Dante Alighieri
LA DIVINA COMMEDIA
INFERNO
Indice generale
Canto | anno: 1300 | Inferno | personaggi | contrappasso |
schema generale dell'Inferno | ||||
Canto 1 | giovedì 7 aprile, venerdì santo 8 aprile, alba | selva oscura, colle | Dante, Virgilio | Introduzione generale alla Divina Commedia; Dante si risveglia in una selva oscura; lince, leone, lupa, il colle illuminato alle spalle dai raggi del sole; apparizione di Virgilio |
Comincia la prima parte
della Cantica, overo Comedia, chiamata Inferno, del
chiarissimo poeta Dante Alighieri di Firenze, e di quella prima parte il
canto primo. Nel quale l'autore mostra sé smarrito in una valle e impedito
da tre bestie, e come Virgilio, apparitogli, se gli offerse per duca a
trarlo di quel luogo, mostrandogli per qual via. | ||||
Canto 2 | venerdì santo 8 aprile, al tramonto | la diserta piaggia al limite della selva | Dante, Virgilio | Introduzione all'Inferno; Virgilio racconta a Dante il suo incontro con Beatrice e lo sollecita ad abbandonare ogni timore di fronte alla rivelazione del disegno e dell'intervento divino; comincia il viaggio sotto la guida di virgilio. |
Comincia il canto secondo
dello Inferno. Nel quale l'autore, fatta la sua invocazione,
muove un dubbio a Virgilio della sua andata, il quale Virgilio,
mostrandogli chi 'l mosse, e come tre benedette curan di lui nel cielo,
gliel solve, e rassicuralo, ed entrano in cammino. | ||||
Canto 3 | venerdì santo 8 aprile, sera | Antinferno, Riviera d'Acheronte | Dante, Virgilio, Caronte | Ignavi, vissuti sanza infamia e sanza lodo, insensibili a ogni forma di interesse politico o religioso, sono umiliati nella loro nudità, costretti a inseguire un'insegna senza significato mentre sono tormentati a sangue da mosconi e vespe; anime in attesa di traghettare, terremoto, svenimento di Dante |
Comincia il canto terzo
dello Inferno. Nel quale l'autore mostra come in quello entrasse e
vedesse i cattivi piagnendo correr forte, trafitti da vespe e da mosconi;
e appresso come molte anime s'adunavano alla riva d'Acheronte, le quali
tutte Caron passava, ma lui passar non volle. | ||||
Canto 4 | venerdì santo 8 aprile, sera | cerchio I, Limbo, castello difeso da sette cerchi di mura, illuminato da un fuoco | Dante, Virgilio, Omero, poeti, filosofi | nel Limbo regna l'oscurità e non vi si può distinguere nulla mentre si odono i sospiri dolorosi delle anime; il castello, difeso da sette cerchi di mura e da un fiumicello, è illuminato da un fuoco e ospita gli spiriti magni. |
Comincia il canto quarto
dello Inferno. Nel quale l'autor mostra come si ritrovò nel primo
cerchio di quello; e quivi scrive esser quegli che per difetto di
battesimo son dannati, e dichiaragli Virgilio come già n'avea veduti
trarre alquanti. Poi, venuti loro incontro quattro poeti, con loro entrano
in un castello, dove nobili uomini d'arme, filosofi e volorose donne
vede. | ||||
Canto 5 | venerdì santo 8 aprile, ultime ore | cerchio II, lussuriosi, landa battuta dal vento | Minosse, Paolo e Francesca | Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Paride, Tristano; i lussuriosi hanno ricercato la soddisfazione dei sensi contro ogni regola, abbandonandosi alla passione carnale, sottomettendo la ragione al talento: li colpisce un vento furioso che non conosce sosta trascinandoli rovinosamente per tutto il girone. |
Comincia il canto quinto
dello Inferno. Nel quale l'autore, discendendo nel secondo cerchio,
