ovvero
Tutto fu dato
(Montagna, notte fra il 25
e il 26 settembre 1999)
In grande abbazia
o piccolo romitaggio
l’anima del monaco
dice: “Questo fu dato.”
Fra gli archi saettanti
verso il cielo
e i marmi intarsiati
del pavimento,
o nella grotta umida
entro il monte,
il monaco dice:
“Questo fu dato.”
Nell’antro di foresta
e nell’incavo di albero,
o nel deserto ostile
e nella tana di fiera:
il monaco dice:
“Questo fu dato.”
Fra lo scampanio festevole
della città laboriosa
e alacre e orgogliosa,
o sul picco del monte
ove entro la roccia
si erge il convento
inaccessibile ai più
come nido d’aquila
il monaco dice:
“Questo fu dato.”
Grandezza o piccolezza,
ricchezza o povertà
restano diverse facce
di unica medaglia
poiché tutto fu dato.
Così in questa casa,
bella per me,
ravvolta in un giardino
fra il selvaggio e il gentile
io dico: “Grazie mio Dio
che questo mi desti.”