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L’eterocronismo
del ripristino muscolare
Spesso
le ripetizioni forzate, le superserie, lo stripping, il preaffaticamento, le
ripetizioni lentissime e tante altre tecniche di intensità ci vengono indicate
- con la “solita” faciloneria - come la soluzione a tutti i nostri problemi
di allenamento. Quello che però la maggior parte degli autori non dice mai è
che tutte le tecniche funzionano (se l’allenamento è ben organizzato) e tutte
le tecniche (da sole) non funzionano (o funzionano per breve tempo)! A conferma
di quanto dico, ormai non si contano più le legioni di atleti (soprattutto
natural) che utilizzando - con grandi aspettative - queste tecniche
“miracolose” sono poi rimasti profondamente delusi dagli irrilevanti
risultati ottenuti. Esiste un solo modo per rendere produttive tali tecniche e
prolungare nel tempo la loro efficacia: introdurle coerentemente in un programma
di allenamento che tenga conto di tutti i parametri dell’allenamento.
Non è semplice spiegare al pubblico (in verità neanche a molti “addetti ai
lavori”...) la complessità dell’organizzazione dell’allenamento, ma
cercherò ugualmente - con una serie di articoli - di fornire una panoramica dei
parametri dell’allenamento in modo che i lettori possano farsi un’idea di
come procedere e di come certi pseudo allenatori finora li abbiano letteralmente
presi in giro.
Benvenuti nel campo dell’innovazione tecnica e delle metodologie di
allenamento produttive e .... amici natural preparatevi ad ottenere risultati
sorprendenti!
Col presente articolo comincerò ad esporre alcuni nuovi sviluppi riguardo
un’area della teoria dell’allenamento finora trascurata che, a mio avviso,
rappresenta proprio uno dei classici anelli mancanti nell’organizzazione di un
allenamento produttivo. Non fatevi spaventare dal titolo gentili lettori. Con
tale termine, spesso utilizzato con l’unico (visto che poi le conclusioni
pratiche latitano....) fine di manifestare sapienza o per richiamare la folla,
si esprime semplicemente il fatto che ogni sezione muscolare necessita di un
proprio tempo per recuperare dopo un allenamento. Se decidiamo però di lavorare
seriamente su questo apparentemente semplice concetto e cerchiamo conclusioni
tangibili da applicare alla scienza del bodybuilding, allora la magniloquenza
del titolo può essere senz’altro giustificata! Se vi state chiedendo il perché,
eccovi qualche riflessione al proposito:
A) Tale affermazione dettata dalla fisiologia porta a conclusioni che sono in
netto contrasto con le classiche tabelle che vengono compilate da qualunque
“istruttore”.
B) L’applicazione pratica di tale concetto potrebbe condurre ad una migliore
organizzazione - lontana anni luce da quella attuale - delle tabelle di
allenamento che garantirebbe fenomenali miglioramenti nella produttività delle
stesse. In altri termini, questo - alla base delle conoscenze attuali - potrebbe
davvero essere il miglior modo per costruire un programma di allenamento!
Prima di continuare, per farvi comprendere meglio come stanno le cose, desidero
ricordare che l’esercizio fisico è una forma di stress e la crescita
muscolare non è altro che una forma di difesa del nostro organismo nei
confronti di determinate sollecitazioni. In pratica, l’esercizio fisico porta
all’esaurimento delle riserve locali (è per questo che ci stanchiamo e
dobbiamo interrompere l’allenamento) ed innesca un allarme nel nostro
organismo.
Come si può notare dal grafico, se lasciamo abbastanza tempo, il nostro
organismo reagisce agli stress indotti dall’allenamento ripristinando o
addirittura compensando in abbondanza le proprie riserve locali: aumentano la
forza a la massa muscolare. I problemi nascono quando non lasciamo il tempo al
nostro organismo di ripristinare e compensare in abbondanza le proprie riserve
locali o quando la frequenza dello stimolo è particolarmente rarefatta. Nel
primo caso cadremo in quella situazione che nel linguaggio comune dei
body-builders viene identificata col termine “sovrallenamento”, nel secondo
caso il muscolo torna all’equilibrio omeostatico. Dovete comprendere però che
il grafico in questione rappresenta una curva di adattamento “media” (quella
riguardante l’intero organismo) e che ogni muscolo presenta una propria curva
di adattamento non necessariamente uguale a quella “media”!
