(Montagna, notte dell’8 dicembre 1999)
In oppressione ero
per malattia (1)
e travaglio di furto (2)
e incerta situazione,
a te mi rimisi
e dissi: “O Immacolata
fai grazie
a questa tua anima
sconsolata e triste
che la lode prometto
come di clarissa
errante su questo scoglio (5)
avrai finché
la tenebra d’inverno
non avrà tolto il suo soglio.
Promessa fu gradita
e tosto esaudita
fu la grazia, così
che in tal veste
vestita mi ritrovai, (4)
gioiosa
e di letizia tanta,
che il gaudio
si spandeva nella notte
e il cantico del cuore
faceva eco al solitario
ticchettio notturno
dell’orologio appeso
nel salone.