truova Minos, e appresso i peccator carnali da aspro vento percossi; e
quivi con madonna francesca da Polenta parla, e ode come con Paolo de'
Malatesti si congiugnesse in amore. | ||||
Canto 6 | venerdì santo 8 aprile, verso la mezzanotte | cerchio III | Ciacco, Cerbero | golosi: una pioggia incessante di acqua sporca, neve e grandine cade sulla terra che esala fetore; sui dannati infierisce Cerbero, graffiandoli, scuoiandoli e squartandoli. |
Comincia il canto sesto
dello Inferno. Nel quale l'autor discende nel terzo cerchio, nel
quale sotto greve pioggia son tormentati i gulosi. Quivi truova Cerbero, e
parla con Ciacco, il quale gli predice cose future a' fiorentini
divisi. | ||||
Canto 7 | sabato 9 aprile, poco dopo la mezzanotte | cerchio IV, (lacca), (palude Stigia), cerchio V | Pluto, Flegias, avari e prodighi (IV cerchio), iracondi e accidiosi (V cerchio) | Avari e prodighi: divisi in due
schiere spingono pesi col petto e quando si scontrano si
ingiuriano; iracondi e accidiosi: separati in due schiere sono immersi nelle acque della palude Stigia, i primi alla superficie, gi secondi sommersi |
Comincia il canto settimo
dello Inferno. Nel quale l'autore, scendendo nel giron quarto,
truova Plutone, e vede i prodighi e gli avari incontro a sé volger
grandissimi sassi; e Virgilio gli dimostra che cosa è la fortuna; e
quindi, scendendo nel giron quinto, vede la palude di Stige, e in quella
ode esser tormentati gl'iracundi e gli accidiosi. | ||||
Canto 8 | sabato 9 aprile, prime ore | cerchio V, palude Stigia; mura della città di Dite | Flegias, demoni, Filippo Argenti | Iracondi e accidiosi; Virgilio parla coi demoni, che gli chiudono in faccia le porte della città. |
Comincia il canto ottavo
dello Inferno. Nel quale l'autor mostra che, salito sopra la barca
di Flegiàs, s'avventò alla banda di quella Filippo Argenti, e come,
sospinto da Virgilio nell'acqua, fu straziato da altri spiriti; e appresso
come, venuti alla porta di Dite, fu da' demoni serrata nel petto a
Virgilio. | ||||
Canto 9 | sabato 9 aprile, prime ore del mattino | cerchio VI, eretici, vasta pianura | Furie, Messo celeste, demoni | eretici: sepolti nelle arche infuocate, divisi in gruppi a seconda della setta di appartenenza |
Comincia il canto nono dello
Inferno. Nel quale, poi che Virgilio ha detto che altra volta fece
quel cammino, gli mostra le tre Furie, e chiudegli gli occhi, accioché non
vegga il Gorgone. E appresso scrive come messo di Dio fece aprir la porta,
ed essi entraron dentro, e trovâro l'arche affocate degli
eretici. | ||||
Canto 10 | sabato 9 aprile, verso le 4 del mattino | cerchio VI, eretici, vasta pianura | Farinata degli Uberti, Cavalcante de' Cavalcanti, Federico II, Ottaviano degli Ubertini | eretici: sepolti nelle arche infuocate a seconda della setta di appartenenza |
Comincia il canto decimo
dello Inferno. Nel quale l'autor parla con Farinata, il quale
alcuna cosa gli predice, e solvegli alcun dubbio. | ||||
Canto 11 | sabato 9 aprile, le 4 del mattino | cerchio VI, eretici, vasta pianura | Virgilio, Dante, Anastasio II Papa | eretici: sepolti nelle arche infuocate secondo la setta di appartenenza - spiegazione di Virgilio sulla disposizione dei dannati |
Comincia il canto
decimoprimo dello Inferno. Nel quale Virgilio mostra, dal luogo
dove è in giù, lo 'nferno esser distinto in tre cerchi, e che gente si
punisca in quegli, e assegna la ragione per che quegli, che lasciati
