Warning: sesso… non dico di più! Nc17 (se siete sensibili
all’argomento… consideratevi avvertiti…)
Dedica: questa è per Ai, Poli, Mimmy, Fay, Ripley, En
Ami, Isa, Dany, Butty, Lezar82, Criss,
Miky, Micky. Lalla e Lup, Pusher (grazie a tutte per gli
auguri per il mio B-day) – ordine sparso- e per tutti quelli che mi sono dimenticata di menzionare e tutti
quelli che la leggeranno (dite che mi paro il culo mettendo questa categoria residuale?
:P).
Cmq, anche se non ho la più
pallida idea di come mi sia venuta questa, la dedico a chi fino adesso mi ha
dato la proverbiale – spinta – per continuare in questa avventura…
Enjoy girls e non vi
risparmiate nei commenti!
Dopo gli eventi de “il
giorno dopo” 1- 2- 3… M e S riescono nell’intento che hanno perseguito per una
giornata intera… tra rollercoaster emozionali e piccoli e grandi disavventure
Mulder finalmente scoprirà il senso di ogni cosa…
Buona lettura….
Quando il
piccolo-grande-Mulder decide autonomamente che forse è ora per il suo
padroncino di staccarsi dalla porta e intrufolarsi nell’appartamento, la venere
sotto di me mugola.
Mugola davvero.
Dio, se una settimana fa mi
avreste detto che Scully si sarebbe concessa di mugolare in mia presenza penso
che avrei riso fino alle lacrime, o forse il contrario, avrei pianto fino alle
risate!
Sta di fatto che mi
allontano il giusto necessario per prenderle le chiavi dalle mani e infilarle
nella serratura.
La mie dita tremano…
emozione o eccitazione?
Non saprei… ma Scully ride…
ed io rido… e tutti ridono… tranne il piccolo-grande-Mulder, naturalmente!
Scully, intanto, ha trovato
un cantuccio nell’incavo del mio collo dove appoggiare le sue labbra e
respirare.
Il suo alito caldo mi fa
drizzare i peli della schiena.
Non è una mossa furba se
non vuoi rimanere qui fuori fino alla prossima primavera, Scully!
“Ok, Scully… forse è meglio
che ci diamo una calmata…” mi lamento dopo il mio ennesimo tentativo a vuoto,
ma da quando fanno ‘ste serrature così strette!
Ridacchia “Ok.. ok…” si
stacca dal mio collo, alza la testa e mi guarda “Fai fare a me…” sussurra.
Le cedo lo scettro
consapevole del fatto che non posso fare di meglio… soprattutto se mi guarda in
quel modo.
Si volta di spalle
strofinandosi su tutto il mio corpo ma soprattutto… lì… Dio… non ce la faccio
più!
La prendo dalla vita e
seppellisco il MIO di muso nell’incavo del suo collo.
Così impari!
Voglio proprio vedere che
combini adesso…
Respiro nel suo orecchio
“se non entriamo immediatamente là dentro penso che morirò…” e non sto
scherzando!
Lei ansima e sghignazza
contemporaneamente “Dio, Mulder… può darsi che tu muoia quando entrerai là
dentro!” bisbiglia maliziosa.
Siamo alla frutta se per
farci passare il tempo di imbottiamo di frasi banali… ma non mi importa. Scully
riuscirebbe ad eccitarmi anche solo se si mettesse a contare fino a dieci… il
solo pensare alla forma della sua bocca quando dice “uunoooo” mi fa
rabbrividire…
“Hai intenzione di farmi
morire, Scully?” sussurro… è una promessa?
“Cercherò di fare del mio
meglio!”dice e sento il primo clic della chiave nella serratura.
Sono così gioioso che quasi
la stritolo tra le braccia e la trasporto ancora verso la porta.
Ormai ci è appiccicata con
la fronte!
Dio, non posso sopportare
altro…
Secondo clic.
“Mi fido delle tue
capacità…” ansimo.
Ride.
Terzo clic.
Ma quante cazzo di mandate
ci hai fatto a questa porta Scully?!?
“Ed io mi fido delle tue” dice
prima di dare uno spintone alla porta ed aprirla completamente.
Io, dalla felicità e dalla
sorpresa, faccio quasi un passo indietro.
Lei si volta e mi guarda.
“Accomodati…” mi invita
facendomi un gesto con la mano così …*Invitante* che rimango impalato per
qualche secondo.
E’ ancora tutto così
incredibile da temere che il suono della sveglia mi faccia rotolare dal mio
letto e alzarmi in un bagno di sudore.. e di qualcos’altro
Tossico.
