Pioggia d’agosto

( 27 agosto 1999)

 

Pioggia d’agosto

tu vieni

come rombo d’aereo

nel sole mattutino.

Tu vieni con fragore.

Un tuono?

No un aereo,

che sorvola l’Appennino.

Il sole brilla,

più non può.

Allora?

Ancora, ancora

Rombi si susseguono.

Il sole, ma no,

la pioggia. I panni!

Svelti!

Uno scroscio che bagna

tutto e tutti.
Senza pietà e poi

tuoni e rombi

che scassano la casa

dalle fondamenta

pietrose fin nel monte,

e poi pioggia più tenue

che perso il suo vigor

giovanile sgocciola.

Qualch’ urlo ancor

ma più lontano

come di pattuglia

che manda i suoi richiami

là dal monte.

Sgocciolio-tic-tac:

appiccicose gocce

che raggiungon i lastroni.

Le foglie già inzuppate

scuoton loro chiome

e seguita il rumore,

lo sgocciolio,

ma tenue educato

come non di stessa famiglia

fosse il tuono, l’urlo

che l’aveva annunciato.