Paris, Paris, l’ Etoile.

(15 settembre 1999)

(Ricordo del viaggio a Parigi di maggio – giugno ’65)

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Su monte stellato

di placido incanto

in barbarico luogo

io ti canto.

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Selvaggia regione

mi è luogo natio ( )

costretta e legata

è quest’anima mia.

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

In spirito volo

laddove tu sei

città del mio cuore

retaggio dei miei( ).

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Le foglie già morte

imbiondite sul monte

ricordano a me

il giardino sul fonte ( ).

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Il fascino lieve

che potere e cultura

trascrivono in breve

pur sulla natura.

 

 

Paris, Paris, l’Etoile.

I tenui boschetti

di ninfe superbe

racchiusi fra i prati

e le isole verdi ( ).

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Il corpo impedisce,

la vita sconforta,

il cuore giulivo

è qui che mi porta.

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Madame Paninnì

dai biondi capelli

sul rivo, sul fonte

rispecchia i suoi anni.

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Miracolo strano

di strana città,

il tempo non passa,

si ferma là.

 

Paris, Paris, l’Etoile.

Sul liquido effluvio

di liquida luce

il velo dell’acqua

riporta una voce.

 

Paris, Paris, l’Etoile.

E’ voce bambina,

è voce di donna,

l’immagine dolce

di una fanciulla.

 

Paris, Paris, l’Etoile.

Nel barbaro monte ( )

Il tempo è una schiera,

un crudele guerriero,

una spada severa.

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Nel limpido incanto

dei tuoi cieli di sera ( )

amante è la voce,

dolcezza e preghiera.

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

Forse carezza,

uno sguardo e un sorriso:

“Chere maman”

sfiorarono il viso.

 

Paris, Paris, l’ Etoile.

“Chere maman”,

il birichino ciclista fuggì

e la mamma così

disse commossa:

 

Paris, Paris, l’ Etoile

“Amo la Francia e i francesi

se possono essere così galanti

anche con le signore

di una certa età!”