Compagni dei miei sogni siete andati (Ricordo dei miei 15 anni – per
chitarra)
Ritornello:
Compagni dei miei sogni siete andati
con
le lunghe barbe ed i capelli lunghi
verso
le mete mai sperate,
gli
occhi di erranti e gli sguardi di mondi
già
conosciuti e sempre agognati,
lasciaste
questa terra
e
già le rondini cantano in coro
le
loro eterne storie.
Io che con voi non volli mai venire
vedo
le lotte che sono nel mio cuore,
lottai
con pietre e sassi e duro langue
(Sgrammaticato?)
mentre
il mondo perdeva ogni ritegno.
Sono qua forte
con
l’eredità della morte
che
ogni mortale
porta
in se d’eterno.
Son vittoriosa
anche se rimpiango
un
po’ l’oblio che ho lasciato in voi,
quel
ricercare nell’eterne sponde
del
destino d’uomini i sentieri.
Come
un capitano di Ventura (Mia mamma mi
chiamava Pippo Spano!)
i
piedi puntati sulla terra dura,
lo
sguardo fisso ai nemici e alle guerre
vedo
il futuro e scaccio i miei pensieri.
Fiori dalle pallide corolle
occhi
di donne dell’India abbandonata,
il
lungo passo di un santone bianco
riporta
dell’inno un incanto.
Mentre le membra già vecchie e incallite
Lottano
ancora per un metro di salita,
tutto
il mondo passa in un aurora
e
la farfalla vola, vola, vola.