Breve storia delle «Olimpiadi della Fisica» a Roma

 

A cura del prof. Vincenzo Calabrò,

 docente di Fisica  presso il Liceo-Ginnasio “B.Russell” di Roma

e-mail: v.calabro@iol.it  URL: http://users.libero.it/v.calabro


PREMESSA

E’ sempre difficile riuscire a raccontare in modo interessante e gradevole la storia di un successo. Se poi il successo si riferisce a un evento accaduto nel mondo della scuola, in particolare a quello legato all’insegnamento-apprendimento di una disciplina scientifica, allora le difficoltà aumentano considerevolmente. Le ragioni sono molte e variegate. Si va dalla concezione che la cultura può essere solo di tipo umanistico e che quindi la scienza non può produrre successi nel mondo scolastico, all’idea che la fisica sia un sapere di nicchia, spesso considerato noioso e arido, e per questo incapace di fare notizia. Altro aspetto discriminante è che la fisica viene individuata frequentemente come idee che esprimono fatti finalizzati alla pura applicazione tecnico-professionale. Per non parlare poi del fatto che la fisica non è degna di considerazione perchè è un sapere che manca di un portato valoriale adeguato come quello posseduto dall'asse culturale umanistico del genere letterario, artistico o musicale.  Insomma, esistono vari e «giustificati» motivi che le olimpiadi della fisica non interessano nessuno. Così è stato in passato.

Orbene, in questi ultimi anni le cose sono cambiate e fortunatamente in meglio. Si è fatta strada nei giovani e nelle loro famiglie la consapevolezza che il “saper risolvere” problemi di fisica è un fatto di straordinaria importanza nella formazione e nell’educazione al sapere scientifico. Si è passati, pertanto, da una calma e piatta indifferenza verso il metodo del problem solving adoperato nelle gare delle olimpiadi della fisica (da questo momento in poi brevemente olifis) a un forte e frenetico fervore per il medesimo. Il maggiore interesse mostrato dai giovani studenti e dalle loro famiglie verso le tematiche del problem solving applicate nello studio della fisica ha creato una situazione nuova, diversa dalla precedente e per molti versi desiderata e auspicata negli anni passati: quella cioè di vedere in questa manifestazione la concreta possibilità di permettere allo studente interessato alla cultura scientifica di misurarsi, con imparzialità, oggettività e rigore a livello di eccellenza nello studio.

A nessuno può sfuggire la novità che dire "rivoluzionaria" è poco. Si tratta del fatto importantissimo e unico nel suo genere, della ricerca da parte dei giovani dell’impegno al massimo livello, per competere con i più forti e cercare di prevalere. Questo fatto, diciamo la verità, cozza contro la prassi mostrata quotidianamente nell’apprendimento delle discipline scolastiche nella scuola italiana. E’ ormai noto a tutti che la scuola secondaria superiore italiana, soprattutto dopo le contrastate riforme Berlinguer prima e Moratti dopo, ha sempre privilegiato l’appiattimento verso il basso e la dequalificazione degli studi, a condizione che garantissero alle famiglie la facile promozione dei loro figli e il tanto desiderato diploma. Non è questa la sede per discutere della qualità della scuola superiore di inizio millennio. Qui interessa soltanto mettere in evidenza che le olifis sono riuscite a far comprendere che oggi è ancora possibile realizzare il successo formativo nella scuola a condizione che si sviluppino processi e progetti che abbiano una peculiarità: il rigore e l'eccellenza. Non solo. Le olifis per la loro specificità di "gara olimpica" hanno la prerogativa di incoraggiare lo sviluppo della personalità dei giovani, sollecitano gli studenti all'autoresponsabilizzazione, sicuramente premiano l'eccellenza, nel senso che chi ha voglia di lavorare trova una motivazione in più ad apprendere e permettono di considerare normale il processo di confronto dei meriti con gli altri in una gara. Chi non vince in realtà ha già vinto lo stesso perchè acquisisce lo spirito del competere per migliorare, come nello sport e nelle olimpiadi sportive. Il successo che si è venuto a sviluppare negli ultimi anni delle olifis a Roma, e in tutte le regioni d'Italia, è la più chiara conferma di questa tendenza, confermata peraltro dall’elevato numero di giovani che partecipano annualmente alla manifestazione.

