Titolo: Black 3
Autrice: Annax
"More than Words" degli Extreme
Spatafiata: consultate se vi interessano (ma ne dubito :P) le altre parti!
Avvertenza: contenuto ‘altamente’ SHIPPER.
Dedica: questa è per Sara (AUGURI!)… per Ai (mi fai troppo sciallare…) Per chiunque abbia apprezzato le prime due parti e che ha affrontato lo sbattimento fisico e mentale di farmelo sapere sul mb e via mail (siete tutti delle “pietre di paragone”!)
Black 3
Scully POV
Spesso ho paura… spesso sono felice… e altrettanto spesso penso che sia tutto così strano.
Ma
alcune volte non penso affatto.
E
non mi sono mai sentita tanto leggera in tutta la mia vita.
Come
adesso.
Adesso
che non posso far altro che concentrare la mia piena attenzione sul sapore della
sua bocca… sulla consistenza delle sue labbra… delle sue mani che mi
accarezzano la schiena attraverso la sottile giacca che indosso.
E
sul suo respiro su di me….
E’
vero… è strano…
Impossibile,
anche.
Sicuramente
inusuale.
Ma
alcune volte lo sento così naturale… così semplice che non può essere
sbagliato.
Non
c’è nulla di sbagliato in tutto questo.
Non
più, almeno.
Siamo
ad Arlington, in un parco vuoto… su una panchina dura e fredda.
E’
già febbraio.
…
E’ solo febbraio.
Ma
non ho freddo.
Dio,
no… sento sangue caldo scorrere sotto la pelle irritata delle mie guance.
Sento
scie di fuoco lungo la schiena.
Ed
una tutt’altro che fastidiosa presa allo stomaco ogni volta che le mie
orecchie registrano il rumore sordo di qualche ansimo spezzato uscire dalla sua
bocca.
I
suoi capelli sono seta tra le mie dita.
La
sua pelle brucia.
A
pochi metri da noi un lampione illumina l’oscurità di quest’angolo di
universo.
E’
dietro le sue spalle e crea ombre scure sulle sue guance.
A
volte sento il bisogno di aprire gli occhi.
Di
vederlo per rendere tutto più reale… più vero.
E’
*reale*, lo so….
Ma
la parte di me che trova sempre difficile accettare il buono, e il bello…
tende a sopraffare la mia razionalità.
Allora
lo stringo più forte e approfondisco il bacio.
Lo
avvicino e respiro l’odore della sua giacca di pelle e del suo profumo.
Sento
il battito del suo cuore.
La
sua lingua mi accarezza le labbra e fremo… tremo e ansimo.
Sono
disconnessa da me stessa.
E
penso che siano momenti come questi che ti ripagano di ogni sofferenza… di ogni dolore.
Momenti
di calma tempesta… di serena felicità….
Attimi
in cui il tempo non esiste… e non esiste il male.
Attimi
come questo.
Si
allontana dalle mie labbra quanto necessario per perdersi nei miei occhi.
Poi
mi osserva le guance… le labbra…ancora gli occhi…
Sorride
assente, più a sé stesso che a me.
Involontariamente
rispondo al sorriso e appoggio un altro bacio su quelle labbra.
Quando
mi stacco ancora e gli accarezzo il collo avverto immediatamente la mancanza del
suo calore.
Strofino
la mia bocca sulla sua guancia… sulla mascella….
Respiro
profondamente e lo abbraccio più forte.
E’
tutto così opaco intorno a me… così ovattato.
Le
sue labbra sfiorano il mio orecchio quando sussurra “siamo diventati bravi in
questo…”
Rido
sulla pelle del suo collo.
Annuisco
e muovo il viso finché non siamo ancora occhi negli occhi.
Adoro
il modo in cui mi guarda….
Adoro
questa intensità….
E’
così rara… è così speciale.
Appoggio
di nuovo le mie labbra sulla sua bocca socchiusa.
Respiro
il suo respiro per un istante e ricomincio a baciarlo.
Un
bacio lento… lieve e sensuale.
La
mia lingua traccia il contorno di quelle sue labbra… il suo respiro è
denso… caldo….
Mi
irrigidisco quando le sue mani roventi si infilano sotto la mia giacca e la mia
camicetta… sulla pelle nuda della mia schiena.
