NE ASSAGGIO UN PO' DEL
TUO
Sfogo di un cavaliere suo malgrado
A volte, le donne fanno e/o dicono cose che mi fanno imbestialire. Le amo,
le adoro, e tutte queste belle cose, ma questo non cancella la terribile
verita': fanno cose per le quali le impalerei.
La peggiore, in assoluto: quando ordini qualcosa in un locale (ristorante,
pub, bar, ovunque), magari il dolce più buono del mondo, le chiedi se
anche lei prende qualcosa... e la risposta è sempre, o quasi, la solita:
"No, semmai ne assaggio un po' del tuo".
Ma perché? Voglio dire, è il dolce più buono del mondo,
ho mangiato per un'ora pensando a questo momento, immaginando il sapore
del dolce sulla mia lingua... quei dolci buonissimi e piccoli, minuscoli,
che si perdono in grandi piatti da nouvelle cuisine. Ne hai cinque
forchettate ben messe, o
una decina, se le fai piccole per far durare più a lungo quel piacere. Già
non ti basta la tua porzione... E devi dargliene un po' a lei.
Io non glielo voglio negare. Ma dico: porca troia, prendine una porzione e
avanzala. Avanzala, non fa niente, butto via dei soldi ma almeno mi godo
questo sottile piacere della vita.
Macché...
Lo mangi vivendotelo male. Malissimo. Perché non sai quando attaccherà.
E, come in tutti i dolci che si rispettano, c'è una parte buona e una
meno
buona. La logica, se tu fossi tranquillo a casa tua senza rompicoglioni
appostati come avvoltoi, ti direbbe di mangiare prima la parte meno buona
(per esempio la crosta se è una crostata) e poi goderti la migliore in
poche ma favolose forchettate, in un piacere così totale che cancella per
un minuto tutti gli orgasmi che hai avuto.
Ma qui non puoi. Qui c'è l'incognita: lei. Bastardissima creatura senza
cuore che fa finta di niente, ma ricorda tutto. Se la conosci da tempo, se
siete già alle scorregge mentre siete soli, allora mangi tutto in velocità
(ma il piacere è inquinato da questa fretta) e alla fine la guardi
desolato e triste dicendole:
"Cazzo, scusami, l'ho mangiato tutto e me ne sono scordato... ne
ordino un
altro...". Ti odierà. Sicuro ti odierà. Ma non dirà nulla e
balbetterà un
"Fa niente..." ingoiando un po' di bile.
Ma se la confidenza è ancora a un livello basso non puoi. Sai, loro
controllano tutte queste piccolezze. Noi uomini giudichiamo le donne per
certi aspetti più profondi e complessi (le tette, il culo...), ma loro no;
loro osservano i dettagli e mica puoi cazzare su questo qui. E allora
mangi questo dolce preso dal panico. Non puoi mica partire dalla crosta...
Di solito, per uscire da questa situazione le ricordi il fattaccio.
"Prendine pure un po'...", porgendole il piatto. Se ti va bene,
ti prende
i due pezzi migliori, ma almeno l'agonia è finita. Mangerai quello che ti
rimane in tranquillità. Se ti va male, ti risponderà la seconda frase
peggiore dopo "ne assaggio un po' del tuo": "No, avanzamene
un po'".
Un po'?! Che è "un po'"? Quantificami "un po'".
Quanto le avanzo, e che
le avanzo? Mica le posso dare la crosta. No, porca troia, la crosta me la
mangerò io, e a lei dovrò dare la parte buona, per giunta un bel
pezzetto,
mica posso fare la figura del pidocchioso .
La terza versione vede lei che all'improvviso, come un felino, fa volare
la sua forchetta (o il cucchiaio, dipende dal dolce) nel tuo piatto,
portandosi via un bel pezzo, magari quello che avevi evitato di mangiare
per gustarlo alla fine. E continua tranquilla e beata in questa sua
tortura, afferando ogni pochi istanti un
altro dei pezzi migliori, fino a mangiarteli tutti. Tutti i tuoi pezzi
migliori.
Mi fa incazzare. Ho sognato quel dolce. Sono venuto in questo locale
proprio per quel dolce. Io me lo sono ordinato e lo pagherò io. Tu non
l'hai voluto. Cazzo, potevi prenderlo e non l'hai voluto. E ti sei
mangiata il mio, brutta stronza.
Alcuni esempi.
- Compri un cornetto algida all'amarena. Quello che nella foto ha una
pianta di amarene infilata in una nuvola morbida di gelato cremoso e
quando lo apri e togli il coperchietto di cartone ha un gelato di granito e
una mezza amarena affogata in un suo stesso sputo. L'hai comprato in
funzione di due cose soltanto: l'amarena merdosa in punta e il
pimpirillino finale del cornetto, nel quale c'è quel milligrammo di
cioccolato duro e squisito. Lei (o anche un tuo amico che però potrai -
almeno - mandare affanculo) mangerà quelle due cose.
- Apri un saccottino del mulino bianco. Nella foto sulla confezione c'è
questo saccottino aperto dal quale cola circa mezzo chilo di marmellata.
Non è stato aperto, pensi, si è spezzato in due dalla pressione lavica
della marmellata. Dentro c'è una fototessera di marmellata. Un c'era una
volta della marmellata. Il suo ricordo.
Devi mangiare il saccottino da tutti e quattro i suoi lati, un pezzo alla
volta, impastandoti la bocca e immaginando l'ultimo centimetro nel quale
ti aspetta una pellicola di marmellata che ti si scioglierà tra le labbra
e quando finalmente ci arrivi, quando hai quel dannato francobollo tra le
dita, arriva lei e se lo mangia.
- L'ultimo boccone. Vale per tutte le cose. Mangi con relativa velocità
dividendo mentalmente tutti i bocconi che sono a tua disposizione,
godendoteli con un leggero anticipo. Ogni morso di panino, ogni
forchettata di pasta, ogni pezzetto di bistecca preannuncia quello che
seguirà. Ma al penultimo boccone lei ti mangerà l'ultimo, lasciandoti
totalmente spiazzato, come in un coito interrotto.