COMUNICATO STAMPA
Inaugurato il nuovo Tempio Ebraico al Cimitero Flaminio
Il Sindaco Rutelli e il Rabbino Capo Toaff hanno inaugurato stamane il nuovo Tempio Ebraico al cimitero Flaminio.Presenti il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Paserman, il Presidente di AMA SpA Valentini e l’Amministratore Delegato Tudini.
Il Tempio si trova all’interno del reparto Ebraico, ha una cubatura di 1000 mc e sorge su un’area di circa 1000 mq comprese le sistemazioni esterne.
E’ un’opera finanziata con i fondi comunali costituiti dai proventi cimiteriali che vengono così impiegati: 85% per nuove realizzazioni e manutenzioni straordinarie, 15% per manutenzioni ordinarie.
La progettazione è stata curata dalla comunità israelitica mentre la direzione ai lavori è stata assicurata dall’AMA SpA e i lavori per un importo di 1,5 miliardi - sono durati circa due anni con la prima pietra posta dal Sindaco Rutelli nella primavera del ’98.
L’edificio è formato da un corpo centrale – un cubo disposto su un vertice idealmente radicato nel terreno – dalla cui angolazione si generano una serie di triangoli che formano all’interno della sala fonti naturali di illuminazione: occhi di luce che creano stelle di David, un’ampia vetrata protesa come una prua sul dislivello massimo del terreno, un lucernaio e tante altre vetrate che si incrociano tra loro.
Nel Tempio si svolgono quelle forme di purificazione, tra cui il lavaggio e la vestizione del defunto, e si recitano le preghiere mentre la comunità si raccoglie intorno ai familiari in lutto esternando sentimenti di cordoglio e di partecipazione.
Con l’apertura del Tempio sarà possibile adesso svolgere tutte le funzioni previste dal rito funebre nel cimitero Flaminio evitando così come avvenuto sinora lo svolgimento di una parte del rito al cimitero Verano prima di traslare e seppellire il defunto al cimitero di Prima Porta.
Per Daniela Valentini, Presidente di AMA SpA S.p.A., "il dialogo con la Comunità Ebraica è uno dei passaggi principali della strategia di AMA SpA per rendere i cimiteri romani luoghi del ricordo e della memoria che possano davvero appartenere a tutti. La società italiana – ha dichiarato Daniela Valentini – è diventata una società multietnica, dove convivono diverse comunità, dove si intrecciano colori e provenienze diverse, dove arrivano uomini e donne delle più svariate nazionalità percorrendo, per ragioni politiche, economiche o addirittura di semplice sopravvivenza, una strada che noi italiani dovremmo conoscere bene, perché appartiene ad un nostro non lontano passato".
Roma, 3 Ottobre 2000