Le
sue carezze sono più profonde adesso.
Trovo
la forza di rispondergli divorando le sue labbra.
Un
suono basso e penetrante esce dalla sua gola.
Mentre
continuo a baciarlo… e accarezzo la pelle sottile dietro il suo orecchio… i
suoi capelli, le sue mani si spostano sulla mia vita… sulla pancia….
sull’ombelico…
Mi
stacco e ansimo.
Sorride
e bisbiglia “mooolto bravi…”
Annuisco
piano strofinando le mie labbra sulle sue.
Faremo
l’amore stanotte.
Lo
so… lo sento nell’aria.
Riprende
a baciarmi.
Ed
io so che è arrivato il momento.
L’ho
sentito come una scossa fin da quando mi ha chiamata… qualche ora fa.
E
continuo a sentire quella scossa.
Questa
strana consapevolezza.
Ma
non ho paura… sapevo che sarebbe successo.
E
voglio che accada.
E’
così giusto… è così naturale.
Sorrido
tra le sue labbra.
Dopo
quasi un mese di baci rubati e momenti di intensa intimità… sento solo in
questo preciso istante di essere pronta.
Pronta
per qualsiasi cosa debba accadere.
Pronta
a ricevere ogni cosa… e a dare.
Mi
sento così libera… così lieve.
Come
se avessi tolto un peso enorme dalla mia testa… dal mio corpo e dalle mia
anima.
Il
peso di una maschera che neppure sapevo di portare.
Mulder
ha mantenuto la promessa.
Mi
ha dato il tempo necessario per sciogliere i lucchetti di queste catene.
Scioglierli
uno ad uno.
Senza
spinte o pressioni, ha preso solo quello che potevo dare.
Se
fosse successo quello che deve succedere solo una settimana fa… o un giorno
fa… non mi sarei mai sentita così…serena.
Ho
l’impressione che tutto mi sia concesso stanotte.
Che
mi sia concesso sentire.
Ho
la mente sgombra da paranoiche paure… rimorsi e sensi di colpa.
Ed
è perfetto.
Vorrei
chiedergli come ha fatto a calcolare il momento esatto con questa incredibile
precisione.
Ma
poi penso che sono così chiara per lui… che sia stato un gioco da ragazzi
capirlo… capirmi…
Sapere
che sono pronta ad accettare senza remore questo sentimento... queste
sensazioni.
O
forse lui non lo sa….
Non
lo sospetta nemmeno… o solo non lo ritiene possibile.
Tremo
quando le sue labbra mi sfiorano il collo.
“Hai
freddo?” sussurra.
Sono
solo in grado di scuotere la testa.
Non
apro gli occhi mentre gli accarezzo la testa e lo tengo stretto.
Ansimo
mentre lui continua…clavicole... collo… mascella… orecchio…
Ansimo
ancora…
“Scully”
mi chiama piano.
“Mh?”
dico solo, non riesco a parlare.
“C’è
qualcuno…” sussurra.
Mi
irrigidisco solo per una frazione di secondo.
Tendo
le orecchie e sento il rumore di passi e di chiacchiere sommesse.
Voci
di uomini, valuto, forse a trenta, venti metri da noi.
“Chi?”
sospiro.
“Non
lo so…” bisbiglia prima staccare le labbra dalla mia pelle e alzare la testa
per guardare alle mie spalle.
Io
allento
la presa.
“Ragazzi…”
mi comunica.
Dio,
fai in modo che non vengano da questa parte….
Non
so se riuscirò a staccarmi da lui….
Ma
forse non è necessario che lo faccia.
Sorrido
a me stessa.
“Scully”
mi chiama concitato.
“Mh?”
ripeto.
“…
hanno delle chitarre!” sembra felice di questo.
Annuisco
verso il lampione e apro gli occhi.
Poi
realizzo.
Non
avrà mica intenzione di…?
“Mulder!”
lo ammonisco.
Troppo
tardi.
Lui
sta già sventolando la mano in segno di saluto.
“Heylà!”
Urla.
Sbuffo
piano.
Lui
mi guarda e mi sorride.
Sorrido
anch’io.
“Hanno
delle chitarre!” ripete più forte come per discolparsi dell’interruzione.
