Progetto di 54 alloggi di edilizia
sperimentale alla Bandita
Il
Ministero dei Lavori Pubblici (C.E.R.) ha finanziato alla città di Palermo il
Contratto di Quartiere “Bandita”. Uno degli obiettivi fondamentali di tale
strumento di riqualificazione urbana è la realizzazione di n. 54 alloggi di
"edilizia sperimentale" in un quartiere periferico della città, la
Bandita.
Il complesso residenziale della Bandita è il primo
esempio di progettazione mirata alla riqualificazione ambientale ed alla
realizzazione di alloggi a basso impatto ambientale e con ridotti consumi
energetici assicurati da impianti tecnologici innovativi quali: pavimenti
radianti, impianti solari, sistemi di raffrescamento naturale.
Gli
aspetti ambientali del progetto:
- sfruttamento della posizione favorevole rispetto alle brezze
marine.
- realizzazioni di filtri solari verdi con specie arboree
caducifoglie (gelsi).
- controllo della ventilazione naturale con accorgimenti riguardanti
sia il complesso insediativo sia l’unità abitativa.
- giardini murati a nord da cui attingere aria per il raffrescamento
naturale.
- barriere verdi lungo la viabilità esterna per la protezione
dall’inquinamento acustico.
- scelta di apparecchi illuminanti a basso inquinamento luminoso.
- riduzione al minimo delle superfici impermeabili.
Gli aspetti tecnologici del progetto:
- realizzazione di impianti per raccolta e riutilizzo delle acque
meteoriche.
- tecnologia solare per la produzione di acqua calda sanitaria.
- sistema di raffrescamento naturale con condotti di alimentazione
aria interrati ed espulsione mediante camino solare.
- impianto termico con caldaia a metano e pannelli radianti a
pavimento con sistema di controllo termostatico differenziato.
- gestione della trasmissione del calore (laterizi forati ad alta
resistenza termica, isolamento a cappotto, infissi con doppi vetri, persiane e veneziane, pergolati, tetto ventilato).
TIPOLOGIA
CASA-GIARDINO
RELAZIONE
GENERALE
CONTENUTI
1)
Premessa
2)
Contesto urbano e territoriale: aspetti topografici paesaggistici,
ambientali.
3)
Cenni
storici sul territorio sulle caratteristiche dell'area.
4)
Il
Piano di Recupero.
5)
Aspetti geologici, idrologici, geotecnici.
6)
Inserimento dell'intervento sul territorio: criteri a scelte
progettuali.
7)
Temi
della sperimentazione.
8)
Descrizione dell'intervento.
9)
Aspetti costruttivi e caratteristiche dei materiali del progetto.
10)
Dati
di progetto
11)
Idoneità reti esterne dei servizi a soddisfare le esigenze
dell'intervento
12)
Soluzioni adottate per il superamento delle barriere architettoniche.
13)
Aspetti botanici
______________________________________________________________________________________
1- Premessa
Il
progetto esecutivo di edilizia sperimentale prende le mosse dal bando di
gara, pubblicato dal Ministero dei Lavori Pubblici ‑ Segretariato
Generale del .CER (Centro Edilizia Residenziale) sulla Gazzetta
Ufficiale del 30/01/1998, n.24;avente per oggetto la "realizzazione di
interventi sperimentali di edilizia sovvenzionata inseriti nell'ambito
dei Programmi di Recupero Urbano denominati Contratti di Quartiere”.
Tali
strumenti urbanistici, programmi straordinari di recupero delle aree
degradate e delle periferie urbane connotate da marcato disagio
abitativo e degrado ambientale , assumono rilevanza strategica per
finanziare interventi sperimentali nel settore dell'edilizia
residenziale pubblica . Essi sono risultati l'occasione per la messa a
punto di interventi progettuali fortemente eco-orientati.; inoltre tali
strumenti sono contraddistinti dall'attenzione prestata a tre importanti
temi: quello dell'occupazione e della coesione sociale, quello della
partecipazione e della concertazione e quello della ricostruzione
dell'identità dei luoghi.
A
proposito di quest'ultimo tema bisogna chiarire che la
conservazione/ricostruzione dell'identità dei luoghi è basata sia sulla
riconoscibilità dei connotati fisici dei luoghi, dell'impianto
urbanistico e dell'assetto edilizio, del paesaggio, sia sulla
conservazione dei caratteri socio economici, dei rapporti sociali a
delle reti di solidarietà che contraddistinguono la comunità insediata.
Il
Comune di Palermo ha individuato come ambito del Contratto di Quartiere
la borgata storica della Bandita, sita nella periferia est del
territorio comunale, già interessata da due recenti interventi di
edilizia economica e popolare; per tale ambito è stato messo a punto un
programma di realizzazione di 70 alloggi.
Il
progetto preliminare, inviato al CER nel giugno del l998 con una
richiesta dì finanziamento di 8 miliardi, si è utilmente collocato al
settimo posto nella graduatoria finale dei comuni vincitori, edita dal
CER nel Marzo del 1999..
Il 30
Aprile 2000 é scaduto il termine per la stipula del Protocollo di intesa
tra Segretariato Generale del CER e i Comuni ammessi al finanziamento
del Contratto di Quartiere, entro 45 giorni da tale data è prevista la
sottoscrizione della Convenzione tra CER e Comuni, che farà decorrere i
l80 giorni entro i quali redigere il progetto esecutivo.
Motivi informatori del progetto preliminare sono stati quello della
coniugazione di tradizione ed innovazione, attraverso la riscoperta
delle matrici proprie della cultura mediterranea in rapporto alla
struttura dei tipi edilizi, all'immagine complessiva dell'intervento, ai
modi e alle qualità dell'abitare, all'inserimento territoriale,
urbanistico e paesaggistico. Naturalmente, criterio informatore
dell'intera operazione progettuale, in sintonia con i presupposti e le
richieste del Bando, è stato quello della realizzazione di un
insediamento umano, per quanto possibile, dal ridotto impatto
ambientale, nell'ottica della chiusura dei cicli ecologici e del
risparmio delle risorse.
L'esperienza del progetto definitivo, prendendo le mosse dalle scelte
del progetto preliminare, opera un approfondimento delle tematiche
proprie dell'identità urbana e dei modi dell'abitare ed un affinamento
delle soluzioni tecnologiche innovative adottate.
2- Contesto urbano e territoriale: aspetti
topografici paesaggistici, ambientali.
L'ambito nel quale è previsto l'inserimento del progetto di edilizia
residenziale sperimentale, è storicamente caratterizzato da una forte
matrice agricola, costituita dal sistema degli insediamenti rurali e dei
campi coltivati prevalentemente ad agrumeti e ad orti; tale struttura
territoriale è sostenuta da due reti sovrapposte: quella della viabilità
interpoderale che consente lo spostamento tra i lotti e l'accesso ai
fondi e quella delle canalizzazioni irrigue, sistema diffuso e complesso
composto da saie, torri dell'acqua, vasche di accumulo, chiuse che oltre
a garantire l'approvvigionamento idrica ai lotti, connota vistosamente
il paesaggio.
