Some Things Are...Forever > Quello Che Whedon Non Dirà Mai>Storie > Baratri

 

 


AVVISO: storia sconsigliata ai fans della relazione (?) Buffy/ Spike.

COMMENTO : le esperienze della vita lasciano sempre una traccia dentro di noi, ma il nostro essere più profondo non cambia. E' qui dove nasce l'amore, quello vero, che per questo motivo non muore mai.

 

 

 

Introduzione
Anatre e amore

Questa storia è nata da due e mail che ho ricevuto.
In una l'autrice osservava l'apparente indifferenza di Buffy, in BtVS, alle vicende di Angel (Darla, Conan...) in ATS.
L'altra poneva lo stesso tema, ma in modo più vasto. Mi ha colpito perchè esprimeva e riassumeva con assoluta chiarezza i sentimenti che anch'io nel tempo ho provato assistendo all'evolversi di BtVS e ATS attraverso gli spoiler. Troverete in un'altra pagina del sito la risposta che le ho scritto.
La domanda fondamentale che si poneva l'autrice era però se fosse possibile colmare il baratro che gli avvenimenti voluti da JW avevano creato fra Buffy e Angel. Mi riferisco a quanto accaduto con Spike e Darla, ma anche agli avvenimenti che i due hanno vissuto senza poterli condividere, come la morte di Doyle, la trasformazione di Willow in entità malvagia, la morte di Tara.....
La sola risposta che ho saputo darle è...questa storia, collocata in un tempo indefinito, dove Angel e Buffy rielaborano insieme il tempo trascorso lontani uno dall'altra.
Non mi dilungo in particolari sulla storia con Darla perchè non ho visto ATS ed esito a scrivere su quanto so solo tramite i riassunti e gli spoiler. Sulla storia con Spike ci sono più dettagli.
Parto dai presupposti peggiori che ho potuto immaginare proprio per dimostrare che non ci sono baratri invalicabili in amore.
Questo è solo un modo, dei tanti, in cui i nostri due amanti potrebbero riincontrarsi. Un'altra possibilità sarebbe stata fare ricordare a Buffy il famoso giorno mai esistito, ma mi è sembrata una trama troppo scontata e semplicistica.
Non so come, quando e se JW li farà mai riunire. Dipende credo da fattori, come la possibilità che SMG sfondi nel cinema, che esulano dalla volontà di chiunque.
Mi consola però il fatto che indubbiamente l'autore si è tenuto aperta questa porta. Nessuno dei patners di Angel e Buffy ha mai infatti veramente sostituito il loro grande amore.
Nella mia mente però la loro riunione è un fatto certo, scontato. Se così non fosse tutto perderebbe senso.
Riguardando le prime serie di BtVS, ma anche le seguenti, con la fine della relazione con Riley, il procedere di quella con Spike e i relativi riferimenti ad Angel mi viene in mente un vecchio proverbio: "Cammina come un'anatra, fa il verso di un'anatra, ha le piume di un'anatra: è un'anatra." Noi possiamo dire: è amore, quello vero, che non finisce mai!


Baratri

 

"Perchè hai voluto incontrarmi?"
Buffy ascoltò la propria voce risuonare nella grande stanza, e non la riconobbe. Era una voce dura, fredda, quasi stridula. La voce di una persona che non si aspetta più nulla dalla vita.
La penombra in cui lei e Angel erano immersi, i mobili ingrigiti dalla polvere, il giardino desolato, che si intravedeva attraverso i vetri opachi delle grandi finestre, sembravano il riflesso della sua anima. Intorno a lei e dentro di lei era tutto immobile, fermo nel tempo, come morto.
Angel le aveva telefonato quella mattina. All'inizio non lo aveva riconosciuto. Era trascorso molto tempo dall'ultima volta in cui si erano sentiti. La sua mente era lontana da lui, dal passato. La vita con i suoi piccoli e grandi problemi richiedeva tutta la sua attenzione e non c'era spazio per indulgere nei ricordi.
Era stato breve ed enigmatico come al solito. Aveva bisogno di parlarle. Come luogo di incontro le aveva proposto la vecchia casa in cui aveva abitato a Sunnydale.

Lei era stata tentata di rifiutare con una scusa. Aveva molti impegni e Angel rappresentava il passato, un passato che lei aveva rinchiuso da tempo nel profondo della sua anima. Il vampiro e quello che poteva dirle la lasciavano del tutto indifferente.
Era però veramente indifferenza quella che provava o paura? Il vampiro aveva ancora il potere di farla soffrire come aveva fatto in passato? Il dubbio la assalì cogliendola impreparata. Aveva dato per scontato di aver superato quella fase della sua vita, ma...d'impulso accettò la richiesta del vampiro. Il suono della voce di lui, così famigliare, l'aveva scossa più di quanto avrebbe voluto ammettere.

