Raminga vagherà

la mia parola

 

Raminga vagherà

La mia parola,

in terra straniera

dove le nevi

alte, e l’ombra

bruna della terra

ognora spargerà

la sua dimora;

lassù cordiali amici

dal glauco sguardo

sognante, volgeranno

al mio riso

un novello viso

come se tutto

fosse per

loro scritto,

e come se la mia

anima bruna,

di mediterranea aurora

si confondesse

nel tramonto dell’aura,

di una bianca notte chiara

e d’incandescente luce

circonfusa.

Così io avrò parenti

e amici e amiche

là, dove il cuore mio

guida il desio,

e dove gentile casetta

ospitale e perfetta,

farà ai fogli miei

sicura incetta.

Vagherò così

nei boschi e nelle valli

e nei fiordi boscosi,

e in splendide città

e in mari pescosi,

in porti e luoghi

che mai avrei pensato

a visitare;

io pellegrina fedel

a Roma e a Dio,

sarò felice

di poter andare

fra amici veri

dal cuor gentile e pio,

che paion quasi

meravigliarsi che

un sol Dio,

possa dividerci

in tante aspre

virtù che per virtù

separa, e separati

lascia i figli suoi

come cani randagi

qual là, qual qua

del fosso,

come se il mondo

non fosse

tutto solo e soltanto

di un sol Dio.

Dall’incanto del Nord

e sua stagione,

le mie carte

prenderanno

altra strada

verso l’immensa calda

pia regione,

dei colli e le savane

dove bestie strane

popolan la fonte

dove il canto del mondo

s’ode più intenso,

che in qualunque

luogo di terre popolate;

lì avranno lor dimora

e accoglienza festosa,

e i miei canti verran

ripetuti e tradotti

come gioiosa nenia

di un popolo che nasce

e quindi muore

in reale consonanza

con la natura.

Così il mio cuor diviso,

fra il caldo nord

dalle fluorescenze misteriose,

e le frescure dei boschi,

della terra dove più a picco

scende la notte,

e improvvisa l’alba s’annuncia,

io vivrò felice

come tra figli

diversi, e pur amati

di ugual amore e vanto,

ma pellegrina e errante

l’anima mia sovrana,

di questa buccia strana

che si chiama terra,

e che richiama

verso le fonti

stesse della fede,

vagherà là

dove la mente

porta: le città

di Dio per eccellenza,

Roma e poi Gerusalemme,

che la celeste

ci aspetta un giorno

per farci gran festa, pur

che l’anima nostra

sia fedele.

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