Tale
trama territoriale coesiste con l'insieme degli insediamenti più
recenti, le cui caratteristiche sono in forte conflitto con la struttura
storica del territorio.
La
borgata storica è caratterizzata da un nucleo di antica formazione che
si sviluppa tra la via Messina Marina, la strada litoranea che da
Palermo si dirige in direzione Messina, e la via Bandita, la strada che
invece si orienta in direzione mare ‑ monte e dalla quale si dipartono
le strade interpoderali.
Il
borgo della Bandita, inglobato in una zona periferica di edilizia
residenziale ad alta densità, è caratterizzato da una struttura formata
da un tessuto minuto di edilizia compromessa dall'abusivismo; tale
testimonianza urbanistica ed edilizia rischia di scomparire insieme al
tessuto sociale e alla comunità economica insediata.
In
particolare dopo il secondo conflitto mondiale, l'edilizia di borgata ha
subito pesanti trasformazioni sia dell'assetto tipologico, sia delle
caratteristiche formali e spaziali.
Successivamente, dopo gli anni cinquanta, numerosi interventi di
edilizia residenziale multipiano hanno cancellato interi brani di
paesaggio agrario, tali insediamenti sono stati sovrapposti alla
struttura territoriale esistente secondo la triste logica che ha
considerato il territorio agricolo come "tabula rasa", campo ideale per
l'espansione urbana, trascurando la ricchezza di segni, le qualità
paesaggistiche e ambientali ed il ruolo ecologico delle aree agricole
periurbane.
Il
risultato di tale processo è un paesaggio urbano fortemente disgregato
nel quale coesistono realtà profondamente diverse; accanto ad edifici in
linea multipiano sopravvivono brani di paesaggio agrario produttivi,
spesso orti, condotti ancora con tecniche tradizionali.
Insieme agli interventi residenziali coesiste una ulteriore matrice
trasformativa legata alle attività produttive, sia tradizionali che di
più recente impianto, presenti in sito.
Il
borgo della Bandita però presenta alcune condizioni favorevoli al
recupero:
‑
l'insediamento storico, sebbene compromesso da un diffuso abusivismo é
tuttora riconoscibile ed è circondato ancora da vaste aree non
edificate, prevalentemente a colture orticole, e destinate dal Piano ad
uso agricolo o ad attrezzature di interesse generale; sono tuttora
presenti in sito aziende agricole di tipo artigianale e comunità di
pescatori che disegnano un tessuto microeconomico dalla forte identità
ed ancora vitale.
‑ la
zona urbana nella quale è situato il borgo è interessata da importanti
interventi di trasformazione e di risanamento urbano ed ambientale quali
il progetto di bonifica e di riqualificazione della fascia costiera.
Dal
punto di vista ambientale il luogo è un ambito pianeggiante, chiuso a
Nord Ovest dalle propaggini del sistema montuoso continuo che delimita
la piana di Palermo. Si rilevano notevoli valori percettivi dati dalla
visione dell'intero golfo di Palermo, segnato a Nord dal Monte
Pellegrino e a Sud Est da Monte Catalfano.
3- Cenni storici sul territorio e sulle
caratteristiche dell’area
I
numerosi studi storici sul territorio palermitano riferiscono poche
notizie utili sull'assetto dell'area in epoca precedente l'Unità d'ltalia.
Di
certo prima del XV secolo la zona, come tutti i dintorni della città
rinserrata dentro le mura, risulta coltivata in modo estensivo e poco o
niente abitata perché ritenuta poco sicura.
La
situazione cambia gradualmente a partire dal '500, epoca in cui il
governo dei viceré inizia una politica di appoderamento attraverso il
miglioramento e la creazione di trazzere e strade vicinali o attraverso
la costruzione di torri di guardia costiere o rusticane per migliorare
il controllo e la sicurezza dei dintorni della città.
Intorno a queste opere o nelle vicinanze, lungo le trazzere, sorgono nel
tempo piccoli insediamenti rurali e costieri che comunque qui, come
tutto l'agro palermitano non assumono la dimensione di borgata prima del
'700.
La
torre "Corsara", l'unica costiera tra le nove, nel territorio a Sud‑Est
della città, secondo il Villabianca, trae il nome, come la località, o
da una sorgente appartenente ad una famiglia Corsaro o perché vi si
rifornivano i corsari che dovevano imperversare nella zona.
La
torre, costruita dal Camilliani alla fine del '500, ebbe funzione
difensiva fino al '700; successivamente fu sede di punto telegrafico
fino all'ultimo conflitto ed è in atto, con il territorio circostante,
sede della Guardia di Finanza.
Il
baglio La Rosa si sviluppa nel tempo come caseggiato fortificato intorno
ad una torre cinquecentesca dallo strano nome "Tippi Tappi". Vi si trova
anche una chiesetta della fine del '600 dedicata alla Madonna del
Rosario. Gli sviluppi più recenti intorno al baglio hanno stravolto il
rapporto con il tessuto agricolo.
Un'altra torre agricola cinquecentesca è all'origine del baglio e del
fondo Vetrano da cui prende il nome il lungo canale drenante di
irrigazione che attraversa ancora oggi tutta la zona irrigua da Acqua
dei Corsari allo Sperone, mentre la torre e il baglio sono stati
demoliti per far posto al quartiere Sperone.
Questo sistema insediativo legato ad una agricoltura che gradualmente si
evolve dalle forme estensive alle irrigue, si completa, all'inizio
dell'800, con un insediamento costiero vicino al baglio La Rosa, alla
fine della strada di collegamento tra la "Via di Termini" (Corso dei
Mille) ed il mare, che prende il nome dalla borgata: la "Sbannuta", la
Bandita, il cui toponimo pare abbia origine dal soprannome di una donna
che in questo luogo gestiva una taverna frequentata da gente poco
raccomandabile.
La
borgata, il cui primo nucleo sorse all'incrocio tra la Bandita e la Via
Messina Marine, si sviluppò alla fine dell'800 ai due lati di quest'ultima
strada, lungo il mare. Sia per la lontananza della città, sia per la
presenza delle fabbriche di laterizi, la località costiera di Bandita
non fu mai località balneare, come fu invece Romagnolo, dove tale
tradizione è tutt'ora viva malgrado il pesante degrado dell'ambiente
costiero ed urbano. Neppure l'apertura nel 1903 della linea ferroviaria
a S. R. Palermo ‑ Corleone, in esercizio fino al 1954, aumentò il valore
territoriale della borgata. Ha avuto invece un modesto sviluppo
l'attività peschereccia, specie dopo la costruzione, negli anni 70, del
piccolo porto, oggi soggetto a frequenti interramenti dovuti a materiali
provenienti dalla vicina discarica abusiva di Acqua dei Corsari. L'area
si presenta con una struttura di contesti alquanto articolata. Essa
costituisce il primo consistente luogo non urbano della zona
sud‑orientale o, se si vuole, l'ultimo tratto di territorio agricolo ove
è ancora presente un forte rapporto di continuità tra l'ambiente
costiero e quello dell'entroterra agricolo.
