Storia della Giostra del Saracino

Il Paese Di Sarteano

Sarteano si distingue per l'impianto medievale, conservato quasi intatto intorno al castello che domina il panorama fin da lontano. Palazzi, chiese e dimore più o meno signorili, impreziosite da elementi architettonici e scultorei all'interno delle mura e anche al di fuori.

Sarteano, insieme con i comuni circostanti, viene a comporre delle zone più ricche d'Italia per patrimonio naturale, storico ed artistico. Testimonianze uniche, ciascuna nel proprio genere, ne fanno un territorio ideale per gli amati di un certo tipo d'ambiente, tipico dell'Italia centrale e della Toscana. In questa cornice, vengono ad inserirsi vestigia delle civiltà preistoriche, etrusca e romana, nonché monumenti ed impianti urbani dell'età di mezzo e del Rinascimento.

Partendo da Sarteano, si sviluppano, a raggiera, numerosissimi itinerari che consentono di raggiungere agevolmente centri di interesse storico artistico di valore assoluto. E non di rado, il visitatore si attarderà lungo la strada per una deviazione, alla volta di uno di quei monumenti cosi detti minori e ricchi in realtà di interesse. Potrà così cogliere un aspetto fondamentale del fascino unico di questa regione, percorrendo strade secondarie immerse nella piacevole amenità dei paesaggi circostanti, nei quali l'opera dell'uomo si fonde armoniosamente con l'ambiente naturale.

 

Da "Sarteano" Tra Val D'Orcia e Val Di Chiana itinerari scelti.

Mario Marrocchi - Pieraldo Editore

 

Storia della Giostra del Saracino di Sarteano

 

Non è attualmente possibile, forse non lo sarà mai, attribuire una data precisa al sorgere di questa manifestazione. L’effettuazione costante della Giostra avviene fin dall’inizio del XVII secolo (1600). La storia del Saracino è strettamente legato alla Compagnia di S. Rocco protettore degli appestati e dei carcerati. La compagnia celebrava sicuramente fin dal 1583 la festa del santo nel giorno 16 agosto. La festa aveva un aspetto religioso (processione ed esposizione della statua) e un aspetto popolare (festa con giochi vari).

La sera della festa si rappresentava uno spettacolo pubblico chiamato "Corsa del Palio " in cui ogni Chiesa incaricava un cavaliere. Questo spettacolo fu introdotto nel 1712 al posto di un gioco chiamato la Lotta che provocava liti, risse e omicidi.

In un documento del 10 Agosto 1712 si trova che un occasione della festa di San Rocco: " .....Li Ill. mi sopra la festa prossima di S. Rocco relassorno il palio dà loro farsi per tal festività dispositione e volontà delli Magnifici Ill. mi Priori rappresentanti la Magnifica Comunità di questa Terra per corrersi in giostra dà farsi nella medesima Terra à benefitio delle Compagnie e Chiese della SS. Annunziata e della Chiesa di S. Lucia del Corpus Domini di S. Maria, di S. Bonaventura del Crocifisso e del Suffragio, di Girolamo della Madonna del Belriguardo, di S. Angelo della Madonna delle Piagge. A che li Ill. mi abbino autorità di eleggere due Ill. mo Deputati a soprintendere a detta Giostra, eleggere Giudici, e fare quant’altro per effettuatione della Giostra medesima ..."

Dalla registrazione di quest'importante documento innovativo inizia la regolare e continuativa effettuazione della nostra Giostra.

 

Il 17 Agosto 1719 il premio della Giostra, di L. 14, fu vinto dalla Chiesa della Madonna del Carmine.

Il 16 Agosto 1733 furono nominati i Sig. Festaioli della Festa di S. Rocco dell’anno presente per l’anno futuro.

Nel 19 luglio 1742 il premio della Giostra fu assegnato al cavaliere della compagnia di S. Girolamo; il premio consisteva in una pianeta nera.

L' 8 Agosto 1743 si sparse la voce di un'epidemia di peste che sovrastava il porto di Messina.

Il 16 Agosto 1754 dai Festaioli della festa di S. Rocco furono depositati: 66 lire, 18 lire per la prima lancia, 14 lire per la seconda lancia.

In data 14 Agosto 1755 si hanno due pagine di documentazione di notevole interesse: " ... per solennizzare con maggior pompa e devozione la festa del glorioso protettore di questa terra, S. Rocco, et atteso che in quest'anno vi è comodità di solennizzare una tal festa con musica ed istromenti boccali ..." "...hanno principiato il proprio vantaggio le solite questue, profittano di queste in proprio e poi vendono la carica ed alcune terze persone ..."

