Come già detto, sono nato e vivo a Roma.

Roma, capitale d' Italia ed ex capitale del mondo; non sembri una vacua vanteria, anzi, forse Roma avrebbe fatto a meno di tanta pompa.

Nata nella notte dei tempi, di mitologiche origini, Roma non si compiace dei suoi attuali titoli, né di quelli pregressi e più alti.

E' una città di meraviglie che non si meraviglia più di niente, avvezza com' è ad aver visto di tutto. Si può paragonare ad uno dei gatti che si aggirano fra i resti dell' Impero: indolente, ma fiera, apparentemente impassibile eppure consapevole del proprio ruolo e della propria aristocratica centralità.

Gli abitanti, poi, sono suoi degni figli; non si lasciano stupire da nulla, sanno come va il mondo per averne viste di tutti i colori, attraverso i secoli. Sono generosi ed accoglienti verso i forestieri, memori dell' universalità cui Roma ed i suoi cittadini sono stati chiamati ab origine e di un ecumenismo che è nelle radici di questa città terrena e celeste.

Roma dai mille contrasti, dilaniata al suo interno dai postumi rinnovati di quella lotta fratricida che segnò i suoi natali e che oggi si rispecchia, fatte le debite proporzioni, nella rivalità calcistica fra le sue due squadre (anche se, personalmente, ritengo che solo una abbia diritto di cittadinanza, portando il nome, i simboli e i colori dell' Urbe - n.d.w.m.). Roma stretta in una morsa di traffico e di inquinamento, laparatomizzata da lavori eternamente in corso, come quelli della "Fabbrica di S. Pietro" di antica memoria.

Roma eterna scoperta per lo stesso romano, che ti nasconde tesori d' arte nell' anfratto di una delle sue mille chiese.

Roma bestemmiata e pianta, ove la vita frenetica dei tempi moderni scorre dinanzi alle austere vestigia del passato, che ti fa rimpiangere di non vivere piuttosto in provincia o, addirittura, in campagna, Romai che ricorda ogni momento a chi ci è nato o ne ha fatto la propria dimora, che non potrebbe mai vivere altrove.