Ora che si trovava nella stessa stanza con lui si sentiva felice di avere accettato. La sua figura, nascosta fra le ombre, non suscitava nessun sentimento in lei, se non impazienza che tutto finisse per poter tornare a casa.
Sorrise e sfidò colui che era stato il grande amore della sua vita con uno sguardo beffardo. Si aspettava di ascoltare l'ennesimo bollettino di una catastrofe imminente, una catastrofe a cui avrebbe potuto voltare le spalle senza rimorsi di coscienza. Lei ormai era libera da responsabilità, problemi e incubi. Qualcun altro avrebbe dovuto portare il peso del mondo.
Se Angel, per scontare i suoi crimini passati, voleva accollarselo era libero di farlo. Lei non aveva intenzione di perdere neppure un minuto di sonno per preoccuparsi di un'umanità che poteva benissimo cavarsela da sola. La sua parte l'aveva già fatta. Ora altri dovevano combattere al suo posto.
Il vampiro evidentemente non immaginava quanto il tempo e gli avvenimenti l'avessero cambiata. Si illudeva che lei fosse ancora la ragazzina ingenua e con la mente colma di illusioni che aveva conosciuto tanti anni fa. Infrangere le sue illusioni sarebbe stata una soddisfazione per lei.

Angel la osservava dall'altro lato della stanza. Il viso in penombra simile a una maschera. Le mani infilate nelle tasche erano strette a pugno.
Aveva riflettuto molto prima di fare quella telefonata e ora...ne era pentito. Buffy gli appariva lontana e ostile, come, e forse di più, di un'estranea.
Era sempre bella. Ancora più che in passato. Il tempo aveva affinato i suoi lineamenti e reso più armonioso il suo corpo. Non possedeva più le rotondità dell'infanzia, ma aveva acquistato eleganza e sicurezza. Era diventata una donna estremamente desiderabile, ma qualcosa in lei lo respingeva invece di attrarlo.
Erano i suoi occhi grigi. Un tempo guardando dentro di essi aveva percepito la serenità del cielo durante il crepuscolo, quando la notte tranquilla placa la frenesia delle ore del giorno. In altri momenti vi aveva trovato la forza e l'energia dell'oceano sconvolto dalla tempesta.
Ora le iridi che lo scrutavano potevano solo essere paragonate ai ghiacci eterni, destinati a ricoprire la terra per sempre, impedendo l'emergere della vita.

Il vampiro si chiese se la sua presenza in quel luogo avesse un senso. Quegli occhi sembravano rispondere a tutte le domande che si era posto. Nessuna delle risposte però era come lui aveva sperato che fosse.
Anche lui era cambiato. Aveva visto morire persone che amava, era caduto, sfiorando l'abisso, e si era risollevato, aveva avuto un figlio...e l'aveva perso.
Quando aveva conosciuto Buffy il suo mondo era semplice. Esisteva solo il dolore e poi...l'amore per lei, pura, candida, innocente. Era stata Buffy a indurlo a riscoprire la sua umanità. Lui però l'aveva lasciata e aveva continuato il cammino da solo.

Il dubbio di come lei avrebbe accettato i suoi cambiamenti improvvisamente smise di tormentarlo. Probabilmente la ragazza che aveva di fronte sarebbe stata del tutto indifferente a qualsiasi cosa lui le avesse detto.
Si guardò intorno, cercando un'ispirazione, ma fu inutile. I mobili, gli oggetti polverosi gli ricordarono solo un passato che non esisteva più.
Sunnydale era stata distrutta. Dei suoi viali alberati, delle case costruite da persone che avevano sperato di condurre una vita serena e felice in quella ridente cittadina, dei monumenti, degli alberi e dei parchi non restava altro che polvere. Quell'insignificante vecchia casa, silenzioso testimone di un passato ormai sepolto, era uno dei pochi edifici sopravvissuti. Angel per un istante se ne chiese il motivo, ma fu solo un attimo. La sua attenzione tornò immediatamente a Buffy che aveva iniziato a muoversi inquieta per la stanza.
Evidentemente era ansiosa di concludere quella faccenda, per lei probabilmente sgradevole, e tornare alla sua vita. Era stato un errore condurla dove era sorta la città che lei stessa aveva contribuito a distruggere. Certo voleva fuggire da quello spazio ormai vuoto, denso di ricordi non certo felici.

"Mi sono chiesto...se stavi bene." mormorò il vampiro, con esitazione.
"Tutto qui?" chiese Buffy, stupita, ma anche irritata. "Come puoi vedere sto benissimo. Finalmente ho una vita mia e sono libera di viverla come più desidero!"
"Non mi sembri molto felice." non potè impedirsi di osservare lui. Non avrebbe voluto contraddirla. Buffy dimostrava chiaramente di non avere intenzione di confidargli i suoi problemi, ma...con sorpresa, guardando dentro se stesso, Angel ritrovò intatto l'intenso bisogno di proteggerla da ogni cosa che aveva provato dal primo momento in cui l'aveva vista.

