Scheda di approfondimento della pagina: "Alcuni angoli particolari"


L'orrido
L'antico ponte in pietra
L'orrido e il ponte della Gula
A breve distanza da Varallo, entrando nella Val Mastallone e superato il bivio per Cervarolo, il fondovalle si restringe sino a formare una stretta forra fra due pareti di roccia viva che incorniciano un orrido profondo e di suggestiva bellezza. Così lo descriveva don Luigi Ravelli nella sua già citata Guida:

"Quelle pareti impervie slanciate al cielo e strapiombanti sovra il profondo baratro, la strada quasi aerea che s'apre temerariamente il passo attraverso i ferrigni fianchi del monte, i due ponti che arditamente scavalcano quella stretta paurosa, e le stesse acque del Mastallone che chiuse in quell'imo recesso non rumoreggiano ma, colorate d'un verde cupo, se ne stanno tristemente silenziose,... tutto agghiaccia l'animo e stringe il cuore sgomentato".

Il moderno ponte che scavalca la gola ad una trentina di metri dal livello delle acque sottostanti, e che facilita l'accesso ai centri abitati della Val Mastallone, lascia sulla sua destra un ardito ponte in pietra di incerta data (presumibilmente medioevale) che per lungo tempo ha costituito l'unica via di transito per gli abitanti della valle.

Un altro noto autore, Federico Tonetti, così parla nella sua Guida illustrata, pubblicata nel 1895, dell'orrido della Gula:

"...prima che vi fosse intagliata nella roccia la nuova strada, era il luogo ancora più imponente, poiché per passarvi bisognava salire al vecchio ponte fabbricato proprio all'estremità del burrone, e quindi transitare per uno stretto sentiero, ora mezzo diroccato, che fiancheggia il precipizio ed è intagliato e sospeso nella roccia così in alto, che non si giunge a vedere nella profondità del burrone il letto del fiume..."

Si tratta di una tipologia di antichi ponti in pietra, ad una sola arcata ed a schiena fortemente ricurva, che in altre località italiane avrebbe fatto attribuire al manufatto la denominazione di "ponte del diavolo", ma che neppure qui ha mancato di coinvolgere il Maligno in una curiosa leggenda.

Si racconta, infatti, che un bel giorno di tanto tempo fa, il diavolo fu condannato da un vecchio santone eremita che abitava nella zona, a costruire rapidamente qualcosa che potesse agevolare il superamento dell'orrido, pena la sua definitiva ricacciata all'inferno.

Il diavolo allora non si perse d'animo e messosi di buona lena, in una sola notte costruì quell'ardito ponte, che gli permise così di rimanere ancora nascosto fra gli uomini a fare loro danno!