Come coordinatore regionale del "Progetto olifis" a Roma, nel momento in cui ho maturato la decisione di passare ad altri la gestione romana delle olifis, ho avvertito la necessità di lasciare una concreta testimonianza del lavoro svolto in tutti questi anni. Ricordo che il sottoscritto è stato unico responsabile regionale delle olifis romane fin dalla prima partecipazione delle scuole di Roma e della regione Lazio, ovvero dal 1989. Undici anni dopo non è stato più possibile gestire concretamente l'organizzazione delle stesse a causa dell'aumento considerevole del numero dei partecipanti. Così dall'anno 2000 fino all'edizione del 2006, l'ultima per il sottoscritto,  la gestione della gara relativa alle scuole delle varie province laziali è stata assegnata ad altri responsabili (Polo di Roma2) mentre il sottoscritto si è impegnato esclusivamente sul coordinamento e l'organizzazione delle attività relative a tutte le scuole di Roma (Polo di Roma1) di qualunque ordine scolastico.

Sono dell’avviso che negli anni iniziali del progetto si poteva fare di più. Da questo punto di vista le insufficienze nella conduzione iniziale del progetto olifis a Roma sono state maggiori dei successi conseguiti. Ma come si verifica spesso nella prassi concreta, un progetto che inizialmente ha subito insuccessi può, se la qualità del coordinamento è valida, portare alla fine a risultati positivi. Cento studenti in media ogni anno ammessi alla prova regionale, dopo la selezione locale avvenuta a livello di istituto, non sono un caso o una coincidenza. Vuol dire che alla lunga il progetto è finalmente decollato. Sono contento di lasciare l’organizzazione della manifestazione ad altri con il sorriso sulle labbra per la prospettiva di conseguire ulteriori progressi e maggiori successi dei giovani studenti romani nello studio delle scienze fisiche. Ne sono felice. Il successo conseguito da molti studenti capitolini ammessi alla fase nazionale è dipeso in larga misura dai loro insegnanti che si sono impegnati adeguatamente nell'organizzare didattiche efficaci e di buona riuscita. Ma il lodevole comportamento di questi giovani è principalmente da ascrivere al loro impegno, alla loro testardaggine nel cercare soluzioni ai problemi, alla loro tenacia, all'impegno col quale hanno sempre gareggiato e, last but not least, al grande entusiasmo mostrato ripetutamente soprattutto negli ultimi anni a perseguire l'obiettivo del "saper risolvere problemi". Questo spirito l'ho compreso adeguatamente nelle manifestazioni di premiazione che nelle scuole o in alcune Università romane abbiamo organizzato nel tempo per testimoniare l'impegno di questi giovani a tutti i livelli, compreso quello della partecipazione a corsi di preparazione mirati al problem solving.

L’obiettivo di queste pagine web che qui di seguito presento è pertanto quello di informare su «che cosa» è successo in questi diciotto anni di coordinamento regionale sotto la mia responsabilità nella città di Roma. Tratterò di seguito, quindi, una modesta ricostruzione della “storia delle olimpiadi della fisica” a Roma. Mi sembra giusto che si sappia che accanto ai successi della manifestazione avvenuti in questi ultimi anni, ci sono stati in precedenza anche dei fiaschi e degli esiti negativi con pochi studenti partecipanti e con magri risultati. Avrò modo di ritornare su questo aspetto. Non dimentichiamo che gli studenti romani hanno avuto la possibilità di partecipare alle gare delle olifis fin dagli inizi della manifestazione, che in Italia risale al 1987. Dunque, sul piano statistico, vi è un gran numero di prove effettuate che potrebbero dare giudizi e valutazioni sulla loro preparazione e sulla qualità del sistema scolastico romano.