Faccio un passo ed un
altro.
La supero.
Lei mi segue con quegli
occhi divoratori ed è come se lasciassero scie infuocate sul mio corpo.
Sento il suono dei suoi
tacchi dietro di me.
Ed è strano….
E’ come se tutto fosse…
decelerato.
Lento….
Ovattato….
Tac………………
Tac ……………..
Tac………………
Tac………………
“Mulder!” mi chiama.
Mi volto di scatto.
Cos’era?
“Che c’è?” mi chiede.
“Niente.. niente…” dico in fretta.
Mi regala un ultimo sguardo
apprensivo prima di chiudere la porta alle sue spalle.
“Scully…”sussurro.
“Si…”
Si avvicina e mi si mette
di fronte.
“No.. ” dico “Solo.. solo..
una strana sensazione…”
“Quale strana sensazione?”
chiede avvicinandosi ancora.
“Niente.. è come… non so….”
“Non è che stai male?”
domanda seria.
Nooooooooooo…. Dottor Scully nooooooooooo….
“No, Scully.. STO BENONE!”
affermo convinto.
Lei sorride e si stringe
nelle spalle.
“Sai, con tutto quello che
hai mangiato non vorrei che ti venisse mal di stomaco…”
Hi hi hi.. divertente,
Scully!
Faccio cenno di no col
capo.
“Allora che c’è?” sussurra.
Prendo fiato “E’ solo come
se.. come se il tempo… si fosse… rallentato!”
Apre la bocca e spalanca
gli occhi.
Che ho detto?!?
Una cazzata?
Qualcosa di sbagliato?
“R.. rallentato?” Balbetta.
Sono io quello ad
avvicinarsi adesso.
“Si.. Scully, rallentato!”
non penso di riuscire a spiegare meglio la sensazione.
Lei appoggia le mani sul
mio petto.
Il solo contatto delle sue
dita sulla stoffa della mia giacca mi fa tremare.
Abbassa lo sguardo e sembra
che bisbigli qualcosa… qualcosa del tipo… “Non è possibile”
“Cosa?” chiedo in
apprensione.
“Niente… niente…” dice
alzando la testa.
Dio.
Sorride.
Chi diavolo è successo?
Questo è un sorriso
diverso.
Non è un sorriso divertito.
E’ un sorriso felice.
Si, è proprio un sorriso
FELICE.
Sono stato io a fare
questo?!?
Sorrido.
Non so perché…
Non ho capito un emerito
cazzo di quello che è accaduto negli ultimi due minuti… ma ho la sensazione di
avere altre priorità adesso, o almeno è la sensazione che hanno lì… ai piani
bassi.
Le prendo le mani piano e
me le metto dietro al collo poi le afferro la vita e la stringo su di me.
I nostri occhi incollati.
“Mulder…” sussurra ed è a
pochi millimetri dalla mia bocca.
“Mh?” dico piegando la
testa e posizionandomi.
“Ti è sfuggito il fatto che
siamo scappati dall’ufficio senza neppure avvertire?”
Doccia fredda.
Doccia gelida.
Doccia iper-glaciale.
Rimango immobile.
Cazzo.
Ma poi un flash mi
attraversa la mente: non me ne frega un cazzo se in ufficio ci daranno per
dispersi.
Non me ne frega proprio un
cazzo!
Ma c’è un’altra cosa che ha
la precedenza in questo momento.
Mi stacco.
“Mulder?” chiede sorpresa e
spaventata.
Le appoggio un rapido bacio
sulle labbra per tranquillizzarla.
“Dammi il cellulare!”
Ordino.
Alza il sopraciglio ed io
stendo la mano per rendere evidente il fatto che la mia non era una richiesta
cordiale.
Si arrende, estrae il
cellulare dalla tasca e me lo mette tra le mani.
Mi avvio a passi rapidi
verso il tavolino da caffè.
Mi tolgo la giacca e
l’appoggio sullo schienale.
Mi siedo sul bordo del
divano.
Estraggo il mio cellulare.
Li metto vicini sul tavolo…
e li spengo.
Ci butto sopra un’altra
occhiata per assicurarmi che sono SPENTI.
Ok… adesso potrei anche
staccarle il telefono di casa ma sono già certo che è inserita la segreteria.
Al diavolo.. che ci diano
per dispersi!!!
Alzo la testa e me la trovo
di fronte.
Mi osserva sorridendo.
“L’esperienza insegna” le
comunico.
Ride “Giàààààààà” sussurra.
E poi sento le sue mani
sopra le mie spalle.
Premono fino a che non ho
schiena completamente appoggiata al divano.
