Le due colonne

(Montagna, 11 settembre 1999)

 

Gli antichi avevano

le colonne d’Ercole

a sostenere il cielo,

noi due colonne abbiamo

a sostenere i cieli

della nostra fede:

l’Immacolata e

L’Eucaristico Tabernacolo,

colonne poste lì

di sostegno e di appoggio

a chi cader non vuole

nel vuoto di tenebra

ed orrore.

L’una luminosi raggi

come d’arcobaleno getta,

l’altra stilla sangue

come sul Golgota,

e vero sangue

nel vino e pane

consacrato.

Io che qualsiasi ferita

temo, e amo la luce

e dolci paesaggi

pien di sole,

alla prima mi appoggio

senza tema,

e non rifiuto l’altra,

ma la mia comprensione

è scarsa e non discerne

nel mistero divino

che in materia si è fatta:

Dio e cibo e bevanda.

La mia stolida razza

pur nell’imbelle leggera

fiacca ebbrezza

di voler viver felice

in questa valle

di lacrime segnata,

all’Immacolata rivolge

la sua prece

e pur non comprendendo

i misteri di sua

corona di rose

pur tuttavia ne odora

il profumo soave

e si rimette a Lei

come bimbo in culla

alla tenera madre.

Le due colonne

sono unite

da un unico destino

e si congiungon dove

come anello celeste

sta il trono del Padre

col Figlio

e lo Spirito divino,

lì dove Trinità

ha sua sede,

lì è il Dolor della Croce,

e il Sangue Eucaristico

sparso e la misericordia

di Madre celestiale,

lì sono tutti i misteri

di nostra storia

personale e del mondo,

lì è il mistero d’inferno

e salvazione eterna,

lì si congiungono

 l’alfa e l’omega.