonache e porpore sugli schermi televisivi e nelle pagine dei giornali, e la
beatificazione di Pio IX, perché da Scalfari a Montanelli ci si accorgesse che questo
papa e chi lo circonda non sono mica tanto "progressisti", e che i Bassolino che
baciano la reliquia di san Gennaro e i Rutelli che indossano i calzoni corti da papa-boy
dimostrano una preoccupante mancanza di coscienza laica e civile.
Mai un democristiano come De Gasperi avrebbe ammainato tanto in basso
la bandiera dellindipendenza e della laicità dello Stato. Ma mai come oggi, dopo il
tramonto delle ideologie, la politica sera a tal punto sganciata dalle idealità e
fatta cinico esercizio del potere e trasformistica ricerca di alleanze, a sinistra come a
destra. Per non dire che il partito cattolico non esiste più, ma proprio per questo
destra e sinistra tentano di calamitarne le schegge, a costo di travestirsi esse stesse
più realiste del re da dame di san Vincenzo. Insomma: la DC è morta? viva
la DC. E tutti in ginocchio, i sindaci davanti al loro vescovo, i governanti al trono del
papa-re.
E noi protestanti? Un po abbiamo taciuto, un po non ci
hanno fatto parlare. Peccato. Perché così, ancora una volta, abbiamo mancato
lincontro coi nostri fratelli laici, con chi vive in uninappagata ricerca:
fratelli, sì, più dei notabili che vanno a messa, ai quali nemmeno la più ecumenica
disponibilità potrebbe accostarci. E ancora una volta, abbiamo peccato domissione:
chi vive nella ricerca e nel dubbio continuerà a ignorare la nostra che è la più laica
delle fedi, quella che solo Dio essendo giusto e vero spietatamente
relativizza e demistifica tutte le ideologie, le chiese, le dottrine umane, le fedi.
- Solo Tuo, o Dio di tutte le creature, puoi liberare i nostri cuori e i nostri percorsi
sociali e religiosi dalla seduzione degli idoli, dai culti idolatrici che rappresentano la
permanente tentazione dell'umanità.
Ma quanto è difficile per ognuno ed ognuna di noi adorare solo Te, Dio della vita!
Riceviamo spesso da altre comunità delle circolari ricche di notizie e
informazioni. Riprendiamo questa volta due articoli curati dal pastore Marco Gisola della
Chiesa metodista di Carrara.
DAL FORUM DELLA CULTURA
Il 23-24 settembre presso il centro metodista di Ecumene si è tenuto
il secondo Forum della cultura promosso dal Centro Culturale Valdese di Torre
Pellice. Il tema dellincontro era I futuri possibili del protestantesimo.
Lincontro ha ricevuto un contributo decisivo dalla partecipazione del prof. Jean
Paul Willaime, docente di sociologia del protestantesimo presso luniversità di
Parigi. Il suo compito era quello di presentare la situazione religiosa - in particolare
del protestantesimo - in Europa. Senza la pretesa di fare un sunto esauriente degli
interventi del prof. Willaime, propongo alcuni spunti delle sue riflessioni che mi paiono
interessanti e stimolanti.
Willaime è partito dalla constatazione che la situazione religiosa
europea è in generale mutamento. Ancora il 75% degli europei si dice oggi religioso, ma
se si considerano le fasce più giovani della popolazione, in alcuni paesi la percentuale
scende al di sotto del 50%. Si profila dunque per il futuro una società a maggioranza non
religiosa. Si va verso la fine della religione come eredità, trasmessa di
generazione in generazione (e quindi di massa), a favore di una religione come scelta
(e quindi di pochi): ciascuno sceglie se e a quale gruppo religioso vuole appartenere.
Questo fenomeno non è solo religioso: tutte le certezze, anche quelle politiche e ideali
(per esempio il mito del progresso), sono state messe in discussione. È anzi messa in
discussione la certezza in sé: tutto è incerto e relativo. Gli individui hanno
però bisogno di certezze e di unidentità: così come in campo politico si assiste
alla costruzione dellEuropa e contemporaneamente al rinascere di forte identità
nazionali, nellambito religioso cresce e si sviluppa il dialogo a tutti i livelli,
ma al tempo stesso si ricerca con forza una identità confessionale.
Gli individui sono, dal punto di vista religioso, "senza fissa
dimora"; vengono privilegiate le brevi esperienze religiose (si partecipa, per
esempio, a un incontro della durata di un fine settimana organizzato da un gruppo
religioso per fare esperienza di un determinato tipo di religiosità o di spiritualità, e
il fine settimana successivo si va a fare unaltra esperienza da un altro gruppo
religioso), senza più appartenere a un gruppo o a una comunità ben precisa.
Proprio lappartenenza, non soltanto religiosa ma anche politica, è in crisi:
allappartenere si preferisce il partecipare (o, detto con altre parole, il fruire
di una determinata offerta religiosa).