Tale
storico rapporto è ancora leggibile nell'area intorno la borgata di
Bandita, dove le zone agricole non hanno soluzione di continuità fino
alle pendici coltivate della borgata di Croce Verde: il carattere di
"limite" della città è perfettamente percepibile, inoltre, percorrendo
la via Laudicina, che si presenta come un margine netto tra la città
compatta, che termina allo Sperone, ed il territorio agricolo.
Da
qui l'insediamento si sfrangia, presenta i caratteri e la "misura" delle
borgate (Bandita, Baglio La Rosa) mentre gli insediamenti recenti, per
quanto irrimediabilmente fuori scala, sono limitati a due aree lungo la
via Bertett, a destra e sinistra della via Bandita. Questi insediamenti
hanno appesantito il carico urbanistico della borgata senza aver
"portato" alcun servizio pubblico.
In
generale, terminata la città "ad alta densità", l'ambiente appare
improvvisamente "naturale". Almeno al primo impatto, fino cioè a non
rendersi conto (per chi non lo avesse ancora saputo) che la costa, che
in quei luoghi presentava i caratteri della scogliera a volte bassa, a
volte alta, oggetto della vedutistica della città dall'inizio del 1800
fino agli ultimi anni '50 del secolo successivo, è stata sommersa negli
anni del "sacco edilizio" da milioni di metri cubi di sfabbricidi che
hanno totalmente alterato i caratteri naturali dei luoghi lungo tutta la
costa sud. Inoltre, nella borgata Bandita, alla costruzione del porto e
all'interramento della scogliera è seguito un processo di sostituzione
di quasi tutta l'edilizia storica con edilizia a quattro e più
elevazioni, spesso costruita su terreni demaniali.
Oltrepassata la borgata si apre, verso monte, una vasta area di orti che
è forse l'ultimo tratto consistente di territorio, prospiciente la via
Messina Marine, privo di costruzioni. Questo territorio agricolo ortivo
si estende fino al corso dei Mille ma viene incluso nel Piano di
Recupero della "Bandita" solo nella parte più prossima alla costa. Al
centro di questa area, la borgata prosegue verso l'interno inglobando il
Baglio La Rosa e il nucleo di case agricole intorno al vicolo Cavallaro,
che mantiene ancora un carattere di forte riconoscibilità, malgrado
inizino a moltiplicarsi gli interventi edilizi incongrui, sia
volumetricamente che nel rapporto tra i manufatti e il loro vasto
contesto agricolo.
La
vasta area ortiva si interrompe bruscamente, cosi come lungo la via
Laudicina, anche lungo la via Ligotti, di margine del P.E.E.P. Bandita.
Questo presenta una corona di edifici in linea di otto elevazioni con un
notevole impatto visivo da tutti i punti dell'area agricola che, dato il
tipo di coltivazioni, non presenta alberature di alcun tipo che
potrebbero avere una qualche funzione di filtro. Gli edifici del
P.E.E.P. sono comunque dotati di lotti di pertinenza assai ampi e ben
attrezzati e curati. L'area però è carente di servizi pubblici se si
eccettuano gli edifici scolastici alla estremità orientale del P.E.E.P.
nei pressi di Acqua dei Corsari. Oltre gli edifici residenziali sono
inclusi in quest'area tre complessi industriali, due dei quali in
abbandono, e un piccolo nucleo di case storiche raccolte intorno un
atrio comune, sopravissute alle suddivisioni in lotti del P.E.E.P..
4- Il Piano di Recupero
Il
Piano si muove all'interno delle previsioni della variante generale del
PRG adottata nel marzo 1997, l'area compresa nel Piano si estende dal
mare sino alle aree agricole, nelle quali la Variante Generale prevede
la localizzazione di attrezzature sportive. All'interno di tale fascia,
oltre al nucleo della borgata, ricade anche una zona nella quale sorgono
alcune strutture industriali, oggi in abbandono, e un antico caseggiato
agricolo.
Il
Piano nasce dalla necessità di guidare il processo di riqualificazione
della periferia e della fascia costiera; esso prevede sia la
riqualificazione del fronte a mare, attraverso interventi di bonifica
ambientale, il riassetto del porticciolo e il recupero della stecca di
edilizia ad esso prospiciente, che una serie di altri interventi,
diffusi nelle aree prospicienti la borgata, tra i quali rientra anche
quello della realizzazione dell'edilizia residenziale sperimentale
prevista dal Contratto dì Quartiere
La
riqualificazione dell'edilizia esistente, ed in particolare di quella
del fronte a mare, si lega con quello della realizzazione di un nuovo
complesso insediativo rispettoso dei caratteri storici ed ambientali dei
luoghi.
Il
progetto della nuova edilizia cerca di integrarsi nella realtà della
borgata senza stravolgerla, relazionandosi con le preesistenze e il
disegno del territorio; le strade interpoderali , il reticolo catastale,
i percorsi e gli elementi del sistema irriguo tradizionale, la struttura
tradizionale dell'abitazione e dei cortili intorno ai quali esse si
aggregano, divengono assi portanti della configurazione progettuale del
nuovo insediamento.
L'intervento si inquadra all'interno del quadro prescrittivo delineato
dal Piano di Recupero della Bandita; questi ha individuato due aree non
edificate da destinare al programma di costruzione di alloggi di
edilizia sovvenzionata; tale intervento è inserito in una manovra
urbanistica più estesa che comprende oltre alta realizzazione delle
necessarie opere di urbanizzazione primarie anche interventi di
risanamento. urbanistico (recupero della stecca prospiciente il
porticciolo della Bandita) e potenziamento infrastrutturale (ampliamento
del porticciolo della Bandita).
5-
Aspetti geologici, idrologici e geotecnici.
Il
quadro complessivo degli aspetti geologici, idrogeologici a geotecnici,
è ampiamente documentato nella relazione ad opera del Dott. Pietro
Todaro. Pertanto saranno brevemente accennati alcuni dati relativi alla
stessa.
L'area relativa alla zona Bandita ‑Roccella, è costituita dal basso
verso l'alto:
•
un conglomerato di trasgressione di limitato spessore;
•
una successione di sabbie fini e silt con intercalazioni di ‑rari
livelli di calcareniti, di sabbie grosse a di argille siltose;
•
calcareniti e sabbie con livelli di silt sabbiosi e sottili
intercalazioni di argille sabbiose. Tra il membro inferiore e le
calcareniti spesso si rinvengono dei termini di passaggio con sabbie e
sabbie fini con intercalazioni di limi;
•
concludono il ciclo sedimentario alcuni depositi di transizione
passanti continentali.
L'inquadramento idrogeologico può essere suddiviso in due zone:
•
una più occidentale, ad ovest dell'asse di via Bandita, dove sono
presenti colture di agrumi con sistemazione dei terreni in pianori.
Attraversati da sistemi d'irrigazione in terra.
•
l'altra si caratterizza per la prevalenza dì terreni di copertura di
origine lacustre o palustre, soggetta a fenomeni di alluvionamento ed
affioramento della falda.
Per
la fascia costiera, la situazione attuale trova nella discarica di
inerti,ubicata in corrispondenza del bivio tra la SS‑113 a la SS‑121, il
principale elemento di modificazione geomorfologia.
