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COMUNICATO STAMPA
21 Agosto, 2002
Fuoriuscita di trimetil-benzene dai laboratori del Gran Sasso dell'INFN:j'accuse del WWF
Il WWF ha presentato oggi durante una conferenza stampa un
dettagliato dossier relativo all'1,2,4 trimetil benzene, la
sostanza che sarebbe fuoriuscita dai laboratori dell'Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso. Questo dossier
segue altri due documenti diffusi circa 8 mesi fa relativi,
il primo, alla presenza di sostanze pericolose all'interno
dei laboratori e, il secondo, al susseguirsi di fuoriuscite
di olio minelare misto a trimetil benzene dal 1993 al 2000.
Il dossier presentato oggi contiene le schede relative alla
sostanza redatte nel 1994 dall'Environmental Protection Agency
(Agenzia per la Protezione dell'Ambiente, EPA) del Governo
degli Stati Uniti e i riassunti di numerosi studi relativi
agli effetti dell'esposizione a questa sostanza pubblicati
su alcune prestigiose riviste scientifiche internazionali
(Ann. New York Academy of Sciences, Toxicol Appl Pharmacol,
Int. J Occup. Med. Environ Health, NeuroToxicology). Da questi
documenti si rileva che l'1,2,4 trimetil benzene ha: a) attività
neurotossica (sul sistema nervoso centrale) anche a bassissime
dosi (<100 p.p.m.) con effetti persistenti nel tempo anche
dopo un'esposizione acuta (come quella derivante da questo
incidente); b) alterazioni permanenti nel comportamento; c)
lesioni polmonari dopo una esposizione cronica a questa sostanza;
d) alterazioni nella composizione del sangue; e) depressione
del ritmo respiratorio; f) evidenza di cancerogenicità; g)
evidenze di danni agli apparati riproduttivi e allo sviluppo
del feto. Gli effetti derivanti dall'esposizione a questa
sostanza sono simili a quelli denunciati dagli abitanti di
Casale S. Nicola (nausea, mal di testa) e, secondo l'EPA,
si verificano per esposizioni a concentrazioni di 5000-9000
ppm di questa sostanza. Pertanto questi cittadini potrebbero
essere stati esposti ad una concentrazione acuta molto elevata
rispetto alle soglie di tossicità, anche con effetti persistenti,
riportate dagli studi finora pubblicati. Alcuni Autori suggeriscono
che i lavoratori non dovrebbero essere esposti a dosi >10
p.p.m. sui luoghi di lavoro. Per quanto sopra evidenziato
appaiono stupefacenti le dichiarazioni tranquillizzanti rilasciate
dal Presidente Pace e dal Commissario Regionale dell'ARTA.
Essi vogliono negare l'evidenza dei fatti e delle stesse immagini
del fiume reso bianco dagli inquinanti, quando sostengono
che non vi è stato inquinamento. Rispetto a queste dichiarazioni
si possono notare i seguenti fatti: 1)qualsiasi cittadino
venga trovato a versare, anche accidentalmente, 1 litro di
olio minerale in acqua (anche in un tombino) viene immediatamente
perseguito per inquinamento ambientale, al di là delle analisi
chimiche; 2)queste ultime dovrebbero comunque essere condotte
durante il verificarsi dell'evento acuto. In particolare il
Dr. Dionisio dovrebbe trarre le giuste conseguenze visto che
7 mesi fa aveva assicurato gli abruzzesi che non vi era alcun
pericolo per le sostanze presenti nei laboratori, promettendo
di denunciare il WWF per procurato allarme dopo la diffusione
dei nostri dossier relativi alla presenza di sostanze pericolose
nei Laboratori. Quanto è successo lo ha smentito nei fatti.
Rispetto alla sicurezza dei laboratori sotterranei il WWF
rileva che: a)Nei laboratori verranno stoccate 1250 tonnellate
di 1,2,4 trimetil benzene; b)E' bastato un "errore umano"
e una "piccola" perdita (di 50 litri secondo l'INFN) per mettere
in crisi le tanto decantate (dal Prof. Bettini) misure di
sicurezza certificate dall'ISO dei Laboratori. Cosa succederebbe
con una perdita più grande? c)Il WWF ha già presentato un
dettagliato dossier sulle numerose perdite di olio minerale
misto a trimetil benzene raccontate in presa diretta dagli
stessi ricercatori. Pertanto non è il primo incidente verificatosi
nei laboratori ma solo il primo ad essere stato divulgato
pubblicamente dai responsabili dei laboratori; d)I responsabili
dei laboratori in questi mesi hanno prima negato la presenza
di sostanze pericolose per poi doverlo ammettere dopo il nostro
primo dossier, sostenendo che non potevano però esservi fuoriuscite.
Dopo il nostro secondo dossier hanno dovuto ammettere che
vi erano state perdite, definite però come "trascurabili".
Per tutte le ragioni sopra esposte il WWF sta preparando un
terzo esposto relativo a questo incidente perché siano perseguite
eventuali responsabilità a tutti i livelli, compresi gli organismi
di controllo. In particolare fin da ora chiediamo immediatamente
di: -sgomberare i laboratori da tutte le sostanze che possono
interagire con l'acqua, viste anche le carenze nella sicurezza
dei laboratori; -controllare i documenti amministrativi in
possesso dell'INFN relativi alle sostanze presenti nei laboratori
e alle variazioni quantitative nel tempo sia per verificare
l'esatto ammontare della perdita sia per costituire un chiaro
elenco con i relativi quantitativi da tenere aggiornati e
da comunicare a tutte le istituzioni interessate alla tutela
della salute pubblica e dell'ambiente (compresi i sindaci);
-verificare l'eventuale uso o rilascio accidentale di altre
sostanze nel corso dell'incidente.
Per
ulteriori informazioni contatti:
Dante
Caserta, Presidente WWF Abruzzo, Tel.085/4510236, email:dantecaserta@inwind.it
Scarica
qui gli
esposti del WWF sulle sostanze dei laboratori del Gran Sasso
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