"Certo che non lo sono! Ho lasciato il mio comodo appartamento per ritrovarmi in una città distrutta, in una casa piena di polvere e probabilmente anche topi, con..." Buffy si interruppe improvvisamente. Come avrebbe dovuto definire Angel: "L'unico uomo che io abbia mai amato" o semplicemente "Un mio ex"?
Lui non disse nulla per toglierla dall'imbarazzo e lei decise di vendicarsi liberando la rabbia che ardeva ancora dentro di lei. "...con un vampiro che, disponendo della vita eterna, ha molto tempo da perdere evidentemente!" concluse, maledicendo le ombre che oscuravano il volto del compagno impedendole di cogliere l'effetto del colpo che sapeva gli aveva inflitto.
Angel strinse le labbra e i suoi occhi si oscurarono. Un vampiro...ecco quello che lui rappresentava per lei, quello che era rimasto del loro passato. Avrebbe potuto definirlo un suo ex, oppure un vecchio amico o semplicemente un compagno di tante battaglie. Qualsiasi altra definizione l'avrebbe ferito di meno. Un tempo lei l'aveva amato, come avrebbe amato un uomo, ora ...l'aveva cancellato a tal punto dalla sua mente, che tutto quello che restava di lui era la sua natura demoniaca, degna solo di indifferenza e forse disprezzo.

Socchiuse le labbra per pronunciare un brusco congedo. Lui e Buffy non avevano più nulla da dirsi.
Aveva sognato a lungo quell'incontro, aveva sperato...tutte le sue speranze si erano però infrante contro il muro che il tempo aveva costruito fra loro.
Non era colpa di Buffy. Non era colpa di nessuno. Fra loro la vita aveva aperto una voragine impossibile da colmare. La morte di Doyle, la ricomparsa di Darla, la nascita di Conan, il suo rapporto confuso con Cordelia, Riley, Gloria e infine Spike li avevano cambiati, trasformandoli in persone che non avevano nulla in comune. Era inutile insistere. Il loro sogno era stato stupendo, ma era finito.
"Buffy io credo..." iniziò a dire, ma un'immagine gli apparve nella mente sommergendo l'umiliazione, la sofferenza ed il rimpianto.
"Io non ho amici." aveva detto un tempo ad una ragazzina bionda, nell'entrata buia di un sepolcro. Lei gli aveva voltato le spalle per scendere nel mondo del Maestro e combattere una guerra che lui non aveva il coraggio di affrontare. Era però tornata da lui e...aveva cambiato la sua vita.
Allora non si conoscevano eppure...Buffy aveva creduto in lui.
Quella sera erano tornati allo stesso punto. Di nuovo estranei uno all'altra si fronteggiavano attraverso la barriera della diffidenza, ma le parti si erano invertite.

Ora era Buffy che gli appariva sola e spersa in un mondo senza speranza.
Il suo atteggiamento, i suoi occhi parlavano di una vita vuota, priva di emozioni, senza alcuna promessa di felicità.
Avrebbe potuto andarsene. Era quello che lei sembrava chiedergli di fare. Lui però l'amava ancora. Amava quello che lei era stata e forse, se non si fosse arreso, avrebbe potuto ancora essere.
Non si illudeva di riuscire ancora ad indurla ad amarlo. Era troppo tardi per questo. C'erano state troppe lacrime e troppo dolore fra loro. Buffy non avrebbe accettato di ritornare in dietro fino a quel punto. Poteva però restituirle la gioia di vivere, la fiducia nel prossimo che l'avevano resa tanto speciale, quando era solo un'adolescente, e che ora sembrava avere perso.
"...credo che dovremmo parlare." concluse, non trovando altri termini per esprimere la tristezza che provava, a vederla così succube di un'esistenza tanto squallida.

"Parlare di che cosa?" Il cuore di Buffy aveva accelerato i battiti ad udire quelle parole, ma la parte razionale di lei si erse subito, pronta a proteggerla, soffocando ogni suo sentimento.
"Di te...di noi." mormorò Angel sottovoce.
"Non c'è nulla da dire mi sembra." obiettò pronta lei "Non esiste più un "noi" da molto tempo."
Quella che aveva detto era la verità. Buffy lo sapeva con certezza. Le loro vite si erano separate da molto tempo e lui...era scomparso anche dai suoi sogni. Perchè allora la sua voce aveva tremato pronunciando quelle parole?
Angel aveva colto quel lieve tremore, l'esitazione delle sue labbra, l'ira nascosta nella sua voce. Nel suo animo si riaccese una scintilla di speranza, non per loro due, ma almeno per Buffy.
"Forse è così." assentì, sforzandosi per mantenere neutro il tono della propria voce. Per orgoglio non voleva che Buffy comprendesse quanto quel "noi" fosse ancora importante per lui. "Ma allora dovrebbe esserci qualcun altro nella tua vita, qualcuno che ti ama ...e che tu ami."