L'inquadramento idrogeologico ha evidenziato una permeabilità molto
variabile per tutto lo spessore dei sedimenti quaternari.
Pur
nella eterogeneità complessiva, si denota una sufficiente continuità
laterale di permeabilità, in grado di definire degli acquiferi per la
porzione superficiale e per quella di base alle sequenze quaternarie.
6- Inserimento dell'intervento sul
territorio: criteri a scelte progettuali
Il
progetto esecutivo si muove all'interno dell'orizzonte metodologico e
filosofico delineato nella fase di redazione del Progetto Preliminare;
naturalmente il salto di scala , la necessità di messa a punto e di
approfondimento delle soluzioni adottate in fase di progettazione
preliminare, molte delle quali hanno carattere spiccatamente
sperimentale, hanno determinato la modificazione di alcuni aspetti del
Progetto Preliminare, pur nel rispetto della configurazione e
dell'assetto complessivo dello stesso . La configurazione urbanistica
dell'intervento segue le indicazione dettate dal Piano di Recupero e già
specificate nella fase della progettazione preliminare. Lo schema
insediativo si affranca dai rigidi allineamenti delle schiere parallele
costruendo ambiti urbani dalla forma organica e dalla mutevole
prospettiva.
Nell'approfondimento proprio della fase di progettazione definitiva
notevole importanza ha assunto la riduzione del numero degli alloggi da
70 a 54 e l'eliminazione della tipologia duplex, in relazione a criteri
di economicità progettuale e all'esigenza di rientrare nei costi
previsti per l'intervento.
Ciò
ha determinato la riduzione del numero dei corpi edilizi, un più serrato
accorpamento degli stessi ed un assetto planimetrico meglio strutturato,
sia in rapporto alla definizione degli organismi edilizi, che al disegno
dettagliato di tutte le parti e delle componenti del progetto e in
relazione anche alle necessarie dotazioni urbanistiche.
Le
scelte di fondo e gli elementi di forza del progetto, sono rimaste
comunque invariate ed è il caso, quindi, di ricordarle sinteticamente,
per potere meglio inquadrare il processo di trasformazione che ha
investito il progetto.
Il
progetto si inserisce all'interno del contesto ambientale, ponendosi in
relazione con il sistema di valori presenti costituiti dal tessuto
storico edilizio ed agrario.
La
tipologia edilizia ed urbanistica proposta si pone in analogia,
spaziale, funzionale, formale con i manufatti esistenti.
Il
sistema spontaneo di crescita ed aggregazione della borgata é stato
finalizzato e preso a modello di riferimento per l'elaborazione
progettuale. Lo studio della residenza tradizionale ha messo in luce il
complesso di accorgimenti e tecniche utilizzati per garantire un buon
livello di comfort ambientale all'interno degli spazi confinati e una
qualità degli spazi esterni, di pertinenza delle abitazioni e dei nuclei
insediativi.
In
particolare elementi forti di tale modello residenziale sono la presenza
di spazi filtro, quali porticati e giardinetti antistanti gli accessi
alle abitazioni, spesso allocati sui fronti maggiormente esposti
all'irraggiamento solare, di finestre concepite per consentire
l'ottimale ventilazione a la fuoriuscita dell'aria calda, di pergolati,
che segnano percorsi e zone di sosta, di piccole corti, ombreggiate
dalla presenza di imponenti alberi (spesso gelsi o carrubi) e di orti
retrostanti le abitazioni.
Dal
punto di vista morfologico le residenze di progetto si pongono in
continuità con le abitazioni tradizionali, costruendo ambiti urbani
dotati di forte identità e riconoscibilità, rifiutando un modello di
aggregazione seriale, riprendendo il ritmo e le soluzioni formali degli
insediamenti storici e riproponendo il sistema costituito dall'insieme
casa‑orto‑giardino. Tale inscindibile sistema viene elevato a ruolo di
modello perché se ne riconosce l'elevatissimo valore sia in termini di
qualità d'uso che di valore ambientale.
I
dati qualitativi connotanti sono riconducibili ad una fortissima
permeazione tra interno ed esterno della casa, ed una presenza chiara e
leggibile dell'identità dei luoghi, ed una ottimale coesistenza tra le
abitazioni e paesaggio agrario, con la conseguente conservazione di
vaste porzioni di suolo permeabile.
Questo sistema ha dunque valore dal punto di vista formale, sociale ed
ecologico.
7-
Temi della sperimentazione.
Per
quanto riguarda la "qualità morfologica", le soluzioni proposte
nell'ottica della compatibilità tra progetto e contesto urbano,
garantiscono la conservazione del preesistente assetto storico attivando
una modalità di crescita organica del sistema insediativo, analoga a
quella spontanea propria dei nuclei rurali.
Viene
proposto un sistema di aggregazione, fondato su insiemi di ridotte
dimensioni e facilmente accessibili, non iterativo, basato sulla
costituzione di nuclei o unità di vicinato, idonee alla formazione di
rapporti relazionali tra gli abitanti da insediare. Sono stati studiati
,inoltre, i canali ottici, le visuali prospettiche, e sono stati presi
come modello di riferimento la struttura degli spazi urbani e i modi di
fruizione della borgata, cioè i modi di abitare e la socialità della
comunità insediata .
Gli
spazi di progetto sono stati pensati, quindi, come siti caratterizzati
dalla presenza di elementi riconoscibili, appartenenti al patrimonio
legato alla memoria storica dei luoghi e contemporaneamente luoghi
dell'innovazione; spazi di sperimentazione dì nuovi modi dell'abitare
ecologicamente orientati, nell'ottica del binomio conservazione ed
innovazione.
Per
gli aspetti legati al raggiungimento della qualità ecosistemica, le
soluzioni proposte si fondano sulla coniugazione dei valori ecologici
rintracciabili nell'insediamento storico, con le innovazioni
disciplinari proprie della bioedilizia e dell'ecologia urbana.
L'intero insediamento è pensato come una macchina bioclimatica, in cui
sì supera il tema riduttivo legato al progetto della singola unità
abitativa e dell'edificio, rendendo prioritario il concetto di unità
ecologica insediativa.
Questa è in forte rapporto con il contesto che è visto come un sistema
di risorse, con cui entrare in relazione.
Il
modello insediativo proposto sì basa sullo sfruttamento dei "vantaggi
ambientali" del sito, tali elementi divengono fattori decisivi
dell'impianto insediativo che non nasce da mete preconcette, ma si
evolve attraverso adattamenti successivi, che producono complessità a
differenziazione funzionale.
Per
quanto riguarda il risparmio delle risorse, il nuovo insediamento
sperimentale prevede:
‑ il
recupero delle acque meteoriche che vengono convogliate in apposite
cisterne idriche, così come fatto negli insediamenti storici, e che
verranno utilizzate, dopo opportuno trattamento, per usi domestici e per
la irrigazione degli orti, dei giardini e degli spazi verdi Comuni, ciò
per garantire la chiusura del ciclo delle acque, il risparmio e il
riutilizzo delle stesse.