Mi fissa negli occhi con
uno sguardo che non ho mai visto… ma che vorrei vedere più spesso.
Sorride.
“Mettiti comodo…”
bisbiglia.
Io deglutisco e l’osservo
famelico.
Fa scivolare quelle sue
manine sulle mie spalle, sul petto “rilassati…” mormora.
Dio, bella richiesta
Scully, ma non so proprio se sarò in grado di accontentarti… soprattutto se
infili le dita… oh Dio… sotto la cintura…
Le sue dita mi accarezzano
l’addome e poi salgono ancora… sto sbavando?
No.. ma ci siamo quasi.
Afferra il cuoio della
cintura e la slaccia lentanenteeeeeeeee.
E mentre mi osserva seria
la sfila dai passanti…
Sono così duro… e visibile
che quasi mi vergogno.
Si volta e appoggia
delicatamente la cintura sopra il tavolino da caffè.
“Permetti…” dice mentre si
toglie la giacca e la mette a far compagnia alla mia cintura.
Io deglutisco ancora.
Faccio un cenno col capo e
poi… uhhhhhh…. Oh porca….
Si fa scivolare le mani sui
fianchi e alza il bordo della gonna.
Non molto, a dire il vero,
ma quel pezzo di gamba visibile da una scossa ai miei bassi piani… una scossa
forte… si può venire solo guardando? Non lo so, ma ho la sensazione che presto
lo scoprirò…
Appoggia un ginocchio sul
divano e l’interno della sua coscia bianca sfiora la stoffa grigia dei miei
pantaloni.
Quando ritorno a respirare lei
si muove ancora.
Alza l’altra gamba e con un
movimento fin troppo rapido mi ritrovo il suo sedere sopra le mie cosce.
Ed i miei occhi sono a
livello-seno.
Ho la bocca asciutta.
E le palpitazioni a mille.
E sono immobile come un
baccalà.
“Sono pesante…?” sussurra
abbassandosi su di me.
E’ come se mi svegliassi da
un bizzarro torpore.
Scuoto la testa mentre
esamino le curve delle sue coscie strette attorno alle mie.
Siamo così.. vicini… a dire
il vero c’è solo il mio piccolo socio che ci separa.. e si sta espandendo.
Oddio, non ce la faccio
più.
Stacco le mani e le faccio
scorrere sulle sue cosce, sulla vita… e poi ancora giù.
Lei ansima.
Alzo ancora il bordo della
gonna e avvicino i suoi fianchi ai miei.
Le sue gambe sono cosi…
sode… compatte… oddio… sento sotto le dita il bordo delle autoreggenti.
Col le mani aperte salgo
lungo i fianchi, la vita… l’esterno del seno ed arrivo fino al collo della
camicetta.
E’ così calda sotto le mie
dita.
Sto sudando.
Slaccio il primo bottone.
Poi il secondo.
E il terzo.
E osservo attentamente la
pelle chiara che si rivela al mio sguardo.
La sua testa è calata e sta
seguendo con gli occhi i miei impacciati movimenti.
Il suo respiro è elaborato.
La piccola striscia nera
del reggiseno è eccitante da morire.
Il contrasto con la sua pelle
rosa fa quasi male agli occhi.
Quando ormai la camicia
azzurra è tutta slacciata la sfilo dalla gonna e lei mi aiuta inarcando la
schiena.
La stoffa tirata dalle
gonna mi sfiora lì… Oddio … ansimo.
Rianimato da nuovo vigore
presso il palmo della mano sulla sua pancia piatta e salgo fino a prenderle un
seno attraverso il raso nero, l’altra intanto si aggrappa alla sua vita per
tenerla ferma.
Lei ansima forte e con il
pollice sento il suo capezzolo diventare duro sotto il mio tocco.
Continuo a massaggiarla e
butto indietro la testa.
Si abbassa ancora e il suo sospiro
mi accarezza la faccia.
Il suono della stoffa, del
suo respiro e del mio mi fa contrarre
lo stomaco.
Apro gli occhi e le osservo
la bocca.
E rossa… e socchiusa…. Dio.
Non ce la faccio più.
“Scully…
… toccami”
Toccami ti prego.
Non mi fa aspettare.
Grazie al cielo!
Sento le sue mani sul mio
petto… corrono giù… più giù… lì… DIO…
Le sue dita sono sul
cavallo dei mie pantaloni.
Salgono e scendono
lentamente seguendo la compattezza della mia erezione.
Il mio ansimo le scompiglia
i capelli.
La sensazione è così forte
che devo chiudere gli occhi.