Il sottoscritto, come organizzatore della manifestazione, ha avuto l'incarico dalla Segreteria Nazionale del Progetto Olifis di organizzarle per ben diciotto anni, dal 1989 al 2006. La ricostruzione storica vuole essere anche un piccolo omaggio a chi si impegnò allora con cura, assunzione di responsabilità e fatica a svolgere questa delicata quanto importante attività di formazione nel campo della fisica. Un successo è sempre il risultato del concorso di più persone. Obiettivo non secondario della ricostruzione è, pertanto, quello di fornire informazioni certe e autentiche da parte dei soggetti che hanno collaborato all’iniziativa. Iniziativa che vide la luce nell'autunno del 1988 a un Congresso dell'AIF e che faticosamente negli anni successivi si sviluppò e si concretizzò a conclusione di un lungo periodo di ricerca della realizzazione di protocolli e di condizioni ottimali di svolgimento della manifestazione. In questa opera di ricostruzione storica cercherò di essere il più possibile obiettivo. Spero di riuscirci.

INTRODUZIONE

Alla fine degli anni '60 i paesi dell’Europa dell’Est avevano inventato una novità nel mondo della cultura scientifica. Essi  furono i primi al mondo ad avvertire l’esigenza di sviluppare - ad alto livello culturale e tecnico - conoscenze scientifiche di fisica a scuola. Quei popoli, pragmatici come erano, avvertirono la necessità di avviare un progetto che potesse sviluppare, nei loro studenti migliori, conoscenze, competenze e capacità nel campo della formazione scientifica, anche in relazione al particolare profilo storico e politico che animò a quel tempo i paesi del blocco comunista. Non dimentichiamo che i paesi dell'Est al tempo erano paesi legati, com’è noto, da un patto politico di amicizia che traeva la sua ragion d'essere nel cosiddetto "internazionalismo socialista". La prima olimpiade internazionale della fisica fu organizzata a Varsavia per incoraggiare le eccellenze nell'educazione alle scienze fisiche e la promozione dell'amicizia tra i giovani dei diversi paesi comunisti. Si trattava dell’avvio di una potente metodologia di apprendimento intesa come metodo di risoluzione dei problemi di fisica, in grado cioè di sviluppare nei giovani di quei paesi rilevanti e robuste capacità e competenze nel calcolo scientifico in fisica. Visto che si trattava di un progetto ambizioso che all'epoca un singolo paese non poteva permettersi da solo, sia in termini di costi, sia di strutture di supporto, i paesi comunisti del tempo ricorsero all’uso del termine olimpiade, cioè di “gara fra i migliori studenti di fisica” dei paesi di “oltrecortina” che potessero produrre bravi studenti universitari in grado di portare in quel tempo un forte e potente contributo alla scienza fisica dei loro paesi che era richiesto dai loro vertici politici.

Le prime gare delle olimpiadi della fisica si sono tenute nel 1967 a Varsavia, con la partecipazione di quattro soli paesi: così, nacquero le IPhO (International Physics Olympiads). Le nazioni interessate furono Ungheria, Polonia, Bulgaria e Romania. Nel 1970 i paesi erano diventati otto: Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, Cecoslovacchia, Germania dell’Est (DDR), Yugoslavia e USSR. Nel 1999 a Padova furono 64 e nel 2006 diventarono 85. Questa la progressione, questo il successo a tutti i livelli delle olifis internazionali. Se la tendenza rimane quella che emerge dalle analisi statistiche si può essere certi che fra qualche decennio le International Physics Olympiads avranno più paesi partecipanti delle nazioni Unite al palazzo di vetro di New York.