Il
tema del risparmio energetico è affrontato attraverso attenta
valutazione del comportamento termico del "sistema edificio-impianto",
considerato in "organica integrazione con il contesto climatico e
ambientale", caratterizzato da un clima caldo‑umido e da brezze marine.
Il raffrescamento, degli edifici e dell'intera unità ecologica, è
garantito, in analogia ed affinamento col modello tipologico
tradizionale, da spazi filtro ventilati ed ombreggiati sui fronti
maggiormente esposti al sole, da camini solari e finestre per favorire
l'estrazione dell'aria calda e la ventilazione naturale mediante sistema
di tubazioni interrate, da varie specie vegetali, sempreverdi e
caducifoglie, la cui disposizione, integrata dalla presenza di acque,
favorisce i meccanismi di regolazione climatica; da opportune variazioni
di altezza delle fabbriche, al fine di garantire adeguati flussi di
ventilazione e la creazione di zone d'ombra. Nella configurazione
distributiva delle abitazioni si è posta particolare attenzione alla
disposizione degli ambienti, al fine di garantire ottimale resa e
comfort ambientale.
Il
sistema costruttivo, le tecnologie e i materiali utilizzati si fondano
sui criteri della biocompatibilità, ponendo particolare attenzione al
ciclo di vita dei materiali, alla resa energetica delle soluzioni
prescelte, agli effetti sulla salute dell'uomo e dell'ambiente delle
componenti e dei materiali del progetto.
In
particolare sono state adottate soluzioni tradizionali quali coperture
sia a terrazzo che a tetto (falde con struttura laterocementizia e manto
di copertura in tegole), materiali e trattamenti di finitura naturale,
insieme a soluzioni innovative,quali il camino solare per l'estrazione
dell'aria calda, i collettori solari per il riscaldamento dell'acqua per
usi sanitari , etc, etc, in rapporto alla scelta di ancorare l'immagine
del nuovo insediamento al codice linguistico delle preesistenze
ambientali.
Per
quanto concerne la "qualità fruitiva" il sistema insediativo
tradizionale, preesistente al nuovo intervento, è strutturato in modo da
consentire una fruizione differenziata e fortemente flessibile degli
spazi.
Questi rivestono ruoli diversi: dalla trama viaria, su cui si affacciano
le case, agli spazi pubblici , ai cortili, luoghi di aggregazione e di
identificazione delle unità di vicinato, agli orti a giardini che
rivestono un ruolo privato o semiprivato:
Il
nuovo insediamento riconosce tale sistema di valori e lo ripropone
adattandolo alle nuove esigenze.
Al
fine di garantire la creazione di "ambiti spaziali autonomi" e di unità
di vicinato mirate a facilitare rapporti di relazione tra gli abitanti
insediati, e favorire un processo di "territorializzazione" e
costruzione di identità degli spazi, di un agile sistema di accessi agli
spazi comuni e alle singole unità abitative, è stato concepito un
assetto complessivo dell'insediamento che si fonda sulla riconoscibilità,
percettiva e funzionale, di spazi fortemente differenziati, legati da
mutui rapporti di struttura a forma.
La
cellula abitativa è parte di un aggregato complesso in cui si
distinguono spazi privati che hanno funzione ecologica e funzionale,
spazi comuni che hanno funzione ecologica e sociale, e spazi semiprivati
che hanno funzione ecologica e produttiva (orti).
Per
centrare l'obiettivo della "flessibilità" e per garantire la presenza di
"soluzioni evolutive" sono stati previsti alcuni semplici accorgimenti
in sintonia con il metabolismo ecologico dell'insediamento visto come
macchina bioclimatica.
Tra
le singole unità abitative sono stati previsti spazi di connessione,
ambiti altamente flessibili per ruolo e destinazione, che possono essere
utilizzati nel tempo in modo differente;nell’ottica della evoluzione
dell’organismo edilizio ed abitativo, la potenzialità di ampliamento
delle residenze si esplica nella possibilità di trasformare in altezza e
in volumetria delle unità edilizie.
8- Descrizione dell’intervento
Il
nuovo insediamento sperimentale è previsto su due aree non contigue, di
differenti dimensioni, una, prospettante sulla via Bertett, di mq.4.400
, l'altra, prospettante sulla via Bandita, di mq. 8481, allocate nel
quartiere detto della Bandita, in una porzione di territorio che ancora
conserva , come già detto, prevalente carattere agricolo.
La
contiguità tra il nucleo esistente e la nuova residenza vuole creare le
condizioni per una integrazione fisica e sociale che si basa sul
rispetto delle regole morfologiche e insediative proprie del luogo nel
rispetto del “genius loci”.
L'insediamento prevede la realizzazione di 54 alloggi per una superficie
utile totale di mq 3.406,88, differenziati per impianto distributivo e
per superficie, accorpati secondo una tipologia che può ricondursi al
modello a schiera, fortemente variato, per mezzo dell'inserzione di
nuovi elementi di qualificazione ecologica, formale e funzionale; grande
importanza è stata attribuita al sistema del verde, sia ad uso comune,
che privato, al fine di creare un ambiente con caratteristiche di
elevata qualità estetica ed ecologica.
Sono
previste tre elevazioni fuori terra, con una forte variabilità ed
alternanza dei volumi e delle altezze, dell'andamento dei fronti, delle
finiture, dei cromatismi e degli elementi tipologici, per ragioni
ecologiche. Pari peso assume, nell'elaborazione progettuale, la
struttura a disposizione degli spazi non costruiti, visti come
connettivo a trama unificante del sistema insediativo, che rivestono
grande funzione ecologica, funzionale e sociale.
La
possibilità di inserire nella prassi progettuale i temi legati alla
progettazione in chiave bioedile e i temi legati alla ecologia urbana
consente la costruzione di un percorso progettuale stimolante e di
grande qualità.
Il
nuovo insediamento di edilizia sperimentale è infatti concepito come un
sistema ecologico in cui vengono messi in atto numerosi accorgimenti,
sia di matrice storica che legati all'innovazione, per la realizzazione
di un sistema insediativo integrato con le valenze territoriali e
compatibile con esse.
A tal
fine sono state proposte le seguenti soluzioni innovative:
‑relazione del progetto con il contesto, visto sia nei suoi aspetti
storici, sia in quelli legati alle specificità ambientali;
‑orientamento armonico dell'edificio in rapporto al percorso del sole e
distribuzione delle funzioni secondo le diverse zone termiche;
‑integrazione e permeazione tra interno e esterno dell'abitazione,
creazione di spazi di fruizione all'esterno pensati in continuità sia
con gli spazi della casa, sia con gli spazi comuni di relazione
dell'intero insediamento;
‑produzione di energie non inquinanti, riduzione delle perdite di
calore, miglioramento della resa termica e del comfort microclimatico,
uso di soluzioni tecnologiche adeguate al raggiungimento di buoni valori
di inerzia ed isolamento termico;
‑messa in opera di impianti per la raccolta e il riutilizzo delle acque
meteoriche. Le acque meteoriche vengono raccolte e riutilizzate per usi
irrigui e, dopo necessario filtraggio, per usi domestici; a tal fine
l'acqua piovana, raccolta dal tetti e falde e dalle terrazze, viene
convogliata in apposite cisterne di accumulo integrate.