hanno, non son nella città di Dite racchiusi. | ||||
Canto 12 | sabato 9 aprile, le 4 del mattino | cerchio VII, girone 1°, la frana, la fossa, col Flegetonte | Chirone, Nesso, Minotauro, Alessand. Magno, Dionigi di Siracusa Ezzelino da Romano, Obizzo d'Este, Attila, Pirro, Sesto Pompeo | violenti contro il prossimo: immersi nel Flegetonte, fiume di sangue bollente, sulla riva del quale si trovano demoni che saettano i dannati che tentano di uscire dal sangue più di quanto la loro pena non consenta. |
Comincia il canto decimosecondo dello
Inferno. Nel quale mostra l'autore come
Virgilio facesse partire il Minotauro, fattosi loro incontro, e rendegli
la ragione d'una grotta caduta; e come truovano i centauri, e pervengono
al fiume di Flegetonte, nel quale vede bollire rubatori e tiranni; e poi
Nesso li porta dall'altra parte. | ||||
Canto 13 | sabato 9 aprile, verso l'alba | cerchio VII, girone 2°: violenti contro se stessi, bosco senza sentiero con alberi privi di foglie e rami contorti | Arpie, Pier delle Vigne, un suicida fiorentino, Lano da Siena, Iacopo da Sant'Andrea | violenti contro se stessi: i suicidi sono trasformati in alberi e le Arpie, facendo scempio delle foglie, li straziano; gli scialacquatori corrono fra gli arbusti per sfuggire ai morsi di cagne insaziabili, dalle quali vengono, una volta raggiunti, divorati a brano a brano |
Comincia il canto
decimoterzo dello Inferno. Nel quale l'autore mostra esser puniti
quegli che se medesimi uccidono, trasformati in bronchi, di ciò parlando
con Pier dalle Vigne, e appresso coloro li quali giucarono e guastarono i
lor beni, dicendo loro essere sbranati da cagne nere. | ||||
Canto 14 | sabato 9 aprile, verso l'alba | cerchio VII, girone 3°, landa circondata dalla selva dei suicidi, costituita da un sabbione infuocato su cui cadono fiocchi di fuoco come di neve in alpe sanza vento | Capaneo, Virgilio spiega a Dante l'origine dei fiumi | violenti contro Dio: divisi in tre schiere: bestemmiatori, sodomiti e usurai; su tutti cade la pioggia di fuoco dalla quale invano si proteggono con le mani: i bestemmiatori stanno supini a terra, i sodomiti sono costretti a camminare, gli usurai siedono lungo il bordo del girone e fissano la borsa che pende al loro collo con lo stemma della famiglia di appartenenza. |
Comincia il canto
decimoquarto dello Inferno. Nel quale l'autor mostra sé esser
venuto sovra un sabbione ardente, sopra il qual piovono continue fiamme, e
dove si puniscono quegli che violentemente hanno adoperato incontro a Dio
e contro alla natura, e avanti agli altri vede punir Capaneo. Poi gli
dimostra Virgilio come d'una statua di diversi metalli si creano tutti i
fiumi dello 'nferno. | ||||
Canto 15 | sabato 9 aprile, verso l'alba | cerchio VII, girone 3°, landa circondata dalla selva dei suicidi, costituita da un sabbione infuocato | Brunetto Latini, Prisciano, Andrea de' Mozzi, Francesco d'Accorso | violenti contro natura (figlia di Dio): i sodomiti sono costretti a camminare nel sabbione infuocato mentre scende implacabile su di loro una pioggia di fuoco dalla quale inutilmente si riparano con le mani. |
Comincia il canto
decimoquinto dello 'Inferno. Nel quale l'autore discrive il tormento
de' sogdomiti, e truova ser Brunetto Latino, il quale gli predice alcuna
cosa della sua futura vita. | ||||