Il coordinamento delle IPhO è stato affidato ad un Comitato Internazionale di cui fanno parte due rappresentanti per ciascuno dei paesi aderenti: il Comitato è attualmente presieduto dal prof. Waldemar Gorszkowski dell'Accademia Polacca delle Scienze. Lo statuto delle IPHO prevede che, a turno, ciascuno dei paesi aderenti si faccia carico di organizzare le gare, producendo i materiali scientifici per la fase teorica e quella sperimentale della competizione e ospitando i concorrenti. L’iniziativa è stata unanimemente approvata dall'AIF e dal Ministero della Pubblica Istruzione e l'Italia ha ospitato la manifestazione internazionale nel 1999. La XXX edizione delle Olimpiadi Internazionali della Fisica si è tenuta a Padova dal 18 al 27 luglio del 1999. L'AIF ha accettato l'incarico di curare l'organizzazione scientifica e logistica della manifestazione e a conclusione delle gare le è stato riconosciuto il merito di aver organizzato una bella manifestazione. Chi scrive è stato Marker di quella Olimpiadi internazionale. [1] [2] [3] [4]

Oggi le Olimpiadi della fisica sono un punto di riferimento per il sistema formativo nazionale, in cui centinaia di scuole superiori italiane partecipano e si confrontano tra di loro in una colossale e fruttuosa operazione di formazione e di educazione scientifica a carattere internazionale. Inoltre, grazie all'esperienza acquisita in oltre vent’anni di attività, le olifis hanno assunto un ruolo di primaria importanza nell'ambito del sistema educativo scientifico italiano, e le  competenze che il progetto è in grado di sviluppare nei giovani sono sempre più apprezzate nel mondo dell’Università, dell'industria e della ricerca scientifica. Forse mai, nella storia dell’insegnamento scientifico, un armonico programma di sviluppo di competenze come quello prodotto dall'uso del problem solving nella "soluzione di problemi di fisica" ha dato tanti contributi e tanti frutti al sapere scientifico nazionale  nella prospettiva dello sviluppo della cultura della fisica in tutto il paese. Siamone fieri tutti.

IL PROGETTO NAZIONALE

Le Olimpiadi della Fisica sono organizzate dall'Associazione per l'Insegnamento della Fisica (A.I.F.) su incarico del Ministero della Pubblica Istruzione. Si svolgono ogni anno a tre diversi livelli. In primo luogo nel mese di Dicembre, con le gare locali di istituto che selezionano i cinque migliori studenti di ogni scuola. In secondo luogo nel mese di Febbraio, con la gara regionale che viene organizzata a livello di poli regionali per permettere di distribuire meglio i candidati con l'intento di selezionare i migliori cento studenti su una graduatoria nazionale. In terzo luogo nel mese di Aprile, nella gara nazionale in cui vengono selezionati i migliori dieci studenti. Infine nel mese di Maggio, i dieci allievi scelti partecipano a uno stage di una settimana presso una Università italiana (in genere Trieste) per permettere di individuare i cinque migliori studenti che rappresenteranno l'Italia nella successiva gara internazionale. E così ogni anno. Alle olifis possono partecipare gli studenti di tutte le scuole secondarie superiori che hanno seguito almeno un corso di fisica annuale. Le gare si basano sulla risoluzione di test, problemi ed esperimenti di fisica a diversi livelli a seconda se la gara è locale, regionale o nazionale.

IL PROGETTO LOCALE

E veniamo alla gara di 2° livello, ovvero alla attività di organizzazione vera e propria delle gare regionali che si sono susseguite nel tempo in tutti questi anni.  Ricordo che la città di Roma fu una delle prime città ad aderire al Progetto Olimpiadi della Fisica. In verità le olifis erano nate appena due anni prima, nell'anno 1987, con la partecipazione di scuole presenti solo nel nord Italia, ed erano tutte da inventare sul piano della razionalizzazione degli interventi organizzativi. Prima di affrontare l'evoluzione del progetto olifis a Roma è necessaria, per chiarezza, una premessa. A progettare e organizzare concretamente le gare su tutto il territorio nazionale è l'A.I.F., ovvero una associazione professionale di insegnanti di fisica distribuiti uniformemente su tutto il territorio nazionale con prevalenza nelle regioni del nord. L'A.I.F. ha un Presidente e una Segreteria che nominano un Referente Nazionale, il quale ha il compito e la responsabilità di coordinare e gestire l'intero progetto. La Referente Nazionale del "Progetto Olimpiadi della fisica" è sempre stata la prof.ssa Giuliana Cavaggioni e la sede del coordinamento nazionale dell'olifis è stata sempre a Venezia.