Viene garantita
inoltre la permanenza di ampie porzioni di suolo permeabile (giardinetti
privati, ambiti comuni, piccoli orti, viabilità interna ai lotti) che
contribuiscono al miglioramento del microclima e dell'assetto
idrogeologico complessivo, consentono l'attecchimento di specie erbacee,
arboree ed arbustive, contribuiscono al miglioramento del microclima,
consentono il ravvenamento delle falde idriche e il riequilibrio
idrogeologico.
I
rifiuti organici, provenienti dai giardini e dalle cucine verranno
utilizzati per la preparazione di composti da reimpiegare in sito come
fertilizzante naturale.
Gli
spazi del nuovo insediamento, sono fortemente differenziati, sia dal
punto di vista funzionale, sia per quanto riguarda la forma e l'assetto
spaziale al fine della costruzione dell'identità e riconoscibilità dei
luoghi, i percorsi interni ai lotti sono stati progettati in funzione di
un uso prevalentemente pedonale, è stato previsto l'abbattimento delle
barriere architettoniche, l'eliminazione delle soluzioni di continuità
ed è stata facilitata l'accessibilità agli spazi comuni, nell'ottica del
miglioramento della fruibilità e della accessibilità agli spazi
funzionali e residenziali dell'insediamento anche da parte dei soggetti
più deboli quali bambini, anziani e disabili.
Le
pavimentazioni esterne poste in opera nelle aree prossime alle case, nei
percorsi interni ai lotti e negli spazi comuni sono realizzate in
maniera da consentire un elevato coefficiente di permeabilità del fondo
ed evitando in ogni caso la creazione di barriere architettoniche.
Dal
punto di vista della dotazione dei servizi sono stati previsti
parcheggi, schermati visivamente e acusticamente dalle residenze. Le
specie vegetali, previste nel progetto, sono appartenenti al patrimonio
delle essenze autoctone e legate alla tradizione, proprie dei giardini
ornamentali e del paesaggio agrario siciliano; vengono utilizzate
essenze arboree, arbustive ed erbacee caratterizzate da elevata
rusticità, atte a garantire la formazione di un ambiente in analogia
agli ambiti naturali a forte biodiversità, capace di automantenersi.
Gli
alberi ornamentali, le specie produttive e quelle endemiche proprie
della macchia mediterranea vengono utilizzati insieme, contribuendo alla
creazione di un nuovo e vario paesaggio urbano caratterizzato da elevata
qualità ecologica e formale.
L'unità abitativa è pensata come parte del sistema ecologico
complessivo. La casa ecologica è una casa di qualità, che a fronte di un
maggior costo iniziale di costruzione garantisce ridotti costi di
gestione e di manutenzione. Obbiettivi generali sono l'armonizzazione
con il paesaggio locale, il risparmio delle risorse, la salute degli
abitanti; la flessibilità e l'adattabilità.
La
struttura complessiva della casa discende direttamente da tali
considerazioni.
L'organismo edilizio è costituito da parti armonicamente integrate tra
loro in ragione delle zone termiche; nella localizzazione e orientamento
degli edifici si è mirato al migliore sfruttamento delle condizioni
microclimatiche locali, al fine del miglioramento del comfort ambientale
e del rendimento energetico.
In
analogia con queste tesi le parti del progetto sono in forte connessione
con l'ambiente.
Tra
le soluzioni tecniche e progettuali adottate, quelle seguenti,
esplicitano tale rapporto:
‑
tetto ventilato
‑
condotti di ventilazione per l'immissione all'interno delle abitazioni
dell'aria raffrescata, captata nei giardini murati e nelle zone a nord
delle abitazioni;
-
camini solari per l'estrazione di aria calda dall'interno delle
abitazioni;
‑
infissi con vetri camera;
‑
giardini murati a nord, arricchiti da vegetazione arborea e arbustiva,
al fine di creare una zona dalla quale attingere aria raffrescata;
‑
filtri verdi realizzati con specie caducifoglie, che consentono la
creazione di fitte zone d'ombra in estate e il passaggio della
radiazione solare in inverno
‑
controllo della ventilazione naturale con accorgimenti riguardanti sia
il complesso insediativo che la singola unità abitativa;
‑impianto a tecnologia solare per la produzione di acqua calda per usi
sanitari; si utilizzano collettori solari esposti a sud e collocati sui
tetti piani degli edifici. ‑ impianto di riscaldamento a pavimento
radiante, funzionante a bassa temperatura e dotato di caldaia a
condensazione.
Tra
gli elementi del progetto, il giardino murato, che deriva
dall'evoluzione di un modello tradizionale, è l'equivalente mediterraneo
della serra (vinter garden), appartenente al linguaggio
dell'architettura bioclimatica dei paesi nordici. Questa, infatti, nodo
energetico della casa , consente l'accumulo di energia termica nei paesi
freddi ed evita la dispersione di calore; il giardino murato consente al
contrario, la creazione di una ombrosa camera verde che, posta nella
parte meno esposta all'irraggiamento solare, diviene un serbatoio di
aria raffrescata al quale attingere per il raffrescamento degli ambienti
della casa.
9-
Aspetti costruttivi e caratteristiche dei materiali del progetto.
Nella
scelta dei sistemi costruttivi e dei materiali, adottati per la
realizzazione degli edifici e per la sistemazione degli spazi esterni,
si è tenuto conto sia dei necessari requisiti di economicità , legati al
programma di edilizia sovvenzionata, sia il requisito della
biocompatibilità e dell'efficienza energetica.
STRUTTURA E MURATURE
Il
sistema costruttivo prescelto è in struttura intelaiata in c. a.; per i
tompagnamenti si prevede l'uso di blocchi in laterizio forato, (il
laterizio presenta buona inerzia termica ed è chimicamente inerte, privo
di emissioni, non richiede utilizzo di altri materiali inquinanti per la
posa in opera, è esente da polveri, riduce il rischio di ponti termici
garantisce una ottima resa bioclimatica dell'edificio).
FONDAZIONI
Le
fondazioni sono realizzate in calcestruzzo armato a travi rovesce. È
previsto che il primo solaio abbia una quota del piano di calpestio
superiore di un metro da quella del piano di campagna; ciò per
differenti ragioni: il rispetto delle norme edilizie, l'accoglimento
delle indicazioni ‑ del Dott. Pietro Todaro, geologo incaricato dal
Comune di Palermo delle indagini geologiche, la volontà di realizzare
una fondazione ventilata per l'isolamento termico dei vani abitativi e
per scongiurare il rischio radon.
SOLAI
I
solai sono realizzati con travetti in c.s. a laterizi forati, per
l'isolamento termo acustico viene utilizzato uno di polistirene che
funge anche da supporto per le tubazioni dell’impianto di riscaldamento
a pannelli radianti a pavimento.
COPERTURE
Nella
architettura tradizionale degli edifici presenti nelle aree rurali e
suburbane di Palermo si trovano alternati sia tetti piani che a falde: i
tetti piani sono spesso usati, oltre che come terrazze, come luoghi per
attività legate alla lavorazione di prodotti alimentari, i tetti a
falde, denominati "tetto morto" sono ventilati e costituiscono una
ottima soluzione per il miglioramento del rendimento termico
dell'edificio.