Sento le sue dita sul
bottone e poi il rumore secco della zip che si abbassa.
Io continuo a massaggiarle
il seno seguendo il suo ritmo e all’improvviso le sue mani sono dentro ai miei
boxer.
Tremo.
Le pelle delle sue dita è
fredda su di me.
“Dio” bisbiglio senza
fiato.
Lei non sorride più. E’
seria da morire mentre mi strofina piano.
Suuuuuuu…. Giùùùùùùùù….
Suuuuuuu…. Giùùùùùùùù….
Dio…. Sto per venire.
Aumenta le velocità.
Io mugolo “Sculleee….”
Mi mordo le labbra, apro
gli occhi….
“Siii….” Sussurra.
“Spogliati” è un ordine.
Colgo un ombra di sorpresa
nella sua espressione concentrata.
Con riluttanza toglie le
mani dalla mia impossibile erezione.
Io non so se urlare o
sospirare dal sollievo.
Afferra i bordi della
camicia che scivola lungo le sue spalle.
Io non respiro più.
Porta le mani dietro la
schiena e sento il clic del reggiseno che si stacca.
Sfila le spalline una ad
una e poi lo toglie dal davanti e….. oh Dio…
Seno…
Il seno di Scully….
Cazzo, era un secolo che
non lo vedevo più….
Mi mancava!
Mi mancava un sacco….
Per dimostrarglielo ci
butto la faccia in mezzo… e … paradiso…
Giuro… amo il seno delle
donne…
Freud direbbe che è
mancanza d’affetto materno ma non riesco a resistere dal prenderlo in bocca
appena ne ho la possibilità… e negli ultimi anni non è che mi sia accaduto
spesso.
Mentre lo tocco… lo lecco..
lo succhio… Scully inarca la schiena e ansima profondamente.
Le sue mani sono tra i miei
capelli e accompagnano il movimento della mia testa.
Io adoro il seno di Scully…
è così… candido… morbido… se non mi sembrasse una frase da maniaco sessuale
glielo direi… - sai Scully… hai delle tette da paura… -
Sorrido a bocca occupata.
“Mulder?” ansima.
Che c’è ora… ?
“Mh?”
“Fammi togliere la gonna!”
Ok… se è per questo va
bene… ti lascio andare… ma ti do 10 secondi al massimo.
Alzo la testa e la guardo
negli occhi.
Dio, amo questa donna!
Prima che me ne possa rendere
conto è fuori dalle mie gambe, in piedi di fronte a me.
“Mulder?” mi dice mentre io
le fisso i fianchi.
“Si?” sussurro.
“Ti va di spostare il party
in camera da letto?”
Camera da letto?
Uhm.. potrebbe essere
un’idea… ma…
Faccio cenno di no con la
testa.
“Mh?” dice sorpresa.
Ritrovo la mia voce “No.. Scully…”
Sai Scully? L’idea di prenderti
sul divano come un adolescente arrapato non mi dispiace, anzi.. direi che mi
stuzzica abbastanza.
Come reagirebbe se glielo
dicessi?
Non lo voglio sapere….
Inventati qualcosa, Mulder!
“L’ho sognato tante di
quelle volte… ” sono in grado di dire.
Ed è la verità!
Il suo sguardo
interrogativo mi suggerisce che non ho reso bene il concetto, chiudo gli occhi
e continuo “ho sognato… ho sognato che, tra rapporti e reperti di autopsie e
fotografie e scatole vuote di pizza… tu.. tu … decidessi ad un tratto di salire
sopra di me.. come qualche secondo fa.. e… beh… Dio, l’ho sognato per così
tante notti da temere che sarei impazzito… affrontarti la mattina era un
incubo… era, Dio, un sacrilegio… non lo so… ma quel sogno era così *reale*… tu…
la tua vestaglia di spugna bianca… che cadeva dalle tue spalle… Dio, Scully…
hai fatto l’amore con me, su di me, tante di quelle volte su questo divano… e
sul mio… e nel mio letto… e nel tuo… ma questa volta voglio che sia reale…
voglio… ”.
Dio… prendi fiato, Mulder…
Alza la testa, Mulder…
Almeno abbi il coraggio di
aprire i tuoi fottuti occhi!!!
Beh, non ce la faccio…
respiro profondamente e raccolgo le energie sufficienti per tendere le orecchie
e sperare in una sua prossima reazione… spero *molto* prossima altrimenti
esploderò…
Sento il rumore delle
stoffa delle sua gonna che le accarezza le gambe.
Sospiro.
“Mulder?” mi chiama.