"Spiacente di deluderti." rispose ironicamente Buffy con una smorfia triste sul viso "Ma non c'è nessun altro. L'amore non esiste. E' solo un momento di pazzia che ci sconvolge quando siamo troppo giovani per capire come è realmente la vita. Ho un buon lavoro, quindi posso mantenermi da sola. Non soffro di solitudine, per fortuna. Sono stato tanto a lungo da sola che ho imparato a conviverci. Quindi non ho bisogno di nessuno in casa a cui lavare le camicie. L'amore fra adulti non è altro che una mutua assistenza. Io ce la faccio senza bisogno di nessuno quindi..."
Angel serrò le labbra. I suoi timori avevano trovato conferma nelle parole di Buffy. Lei era veramente cambiata perdendo quegli ideali che l'avevano resa unica. Sarebbe stato suo compito restituirglieli.
"Nel rapporto fra due persone non ci sono solo camice da lavare Buffy." obiettò pazientemente.
La sua voce aveva assunto il tono sommesso e dolce che lei amava tanto e a cui non aveva mai saputo resistere. Parlandole in quel modo Angel avrebbe potuto ottenere da lei qualsiasi cosa in passato, ma ormai era cresciuta, era più forte. Non sapeva che cosa volesse ottenere il vampiro, ma qualunque cosa fosse a lei non interessava più.

Parlando Angel si era avvicinato a lei di alcuni passi e ora era alla luce. Buffy osservò con distacco quel magnifico corpo, dalle proporzioni perfette, che rammentava così bene e il bel viso, apparentemente inalterato dal tempo.
Un brivido le percorse la spina dorsale. Lui era sempre affascinante. Non c'era da stupirsi che l'avesse attratta tanto quando era una ragazzina inesperta. Qualcosa nel suo volto le parve però poco famigliare. Era il suo sguardo, profondo e misterioso come sempre, ma anche più...umano. Il suo portamento era sempre sicuro, ma i suoi movimenti erano più sciolti come se si fosse liberato da catene che aveva portato a lungo.

Deglutì a vuoto. Conosceva quella sensazione di debolezza che stava invadendo le sue membra. L'aveva provata tante volte in passato. Pochi passi e sarebbe stata fra le sue forti braccia, stretta al suo petto, sicura, protetta, amata. Lui l'avrebbe baciata e lei...con uno sforzo Buffy ritrovò il controllo dei propri pensieri. Quella era una strada che aveva già percorso. Percorrerla un'altra volta le sarebbe stato impossibile. C'era stato Riley e...Spike. Non aveva amato nessuno di loro, ma ... l'avevano cambiata e lei non sarebbe mai potuta tornare in dietro.
"Se ti riferisci al sesso...mi sembra di ricordare che fosse una parola vietata fra di noi. Quanto agli altri...il sesso è la cosa più facile da trovare...e anche quella che mi interessa di meno in questo momento. Forse mi sono già divertita abbastanza!"

Aveva fatto quella osservazione nella speranza di ferire il vampiro, ma restò sorpresa quando constatò di esserci riuscita meglio di quanto avesse previsto. Non pensava di avere ancora così tanta influenza su di lui.
Il viso di Angel si distorse in una smorfia di dolore misto ad ira. Facendo violenza sui propri istinti decise però di ignorare le ultime parole della compagna. Le accuse e le recriminazioni non lo avrebbero avvicinato al suo scopo e poi di che cosa poteva accusarla? Era stato lui a lasciarla, anche se non lo aveva certo fatto perchè le si mettesse con...Spike!
"Dall'ultima volta che ci siamo visti è accaduto qualcosa." dichiarò, fissando in volto Buffy per cogliere ogni suo mutamento di espressione.
"Sono accadute molte cose direi." fu la sua risposta, apparentemente indifferente. "Come vedi ho perfino cambiato colore ai capelli. Mi sono stufata di essere bionda. Trovo che il castano mi doni di più anche se...."
"Ho sconfitto la maledizione." la interruppe Angel "Era questo che volevo dirti, anche se forse...non ti interessa più."

Nella mente di Buffy esplosero mille pensieri. La maledizione...era scomparsa...erano liberi di amarsi....baciarsi....stringersi...fare l'amore per tutto il tempo che volevano...senza paura...senza timori! Avrebbero potuto avere il futuro che per tanto tempo avevano sognato!
Un'emozione che aveva dimenticato invase la sua anima. Buffy, sorpresa, non la contrastò. Le permise di raggiungere i recessi più profondi del suo essere, entrare nel suo cuore e perfino nel suo corpo. Era dolore. Un dolore bruciante e devastante. Sentì un terribile desiderio di piangere. Non rammentava più l'ultima volta che le lacrime avevano solcato il suo viso.
Ora loro due avrebbero potuto....ma era ormai tardi, troppo tardi!
Lo odiò con tutta se stessa per averle dato quel nuovo dolore, ma nello stesso tempo gli fu grata perchè dopo anni di silenzio sentiva di nuovo il cuore battere nel proprio petto.