Annuisco.
Sono
piuttosto contrariata da questa impedimento.
Avrei
speso volentieri un altro paio di ore a baciarlo e stringerlo e toccarlo.
Ma
quando Mulder fa questi voli non me la sento proprio di tarpargli le ali.
Mi
risiedo composta sulla panchina e mi volto per vedere i tre ragazzi – muniti
di chitarre! – che si avvicinano parlottando e sorridendo.
“Hey”
dicono quasi in coro.
Io
non ce la faccio a non sorridere… soprattutto per l’espressione stampata
sulla faccia di Mulder.
“Hey”
rispondiamo insieme.
“Ragazzi…”
incomincia Mulder “… voi suonate?”
I
tre si scambiano uno sguardo tra il sorpreso e l’indignato.
Uno
di loro alza la chitarra e afferma “… no, queste le usiamo per zappare la
terra!”
Rido
e rido forte.
Scoppio
definitivamente a ridere.
Mulder
mi guarda sorpreso e poi abbassa la testa imbarazzato.
Sia
io che i tre ospiti imprevisti cerchiamo di calmarci.
Mulder
alza lo sguardo e sorride.
Un
altro di quei ragazzi interviene “beh… non abbiamo nulla in programma… se
volete che vi suoniamo qualcosa…?”.
Io
penso che Mulder sta maledicendo il momento che gli è balzata in testa l’idea
di chiedere l’intervento di questi tre ironici ragazzotti.
Mi
guarda per chiedere conferma.
Io
mi passo la mano sulla faccia e annuisco.
Si
volta ancora verso di loro e afferma convinto “Si.. si… sarebbe
un’idea…”
“Cosa?”chiede
uno.
Mulder
scuote la testa.
Mi
guarda “qualche preferenza…?”
“No…”dico
sorridendo.
Si
gira di nuovo verso i musicisti “No… nessuna richiesta qui… fate voi.”
I
tre si sorridono a vicenda e si allontanano di qualche metro.
Io
li seguo sorpresa con gli occhi e poi guardo Mulder che si stringe nelle spalle.
Guardo
ancora mentre i tre si siedono sul prato smeraldo e tolgono le loro chitarre
dalle scure custodie.
“Mulder?”
dico.
La
frase sottintesa è: che diavolo ti è saltato in testa!
Lui
mi osserva sulla difensiva e afferma con voce da spot pubblicitario “la
colonna sonora dei momenti migliori.”
Sorriso
a bocca chiusa.
Probabilmente
prima era troppo tranquillo per i gusti di Mulder… se non ci sono imprevisti
non si ritiene pienamente appagato.
E’
tutto così tipico.
I
tre accordano le loro chitarre ed il suono stridulo e forte riempie l’aria.
Adesso
che lo sento è vero… Mulder aveva ragione, mancava qualcosa.
Ma
non lo dico… non gli do questa soddisfazione.
Mi
metto più comoda ed aspetto.
“No…
no.. no…” dice falsamente contrariato.
“Cosa?”
chiedo.
La
sua risposta è sollevarmi dai fianchi… allargare le gambe e farmi sedere nel
centro.
Mi
abbraccia stretto la vita e seppellisce la faccia tra i miei capelli.
Io
sopprimo un ansimo.
“Questa
è la posizione più adatta…” sussurra.
Tremo
e sorrido.
Si,
questa è definitivamente la posizione più adatta.
Strana…
ma adatta.
Rilasso
la schiena e mi appoggio sul suo petto.
Incrocio
le mie braccia e le metto sulle sue.
Lui
appoggia comodamente il mento sulla mia spalla.
Il
suo respiro sull’orecchio mi solletica e mi fa impazzire.
Sopporto
e aspetto ancora.
“Noi
incominciamo” Urla uno dei ragazzi.
Annuiamo
insieme.
Momenti
di silenzio.
Poi
il suono lento si espande.
Ritmico
e dolce.
Riconosco
immediatamente la canzone.
More
than words.
Dio,
More than words!
Sorrido
e mi volto verso Mulder.
Lui
guarda ancora i tre musicisti all’opera ed incomincia a dondolare piano a
ritmo della musica.
“La
conosco…” mi sussurra.