Canto 16 | sabato 9 aprile, verso l'alba | cerchio VII, girone 3°, landa circondata dalla selva dei suicidi, costituita da un sabbione infuocato | Iacopo Rusticucci, Guido Guerra, Tegghiaio Aldobrandi, Guglielmo Borsiere | violenti contro natura (figlia di Dio), sodomiti, costretti a camminare nel sabbione infuocato mentre scende implacabile su di loro una pioggia di fuoco dalla quale inutilmente si riparano con le mani. - Episodio della corda, lanciata la quale, compare Gerione. |
Comincia il canto
decimosesto dello Inferno. Nel quale l'autor parla. in quel
medesimo luogo che di sopra, con tre spiriti; poi, data una corda a
Virgilio, mostra come egli, con quella pescando, facesse venir fuori
Gerione. | ||||
Canto 17 | sabato 9 aprile, alba | cerchio VII, girone 3°, bordo di pietra del VII cerchio, dal quale si vede in basso il sabbione infuocato | Reginaldo degli Scrovegni, Catello dei Gianfigliazzi, Obriachi, Gerione | violenti contro l'arte (nipote di Dio): usurai, costretti a stare seduti contro l'argine fissando una borsa che pende dal collo, con lo stemma della famiglia di appartenenza. - Passaggio del fiume sopra Gerione. |
Comincia il canto
decimosettimo dello Inferno. Nel quale l'autore descrive la forma
della fraude e il tormento degli usurieri, e come, saliti sovra Gerione,
passarono il fiume. | ||||
Canto 18 | sabato 9 aprile, presso il levar del sole | cerchio VIII, bolgia I, delimitata da argini di pietra e separata dall'alto Inferno da una parete di roccia; bolgia II, fondo cupo pieno di sterco con le pareti ingrommate di sozza muffa | Venedico Caccianemico, Alessio Interminelli, Giasone, Taide, demoni | ruffiani e seduttori, frustati
con violenza dai diavoli e distinti in due schiere che camminano in senso
contrario di marcia; adulatori: immersi nello sterco compiono inutili gesti di disperazione nel tentativo di ripulirsi dalla lordura. |
Comincia il canto decimottavo dello Inferno. Nel quale l'autore prima descrive come
sia fatto Malebolge; e appresso mostra come i ruffiani siano con
iscuriate battuti da demòni; e ultimamente come i lusinghieri piangano in
uno sterco. | ||||
Canto 19 | sabato 9 aprile, presso il levar del sole | cerchio VIII, bolgia III: pareti e fondo rocciosi, di difficile accesso; nella pietra si aprono fori regolari molto profondi. | Niccolò III | simoniaci: ecclesiastici che hanno sfruttato la loro posizione per arricchire se stessi e la propria famiglia; sono capovolti nei fori e i piedi bruciano di una fiamma rossastra; quando sopraggiunge un nuovo dannato, prende posto facendo sprofondare in basso gli altri. |
Comincia il canto decimonono
dello 'Inferno. Nel quale l'autore, disceso nella terza bolgia,
dimostra qual sia lo tormento de' simoniaci, e parla con Papa Niccola, il
quale gli predice d'alcun papa futuro simoniaco, e quindi esclama l'autore
contro al detto papa. | ||||
Canto 20 | sabato 9 aprile, verso le sei del mattino, al sorgere del sole. | cerchio VIII, bolgia IV: Dante non fornisce particolari dettagli sul luogo | Anfiarao, Tiresia, Aronte, Manto, Euripile, Michele Scotto, Guido Bonatti, Asdente, maghi e indovine | maghi e indovini: si muovono lentamente in cerchio, con un pianto ininterrotto senza parola, mentre il corpo è deformato: la testa girata all'indietro e ognuno era costretto a camminare a ritroso, perché era loro vietato guardare davanti. |
Comincia il canto vigesimo
dello Inferno. Nel quale l'autore discende nella quarta bolgia,
nella qual truova coloro li quali vollero antivedere, fatturieri e
maliosi, tutti travolti; e alcuna cosa parla della origine di Mantova.