"Infatti, non mi interessa." rispose, con una sicurezza che non provava. "Non sono più quella di allora Angel. Sono successe troppe cose...a tutti e due per poter ricominciare come se nulla fosse accaduto."
"Forse hai ragione." ammise il vampiro con un sorriso triste, "ma...niente ci impedisce di trascorrere insieme una notte piacevole." mormorò, allungando una mano per accarezzarle il volto. Non sperava di indurla ad amarlo ancora. Voleva solo farle provare ancora una volta il suo amore per risvegliare in lei il bisogno di amare e di essere amata che aveva provato un tempo. Sarebbe stato un altro a raccogliere i frutti della sua opera e quest'idea divorava la sua anima, ma lasciare che Buffy conducesse il resto della sua vita in quel modo gli era intollerabile.

Non sapeva quanta responsabilità di quell'atteggiamento cinico e freddo fosse sua e quanta di chi era venuto dopo di lui. Certo anche le battaglie che Buffy aveva dovuto sostenere come Cacciatrice avevano contribuito a logorare il suo coraggio. Di chiunque fosse la colpa era compito suo ora rimediare.
Buffy però si ritrasse bruscamente, facendo un passo in dietro, come se temesse il tocco delle sue dita.
Fissando il pavimento scosse violentemente il capo. "Non è possibile Angel!" esclamò con forza.
"Perchè?" chiese il vampiro genuinamente sorpreso. Anche se non lo amava più Buffy non aveva ragione di rifiutarsi di avere con lui un semplice rapporto occasionale. Probabilmente ne aveva avuti altri con uomini che conosceva molto meno e avevano da offrirle neppure la decima parte di quello che, in camera da letto, avrebbe potuto dargli lui, pensò senza falsa modestia. "Mi hai detto che non c'è nessun altro nella tua vita. Siamo adulti e maggiorenni. Non ti sto chiedendo di impegnarti per la vita. Si tratta di una sola notte. Poi ciascuno riprenderà la sua strada."

Buffy provò il desiderio di fuggire, ma qualcosa la trattenne. La mano di lui, ancora protesa verso di lei. Angel...la trovava ancora desiderabile. Avrebbe voluto fare l'amore con lei, anche se solo per una notte. La gola le si serrò per la commozione. Lui non sapeva, non immaginava...credeva che lei....
"Non ho più diciassette anni Angel, non sono più vergine e...non credo che fare l'amore con te ora sarebbe una buona idea." mormorò a bassa voce con rassegnata tristezza.
"Non capisco. Per anni hai affermato di amarmi e desiderarmi e ora che possiamo....non vuoi trascorrere con me neppure una notte come faresti con un qualsiasi tipo che ti piacesse incontrato in un locale!" Angel era sconcertato, ma anche irritato per quel comportamento irrazionale della compagna. Desiderava fare l'amore con lei più di ogni altra cosa, ma soprattutto desiderava aiutarla. Buffy però lo teneva a distanza rifiutando l'aiuto che lui le stava offrendo.
"Non sono quel tipo di donna!" esplose Buffy, indignata per l'accusa.

"Davvero?" chiese ironicamente Angel. La sua pazienza era finita lasciando libera la gelosia di emergere con violenza. "Credevo che essere stata con Spike avesse aperto le tue vedute!"
"Tu non hai diritto di..." controbatté subito Buffy con rabbia. Angel però la interruppe afferrandola per le spalle e premendo le labbra contro le sue.
All'inizio fu un bacio colmo d'ira repressa da entrambe le parti. Angel non pensava a Spike in quel momento. Si sentiva frustrato per l'assurda determinazione con cui Buffy lo aveva respinto. Poteva accettare che lei non lo amasse più. Era passato molto tempo da quando lei era stata la sua ragazza. Allora era una ragazzina. Adesso era una donna. Inoltre dalla sua storia con lui Buffy probabilmente aveva tratto più dolore che gioia. Era naturale che i sentimenti che forse un giorno aveva provato per lui si fossero logorati fino a trasformarsi in indifferenza. Ma perchè negargli la possibilità di esserle utile, darle una notte di piacere e forse, lui sperava, qualcosa di più? Non aveva senso.

Buffy era furiosa contro il destino che aveva cambiato le sue carte, ma solo quando ormai non sapeva più che farsene, contro Angel, perchè l'aveva lasciata e ora tornava solo per sbatterle in faccia che avrebbe potuto essere felice...con un'altra, ma soprattutto con se stessa per non aver saputo aspettare, non aver creduto abbastanza nel loro amore. Odiava se stessa per aver permesso al fuoco della speranza di spegnersi dentro di lei.
Le labbra di Angel erano però morbide contro le sue. Sentiva il suo profumo famigliare avvolgerla, le sue dita stringerle le spalle con forza, il suo petto solido premerle contro il seno. Con un sospiro si abbandonò e l'ira si trasformò in passione. Dischiuse la bocca e fu ricompensata dal tocco fresco della sua lingua. Il suo sapore le invase la bocca. Rimase immobile, assaporando ogni istante di quel momento sublime, che sarebbe stato l'ultimo che avrebbe mai condiviso con lui.
Percependo l'esile corpo che si rilassava contro di lui Angel inconsciamente trasformò la forza in tenerezza. Con calma, timoroso di essere respinto, esplorò la sua bocca come se fosse la prima volta. Ricordava ogni dettaglio di tutti i baci che si erano scambiati, ma si rese conto che nessun ricordo era all'altezza di quello che stava accadendo in quel momento. Concentrò tutto il suo essere in quel contatto più intimo di ogni altro. Sapeva che era la sua ultima speranza di entrare nell'universo di Buffy Summers.