“Anch’io”
dico prima di girarmi verso il suono della canzone.
Mi
muovo fino a che non ho trovato una posizione più confortevole e mi metto ad
ascoltare.
Saying
I love you
Is
not the words
I
want to hear from you
It's
not that I want you
Not
to say,
but
if you only knew
How
easy it would be
to
show me how you feel
More
than words
is
all you have to do
to
make it real
Then
you wouldn't have to say
that
you love me
Cos
I'd already know
Questa
canzone è dolce… e tremendamente romantica.
Sorrido
imbarazzata ed emozionata.
Mulder
mi stringe più forte.
E
penso: Dio, non poteva esserci canzone più adatta.
What
would you do
if
my heart was torn in two
More
than words
to
show you feel
That
your love for me is real
What
would you say
if
I took those words away
Then
you couldn't make things new
Just
by saying I love you
More
than words
E
poi sobbalzo.
Perché
Mulder incomincia a sussurrarmi nell’orecchio.
Dio,
mi sta cantando la canzone.
Il
suo respiro è denso, mi accarezza.
talk
to you and make you understand
All
you have to do
is
close your eyes
And
just reach out your hands
and
touch me
Hold
me close
don't
ever let me go – mi
stringe e mi bacia l’orecchio… continua -
More
than words
is
all I ever needed you to show
Then
you wouldn't have to say
that
you love me
Cos
I'd already know
– annuisce piano appoggiato alla mia spalla.
Ed
il suo è un bisbiglio che solo io posso sentire.
Non
segue neppure la melodia….
Me
lo sta dicendo.
E
sento come se il suono dei suoi sussurri arrivasse da lontano… dal profondo.
Come
se fosse il suo cuore a parlarmi.
E’
come se stesse parlando al MIO di cuore.
Tremo
e lui mi avvicina ancora al suo petto.
E
continua….
“…What
would you do
if
my heart was torn in two
More
than words
to
show you feel
That
your love for me is real
What
would you say
if
I took those words away
Then
you couldn't make things new
Just
by saying…
- si ferma… aspetta che mi volti, lo faccio lentamente, e lo dice soltanto…
-
“I
love you”.
Sono
pietrificata.
La
chitarra continua a suonare ma non la sento.
C’è
solo il battito del mio cuore.
E’
così strano… e intenso quello che sento in questo momento.
I
miei occhi si coprono di lacrime calde e il viso di Mulder diventa opaco, fuori
fuoco.
Sento
il calore quando si avvicina piano, timoroso, e mi bacia.
Lentamente…
profondamente….
Mi
giro di più e lo tengo stretto.
Dio…
non avevo mai provato quello che sto provando in questo istante.
...
Continuano
a ripetere.
Lo
ripetono e lo ripetono ancora.
Mentre
mi bacia e lo bacio.
Ed
è tutto così… magico…
Dio,
sto piangendo.
Finiscono
con un assolo di chitarra.
Io
tremo e piango e bacio Mulder senza neppure pensare che c’è qualcuno che sta
guardando.
C’è
solo Mulder ora.
C’è
Mulder e le mie lacrime e questa cosa che sento nel petto… che non mi fa
respirare.
Si
stacca e mi guarda.
Mi
guarda e basta.
E’
serio e felice nello stesso momento.
Asciuga
le mie lacrime con il pollice e sussurra “la canzone è finita”.
Rido
sollevata e nervosa.
Annuisco…
Non
riesco a fermare le lacrime.
Mi
abbraccia ancora come se volesse consolarmi.
Ma
non deve farlo… Dio, no… non deve consolarmi.
E
poi in un lampo capisco cosa sento…
Felicità
e amore.
Dio.
Felicità
e amore!
Non
ci posso credere.
Ed
è per questo che piango… è troppo… molto di più di quello che riesco a
sopportare.
Mi
stacco di colpo e mi asciugo le lacrime con dorso della mano.
Mulder
mi osserva in apprensione ed io gli sorrido per rassicurarlo.
“Va
tutto bene….?” Sussurra.
Annuisco
decisa.
Mi
alzo lentamente dalla panchina e mi sistemo la gonna.
Mi
avvio verso i tre ragazzi che sono ancora immobili… chitarre sulle ginocchia.