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Canto 21 | sabato 9 aprile, le sette antimeridiane. | cerchio VIII, bolgia V: molto buia, mentre sul fondo bolle una nera pece. | Malebranche: Malacoda, Scarmiglione, Alichino, Calcabrina, Cagnazzo, Barbariccia, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello, Rubicante; l'anzian di Santa Zita. | barattieri: truffatori vissuti di inganni e raggiri, approfittato della posizione politica e delle cariche pubbliche, privi di ogni morale, tesi al proprio tornaconto dimentichi del bene collettivo: sono attuffati nella pece bollente, mentre i diavoli che li sorvegliano dalle rocce impediscono loro di uscirne, pronti ad afferrarli coi loro uncini. |
Comincia il canto
vigesimoprimoo dello Inferno. Nel quale l'autore, venuto nella
quinta bolgia, mostra come in una bogliente pegola si puniscano i
barattieri, e come in quella è gittato un lucchese; e come, volendo andare
avanti, son dati loro dieci diavoli in compagnia. | ||||
Canto 22 | sabato 9 aprile, le sette antimeridiane. | cerchio VIII, bolgia V: molto buia, mentre sul fondo bolle una nera pece. | Ciampolo, i dieci diavoli del canto XXI, frate Gomita, Michele Zanche | barattieri: sono attuffati nella pece bollente, mentre i diavoli che li sorvegliano dalle rocce impediscono loro di uscirne, pronti ad afferrarli coi loro uncini. |
Comincia il canto
vigesimosecondo dello 'Inferno. Nel quale l'autor discrive come i
demòni presero con gli uncini un navarrese, il quale, alcune cose
raccontate, subito si gittò nella pegola; per la qual ripigliare i demòni,
volando sopra la pece, s'impegolarono. | ||||
Canto 23 | sabato 9 aprile, verso le 9 antimeridiane | cerchio VIII, bolgia VI: luogo abbastanza angusto, ai piedi della parete rocciosa più interna sono ammassate le pietre del ponte crollato. | Catalano de' Malavolti, Loderigo degli Andalò, Caifa, Anna, i membri del Sinedrio | ipocriti: imprigionati dentro enormi cappucci da frate, di pesantissimo piombo rilucente d'oro all'esterno camminano lentamente, calpestando Caifa, Anna (suocero di Caifa) e gli altri membri del Sinedrio, stesi a terra crocifissi con tre pali di legno |
Comincia il canto
vigesimoterzo dello 'Inferno. Nel quale l'autore scrive come,
temendo de' demòni, li quali impacciati avean lasciati, Virgilio il ne
portò nella sesta bolgia, dove trovarono gl'ipocriti, vestiti di cappe
rance. | ||||
Canto 24 | sabato 9 aprile, verso le undici antimeridiane | cerchio VIII, bolgia VII, avvolta da un fitto buio: Dante è costretto a scendere lungo l'argine che la recinge per poter scorgere i dannati. | Vanni Fucci | ladri: nudi e indifesi, tentano di scappare ai morsi e alle strette di un gran numero di serpenti che cinge il loro corpo, bloccandone le mani; sono spogliati della stessa natura umana per mezzo di orribili trasformazioni. |
Comincia il canto
vigesimoquarto dello Inferno. Nel quale l'autore mostra come
trapassasse nella settima bolgia, nella quale trova i ladroni, tormentati
variamente da serpi, tra' quali primieramente truova Vanni Fucci, il quale
alcuna cosa gli predice. | ||||
Canto 25 | sabato 9 aprile, verso mezzogiorno. | cerchio VIII, bolgia VII: avvolta da un fitto buio: Dante è costretto a scendere lungo l'argine che la recinge per poter scorgere i dannati. | Il centauro caco, Agnello Brunelleschi, Cianfa Donati, Buoso Donati, Francesco Cavalcanti, Puccio de' Galigai. | ladri: nudi e indifesi, tentano di scappare ai morsi e alle strette di un gran numero di serpenti che cinge il loro corpo, bloccandone le mani; sono spogliati della stessa natura umana per mezzo di orribili trasformazioni. |
Comincia il canto
vigesimoquinto dello Inferno. Nel quale l'autore nella sopradetta
bolgia mostra come, veduto Caco, vide certi fiorentini trasformati
maravigliosamente in diverse forme | ||||
Canto 26 | sabato 9 aprile, all'ora di mezzogiorno | cerchio VIII, bolgia VIII, immersa in un profondo silenzio e avvolta da fitto buio, in cui lampeggiano le fiamme che nascondono le anime dei dannati. | Ulisse | consiglieri fraudolenti: posero la loro intelligenza non al servizio della verità ma della frode e dell'inganno e sono condannati a stare avvolti da una fiamma che risplende vivamente. |
Comincia il canto vigesimosesto
dello I nferno. Nel quale mostra l'autore come
pervenne all'ottava bolgia, nella quale dice esser puniti i frodolenti
consiglieri in fiamme di fuoco; e quivi ode da Ulisse il fine suo.