“Mh?” rispondo ad occhi
chiusi.
La sua voce arriva dal
basso.
Non sarà mica in ginocchio?
Cazzo, devo aprire gli
occhi!
“Guardami!”
Oh.. Porca…
Le sue mani sono sulla mia
scarpa.
La toglie e poi si dedica
all’altra.
“.. apri gli occhi..
Mulder” sussurra.
Il peso delle sua mani
sopra le mie ginocchia mi fa quasi sobbalzare.
Le mie gambe si aprono e
percepisco il calore del suo corpo nell’interno delle mie coscie.
Ho caldo.
Sto impazzendo!
Le sue dita mi seguono le
linee tirate del mio viso… i tratti si sciolgono come burro.
Appoggio la tesa allo
schienale del divano.
Apro gli occhi.
Dio.
Oh… cazzo.
Scully in mutandine nere,
autoreggenti e scarpe col tacco è inginocchiata tra le mie gambe.
Sto per venire.
“Wow…” espiro.
Mi guarda fissa e sorride
con un angolo della bocca.
Dio, sto per venire.
Le sue dita viaggiano sui
bottoni della mia camicia che magicamente si slacciano al suo tocco.
Io sono troppo preso ad
immagazzinare nel mio cervello i minimi particolari del quadro erotico che ho
di fronte.
Troppo erotico.
Troppo.
Più le sue dita si
avvicinano al mio ombelico e più il brivido che incessantemente sta percorrendo
la mia schiena da quando mi sono seduto su questo divano si intensifica.
Mi sembra di tremare.
La camicia è aperta e fuori
dai miei pantaloni slacciati.
Il mio petto si alza e si
abbassa al ritmo del mio respiro irregolare.
“Toglitela” sussurra mentre
le sue dita si aggrappano al bordo dei miei pantaloni e tirano verso il basso.
Decido di darle una mano in
questa operazione delicata anche se non penso di averne la forza.
Mi sfilo la camicia, inarco
la schiena, alzo i fianchi.. tutto contemporaneamente!
Sono fiero di me stesso,
almeno non sono rotolato giù dal divano.
Lancio l’indumento sul
pavimento, mentre Scully lavora per togliermi i pantaloni dai piedi portandosi
dietro anche i calzini.
Eccoci qui….
Dall’apertura dei miei
boxer grigi fa capolino il mio socio number one.
*Ehy carcerato, goditi la
tua ora d’aria!*
Scully mi sta osservando
proprio lì con un’attenzione tale che ho l’impressione che me lo incenerirà con
i suoi raggi laser alla criptonite.
Io sto andando in
iperventilazione.
La sua mano segue la
lunghezza della mia coscia… su… e…. Dio…
Toccalo Scully…
ADESSO.
“Dio!”quasi urlo quando le
sue dita si stringono attorno a me.
Incomincia a muovere la
mano ed io involontariamente ci spingo contro con i fianchi.
Dai………
Più veloce…….
Oh Dioooooooooo…..
Toglie la mano con una
rapidità tale da farmi spalancare gli occhi.
Mi sorride timidamente.
“Un ultimo sforzo, Mulder…
alza i fianchi…”
Cazzo… ci siamo… adesso
vengo…
“Dio…” sussurro senza
pensare “adoro la tua voce…”
Il suo sorriso si allarga.
“… anche la tua non è
male!” bisbiglia mentre con uno strattone i miei boxer sono a livello caviglie.
Il contatto totale con
l’aria mi fa tremare.
Chiudo ancora gli occhi e
cerco di rilassarmi mentre la mia geisha toglie di mezzo il fastidioso
indumento.
Non ho il coraggio di
guardare…
Dopo qualche secondo le sue
mani sono di nuovo ancorate ai miei fianchi e la sua bocca è….
Dio… su di me!
Mi bacia… una due tre
volte.. e poi… Oh porca…
Sono tra le sue labbra….
Lecca…
Succhia…
Dio.
Inarco la schiena e grugno
“Sculleeeee…”
“Mh?”mugola e non ha
intenzione di mollare la presa.
“… non c’è tempo per
questo!” affermo disperato.
Apro le palpebre lentamente
e abbasso lo sguardo su di lei.
Oh.. che DIO mi aiuti!
Scully mi osserva con tutte
e due.. e ripeto .. TUTTE E DUE le sopraciglia alzate e il mio cazzo in bocca.
Sto per venire!
Mi divincolo.
L’afferro da sotto le
ascelle e l’alzo in piedi.
Mi lascia andare con un
sonoro “Blop”.
Ansimo.