Il 1 settembre 1760 i si avverte già una trasformazione nello svolgimento della giostra, in quanto i cavalieri assumono nomi diversi da quelli delle compagnie e chiese:

Il 15 Agosto 1771 i festaioli trasportano arbitrariamente la statua di S. Rocco nella chiesa di S. Vittoria, perciò sono aspramente redarguiti da Priori; pertanto essi "…domandano benigna scusa …"

Il 18 Agosto 1781 il consiglio Magistrale nomina i due giudici della giostra "da farsi il 26 agosto". Lo stesso Consiglio approva il regolamento della Giostra preparato dai festaioli, apportandovi due sole modifiche; la prima al Cap. I: "... rispetto al quale ordinarono che i cavalieri che verranno proposti dalle compagnie, siano prima approvati dai SS ri Deputati .... " L’altra modifica al capitolo IX: "... rispetto al quale ordinarono che dopo ripetite le corse da quelli tra i quali vi fosse stato pareggio, persistendo il medesimo pareggio si divida il premio con euguaglianza tra i Cavalieri competitori...."

Nel luglio 1783 Scompare la Chiesa del SS. Crocifisso: già in disuso da tempo, la statua di S. Rocco, dopo una disputa tra la chiesa di S. Martino e la parrocchia di S.Lorenzo, finì per essere collocata in quest' ultima. Ciò spiega forse in parte la rivalità che esiste ancora oggi tra le due contrade.

Il 27 giugno 1787 uno scarno documento informa dell’elezione di due festaioli (ormai non c'è più distinzione tra Deputati e festaioli)

Il 4 agosto 1790 il Consiglio Generale accetta la nomina dei festaioli e permette di effettuare la festa. Segue una sospensione della festa di S. Rocco ma il 18 dicembre 1792 si nominano quattro festaioli per l’anno seguente.

Il 3 agosto 1793 la festa dell’Assunta e di San Rocco vengono abbinate e i Magistrati avvertono l’organizzatore Filippo Bennati.

L’11 Luglio 1794 si propone di non effettuare la festa ma, contrariamente alle previsioni, il 14 Agosto dello stesso anno si legge che "fatti venire avanti i priori adunati i quattro festaioli dell’imminente festa del glorioso S. Rocco, trattato con i medesimi il deposito solito per il premio della prima e della seconda Giostra del Saracino fu questo convenuto, e fissarsi di L. 24 quanto al primo premio, e di L.18 quanto al secondo "

L’8 Luglio 1795 il vincitore della giostra deve ancora ricevere il premio dell’anno precedente.

Il 15 Agosto 1808 si parla di una nuova festa: quella di S. Napoleone e non ci fu la giostra del Saracino, fu comunque fatta una corsa di cavalli.

Il 2 Agosto 1830 è l’ultima volta che si parla della festa di S. Rocco nei libri delle memorie della comunità.

Da questo momento, la tutte le cose che hanno un loro valore vero e genuino, riuscirà sempre a tenere il passo con le vicende umane, al di sopra dell’inesorabile misura del tempo. Un documento dell’Archivio Vescovile, datato 1855 dimostra che la tradizione del Saracino e festa di S.Rocco erano ancora vivi nell’interesse della popolazione.

Intanto il Saracino, salvo una breve introduzione durante la guerra 15 - 18, aveva sempre seguitato ogni anno a ricordare le antiche invasioni dei Saraceni, tanto che nel 1913 le locandine dei festeggiamenti parlavano di "tradizionale Festa del Saracino", mentre ormai da tempo simili manifestazioni erano altrove cadute in disuso. La festa, pur sentiva dal popolo, era un po' forse scaduta di tono, e qualche volta i somari sostituivano i cavalli, e anziché corrersi in piazza si correva in campagna.

Con quest'eccezionale continuità, che più tardi fece scrivere: " nella maggior parte dei casi si è trattato di una riesumazione... non cosi’ a Sarteano ove la tradizione si presenta schietta e originale in una continuità quasi assoluta che risale al 1458", si giunse cosi’ al 1933.

I tempi erano maturi perché l’antico splendore tornasse, e il promotore di una riforma adeguata fu il dottor Guidone Bargagli Petrucci che raccolse le generali aspirazioni e riordinò le Contrade, +assegnando a ciascuna il territorio di una delle cinque Parrocchie in cui è suddiviso il Comune. Il regolamento nelle linee generali fu quello di sempre. I costumi furono quelli tradizionali della nostra gente di montagna, in pratica di quella gente che più’ d'ogni altra aveva tenuto vivo nei secoli il culto della nostra Giostra, che il popolo ha comunemente sempre chiamato "la Corsa del Saracino", o più’ semplicemente " il Saracino".

Ci volle lo scoppio dell’ultima guerra per interrompere l’antica continuità. Nel 1947 il popolo volle la ripresa della Giostra del Saracino, Natale Fatighenti, coni Giulio Bernardini, Ghino Fastelli, Assuero Favi, Gusmano Burani, rinverdirono le gesta di Giacomo Mazzetti e Ivo Bassetti. Nel 1962 il boom del benessere materialistico e consumistico schiaccio’ le cose fatte a misura d'uomo, come mi disse un cavaliere dell’epoca, correre il Saracino era diventata .... una " faccenda". Ma non si trattava di morte, bensì di letargo. Nel cuore del popolo la nostalgia del Saracino era ogni anno più viva. Nel 1981 la Giostra riprese regolarmente fino ai giorni d’oggi.

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