Obiettivo su…

Associazione Nazionale Alpini

L’ultima volta che hanno pacificamente “invaso” Bergamo è stato nel lontano 1986. E ogni anno la loro adunata nazionale è un evento, in qualunque città si svolga. Perché gli alpini, con le loro penne nere, ci ricordano ancora oggi valori come solidarietà, gratuità, fratellanza, impegno, onestà, lealtà… L’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.) è presente su tutto il territorio nazionale. Per conoscerla meglio abbiamo intervistato il segretario del Gruppo Alpini di Seriate, Mario Venturi.

Cominciamo ricordando i valori alpini?

“Il nostro Statuto all'art. 1 recita: "Tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta". Continua agli articoli seguenti richiamando la promozione di attività nel campo sociale e culturale, la valorizzazione del territorio, la collaborazione con Enti pubblici e privati ed il sostegno, spesso non solo manuale, delle tante attività di carattere sociale.

"Ricordiamo i morti aiutando i vivi": di questa espressione, coniata dal nostro più caro Alpino bergamasco, l'allora presidente nazionale Nardo Caprioli, abbiamo fatto uno stile ed una ragione di vita. Mi piace sottolineare che gli Alpini hanno sì svolto un servizio temporaneo come dovere costituzionale verso la Patria, ma poi continuano a prestare un "servizio civile" per tutta la vita”.  

Dove c’è bisogno di aiuto gli alpini non si tirano indietro!

“È stato dimostrato che nelle grandi tragedie che hanno colpito l'Italia e l'Europa, gli Alpini hanno saputo portare aiuti e soccorsi in modo organizzato, capace e professionale. I finanziamenti statali USA per il dopo terremoto in Friuli sono stati affidati e gestiti direttamente dall'A.N.A. Anche gli stranieri ci reputano una grande realtà, capace, onesta e trasparente. Gli Alpini bergamaschi hanno inventato, creato, mantenuto gli ospedali da campo, attrezzatissimi, che abbiamo anche, dopo i tanti interventi, donato dove abbisognava. In Armenia per il dopo terremoto, in Albania nel dopoguerra e una parte nello Sri Lanka dopo il maremoto. Non dimentichiamo poi i tantissimi interventi locali dei Gruppi e della Protezione Civile. Ad esempio a Seriate siamo intervenuti più volte nella pulizia del Serio, nel fare servizio di sicurezza alle tante manifestazioni sportive che coinvolgono i giovani, e in tanti lavori concreti di aiuto come imbianchini, muratori, ecc.”.

Il cappello alpino con la famosa penna nera che significato ha?

“È il nostro emblema e rappresenta l'amore, gli affetti, i ricordi, la Patria, le fatiche e le gioie provate indossandolo. Lo portiamo con orgoglio, perché sotto la nostra Penna ci sono stati tanti Caduti che lo hanno onorato. Perché chi lo porta non si può mai "tirare indietro" per una legge d'onore non scritta”.

A.N.A. a Seriate, in bergamasca e in Italia. Vogliamo dare un po’ di numeri?

“Gli Alpini seriatesi sono tanti! Gli iscritti al Gruppo sono centocinquanta, con un'età media ormai alta. Abbiamo bisogno di giovani! Devo dare atto che abbiamo alcune giovani presenze nella Protezione Civile.

In bergamasca abbiamo 258 Gruppi ed il più numeroso è Zogno con 342 soci, poi Calolziocorte, Gandino, Clusone… Siamo la Sezione più grande in Italia, con 20.845 associati su un totale di 317.611 in Italia e 3.200 all'estero”.  

Bergamo e le penne nere: un legame profondo e unico…

“Bergamo è sempre stata la prima Sezione per numero di associati all'A.N.A. Ha subìto una forte trasformazione ed impegno quando il nostro Nardo Caprioli è diventato, da presidente sezionale, presidente nazionale. Con la realizzazione della Casa di Endine, che ospita ragazzi con handicap, e con il motto "Ricordiamo i morti aiutando i vivi" la nostra associazione ha fatto un grande salto di qualità. Dapprima operatori nella solidarietà solo locale, oltre che tra i pochi che ancora ricordavano ed onoravano, come purtroppo ancora oggi, le ricorrenze nazionali, ci siamo trasformati in un'organizzazione che interveniva in maniera massiccia, ben organizzata ed autonoma sull'intero territorio nazionale. Veniva fondata la Protezione Civile, tutt'ora operante e molto efficiente. Per lunghi anni il presidente nazionale della Protezione Civile è stato infatti Antonio Sarti, l'attuale presidente sezionale di Bergamo”.

Un reparto alpino a Bergamo. Si farà?

“Dopo il primo entusiasmo non ci credo molto. Però c'è sempre la speranza, e gli Alpini non demordono”.

Quando nasce il Gruppo Alpini di Seriate?

“Nel 1929, promosso dai Combattenti e dai Reduci della Prima Guerra Mondiale. Primo Capogruppo è stato il dr. Antonio Ambrosioni. L’attuale sede è in via Tasca 1.

Quest'anno poi è nato il Gruppo di Cassinone, dapprima associato a quello di Seriate, con circa trentacinque soci”.

Appuntamenti e iniziative in programma?

“La prossima Adunata nazionale sarà ad Asiago il 13, 14 e 15 maggio 2006. A Seriate ricorderemo la ricorrenza del 4 novembre unitamente alle altre Associazioni d'Arma e al Comune. Il 12 novembre ricorderemo i nostri Caduti nella S. Messa delle ore 17.00 a S. Giuseppe e domenica 13 dicembre terremo l'assemblea annuale ed il tradizionale pranzo di fine anno. Aspettiamo invece con ansia il termine dei lavori di costruzione della nuova sede che il Comune sta realizzando nell'area Felli, per organizzare una bella inaugurazione”.  

Temo di toccare un tasto dolente, ma con la fine del servizio militare obbligatorio, che futuro avrà l’A.N.A.?

“Siamo stati stimolati a promuovere presso i giovani e le scuole la voglia di arruolarsi tra gli Alpini, Corpo che esisterà ormai solo a livello di volontari. Non so con quale risultato. Certo è che si rischia di perdere le tradizioni, il senso di fratellanza e di solidarietà che gli Alpini hanno assimilato durante il servizio militare, che per noi resta un servizio dovuto alla Patria. E quello che sappiamo fare lo abbiamo dimostrato con i nostri molteplici impegni a favore degli altri. C'è chi dice agli altri cosa fare; noi non diciamo, facciamo! La società italiana perderà un grandissimo sostegno offerto gratuitamente dagli Alpini”.

C’è una preghiera alpina? E una canzone?

“Come Alpini, da tradizione, abbiamo una sola preghiera, la "Preghiera dell'Alpino" ormai centenaria. E una sola canzone, il nostro inno, la famosa "33" che deriva da una vecchia canzone savoiarda e "33" sta a indicare la velocità della musica sui passi, appunto 33 per minuto, perché la camminata in montagna deve essere lenta e costante”.

“Saluti scarponi!”. Ci salutiamo così?

“È il nostro saluto. Abbiamo un'altra espressione significativa nei confronti dei nostri Caduti: "Vanno avanti". Non è un'espressione piena, cristiana?”.

A cura di Claudia Saita