(Montagna, 28 dicembre 1999)
Con preoccupazione mi sveglio
e con preoccupazione mi addormento
perché è dell’esser umano
lo stato di precarietà
come un’acqua che non ha riposo,
come un’aria percorsa dal vento,
come navicello in tempesta,
come anima senza Dio,
poiché da Lui siamo ancor separati
e tutto ci turba, tutto ci assilla,
il male ci avvolge
e niente ci appaga,
il tempo è un’attesa,
incerto il futuro,
più travagliata la pena.