Nel
progetto, quindi, in analogia con le tecnologia tradizionali sono stati
adottati sia tetti piani che a falde.
I
tetti piani sono utilizzati sia come terrazzi, spazi di pertinenza delle
abitazioni, spesso coperti da pergolati, sia come spazi accessibili su
cui allocare i collettori solari. I tetti utilizzati come terrazzi
vengono isolati con l'interposizione dì uno strato composto da pannelli
termofonoisolanti in lana di legno mineralizzata con magnesite ad alta
temperatura tipo "Eraclit" dallo spessore di 35mm, I tetti a falde
ventilati sono realizzati con solai inclinati laterocementizi, sui quali
viene posta una guaina bitumosa impermeabile ed un manto di tegole
portoghesi, e da un controsoffitto realizzato con pannelli di gesso.
SERRAMENTI
Gli
infissi esterni sono realizzati in legno di Pino di Svezia trattato con
prodotti di finitura biocompatibile tipo "Biofa", essi sono distinti in
finestre a doppia anta per il soggiorno, a singola anta per il bagno e
in portefinestre per le camere da letto e le cucine.
Gli
infissi sono costituiti da telaio mastro fisso, della sezione di cm.
6x5,5, murato a cemento con grappe in ferro e da telaio mobile della
sezione di cm. 6x5,5, ancorato al telaio fisso con cerniere di tipo
pesante.
Gli
infissi, ad eccezione di quelli delle camere da letto, sono completi di
persiane regolabili anch'esse realizzate in legno; tale configurazione
tradizionale, adottata negli edifici del Centro Storico di Palermo,
garantisce un ottimale separazione tra le esigenze di oscuramento e di
ventilazione. Infatti le persiane regolabili consentono nelle calde
giornate dell'estate palermitana, la ventilazione naturale degli
ambienti riuscendo d'altro canto a schermare la radiazione solare; nelle
camere da letto sono stati utilizzati gli scuri che consentono a loco
volta il completo oscuramento degli ambienti interni delle abitazioni.
Tale
sistema é stato adottato sia per l'indubbio valore funzionale, sia per
l'elevato valore estetico, sia perché costituisce un elemento di
identità storica dei tradizionali modi dell'abitare.
Questo complesso sistema infisso proprio della tradizione palermitana, é
stato oggetto anche di numerosi studi scientifici sulle caratteristiche
costruttive e prestazionali e costituisce un felice esempio di connubio
tra efficienza e facilità d'uso.
Per
le camere da letto, esposte ad est, gli infissi, sono privi di persiane,
perché è stato adottato un sistema di veneziane regolabili in legno,
poste sui balconi al fine di creare una camera d'ombra antistante le
camere da letto; ciò consente anche di ridurre la radiazione solare
incidente sulla muratura, con consistenti benefici per il comfort estivo
delle abitazioni.
Tutti
gli infissi sono dotati di vetro‑camera per un miglior comfort acustico
e termico degli ambienti.
Le
porte interne realizzate in legno tamburato, dallo spessore finito di cm
4,5, hanno telaio in legno con imbotte di larghezza pari allo spessore
delle pareti e controtelaio in abete murato con zanche; sono trattate
con prodotti di finitura biocompatibili, specifici per il legno.
Le
porte di ingresso agli appartamenti sono anch'esse realizzate in legno
tamburato e trattate con prodotti biocompatibili specifici per il legno.
Esse
hanno telaio maestro di sezione cm.9x5, fissato con viti al controtelaio,
di abete dello spessore di cm. 2,5, fissato can zanche alle murature.
PERGOLATI
I
pergolati rivestono una importante funzione bioclimatica e sono
ampiamente utilizzati nel progetto, nella versione a mensola soprastante
le finestre ed in quella a protezione dei terrazzi.
I
pergolati a mensola, posti sopra le finestre dei fronti ovest consentono
la schermatura estiva dai raggi solari, contemporaneamente la struttura
a lamelle che li caratterizza consente il passaggio dei raggi solari in
inverno.
Essi
sono costituiti da travi uso "Trieste" in abete, pino o similari,
arcarecci e correntini in abete.
I
pergolati utilizzati per schermare dalla radiazione solare i terrazzi e
lo spazio antistante il soggiorno, sono realizzati con travi uso
"Trieste" in abete, pino e similari, arcarecci e correntini in abete,
assemblati con bulloni zincati, supporti di ancoraggio in acciaio
zincato e angolari nervati e trattati con vernice atossica del tipo "Biofa":
FINITURE, PAVIMENTAZI0NI E RIVESTIMENTI
Gli
intonaci interni sono del tipo "civile", costituito da primo strato di
rinzaffo, da un secondo strato fratazzato, applicato con predisposti
sesti, e da un ultimo strato di tonachina , composto da sabbia finissima
e grassello di calce.
La
tinteggiatura interna viene realizzata con pittura lavabile composta da
materie prime naturali, emulsionabile (idropittura), a due mani, opaca,
satinata,traspirante ed ecologica tipo "Biofa".
Gli
intonaci esterni sono costituiti da un primo unico strato, dì spessore
mm. 15, sestiato e traversato, di malta premiscelata cementizia per
intonaci a base di inerti calcari selezionati, con aggiunta di idrofugo
e successivi strati di tonachina tipo "Livigni", di spessore 3mm.
Le
tinteggiature delle opere in ferro (inferriate) sono realizzate con mano
di pittura protettiva a due mani di smalto di materie prime naturali
tipo "Biofa":il trattamento delle opere lignee avviene con l'apposizione
di due mani di film trasparente elasticizzato, respingente lo sporco e
l'acqua, atossico, a base di pigmenti naturali, tipo "Biofa".
PAVIMENTAZIONI
La
pavimentazione degli ambienti delle case è realizzata con piastrelle di
monocottura ceramica con superficie smaltata, posta in opera con malta
cementizia.
Il
loggiato e i terrazzi delle abitazioni sono pavimentati con campigiane
tipo "Spadafora", cm l3x26, poste in opera su letto di malta.
SPAZI ESTERNI
I
parcheggi sono coperti da una struttura intelaiata in c. a. , con solai
laterocementizi a manto di copertura realizzato con campigiane tipo
Spadafora; la superficie degli stalli é realizzata con la posa in opera
di malta cementizia colorata a spazzolata. Le aree di manovra dei
parcheggi a la viabilità interna ai lotti hanno una pavimentazione
realizzata con autobloccanti in calcestruzzo vibro‑compresso, costituito
da moduli di spessori cm 6, sistemati in opera a secco, su letto di
sabbia di spessore cm.5 e su sottofondo di tout venant di cm.20.
10- Dati di progetto
Il
progetto prevede la realizzazione di 54 alloggi simplex, distribuiti in
18 corpi di fabbrica.
I
corpi di fabbrica sono composti ciascuno da tre alloggi, tali corpi di
fabbrica sono abbinati, come a formare una unità edilizia, intorno ad
una scala che li serve entrambi; tale scala assume due differenti
configurazioni in rapporto alla posizione che gli edifici occupano
intorno agli spazi comuni.
