Io che di santità

( 7 novembre 1999)

 

Io che di santità

ne ho ben poca

mi urto al veder

come al cammin giunta

di vincer tentazioni

e convertir mia anima

a più lucente vita,

quando par che

il maligno non abbia

via di entrata con me,

allor si scatena

all’esterno la partita

e venga attaccata

con più violenza

e frode

da color che mossi

certo da chi percuote

l’anime e le menti

e l’odio spande,

gettan fango e calunnia.

Stolta! Mi meraviglio

dunque se il mal

non potendo penetrar

le persone e farci varco

allora se la prende

con esse e usa

l’armi di suoi seguaci

stolti

per tale impresa.

Gioir dovrei

che sian giunti

tali affanni,

poiché se il mal

non può che percuoterti

dall’esterno

allora è più gioiosa

tua virtude,

e tale pena

dovrebbe esser offerta

all’Eterno come

ringraziamento

di aver tolto

l’assedio.

Ma l’assedio mai

veramente sarà tolto

come ruggente

leon a caccia

volto.