Le abbraccio la vita e
strofino la mia faccia nella sua pancia piatta… morbida e bianca.
Incomincio a leccarle
l’ombelico mentre si muove tra le mie braccia.
Le sue unghie sono
saldamente piantate nelle mie spalle.
Ancora preso ad assaporare
la sua pelle trovo la forza di coordinare i movimenti e infilare le mie dita
nelle sue mutande.
Stringo tra le mani quel
gioiellino del suo sedere mentre cerco di abbassare la fastidiosa stoffa.
La mia bocca scende
inesorabile su di lei.
Le accarezzo le gambe
attraverso il sottile strato di nailon delle calze e spingo verso il basso quel
che rimane della sua biancheria.
Seppellisco il mio naso in
lei e mi ubriaco del suo profumo così intenso…
e dolce.. e suo….
Scully…
Dio, non ci posso ancora
credere….
Lei quasi urla al contatto
della mia lingua.
“Mulder?”
La sola cosa che posso fare
è alzare lo sguardo.
“… non c’è tempo per
questo!”afferma.
Sorrido.
Cosa ti capisco!
Continuo a respirare sopra
di lei.
Poi mi spinge quasi
violentemente sullo schienale del divano.
E prima che possa
rendermene conto le sue scarpe vanno a tenere compagnia alla mia camicia ed è
sopra di me.
Il suo sedere è freddo
sulle mie coscie.
Le sua mani si agganciano
alle mie spalle.
Con i palmi aperti seguo la
linea della sua schiena nuda.
Salgo fino al collo.
Lei si avvicina e si muove
su di me.
Sposto dalla sua fronte una
ciocca di capelli diventati porpora nella semioscurità del salotto.
Lei chiude gli occhi e la
punta della sua lingua segue il contorno delle mie labbra.
L’umido della sua saliva
diventa freddo sotto il suo respiro.
Le afferro i fianchi e la
posiziono.
Il mio sesso l’accarezza
piano.
Ansimiamo profondamente al
contatto.
Incomincio a muovermi
lentamente
Suuuuuuuu… giùùùùùùùùùù
Sono scosso da un brivido
così forte che quasi mi paralizza.
Suuuuuuuu… giùùùùùùùùùù…
ancora.
Apro la bocca e la permetto
di invadermi mentre le sue dita entrano tra i miei capelli.
La sua lingua accarezza il
mio palato.
Una delle mie mani si
stacca dalla vita e scende.
Incomincio a toccarla piano
per assicurami per l’ennesima volta che sia pronta per me.
E’ pronta…
Dio, se lo è…
“Mulder…” mi incita.
Ok.. ok… eccoci!
Entro dentro di lei con una
decisa spinta e mi fermo.
E poi sento solo il tonfo
della mia testa nella spalliera del divano e il suono consistente che esce
dalla bocca di Scully e che mi accarezza le guance.
Cazzo.. quasi stavo
dimenticando com’era.
Com’è essere dentro di lei…
Essere così vicini…
La sua schiena è tesa sotto
i palmi delle mie mani.
Mi solleva la testa e mi
abbraccia forte.
La mia faccia è seppellita
nell’incavo del suo collo.
Incomincia a muoversi…
Dio…
… così bello.
… così bello.
Lei sale.. e scende… io la
stringo forte e il suo seno è pressato sopra le mie clavicole.
Amo l’odore della sua
pelle.
Amo le carezze dei suoi
capelli sopra le mie guance.
Amo la forma dei muscoli
delle sue cosce che si contraggono mentre spinge verso di me.
Dio… l’amo troppo.
Mi manca il respiro.
Si può morire da “asfissia amatoria”?
Sorrido con la bocca
appiccicata alla pelle del suo collo.
Smetto di sorridere quando
aumenta la velocità.
L’aumenta ancora.
Raccolgo le mie ultime
energie e incomincio a controspingere.
“Dio, Mulder” espira.
Mi aggrappo alla sua
schiena umida per lo sforzo.
Spingo più veloce.
Sto scoppiando.
Ci sono quasi.
Adesso scoppio.
Ma è lei che scoppia.
“Mulder!” praticamente mi
urla nell’orecchio… stretta tra le mie braccia.
Ancora non si ferma… continua
a muoversi e la sento fremere e contrarsi intorno a me.
La forza del suo orgasmo mi
colpisce direttamente al cervello.
Dalle il tempo per
riprendersi – mi ripete quella parte della mia testa che non è ancora andata in
completo black-out - dalle il tempo!
Spiacente Scully… la
prossima volta!
Con un’abilità che stupisce
perfino me stesso, la prendo… la sollevo… la scaravento con la schiena sul
divano.