Tornando
al discorso principale, in pratica, le classiche tabelle di allenamento da tre,
quattro o quanti volete allenamenti settimanali non fanno altro che tener conto
(in effetti non fanno neanche questo, ma oggi voglio essere buono....) del tempo
di recupero medio delle aree muscolari e quindi inevitabilmente avremo alcuni
muscoli sovrallenati, altri riallenati al momento giusto ed altri ancora
sottoallenati. A parte le deficienze genetiche, potrebbe essere proprio questo
il motivo per cui generalmente alcuni muscoli rispondono molto meglio di altri.
Come mai queste conoscenze che rappresentano realmente un passo avanti nella
metodologia dell’allenamento e che sono da molto tempo note (già dieci anni
fa ho letto qualcosa in merito) non sono state finora (non preoccupatevi, ho già
elaborato parecchie applicazioni particolarmente efficaci) sviluppate come
meriterebbero?
I motivi sono essenzialmente due:
1) .....con la solita superficialità, gli autori che finora si sono interessati
del problema hanno ben pensato, di elaborare dei programmi da cinque e più
allenamenti settimanali con tanto di allenamento domenicale! Ciò che non
vogliono mettersi in testa questi signori è che i lettori medi non sono né
professionisti (superdotati e/o superdopati), né miliardari nullafacenti, né
fanatici privi di impegni sociali.
2) L’applicazione del metodo (soprattutto quella natural) è particolarmente
complicata e quindi scordatevi che il classico “istruttore”, soprattutto
quello diplomatosi con 3 ore di corso, abbia - a parte le doverose eccezioni -
le conoscenze tecnico-teoriche per farlo.
Passando ai fatti, il nocciolo dell’efficacia di un programma che tenga conto
dell’eterocronismo del ripristino muscolare sta nel determinare più
esattamente possibile la frequenza con cui ciascun muscolo deve essere allenato.
Tale frequenza dipende, tra l’altro, dai seguenti fattori:
 | dalle dimensioni del muscolo;
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 | dal tipo di fibre di cui il muscolo è composto;
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 | dal volume e dall’intensità con cui il muscolo
viene allenato;
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 | dal binomio alimentazione - integrazione (escludo
a priori l’utilizzo di farmaci);
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 | dalle attività extrapalestra.
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Una volta determinata - considerando TUTTI i vari parametri - la frequenza
giusta, ovviamente occorre trasferire tutto ciò in un appropriato programma di
allenamento. A titolo di esempio, ecco il programma della durata di quattro
settimane, costruito tenendo conto dell’eterocronismo del ripristino
muscolare, che attualmente sto utilizzando. Desidero aggiungere che non vi
consiglio assolutamente di adottarlo “acriticamente” in quanto è stato
elaborato per le mie personali esigenze (di recupero ed extrapalestra) e non è
detto che siano identiche alle vostre.
I
due allenamenti indicati nell’ultima settimana, si possono eseguire in maniera
leggera o non eseguirli affatto in modo da recuperare completamente e non cadere
in sovrallenamento.
All’inizio dell’articolo, parlavo di “conclusioni pratiche che latitano
....” e a tal proposito, ci tengo a precisare che - contrariamente a ciò che
ho finora visto in letteratura (a meno che non mi sia sfuggito qualcosa...) -
tale programma è un esempio reale, pratico e tangibile in quanto, oltre ad una
frequenza allenante adatta ai natural e alla ciclizzazione, non presenta
incongruenze funzionali (ad esempio ho fatto in modo che non ci fossero
allenamenti domenicali ed incompatibilità tra sezioni muscolari).
Desidero concludere con una doverosa osservazione: per una più produttiva
applicazione del programma occorrerebbe modulare il carico di lavoro delle
singole unità di allenamento in funzione degli accoppiamenti delle aree
muscolari (tutto diventa più facile applicando il potente software interactive
training, che fornisce - per ogni singola unità di allenamento - serie,
ripetizioni, intensità e carichi da utilizzare). Questo argomento esula però
dagli obiettivi dell’articolo e quindi per maggiori approfondimenti vi rimando
ad una prossima volta.
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