Bella domanda! Me la sono spesso posta in vita mia e, ogni volta di più, rimango convinto che ognuno di noi sia, come ebbe a dire Luigi Pirandello, uno, nessuno, centomila.
Uno, come fisicamente siamo, ma la nostra unità si dissolve quando pensiamo alle molteplici sfaccettature della nostra personalità nei vari ambiti in cui essa si esplica (centomila) e alle miriadi di "noi stessi", o meglio parti di noi, che ciascuno degli altri conosce (o crede di conoscere), le quali, prese singolarmente, non ci restituiscono la nostra vera immagine (nessuno).
Ciò nondimeno, vederci riflessi nel giudizio degli altri può aiutarci a conoscere meglio qualcuno dei "centomila" noi stessi.
Tornando in argomento, ecco la mia presentazione:
mi chiamo Alessio e sono nato a Roma nell' agosto del 1967; fin dai primissimi anni di vita ho dimostrato una vivace curiosità per tutto ciò che mi circondava, imparando prestissimo a leggere, interesse che mi accompagnerà sempre, nel prosieguo.
Dopo la scuola dell' obbligo, intraprendo nel 1981 la strada degli studi classici e conseguo la maturità nel 1986 con profitto, passione e, aggiungo, molto sacrificio. All' epoca consideravo lo studio quasi una "missione" ed oggi baratterei volentieri qualche "8" in pagella con qualche momento di svago in più. Tuttavia je ne regrette rien, non rimpiango nulla, come cantava Edith Piaf in una vecchia canzone; nessuno mi costringeva a stare tutte quelle ore sui libri, lo volevo io ed allora mi stava bene così.
Al momento di scegliere la facoltà universitaria, la tentazione forte fu quella di iscrivermi ad un corso di studi di tipo umanistico (la storia e la letteratura latina e la letteratura italiana erano fra le mie materie preferite). D' altro canto, sull'onda dello yuppismo imperante alla metà degli anni Ottanta, sembravano più allettanti le prospettive aperte dagli studi economici, paragonate a quelle dei corsi umanistici (prospettive di supplenze a vita: carmina non dant panem! ammonivano anche i padri latini).
Dopo lunga riflessione, decido di iscrivermi alla Facoltà di Economia e Commercio, che trovo molto interessante soprattutto nei corsi di Ragioneria (incredibile!) e di diritto in genere (finirò per sostenere 8 esami di diritto su 25 totali e la mia tesi verterà su di un argomento di Diritto Civile).
Finalmente, col "pezzo di carta" in mano, mi sento pronto a raccogliere i frutti di 20 anni di studi (1a elementare: 1973 - tesi di laurea: 1993), non prima di aver preso l' abilitazione di Dottore Commercialista, che a tutt' oggi resta come una medaglia sulla mia uniforme, ma senza aver mai esercitato la professione.
Nel 1996 entro a lavorare in Banca dove tuttora svolgo la mia attività.
Fin qui i miei dati "ufficiali"; passiamo ora in rassegna quelli "caratteriali":
da piccolo non mi sentivo "bambino", probabilmente perché, non avendo avuto fratelli, sono cresciuto fra persone adulte e come tale mi piaceva comportarmi.
Probabilmente sono più "bambino" oggi di quanto non lo fossi allora!
Prova ne sia questo stesso sito, quasi di taglio adolescenziale; per di più sono tutt' oggi un avido lettore di fumetti. Non riesco (e non voglio!) abbandonare questo legame di continuità con quella parte fanciullesca di noi che spesso la società ci impone di reprimere in nome delle cose "serie", "da grandi". Paura di crescere, sindrome di Peter Pan? Forse; e perché no? E che male c' è, in fondo?
Altra caratteristica saliente del mio carattere è il gusto della battuta, del paradosso del gioco di parole. Prendere la vita per scherzo, per paura di prenderla sul serio? Forse; e perché no? E che male c' è, in fondo?
Spesso mi viene rimproverato di essere una "pila de facioli", per quello che io chiamo "spirito critico" e che gli altri bollano come sindrome del bastian contrario. Non posso farci nulla: sostengo che il cervello non si possa accendere e spegnere come un interruttore e che se la mia ragione mi porta a vedere le cose in un certo modo, non posso impormi di vederle in altro modo (salvo prova contraria).
Il rapporto che cerco di instaurare dal punto di vista umano è di tipo cordiale e sincero: può essere un bisogno di approvazione da parte degli altri o forse sono un sognatore, nonostante il mio pessimismo (realismo) cronico.
Questo sono io, come in ogni manifestazione della mia personalità, conteso fra aspetti tra loro dicotomici e, malgrado ciò, coesistenti: idealista e disilluso, scettico e fiducioso, allegro e malinconico.
In conclusione: odio l' ipocrisia e le complicazioni della vita (pastoie varie di ordine burocratico e sociale).
Sono come sono, con pregi e difetti che non nascondo; apprezzo la sincerità e non pretendo di cambiare gli altri, aspettandomi lo stesso da loro; mi piace stare in mezzo alla gente, dialogare (anche via Internet) e, allo stesso tempo, ritagliarmi spazi dove posso dedicarmi ai miei hobbies preferiti in serena solitudine.
This is my way
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito ad accrescere il,mio bagaglio di esperienza, anche se non lo sanno (o non gliel' ho mai detto)!