In meno di un minuto sono
sopra di lei nella più canonica delle posizioni.
Scully mi guarda con occhi
socchiusi.
Scendo su di lei e divoro
la sua bocca mentre ricomincio a muovermi.
Le mie mani intanto trovano
la compattezza delle sue coscie e le sollevano fino a quando non ho quasi le
sue ginocchia sotto le mie ascelle.
“Mhmm” mugola dentro la mia
bocca.
Lo so che sei scomoda
Scully… ma … Dio… manca poco… manco poco…
Continuo a spingere sempre
più rapidamente.
Lei si è già ripresa a mi
aiuta sollevando i fianchi e seguendo il mio ritmo.
Dio… ci sono quasi… ci sono
quasi…
Mi bacia teneramente… completamente
in contrasto con i miei erratici movimenti.
“Ti amo…” sussurra od ogni
spinta “Ti amo … Ti amo… Ti amo…”
DIO…
Oh cazzo.
Vengo.
Vengo così forte da
tremare.
Lei spalanca la bocca e
butta indietro la testa.
Mi svuoto e crollo sul suo
petto e la sola cosa che sento è il rumore del mio respiro profondo.
Rimango immobile per un
tempo indefinito.
Forse secondi.. forse
minuti.. o ore…
Non lo so… ma sto bene….
Sto bene….
Dio… è così strano… è così
insolito stare bene.
Non sentire quel peso
insopportabile sulle spalle.
Non sentire quell’ombra
scura e impalpabile che compre i miei sorrisi.
Far crollare ogni difesa…
arrendersi alla felicità… rinunciare a quella malinconia che indosso come
armatura per proteggermi dal mondo.
E’ bello… smettere di avere
paura.
Perché non ho paura adesso…
forse comincerò di nuovo ad avere paura… tra un minuto… tra giorni o tra mesi…
Ma ADESSO non ho paura….
Perché amo… ed in questo
preciso momento percepisco la consistenza di un sentimento indefinibile e forte…
lo sento nel petto… è vivo… presente… e cresce….
Amo questa sensazione…
questa pace… questa leggerezza… effimera forse, ma *reale*.
Amo la donna che è capace
di provocare tutto questo…
Solo esistendo…. Solo concedendomi
di strale accanto… così vicino… così vicino….
Le sue dita accarezzano i
miei capelli umidi….
Il suo corpo è caldo sotto
il mio.
“Ti amo” sussurro.
Lo dico e lo sento.
Vorrei poterlo spiegare.
Vorrei poterlo fermare come
si fa con una fotografia… bloccare questo attimo… racchiuderlo e conservarlo…
poterlo utilizzare ogni volta che il cielo sembra che si spezzi sopra la mia
testa… vorrei poterci credere… ma ancora non ci credo…
Non sono diverso da ieri… non
sono un uomo differente… non provo sentimenti nuovi… forse riesco solo a
percepirli in un modo distinto…difforme… più intenso…
Forse il solo fatto di
avere dato voce ad una emozione può renderla più vera… più concreta?
Probabilmente è perché solo
ora sto amando…
Perché amare significa dare
tutto… e prendere ogni cosa….
Non ci sono compromessi… non
ci sono vie di mezzo… modi più sicuri.
Trincerarsi dietro la paura
significa non amare.
E se in questo attimo *amo*
vuol dire solo che non sto trattenendo nulla….
Piango.
Dio, sto piangendo davvero.
Mi stringe forte e non dice
nulla… non c’è conforto che possa fermare le mie lacrime.
Perché questa è la vera
libertà… mi sento libero, libero da me stesso… libero dal peso di ogni cosa.
E mi rendo conto
improvvisamente… - una consapevolezza così chiara e ferma che quasi mi lascia
inerme – che ho appena fatto l’*amore*.
L’ho fatto ieri notte.. e
stamattina… ed è tutto il giorno che penso e sogno di farlo… e farlo ancora.
Ma solo adesso stringo tra
le mani la vera coscienza di ciò che è… e di ciò che sarà.
“Ti amo” sussurro ancora
tra le lacrime “Ti amo davvero”.
E piango….
Piango e la stringo….
Piango e la bacio….
Piango e l’amo in questo
istante più di ogni altro.
Lei mi accarezza la fronte
e mi guarda.
Uno sguardo che vede, sa,
conosce, scopre, sente ogni cosa.
Uno sguardo che capisce e
che perdona.
Uno sguardo che sa dire *ti
amo* più di qualsiasi parola.
Lo dice e lo sente.
Lo sente e lo dimostra.
Da anni….