Alla fine cedette sotto la pressione delle piccole mani sul suo petto. Si allontanò da lei, anche se riluttante. Cercò di scrutarla in viso, ma Buffy teneva il capo piegato verso terra, come se volesse privarlo anche del privilegio di scrutare nei suoi occhi.
"Credo sia meglio che torni a casa." mormorò Buffy, senza però accennare a muoversi.
"Buffy, perchè?" tornò a chiedere il vampiro, incapace di rassegnarsi a tanta cocciutaggine. "Puoi essere onesta con me. Forse non sono stato il massimo come amante, ma come confidente non credo di averti mai delusa."
Buffy si morse nervosamente il labbro inferiore. Se avesse voluto essere sincera avrebbe dovuto dirgli cose che trovava difficile ammettere perfino con se stessa, ma forse almeno questo glielo doveva.
"Voglio conservare intatto il ricordo della nostra prima e unica notte insieme Angel." mormorò, senza guardarlo. "Quella è stata l'unica occasione in tutta la mia vita in cui io sia stata veramente felice. Tu mi hai fatto sentire pulita, orgogliosa di essere una donna. Neppure dopo la comparsa di Angelus mi sono mai veramente pentita o vergognata, neppure per un istante, di quello che avevamo fatto. Dopo, con gli altri...con Riley è stata tutta una menzogna. Ho tentato di convincermi che fosse amore. In realtà era solo paura della solitudine. Quanto a Spike....non sopporto l'idea di fare ancora l'amore con te dopo che..." Buffy si interruppe. Immagini di un passato che avrebbe voluto dimenticare le si presentarono alla mente. Angel sapeva che lei e Spike erano stati insieme, quello che ignorava era...come si erano accoppiati, senza dignità e rispetto per se stessi e per l'altro.
"Che cosa ti ha fatto?" chiese Angel sottovoce, ma con un tono colmo d'ira e di minaccia.

"Non è stata colpa sua Angel. Non devi prendertela con lui. E' un vampiro e diceva di amarmi. Forse in un certo senso era vero. Forse mi amava, secondo i criteri dei vampiri. Quanto a come si è comportato credo che certe cose per i vampiri siano normali. Anche quando ha tentato di abusare di me...in fondo sono stata io a indurlo a farlo. Fosse stato un uomo non era una giustificazione, ma era un vampiro e io...lo sapevo.
La responsabilità di quello che ho fatto, o meglio gli ho lasciato fare, è solo mia. Non so ancora adesso come sia successo. E' stato come ci fosse un'altra persona dentro di me. Ero sola, sconvolta per essere stata resuscitata, senza un amico che potesse veramente comprendermi, ma non credo che queste siano scuse sufficienti.
Spike pensava che non dicessi nulla agli altri di noi perchè mi vergognavo di lui. Aveva torto. Era di me stessa che provavo vergogna."
"Di che cosa ti vergognavi Buffy?" domandò il vampiro con tono comprensivo. "Del fatto di provare attrazione per un vampiro? In fondo ti era già successo...con me."
Buffy sollevò il capo e osservò il compagno con un sorriso triste sul volto. Solo Angel poteva essere così ottuso in questioni di cuore da paragonare la loro storia a quello che c'era stato fra lei e Spike.

"Lui non ha nulla a che fare con te Angel. Io ti amavo e tu...mi amavi. Spike...con lui si è trattato di sesso e basta. A ripensarci non doveva essere neppure l'attrazione fisica a spingermi verso di lui. Esteticamente non è poi così prestante e soprattutto è completamente diverso dal genere di uomo che normalmente mi attrae." Angel sollevò un sopraciglio perplesso. Un lampo di malizia attraversò lo sguardo di Buffy. "Hai presente: alto, corporatura atletica, capelli e occhi neri?"
Un caldo sorriso illuminò per un istante il volto del vampiro. "Sì, ho presente." assentì "Ma allora..."
L'espressione di Buffy tornò a incupirsi. "Credo che accettare il rapporto corrotto e malato che ho avuto con lui sia stato un modo come un altro per autodistruggermi. Volevo annientarmi, spegnere ogni speranza, ogni illusione dentro di me per non dover più soffrire. Rendere sporco e volgare, privo di significato quello che fino a quel momento per me era stato l'atto più meraviglioso che potessi compiere mi è sembrato il modo più rapido e indolore per farlo."
"E' stato così brutto?" Con sorpresa Buffy scoprì che nella voce di Angel non c'era ira o gelosia, ma solo dolore e comprensione.