Mi
fissano imbarazzati e soddisfatti.
Ma
sono io quella ad essere imbarazzata.
Da
morire.
Mulder
è alle mie spalle e mi segue confuso.
Sorrido
ai tre che mi osservano dal basso.
“Ragazzi”
dico… Dio, la mia voce è spezzata.
Sento
che le mie guance sono in fiamme.
Mi
metto una mano sulla bocca mentre sorrido.
Rispondono
al mio sorriso.
“…
quanto vi aveva promesso?” chiedo.
Leggo
stupore sulle loro facce.
Rido.
“quanto
avevate pattuito?” chiedo ancora con voce un po’ più ferma.
Mi
volto verso Mulder che ha lo sguardo a terra.
Non
era difficile scoprirlo, Mulder.
Sorrido
quando uno dei tre confessa “cento”.
“Cento”
ripeto.
“Cento?!?”
interviene Mulder quasi urlando “ma non erano settantacinque?”
Rido
forte.
“Cento…
aggiudicato.”Affermo e Mulder mi sorride.
“Vada
per i cento” dice falsamente sconfitto.
I
ragazzi ridacchiano felici e soddisfatti mentre Mulder li paga evitando di
guardarmi.
Io
rimango con le mani sulla vita ad osservarmi la scena.
I
tre si alzano… mi salutano sorridendo.
Uno
di loro si ferma e mi sussurra “siete belli insieme!”.
“mh…”
Dio, non so cosa rispondere.
Lui
annuisce convinto e se ne va.
Rimango
immobile e li seguo con lo sguardo.
Siamo
belli insieme?
Dio….
Sono
già scomparsi nell’oscurità del parco quando sento “Cento dollari,
Scully!!!”
Sorrido
e mi giro piano.
Assento
con la testa e mi avvicino.
Lui
mi osserva e sorridono solo i suoi occhi.
“Ne
è valsa la pena…” sussurro.
Lui
continua solo a guardarmi.
Ma
abbassa la testa quando sono ad un passo da lui.
Gliela
sollevo appoggiando le mia labbra sulle sue.
“Grazie”bisbiglio.
Lui
spalanca gli occhi confuso.
Sorrido.
“…
se era un regalo di compleanno, Mulder… non ci sei andato troppo lontano
questa volta.”
Sospira
sollevato, poi mi abbraccia forte e quasi mi fa dondolare.
Le
sue braccia sono appoggiate sulle mie spalle… ed io gli circondo la vita con
le mie.
Ed
è così bello… così caldo.
“Non
credere che adesso ti canterò anche ‘Happy birthday to you’’sussurra.
Rido
con la faccia profondata nel suo petto.
Non
riesco a pensare.
Sono
così confusa… emozionata….
Mi
sento così strana.
E’
tutto così reale… è troppo per me… troppo….
Dio,
ricomincio a piangere.
Non
so perché….
Che
diavolo mi sta succedendo?
“Scully?”
mi chiama agitato mentre le dita alzano la mia testa.
Non
ce la faccio a guardarlo negli occhi adesso.
Anche
perché non riesco a smettere di piangere.
Mi
sento così stupida.
“Scusa”sussurro.
Sospira,
sorride e mi abbraccia di nuovo.
Appoggia
un lungo bacio sopra la mia fronte.
Le
sue labbra sono calde e umide.
“Sai
Scully” bisbiglia mentre io cerco di calmarmi “… pensavo ti fossi messa a
piangere perché sono stonato!”
Rido
forte e gli do una simbolica pacca sulla schiena.
Dio,
ha il coraggio di prendermi in giro.
“Oi”
gridacchia.
Sorrido
e strofino la fronte sul suo petto.
“Non
sei intonato” dico e, Dio, la mia voce è irriconoscibile.
Ride
e mi abbraccia se possibile ancora più forte.
Rimaniamo
così… a dondolare… uno sull’altra… per intensi minuti.
Tutto
gira e mi sembra di ballare.
Quasi
sobbalzo quando sento la sua voce… così lontana… così distante….
“E’
per momenti come questo che vale la pena vivere…”
Dio,
sono paralizzata.
Ho
letto tanto di quel dolore in questa frase.
Mi
colpisce come un onda ghiacciata.