Da sempre….
Osserva i miei occhi lucidi
e pesanti.
Osserva le mie guance
bagnate.
Osserva le mie labbra
gonfie di baci e di pianto.
E piange….
Dio, sta piangendo.
Mi guarda e piange… con me.
Stiamo piangendo insieme…
ed è la prima volta.
E’ sento che ci saranno
milioni di prime volte.
Ogni volta sarà la prima.
Perché conosco questa donna
che è sotto di me come non ho mai conosciuto nessun essere umano… la conosco
eppure non so nulla di lei.
La amo eppure so che ci
sono mille espressioni del suo viso che non ho mai avuto l’opportunità di
vedere.
Ci sono migliaia di frasi
che non ho mai sentito uscire da quella sua bocca.
Ci sono mille e mille
giorni ancora da scoprire e vivere e sentire e amare… come questo.
Giorni in cui la realtà
entra in una dimensione così vera e chiara… e dove ogni cosa trova una spiegazione…
un posto….
Una ragione.
Ogni ora della mia esistenza,
ogni sofferenza, ogni momento della mia vita in cui avrei voluto solo spegnere
l’inferno della mia mente e respirare… ogni istante… conduce nell’attimo in cui
stringo tra le mie braccia la sola cosa che abbia importanza per me… in cui
piango le sue lacrime… in cui SO di essere felice.
Domani non sarà più così.
Domani in mondo entrerà prepotentemente
da quella porta e si riprenderà la mia vita.
Vorrà anche la mia anima…
ma non so se potrò più dargliela.
Perché non è più mia, non
mia soltanto.
E’ questo è insieme
sconfitta e vittoria.
Perché ho perso
definitivamente parte di me… ma ho guadagnato… vita.
Vivo…. Sto vivendo… respiro….
Sento… dico….
Sono IO… per la prima volta
da anni… da sempre… scopro un essenza di me che non sapevo più di avere.
Forse sono solo stanco…
forse l’uragano di emozioni che mi ha travolto in queste brevi ed interminabili
24 ore si è concretizzato solo ora… nelle mie lacrime… e nelle sue.
“Ho fame” dico tra i
singhiozzi.
Scully ride e piange “anch’io”
sussurra.
Rido.
“Dio, sto morendo di fame!”
affermo sorridendo e piangendo.
La bacio.
Lentamente.
Profondamente.
Le sue gambe mi circondano
la vita.
Mi stringe forte.
Mi stacco piano.
“Ti amo… per quello che hai
fatto oggi.”
Mi osserva incuriosita ed
emozionata.
“Cosa ho fatto oggi?”
sussurra sulle mie labbra.
“Mi hai ridato me stesso.”
È il solo modo che ho per dirtelo.
Capiscimi e non chiedermi spiegazioni.
Non saprei cos’altro dire
più di questo.
Una lacrima sola si stacca dai suoi occhi e percorre lentamente la
sua tempia.
Ha capito.
Ha capito ogni cosa.
Sorride.
Uno di quei suoi sorrisi
ampi e luminosi.
Uno di quei suoi sorrisi
che solo lei è in grado di regalarmi.
E che sento come miei… miei
soltanto.
La bacio ancora ma
rapidamente.
La sollevo dalla schiena e
cerco di alzarmi dal divano.
Quando sono in piedi lei è
completamente aggrappata intorno a me.
Stupito dalla mia stessa
forza la trasporto verso la camera da letto.
La mia bocca è tra i suoi
capelli e il suo respiro mi accarezza l’orecchio in cui sta sussurrando….
Sussurra “ti amo”.
Lo sussurra per la stessa
ragione per cui io sento il bisogno di urlarlo: libertà.
Ma le mie lacrime parlano
per me.
E so che sta per
incominciare un'altra prima volta.
Mentre le accarezzo la
schiena e l’appoggio sull’immacolato copriletto penso a quanto l’incredibile
sia diventato reale in poco più che un giorno - questo giorno - e mi resta solo di credere e sperare e
domandarmi.. cosa accadrà il giorno dopo…
The end
Note:
“Il giorno dopo” è giunto
al suo atto conclusivo.
Ringrazio tutti quelli che
hanno letto e leggeranno questa storia *leggera* che ho scritto con il solo
intento di allietare chi abbia avuto per caso l’opportunità (o la pazienza) di
leggerla.
Sentitevi liberi di
commentarla nelle più varie e strane maniere… accetto ogni critica… suggerimento… consiglio… che possa farmi
capire cosa c’è di buono e cosa c’è da migliorare…
Grazie ancora per avermi
letto,
Annax.