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Canto 27 | sabato 9 aprile, all'ora di mezzogiorno | cerchio VIII, bolgia VIII, immersa in un profondo silenzio e avvolta da fitto buio, in cui lampeggiano le fiamme che nascondono le anime dei dannati. | Guido da Montefeltro | consiglieri fraudolenti: posero la loro intelligenza non al servizio della verità ma della frode e dell'inganno e sono condannati a stare avvolti da una fiamma che risplende vivamente. |
Comincia il canto
vigesimosettimo dello Inferno. Nel quale l'autore nella sopradetta
bolgia discrive aver trovato il conte Guido da Monte Feltro, a cui
racconta lo stato di Romagna, e ode le colpe sue. | ||||
Canto 28 | sabato 9 aprile, verso l'una pomeridiana | cerchio VIII, bolgia IX: Dante osserva la bolgia dal ponte e non descrive il luogo, impressionato dall'aspetto oscenamente sconcio dei dannati | Maometto, Pier da Medicina, Mosca de' Lamberti, Bertran de Born, Alì, Curione | seminatori di scandali e scismi: in lenta processione fanno eternamente il giro della bolgia e vengono orribilmente sconciati con la spada da un demonio quando gli passano davanti: ad ogni giro le ferite si rimarginano lentamente. |
Comincia il canto
vigesimottavo dello Inferno. Nel quale l'autore dimostra nella nona
bolgia con l'esser tutti tagliati punirsi i scismatici; e quivi,
riconosciutine molti, parla con Beltram dal Bormio, e con certi
altri. | ||||
Canto 29 | sabato 9 aprile, fra l'una e le due pomeridiane | cerchio VIII, bolgia IX: Dante osserva la bolgia dal ponte e non descrive il luogo, impressionato dall'aspetto oscenamente sconcio dei dannati; cerchio VIII, bolgia X: anche questa non viene descritta | Geri del Bello, Griffolino d'Arezzo, Capocchio | seminatori di scandali e scismi: in lenta processione fanno eternamente il giro della bolgia e vengono orribilmente sconciati con la spada da un demonio quando gli passano davanti: ad ogni giro le ferite si rimarginano lentamente. alchimisti: falsari di metalli: stesi per terra, ammassati a mucchi o sostenendosi a fatica vicendevolmente, corrotti nel fisico dalle malattie (scabbia, lebbra, pustole ripugnanti e maleodoranti) e tormentati da un fastidioso prurito che li obbliga a straziarsi le carni in cerca di un illusorio sollievo. |
Comincia il canto
vigesimonono dello Inferno. Nel quale l'autore, disceso nella
decima bolgia, mostra primieramente come in quella, essendo maculati di
rogna e di scabbia, si puniscano gli alchimisti; e quivi parla con
Capocchio d'Arezzo; poi, più avanti, mostra con altre pene punirsi ogni
falsario. | ||||
Canto 30 | sabato 9 aprile, tra l'una e le due pomeridiane. | cerchio VIII, bolgia X: anche questa non viene descritta | Capocchio, Griffolino d'Arezzo, Maestro Adamo, Sinone, Gianni Schicchi, Mirra moglie di Putifarre | falsari di persona: costretti a correre
e, in preda a una furiosa smania, addentano gli altri dannati;
falsari di moneta: restano sempre immobili, colpiti dall'idropisia che li deforma ingrossandone il ventre a dismisura; falsari di parola: sono arsi da una febbre così alta che il loro corpo emana vapore e ripugnante puzza di unto bruciato. |
Comincia il canto trigesimo
dello Inferno. Nel quale l'autore, continuando nella predetta
bolgia, ne nomina alquanti, e tra gli altri Maestro Adamo, discrivendo la
riotta stata tra 'l maestro Adamo e Sinon greco in sua
presenza. | ||||
Canto 31 | sabato 9 aprile, fra le tre e le quattro del pomeriggio | pozzo dei giganti, che si trova fra l'ottavo cerchio dei fraudolenti e il nono dei traditori. | Nembrot, Fialte, Briàreo, Anteo, Tizio, Tifo. | costretti all'immobilità e al silenzio assoluti, sono nel pozzo dall'ombelico in giù ed emergono come torri enormi: solo Anteo, per un attimo, si muove per depositare Dante e Virgilio nella prima zona del nono cerchio |
