Lo scenario

 

Volte, volte di marmo e lunghi drappi,

scenari senza fine e passi stanchi,

rimbomba la platea delle parole

di quel che stai dicendo e quel che dico.

Tutti vedono e sentono dentro il mio cuore.

Ho paura di non farmi amare.

Si lo so, l’angoscia è come la verità senza confini.

Vedo una porta sul gesso dello stipite.

Dipinto anche questo senza, senza speranza.

Voglio un grande immenso spazio dove librarmi,

dove andar lontano.

Tu mi apparivi come questo scenario pitturato:

con il mare azzurro e l’aria libera,

le isole lontane con le palme che respiravano al vento.

Strana la vita, si cerca l’infinito

e ci si accorge di esser prigionieri.

Le luci sbattono violente sul mio viso,

canto la voce e non è capita.

Tutti guardano con occhi di risata.

Voglio la casa, la mia casa vera

con i suoi pochi metri di impiantito, il tavolo, il letto, la credenza,

con il cortile e un ritaglio di cielo.

Grigio è il muro, sporco di acqua,

ma di quella vera.

Vero è l’azzurro e veri i fili della luce

Dove le rondini cantano d’amore.

Parole e parole sulla scena.

I volti diventano di fuoco,

quindi lividi e verdi.

Un urlo, un urlo vero,

nessuno ascolta la voce del mio cuore.

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