Svuotare l'oceano con un secchiello: il prezzo dei cd

di Valerio Desiderio

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Quando avete comprato l'ultimo cd? Vi è piaciuto? E quanto l'avete pagato?
Ve lo dico io: se è un cd nuovo avete speso sulla 40.000£, se è una ristampa con un po' di fortuna siete rimasti intorno alle 20.000£.
Troppo?
Beh ma il cd vi è piaciuto, no?
Certo, avreste potuto comprarlo dall'ambulante all'angolo pagandolo 10.000£, ma è giusto che l'autore possa guadagnare dalla sua fatica di che vivere.
Ma quanto incassa un autore da ogni cd venduto? Se gli va bene 2.000£. E il resto? Ma pubblicare un cd costa, cosa credete! Tra fabbricazione e trasporto se ne vanno altri soldi. Poi c'è il guadagno del negoziante, le tasse (indubbiamente alte perché il cd è anacronisticamente ancora considerato bene di lusso).
E non dimentichiamo il discografico, che deve pagare gli stipendi dei suoi addetti e soprattutto deve pagare la pubblicità che deve fare all'artista. A lui toccano almeno 10.000£. Ma non è questo la cosa importante, le cifre a questo proposito sono ballerine.

Vorrei però farvi notare una cosa: quanta pubblicità è stata fatta su quel cd?
Qualche tempo fa ho comprato "devil's dance" di Gil Shaham (niente di satanico, è musica classica): l'ho pagato 38.000£. Qualcuno ha visto la pubblicità di questo album? Io no, se non avessi letto una recensione non avrei nemmeno saputo che esisteva.
Possibile che la casa discografica abbia speso in promozione quanto ha speso per l'ultimo delle Spice Girls, della Aguilera et similia? E allora perché costano altrettanto, quando per uno c'è stato un lancio mondiale e per l'altro nemmeno una riga in cronaca?
Ma forse è dovuto al fatto che il "mio" cd vende sicuramente di meno di quelli da top ten: ma cosa cambia? Il costo di produzione è lo stesso, forse è perchè il costo di promozione è spalmato su meno copie su un cd meno venduto? Non credo:  mentre Britney Spears venderà il suo ultimo cd a milioni di copie in pochi mesi un cd di classica come quello che ho comprato venderà sicuramente di meno ma continuerà ad essere comprato anche tra vent'anni, e non sto esagerando.

E le ristampe? Com'è possibile che costino intorno alle 20.000£, dov'è il risparmio? Il costo di produzione è lo stesso, la tassa è sempre al 20%, all'autore e al negoziante va sempre la stessa miseria, figuriamoci se il discografico si taglia i guadagni, e allora? Avrete notato che mancano all'appello i costi di promozione.
Ma allora quanto influisce questa fantomatica promozione? 20.000£, cioè la metà del prezzo? Com'è possibile?

C'è qualcosa che non quadra.

E le case discografiche come ribattono? Al solito rovesciano il rapporto causa effetto, addossando la colpa alla pirateria. Secondo loro devono rifarsi dei mancati incassi dovuti alla pirateria e addossano la colpa a Napster, vero anticristo dei discografici. Mi piacerebbe tanto sapere quanti si scaricherebbero gli mp3 o si copierebbero il cd se l'originale costasse diciamo 25.000£: secondo me sarebbero pochi, pochissimi.
Comunque questa strategia dei discografici si è rivelata fallimentare: per un Napster che sono riusciti a chiudere sono nati tanti AudioGalaxy e Gnutella, che non essendo basati su un server centrale non potranno essere posti sotto controllo come Napster. Non solo: gli utenti hanno imparato a non fidelizzarsi su un solo sistema di file sharing, oggi ogni utente ne conosce almeno due e li usa entrambi.
Non hanno capito che hanno a che fare con un'idra: per ogni testa che tagli ne spuntano due. E gli mp3 girano, si sono viste scene ai confini della realtà, con cd non ancora usciti in commercio che già erano disponibili sui sistemi di file sharing.
 

Insomma i discografici cercano di svuotare l'oceano con un secchiello e non sembrano minimamente turbati dalla sterminata distesa d'acqua che si trovano davanti: come se avessero il paraocchi insistono nella loro opera, e per pagarsi questo folle gesto fanno lievitare i costi dei cd.
Almeno questo è ciò che ci dicono.

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Copyright (c) 2001 Valerio Desiderio.

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