La nascita della cosiddetta "sezione romana delle olifis" avvenne nel 1988, quando durante il XXVII Congresso Nazionale A.I.F. che si tenne a Caserta dal 26 al 29 Ottobre 1988,  la Referente Nazionale mi chiese se ero disponibile a organizzare per la prima volta la manifestazione delle Olimpiadi della fisica nella città di Roma relativamente non solo alla Regione Lazio ma anche alla Regione Sardegna. Onorato della proposta accettai e nel mese di Dicembre 1988 organizzai per la prima volta la gara locale che precede quella regionale nel mio istituto, che a quel tempo si chiamava Liceo Classico Sperimentale XXIV, successivamente cambiato in Liceo Sperimentale "B. Russell", Via Tuscolana, 208. Nel Febbraio del 1989 organizzai, nell'aula magna dello stesso liceo, la gara regionale per la prima volta. Fu quello l'inizio del progetto delle Olimpiadi della Fisica a Roma. A questo link si trova il primo numero speciale pubblicato dal Gruppo Olimpiadi nel quale si richiama l'atto di nascita della manifestazione nella capitale.

Passo adesso ad analizzare, in senso cronologico, la partecipazione delle scuole romane alla gara regionale anno per anno e cercherò di evidenziare quali sono stati gli eventi più significativi di questa partecipazione nel corso degli anni indicando i nominativi dei partecipanti e dei vincitori.

 

Anni di partecipazione delle scuole romane alle olifis dal 1989 al 2006

Anno 2006

Anno 2005

Anno 2004

Anno 2003

Anno 2002

 Anno 2001

Anno 2000

 Anno 1999

Anno 1998

Anno 1997

Anno 1996

Anno 1995

Anno 1994

Anno 1993

 Anno 1992

Anno 1991

Anno 1990

Anno 1989

 

N.B. I link inattivi nelle celle della tabella sono in fase di allestimento. Quanto prima saranno resi attivi e le relative pagine leggibili.

 

CONCLUSIONI

 

A conclusione del lavoro organizzativo e tecnico effettuato negli anni precedenti, mi permetto di proporre un brevissimo mini bilancio delle attività svolte. Penso che gli esiti dei miei lunghi diciotto anni di lavoro organizzativo e docimologico (iniziati, come si ricorderà, nel lontano Dicembre 1988) potranno portare frutti adeguati nei prossimi anni. Intanto perchè tutte le prove hanno garantito trasparenza e onestà di valutazione e, in secondo luogo, per la continuità della manifestazione garantita sistematicamente ogni anno, senza ritardi o dispersioni. Non mi sembra secondaria l'osservazione inerente all'informazione sistematica e completa offerta alle scuole e ai vari referenti scolastici; informazione che ho perseguito a dare con tenacia per tutti questi anni. Lascio l'attività organizzativa contento e soddisfatto di avere svolto un buon lavoro. Porterò con me per sempre il ricordo di diciotto anni di piacevole e interessante attività professionale e, soprattutto, l'onore ricevuto di lavorare per l'A.I.F. e per il "progetto olifis" nella consapevolezza di avere dato un modesto contributo allo sviluppo della cultura scientifica dei giovani studenti romani che ho potuto seguire in tutti questi anni. Di ciò ne sono personalmente grato alla prof.ssa Giuliana Cavaggioni, Referente Nazionale del "progetto olifis", per la fiducia che ha riposto in me in tutti questi anni. In bocca al lupo a chi continuerà il lavoro da me iniziato.


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