Dio,
non so perché… non ho idea del perché faccia così male.
“Mulder”
sussurro alzando la testa.
La
mia voce trema.
Lui
mi sorride.
Un
sorriso così… ampio… bello.
Dio.
I
suoi occhi sono lucidi e neri.
Cosa
c’è dietro a quegli occhi?
Cosa
c’è dentro quella mente?
Dio,
perché non mi è concesso saperlo?
I
miei occhi ritornano pesanti.
Abbasso
la testa e respiro profondamente.
Perché
non vuoi dirmelo, Mulder?
Perché?
Sospiro
e lui mi chiama “Scully…?”
Scuoto
la testa… sono sopraffatta da ogni emozione.
Non
riesco a registrare le sensazioni.
Dio…
sto impazzendo.
E’
così strano per me… così insolito…
Ed
è in attimi come questo che ricomincio ad avere paura.
Una
paura che mi paralizza.
Mulder
mi alza la testa di scatto e mi costringe a guardarlo negli occhi.
“Che
c’è?” chiede espirando.
La
sua fronte è corrucciata.
Come
se si sentisse in colpa per aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.
Dio,
no.
Non
voglio che si senta così.
Cerco
di sorridere.
Sicuramente
non sono uno bello spettacolo.
“Mi
sento così… così strana, Mulder”
Annuisce.
“Troppo
in fretta?” domanda piano mentre mi abbraccia ancora.
“No…
no… è che…”
“Che…?”
Dio,
Mulder.
“è
che… non sono abituata a sentire così tanto… non so se ne sono capace”.
Si
stacca e mi guarda serio e sorpreso.
Cosa
ho detto?
La
verità.
Sono
stata spenta per così tanto tempo… non so se riesco a rimanere accesa… non
so se posso sopportare questo sovraccarico di sensazioni.
Mi
stringe le spalle con quelle sue grosse mani e si abbassa su di me.
E’
ad un millimetro della mia bocca quando sussurra “… co… cosa provi per me,
Scully?”
Oh
DIO….
Mi
irrigidisco.
L’aria
è gelida attorno a me.
Dio.
“Tutto…”
rispondo in un sussurro… è la sola cosa che posso dire “provo tutto.”
Dio…
non farmelo dire Mulder… non so se sarei in grado di farlo.
“Tu..
Tutto?”chiede avvicinandosi di più e piegando la testa.
La
sua voce è spezzata.
“Si”
dico… e, Dio, piango ancora… “Tutto…. E tutto in una volta sola….”
Mi
sorride…
“Non
piangere” sussurra sulle mie labbra.
Riesco
a rispondere al suo sorrido.
“è…
è difficile” è quello che posso sussurrare.
“lo
so… ” e appoggia la sua bocca sulla mia.
Mi
bacia ancora, ancora ed ancora.
Io
rispondo automaticamente.
Dio…
è così bello… così bello….
Mi
sento così bene mentre lo bacio… che lei mie lacrime sembrano subito fuori
luogo.
Si
stacca piano e mi asciuga le guance.
Mi
guarda negli occhi.
Ed
in questo istante tutto sembra così chiaro.
Così
semplice e naturale.
Dio…
mi ama.
Non
ci sono dubbi.
Me
lo ha detto mille volte… in mille modi….
Ed
anche se quelle parole non sono mai uscite da quelle sue labbra… io LO SO.
Lo
so e basta.
More
than word.
Sorrido.
Mulder
corruccia la fronte confuso.
Neppure
lui è in grado di seguirmi in questi sbalzi d’umore.
E
non so perché ma comincio a cantare “…What
would you say if I took those words away
Then
you couldn't make things new Just by saying…
- mi fermo… chiudo gli occhi … -
“I
love you”.”
Dio…
la mia voce è… Dio, non è MIA.
Riapro
le palpebre lentamente e vedo Mulder che mi guarda fisso.
Bocca
spalancata.
Immobile.
Sorrido
imbarazzata.
“Dio”
espira prima di circondarmi con le braccia e stringermi così forte.
Così
forte.
Piange
sulla mia spalla e tra i miei capelli.
Ed
io non so se essere triste o felice.
Se
ridere o ricominciare a piangere.
“Dio,
Scully” ripete con voce rotta.