Comincia il canto
trigesimoprimo dello Inferno. Nel quale l'autore dimostra sé esser
pervenuto al pozzo dello abisso, e quello essere intorniato di giganti, e
sé con Virgilio essere da Anteo disposti nel nono ed ultimo cerchio dello
'nferno. | ||||
Canto 32 | sabato 9 aprile, fra le tre e le quattro e le sei del pomeriggio | cerchio IX, zona I: Caina, traditori dei congiunti e zona II: Antenòra, traditori della patria; il fondo è ghiacciato, alimentato dal fiume Cocito | Caina: Camicion dei Pazzi, Alessandro e
Napoleone degli Alberti, Mordrèt, Focaccia dei Cancellieri, Sassolo
Mascheroni. Antenòra: Bocca degli Abati, Buoso da Duera, Tesauro dei Beccheria, Gianni de' Soldanieri, Gano di Maganza, Tebaldello de' Zambrasi, Ugolino della Gherardesca, Ruggieri degli Ubaldini |
Caina, traditori dei congiunti: immersi
nel ghiacio dal quale emergono con la testa; piangono tenendo il capo
basso per cui le loro lacrime si solidificano solo a contatto col
ghiaccio; Antenòra, traditori della patria: immersi nel ghiaccio dal quale emergono con la testa; piangono tenendo il capo rivolto in giù, ma le lacrime che sgorgano dagli occhi si ghiacciano subito costringendoli a tenerli sempre chiusi. |
Comincia il canto
trigesimosecondo dello Inferno. Nel quale l'autore, andando per la
Caina, dove nel ghiaccio si puniscono coloro che tradiscono i fratelli e'
congiunti, parlando con Camiscion dei Pazzi, n'ode più nominare. E poi,
procedendo nell'Antenòra, dove in simil pena si puniscon coloro che
tradiscon le lor città, truova Bocca degli Abati, il quale più altri gli
nomina dannati in quel luogo; e ultimamente vede il conte Ugolino rodere
la testa di dietro all'arcivescovo Ruggieri. | ||||
Canto 33 | sabato 9 aprile, circa le sei pomeridiane | cerchio IX, zona I,
Antenòra: il
fondo è ghiacciato, alimentato dal fiume Cocito; cerchio IX, zona 3, Tolomèa, il fondo è ghiacciato, alimentato dal fiume Cocito. |
Antenòra, Ugolino della Gherardesca, Ruggieri degli Ubaldini; Tolomèa frate Alberigo, Branca d'Oria. | cerchio IX, zona I,
Antenòra:
traditori della patria, immersi nel ghiaccio dal quale emergono
con la testa; piangono tenendo il capo rivolto in giù, ma le lacrime che
sgorgano dagli occhi si ghiacciano subito costringendoli a tenerli sempre
chiusi; cerchio IX, zona 3, Tolomèa, traditori degli ospiti, immersi nel ghiaccio in posizione supina, per cui le lagrime ristagnano negli occhi e si ghiacciano immediatamente, tanto da impedire l'uscita di altre lacrime, le quali, non trovando sbocco, si riversano all'interno, acuendone il dolore. |
Comincia il canto
trigesimoterzo dello Inferno. Nel quale l'autore, udita la ragione
e 'l modo della morte del conte Ugolino, procedendo nella Ptolomea, truova
frate Alberigo, il quale gli dice quivi cader l'anime, parendo qua sù
ancora il corpo vivo. | ||||
Canto 34 | sabato 9 aprile, circa le sette pomeridiane; dopo il passaggio nell'emisfero austra: le sette del mattino. | cerchio IX, zona IV:
Giudecca,
distesa ghiacciata alimentata dal fiume Cocito; Passaggio attraverso la natural burella dall'emisfero boreale a quello australe. |
Lucifero, Giuda, Bruto, Cassio | traditori: coperti interamente dal ghiaccio, da cui traspaiono "come festuca in vetro": alcune sono sdraiate, altre in posizione verticale, altre in piedi o capovolte colla testa all'ingiù ed altre ancora chinate quasi a formare un arco. |
Comincia il canto
trigesimoquarto dello Inferno. Nel quale l'autore passa nella
Giudecca, e vede il Lucifero e Giuda Scariotto e altri spiriti; e quindi,
appigliatosi Virgilio a' velli di Lucifero, si cala esce dello 'nferno; e,
per luoghi vacui procedendo, perviene a riveder le stelle. Qui finisce la prima parte della Cantica, over Comedia, di Dante Alighieri, chiamata Inferno. |