"Abbastanza." dichiarò con una smorfia di autocommiserazione. "Lo abbiamo fatto nei vicoli, fra i bidoni dell'immondizia, in letti luridi, su pavimenti infestati dagli scarafaggi e perfino in pubblico, al Bronze. Il peggio però non erano tanto i luoghi quanto il silenzio che esisteva fra noi. Non c'è mai stata una parola di affetto o di tenerezza. Appagavamo i nostri sensi e basta. Non c'era nessun sentimento vero ad unirci, neppure l'amicizia o il semplice rispetto. Lui diceva di amarmi, ma...che valore possono avere le parole di un vampiro psicopatico? Quale rispetto ha per te un uomo che ti solleva la gonna e....insomma hai capito. Dopo stavo sotto la doccia per un'eternità, ma non serviva. Continuavo a sentirmi sporca...come mi sento ancora adesso.
Ora sai tutto. Per favore lasciami andare a casa." concluse Buffy muovendosi verso la porta.
Gli aveva detto ogni cosa, come non aveva mai osato fare con nessun altro, neppure con Willow. Glielo doveva, a causa di quello che c'era stato tra loro e che a causa sua...era irrimediabilmente finito. Non era però tenuta a sopportare il suo sguardo e il suo disprezzo.

"Buffy, aspetta!" La chiamò lui, ma lei non si fermò. Voleva solo fuggire da lui, da quello che non avrebbe mai potuto più essere. Si inoltrò nella notte, lungo il vialetto, senza voltarsi.
Angel si fermò sulla porta in preda al panico. Se l'avesse lasciata andare via lei non sarebbe mai più tornata. Non poteva permetterlo, soprattutto non ora che aveva compreso che lei provava ancora qualcosa per lui. Forse c'era ancora una speranza. Buffy era tormentata dal proprio passato, ma...anche lui aveva delle confessioni da farle.
"Devi sapere di...Darla!" urlò nella notte.
Quel nome sepolto nella sua memoria esplose nella mente di Buffy cancellando ogni altro pensiero. Si blocco e lentamente tornò sui suoi passi fino a trovarsi di fronte al vampiro.
"Darla?" chiese esterrefatta. "Darla è morta. Tu stesso l'hai polverizzata sotto i miei occhi."
Angel aveva provato sollievo vedendola tornare verso di lui, ma distolse lo sguardo imbarazzato sotto i penetranti occhi grigi.
"Non ti hanno detto nulla di me...e di lei?" chiese titubante.
"No. Sapevano tutti che tu eri un argomento da non affrontare con me. Quando te ne sei andato ho detto al Signor Giles di informarmi se tu fossi stato in pericolo o avessi bisogno di me...come Cacciatrice intendo. E lui lo ha fatto, ma della tua vita privata ho preferito non sapere nulla. All'inizio ero troppo arrabbiata con te e poi, dopo che ho incontrato a Los Angeles quella poliziotta che ti guardava che se fossi un piatto prelibato da divorare, ho deciso che motivi per soffrire ne avevo già abbastanza senza dovermi preoccupare anche degli stuoli di donne che certo ti ronzavano intorno."
"Torniamo dentro. E' una storia lunga." la invitò Angel con un gesto della mano.

Era ormai l'alba. Angel aveva parlato per ore e Buffy aveva ascoltato in silenzio. Erano seduti uno di fronte all'altra davanti al caminetto spento. Entrambi spettinati, con i vestiti stropicciati e gli occhi segnati dalla stanchezza parevano soldati esausti che, dopo una lunga battaglia, anelavano solo al meritato riposo.
Raccontando a Buffy il suo passato Angel lo aveva vissuto di nuovo, rivedendo ogni avvenimento con estrema chiarezza. Riflessi negli occhi grigi di lei aveva visto la sofferenza, l'ira e anche la vergogna che aveva provato allora. Non era stato facile, ma Buffy lo aveva aiutato semplicemente restando immobile, ad ascoltarlo. Lei era ancora una volta lì, presente nella sua vita, disposta a soffrire con lui delle sue sconfitte e gioire delle sue vittorie.
Le aveva raccontato di Darla, ma anche di Conan, Doyle, Cordelia e di come aveva superato la maledizione. Sentimenti diversi si erano alternati sul viso di lei: comprensione, ma anche gelosia e ira. Non c'era stata mai però, neppure per un solo istante l'indifferenza che lui temeva più di ogni cosa.

Buffy era in preda ad emozioni contrastanti. Angel era cambiato. Era diventando più umano. Aveva provato interesse per altre donne, era stato padre di un figlio che non gli aveva dato lei. Era furiosa con lui per questo, ma nello stesso tempo erano avvenimenti che sembravano renderlo ai suoi occhi più reale. Si era innamorata del Principe Azzurro. Un uomo perfetto, per il quale lei era tutto l'universo. Ora aveva di fronte una persona con una vita, un passato, degli amici.
Aveva guardato ad altre donne e le aveva anche desiderate. Era un uomo solo. L'idea non le piaceva, ma doveva ammettere che era normale. Inoltre loro, le altre, non avevano avuto altro che le briciole di lui. Non aveva amato nessuna di loro, non come aveva amato lei. Aveva cercato di colmare la sua solitudine, il vuoto che lei aveva lasciato nella sua vita...e non c'era riuscito.
Per questo le aveva telefonato, l'aveva cercata. Lui...amava ancora solo lei!