Willaime definisce la società in cui viviamo ultramoderna,
respingendo il termine postmoderno, che fa pensare che la modernità sia stata
superata, mentre invece non lo è. Come è noto, il protestantesimo è stato tra le
matrici della società moderna, essendo un cristianesimo più secolarizzato rispetto al
cattolicesimo (a questo proposito si può ricordare la cosiddetta ascesi intramondana
tipica del calvinismo: il cristiano calvinista risponde alla vocazione che Dio gli rivolge
non allontanandosi dal mondo, ma nel mondo e per il mondo). In particolar
modo, il protestantesimo dei paesi latini dEuropa (Italia, Francia, Spagna,
Portogallo) si è battuto a lungo per la separazione tra chiesa e stato. Mentre dunque
nella modernità il protestantesimo si trovava a suo agio, nellultramodernità non
lo è più; viceversa, il cattolicesimo che è stato a lungo un fiero avversario della
modernità, si trova meglio nella società attuale ultramoderna, avendo una identità più
forte da offrire. Willaime ha sostenuto che il cattolicesimo unisce un fondamentalismo
dellistituzione a una certo liberalismo pastorale. Listituzione,
insieme alla preponderanza del rito, fanno sì che esso sia in grado di offrire una
identità forte. Al contrario, il protestantesimo si afferma soprattutto attraverso il
discorso, e di conseguenza il suo impatto in una società che non ha più dimestichezza
con la parola e lascolto, è più debole.
Volendo riassumere per punti la situazione attuale del protestantesimo
nella società ultramoderna, si può dire quanto segue:
Punto di forza e al tempo stesso di debolezza del protestantesimo è il
suo puntare sullindividuo: punto di forza in quanto si va sempre più verso
una religione di scelta (infatti sono in aumento le chiese protestanti che praticano il
battesimo degli adulti); di debolezza, perché non offre una forte identità
istituzionale, che è invece ricercata.
Ladattamento positivo alla modernità, che non è stato
adattamento passivo (anzi: il protestantesimo ha in larga parte influito positivamente
sulla modernità), ma accompagnamento critico, può tornare a essere tale anche
nellultramodernità: il protestantesimo può attuare un accompagnamento critico anche
dellultramodernità.
Il protestantesimo ha sempre puntato molto su un progetto educativo:
si è sempre cercato di formare lindividuo protestante, quindi di
responsabilizzarlo. Questo rimane attuale e urgente anche nella società ultramoderna.
Il protestantesimo dei paesi latini è abituato a vivere in situazioni
di minoranza (Willaime lo chiama "plusvalore sociale" dellessere
minoritari). È più preparato dunque a affrontare una situazione in cui ogni gruppo
religioso (anche quelli ufficialmente di massa o di stato, come il cattolicesimo in Italia
o il luteranesimo in Svezia) è destinato a essere minoritario accanto a molti altri
gruppi religiosi anchessi minoritari.
Rimane comunque la crisi di un protestantesimo che era a suo agio in
una società in via di secolarizzazione, mentre non lo è più in una società
completamente secolarizzata.
Tra il variegato dibattito che ha seguito, nei due giorni di convegno,
questa e altre relazioni, vorrei sottolineare un punto di riflessione. Diversi interventi
hanno sottolineato che in Italia la modernità non ha ancora raggiunto tutti i suoi
obiettivi e che la secolarizzazione è lontana dallessere completata: la laicità,
il senso del pubblico e dello stato sono, nel nostro paese, tuttaltro che patrimonio
comune. Elementi di ultramodernità si intrecciano, nella società italiana, con
elementi di premodernità, visibili per esempio in alcuni aspetti della
religiosità popolare. Se le cose stanno così, il protestantesimo ha ancora un compito e
un ruolo ben preciso nella società: quello di favorire, per usare ancora le parole di
Willaime, la "regolamentazione dello spazio pubblico" con unattenzione
particolare alla laicità dello stato e alla giustizia sociale.
Marco Gisola |
******************* NOVITÀ CLAUDIANA
******************
Queste e altre opere Claudiana si possono ordinare presso il nostro
deposito)
CALENDARIO VALLI NOSTRE 2001
Il calendario delle Chiese valdesi
e metodiste
13 vedute a colori;
11 opere evangeliche presentate;
in 5 lingue;
con lindirizzario delle chiese della Fcei;
formato 33x34,5 cm. - £ 12.000 |
UN GIORNO UNA PAROLA 2001
letture bibliche quotidiane
Un invito pressante a riprendere
luso di una lettura regolare e continuata della Bibbia in comunione spirituale con
milioni di credenti in tutto il mondo
4 illustrazioni fuori testo
formato 12x16 cm. - £ 12.000 |
SITO INTERNET DELLA CHIESA DI CATANIA:
http://www.ciaoweb.net/valdesi_ct
e-mail: valdesi_ct@ciaoweb.it
Impaginazione e grafica: Clara Panascia |