L'Azione Cattolica oggi: tradizione e rinnovamento
L'AC è una "scuola di Vangelo". Non è burocrazia: è un'esperienza di Dio che si realizza a vari livelli. Oggi l'AC si trova ad un punto di svolta, uno dei tanti che ha affrontato negli anni che hanno seguito il concilio. L'attenzione al rinnovamento è sì fonte di ricchezza, ma anche causa di fragilità, perché il mettersi continuamente in discussione può avere ripercussioni sulla propria identità di associazione. Il rinnovamento non deve partire dalle "geometrie interne", dal fattore organizzativo, né in reazione al calo numerico degli iscritti: questi criteri porterebbero l'AC a chiudersi in sé, nelle proprie esigenze, rinunciando al suo specifico che è quello di servire la Chiesa locale. L'AC al contrario si deve rinnovare cercando di essere flessibile, di adattarsi al contesto pastorale all'interno del quale è chiamata ad operare. Non si tratta di un'astuzia di sopravvivenza, ma della strada maestra per mettersi a concreto servizio della Chiesa e delle comunità cristiane. La crisi dell'AC risente però anche di alcuni fattori ad essa esterni, quali ad esempio la crisi più generale della pastorale e la diminuzione della connotazione politica dell'associazione. L'AC oggi è tornata a concentrarsi sul suo essenziale, ovvero l'ambito pastorale, ma non riesce a far in modo che si formi un laicato concreto interlocutore del cattolicesimo nella realtà sociale. La strada della formazione e della pastorale è sicuramente quella da seguire, ma occorre smettere di pensare in termini di piani formativi organici. Anzi, la formazione deve trarre spunto e materiale dalla realtà concreta e dalla storia, facendo illuminazione culturale e contribuendo a ricostruire una "visione-quadro" cristiana della realtà. Si tratta di costruire una "mentalità di fede", un modo di vivere e di pensare ispirato a come vivrebbe e penserebbe Cristo se si trovasse ad interagire nella nostra realtà. Solo con questa introiezione il laico può veramente costituire termine di confronto reale con il tessuto sociale. Si tratta quindi di:
Realizzare l'Azione Cattolica oggi in parrocchia
A partire dalle riflessioni portate da Dino Boffo nel precedente incontro, ci siamo divisi in gruppi di lavoro e ci siamo soffermati a discutere e a condividere esperienze attorno a 3 tematiche cruciali nel rinnovamento della nostra associazione:
Per quanto riguarda
l'adesione, la riflessione è partita da due domande, ovvero
se fosse necessario l'impegno pubblico ed economico e se fosse possibile
fare attività di AC anche senza aderire. Sono stati rilevati due
problemi fondamentali che incontriamo nel proporre l'adesione. Per quanto riguarda
invece il tema della formazione risultava importante, come anche
affermava Dino Boffo, che le iniziative vadano valutate e proposte in
base alla loro incisività e alla loro capacità di coinvolgere
veramente la persona destinataria. La formazione è una necessità
base del credente ed è per questo che l'AC, nelle sue attività,
non può imporsi ma collaborare con le altre realtà parrocchiali,
traendo così spunto diretto dalla realtà concreta in cui
è situata. Infine circa il tema
dell'unitarietà, il suo valore rimane indubbio e unanimemente
riconosciuto, tuttavia vi sono molti ostacoli, in quanto i settori tendono
a vivere delle realtà a sé stanti, facendo mancare la continuità
e quindi nuocendo all'identità associativa.
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