"Ora è finita." mormorò Buffy desiderosa di distogliere la mente del compagno da un passato che gli aveva riservato più dolore che gioia.
"Sì, è finita" assentì Angel "ma non credo che potrò mai dimenticare quello che è accaduto."
"Così come io non dimenticherò Spike, non è vero?"
"Non lo so." rispose onestamente Angel."Quello di cui sono certo è che se continueremo a crogiolarci nel dolore di quello che è stato, senza avere il coraggio di andare avanti, distruggeremo noi stessi. Ho già rischiato una volta di farlo. Mi sono chiuso nei miei rimorsi e se non fossi arrivata tu a tirarmi fuori...probabilmente sarei ancora in un vicolo fra i topi e l'immondizia."
"Ho una confessione da farti." dichiarò Buffy con atteggiamento contrito. Angel la implorò con lo sguardo di non infliggergli altro dolore. Lei gli rispose con un sorriso rassicurante.
"Non sono mai riuscita a immaginarti sporco, vestito di stracci fare il vagabondo." mormorò con sguardo colpevole. "Sei talmente ordinato e fissato con la pulizia!"
Le labbra di Angel si piegarono nel primo accenno di un sorriso da quando, la sera prima, aveva nominato Darla.
"Spero che tu non debba mai vedermi così. Sarei veramente poco attraente."
Buffy strinse le labbra e un lieve rossore le si diffuse sulle guance.
"La tua proposta è ancora valida?" chiese, fissando il tappeto.
Si sentiva imbarazzata come una ragazzina al primo appuntamento. Non avrebbe voluto essere così diretta, ma...desiderava trovarsi ancora fra le sue braccia più di qualsiasi altra cosa al mondo.

"Sì." mormorò Angel piacevolmente sorpreso. Aveva notato il rossore di Buffy e n'era rimasto affascinato. Lei gli appariva dolce e innocente come un tempo. Forse anche di più. Con un moto di orgoglio pensò che certo Spike non avrebbe mai visto quel candore e quella purezza sul suo viso.
"Per una sola notte?" domandò ancora Buffy.
Incerto sulla risposta che lei avrebbe voluto sentire Angel tacque alcuni istanti.
Poi sospirò. Era inutile mentire.
"Fino a quando non sarai tu a lasciarmi." dichiarò con un sospiro. "Io l'ho già fatto una volta e non credo che riuscirei a farlo di nuovo."
Buffy timidamente sorrise. Era talmente felice da aver timore a manifestarlo.
"Ne sei sicuro?" chiese, mentre il cuore le batteva così forte da coprire il suono della sua stessa voce.
Nel silenzio che seguì entrambi ricordarono un'altra occasione in cui era stato lui ad esitare e lei a prendere l'iniziativa. L'indole di Angel però non era impulsiva come lo era stata quella di Buffy anni prima. Aveva bisogno di certezze, nonostante tutto il suo essere agognasse solo di unirsi a lei come solo chi si ama può fare.
"Perchè me lo chiedi? Tu non lo sei?" domandò sottovoce.
"Ho paura." Confessò Buffy. "Il ricordo di noi due...mi sono aggrappata a quel ricordo per così tanto tempo che ora ho paura di distruggerlo. Siamo cambiati, la vita, le nostre scelte ci hanno cambiati. Se anche fra le tue braccia proverò soltanto quello che ho provato con gli altri...non avrò più nulla su cui sognare, in cui sperare."

Angel allungò una mano per accarezzarle dolcemente il viso.
"Pensavo che fra noi fosse finita e di non comparire più nei tuoi sogni." commentò scherzosamente.
"Ho mentito." Ammise Buffy alzando lo sguardo su di lui.
"I sogni sono il riflesso della nostra anima. Evidentemente non sei cambiata quanto credi." affermò il vampiro con sicurezza.
"E tu che cosa sogni?" domandò Buffy. Sorrideva, ma lo sguardo con cui scrutava il volto del compagno era serio. Pensava a Kate, Darla, Cordelia e a tutte le altre che forse erano esistite e di cui non sapeva il nome. Angel comprese fino in fondo l'importanza di quella domanda.
"Ci sono state altre donne nella mia vita, e alcune di essere per breve tempo le ho anche desiderate. Nei miei sogni però, dal primo giorno in cui ti ho vista, ci sei stata solo tu." rispose senza esitare.
Con un unico elegante movimento il vampiro si alzò e porse una mano alla compagna per aiutarla a sollevarsi dal tappeto. Dopo un istante di esitazione Buffy afferrò le sue dita e lo seguì verso la camera da letto.
Il sole fuori stava sorgendo, ma non aveva importanza per loro. Nulla aveva importanza se non il fatto che si erano ritrovati e, attraverso il loro reciproco amore, avevano ritrovato anche se stessi.

 

Continua?