Osservando la planimetria e orientandosi a nord, gli edifici vengono
distinti in "sinistro" e "destro":
Superfici degli alloggi:
n.18
Piani terra |
SU 69,09 mq |
SNR 11,69 mq |
n.18
Piano primo |
SU 69,09 mq
|
SNR 11,69 mq |
n.9
Piano secondo
|
SU 52,91 mq
|
SNR 16,47 mq |
n.9
Piano secondo |
SU 49,90 mq |
SNR 19,46 mq |
TOTALE |
mq. 3.406,88 |
mq 1.504,28. |
Indice di Cubatura
L'indice di cubatura determinato dal Piano di Recupero della Bandita,è
pari a 1,75 me/mq
Lotto
su via Bertett
Superficie complessiva lotto mq 4.400
Superficie coperta mq 567,18
Cubatura massima realizzabile mc 7.700
Cubatura realizzata mc 4.710,54
Superficie a parcheggi mq 956,44 > 1 / 10 cubatura (di cui mq 535.50
coperti).
Lotto sulla via Bandita
Superficie complessiva lotto mq 8.481
Superficie coperta mq 1.134,36
Cubatura massima realizzabile mc14.841,75
Cubatura realizzata mc 9.421,08
Superficie a parcheggi mq 1.498,44 >1/10 cubatura (di cui mq 990.95
coperti).
11-
Idoneità reti esterne dei servizi a soddisfare le esigenze
dell'intervento
In
rapporto alle reti di servizi necessarie al nuovo insediamento bisogna
puntualizzare che l'intervento tiene conto sia delle urbanizzazioni
primarie già esistenti che di quelle previste dal Piano di Recupero
Bandita.
In
particolare per quel che riguarda l'accessibilità al lotto sulla via
Bandita è emersa sin dalle prime fasi della progettazione la necessità
di realizzare la prevista strada di collegamento tra la via Messina
Marine e il lotto in questione.
Sarà
cura dell'Amministrazione Comunale realizzare quindi, per tempo, tale
importante collegamento viabilistico, nel quale, tra l'altro, sono
previsti gli allacciamenti alle reti di urbanizzazione primaria.
La
discarica da utilizzare per i materiali provenienti da scavi e
demolizioni è quella di Terrasini (PA).
12-
Soluzioni adottate per il superamento delle barriere architettoniche.
Il
progetto di edilizia residenziale, in rapporto a tale tema, si muove
sulla doppia linea del naturale rispetto della normativa in materia e
della ricerca di una elevata qualità di vita anche per i soggetti
disabili.
Nello
specifico delle prescrizioni normative sono stati soddisfatti i
requisiti riguardanti i criteri di accessibilità, visitabilità ed
adattabilità.
Per
quel che riguarda l'accessibilità, la normativa prevede che per gli
interventi di edilizia residenziale pubblica vengano realizzati alloggi
"accessibili" per la quantità di un quinto degli alloggi complessivi,
nel caso del progetto in questione per un programma costruttivo di 54
alloggi risulta una dotazione di alloggi "accessibili" pari a 2,7.
Pertanto è stata prevista la realizzazione di 3 alloggi dedicati ai
disabili: 1 situato nel lotto sulla Via Bertett e 2 in quello sulla Via
Bandita; tali alloggi sono tutti al piano‑terreno e localizzati negli
edifici più prossimi ai parcheggi.
Per
quel che riguarda il requisito della visitabilità è stata prevista la
possibilità per i disabili di accedere alla zona giorno delle residenze
e ai servizi igienici di tutti gli alloggi.
Infine per ciò che concerne il requisito della adattabilità è stata
contemplata, per ogni unità edilizia, la possibilità di installare
l'ascensore.
Grande attenzione al tema della qualità di vita dei disabili è stata
prestata anche nella progettazione dell'intero complesso insediativo;
tutti i percorsi all'interno del lotto sono pedonali, considerano quindi
soggetto privilegiato il pedone, pur consentendo il passaggio, nel caso
ciò fosse necessario ed a velocità moderata, degli autoveicoli. L'intero
complessivo insediativo è considerato quindi una " isola ecologica" dove
i soggetti usualmente deboli (bambini, disabili, anziani) possono
muoversi liberamente; l'ingresso all'insediamento è segnalato da "porte
di accesso" pedonali e carrabili, all'interno dei quali sono stati
previsti i posti auto per i disabili, sono localizzati lungo il
perimetro dei lotti; ciò testimonia un cambio di ruolo dell'automobile
nella vita quotidiana , da appendice della proprietà, da custodire in
prossimità dell'abitazione, a semplice mezzo di locomozione, elemento
esterno all'orizzonte visivo dell'abitare. I percorsi interni ai lotti
sono permeabili, hanno un andamento curvilineo e una mutevole
prospettiva, sono caratterizzati da pendenze lievi; lungo tali percorsi
sono previste luoghi di sosta dalla forte identità ed elevata qualità
ambientale caratterizzati dall'uso di alberature per creare zone
d'ombra, percorsi d'acqua in movimento ed altri accorgimenti,
nell'ottica della creazione delle "unità di vicinato":
13- Aspetti
botanici
Come
già accennato nel corso dei precedenti paragrafi l'impianto
vegetazionale riveste grande importanza nell'assetto e nella
configurazione complessiva dell'insediamento.
La
scelta delle essenze e delle relative associazioni vegetali, la
localizzazione, la forma, la dimensione, i profumi ed i colori delle
specie selezionate costituiscono motivo di elevata qualità estetica ,
percettiva, paesaggistica ed ecologica, nel rispetto del precetto del
"utile et dulci" di Oraziana memoria.
Il
giardino mediterraneo è luogo di serenità e contemplazione,
contemporaneamente esso riveste funzione produttiva ,dà alimento al
corpo e allo spirito;la definizione Oraziana riecheggia
linguisticamente nella denominazione di"giardino" che nell'agro
palermitano viene data agli agrumeti.
E i
giardini, gli agrumeti di Ciaculli sono lì, ad un passo dalle aree di
progetto, poco più a monte , a risalire le pendici del Monte Grifone;
ancora produttivi, sono stati recentemente "messi in rete" dal progetto
LIFE di Parco Agricolo messo a punto dal Comune di Palermo.
I
"giardini residenziali" dell'edilizia sperimentale alla Bandita
costituiscono quindi un compendio tra la struttura produttiva degli
agrumeti di Ciaculli, gli orti che occupano ancora buona parte del
territorio compreso tra la Via Messina Marina el'autostrada e i brani di
vegetazione più spiccatamente urbana ed ornamentale che caratterizzano
la costa e i giardini storici del palermitano.
Nella
scelta delle essenze e delle associazioni vegetali sono stati comunque
tenuti in gran conto i requisiti di rusticità e capacità di
automantenimento degli impianti vegetali, di appetibilità all'uomo e
agli animali ,dei frutti delle piante selezionate, di compatibilità con
gli aspetti paesaggistici , di efficienza in termini di capacità di
raffrescamento dell'aria , velocità di crescita, produzione di ombra.
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