“Ti
amo” dico… senza pensare.
Ho
sempre creduto che mi sarebbe costato terribilmente dirlo…. Dirlo a Mulder.
Ma
mi rendo conto in questo momento che – ti amo – sono solo due parole.
Per
quanto intense e liberatorie possano essere rimangono sempre parole.
E
pronunciarle diventa più facile… .
Perché
non ho paura delle conseguenze ora… perché voglio solo sentirlo reale.
E
se queste due parole possano fare in modo che questo accada… le ripeterò…
le ripeterò all’infinito.
Mulder
merita amore.
Ed
io merito di amare.
Mi
prende il viso tra le mani.
Mi
osserva così commosso e così emozionato.
Dio…
adoro questa sensazione.
Adoro
provocare queste cose.
Mi
sento così importante… necessaria.
“Non
hai idea di quello che sento in questo momento” dice mentre piange.
“Non
più di quello che sento io…” sussurro.
Le
nostre parole rimangono come sospese nell’aria.
Continuiamo
a guardarci e le lacrime si stanno asciugando sulle nostre guance calde.
Un
forte brivido mi percorre la schiena.
E’
tardi… e la notte sta diventando fredda.
Sorride
piano quando sussurra “andiamo a casa” e una di quelle sue mani mi passa
sulla schiena per scaldarmi.
Dio…
sta per succedere.
Una
morsa allo stomaco mi blocca.
Dio…
faremo l’amore stanotte.
Il
fatto che sia nervosa non significa che non sono pronta… che non voglio.
Lo
voglio così tanto… così tanto.
Ma
non posso non essere nervosa.
Camminiamo
uno di fianco all’altra mentre usciamo dal parco.
Siamo
quasi alla macchina quando sussurro “No…”
Si
volta… mi guarda perplesso….
Deglutisco
e trovo la forza di dire “… da te… possiamo andare a piedi….”
Spalanca
la bocca e mi fissa.
E’
così incredulo… Dio, ho voglia di picchiarlo.
Incrocio
le braccia e riprendo a camminare.
Lui
mi segue un passo dietro di me.
Sento
i suoi occhi perforarmi la schiena.
“Scully?”mi
chiama e appoggia una mano pesante sopra la mia spalla.
Mi
volto lentamente.
Sono
imbarazzata da morire.
Oso
guardarlo in volto.
Dio…
sorride di un sorriso così… particolare….
Ed
in questo istante stiamo pensando la stessa cosa.
Vogliamo
la stessa, identica cosa.
“Si…”
dico… rispondendo ad una sua domanda mai pronunciata – faremo l’amore
stanotte.
Il
suo sorriso si allarga.
Si
avvicina e mi bacia sulle labbra.
Fa
scivolare una mano lungo il mio braccio… mi prende la mano.
Osserviamo
entrambi le nostre mani unite prima che lui si volti e cominci a camminare.
Lei
sue gambe sono lunghe e se non accorcia il passo finirà per tirarmi
letteralmente per il braccio.
Sorrido
a me stessa.
Sorrido
di ogni cosa.
E
l’importanza di quello che ho appena vissuto e che sto per vivere mi colpisce
come un onda.
Non
dimenticherò mai il parco… quella canzone… e il suono del suo sussurro nel
mio orecchio.
Non
dimenticherò mai la prima volta che ho detto – ti amo – riferendomi ad un
sentimento così assoluto e devastante.
Ogni
attimo è impresso nella mia
memoria confusa.
Ogni
piccolo e grande evento ed ogni sensazione.
Un
ricordo vale molto di più delle parole perché qualsiasi cosa accadrà…
ripensando a stanotte… saprò che ho amato e che amerò.
E
che sono amata.
Mi
sento così scioccamente fortunata.
E’
tutto così diverso… e così uguale.
E
mentre camminiamo verso l’inevitabile realizzazione di tutto questo sentimento
le parole di quelle canzone mi tornano in mente…
That
your love for me is real
What
would you say
if
I took those words away
Then
you couldn't make things new
Just
by saying……. I
love you.
Fine
terza parte.
Grazie
a tutti per avermi letto.
Critiche
e commenti sapete dove!
Baciotti
e alla prossima… spero molto presto!