(11 luglio 1999)
Foglie e fiori di rosa
Sul coltrone,
rosa quadrettoni
sul lettino
mentre la pioggia cala
ed io qui resto assorta
e senza pensier di sorta
vado stendendo
l’anima sul cuscino
e non m’importa
di questo stato
che non è viver
e neppur perire
ma è solo sentire
il proprio corpo,
mentre tutto ciò
che di me è assorto
pare esser lontano
senza vigore.
Dov’è la viva,
febbricitante, gioiosa,
dolorante consapevolezza
dell’esser mio
che sempre ho avuto
e che mai m’ha abbandonata?
Nel tenue malessere di un’ora
pare essere andata
assai lontana,
non c’è, non la si trova
e non la cerco
e la noia ha riempito
il suo rifugio.