Capitolo 17 (facciamo le corna
:P)
Le note di quella maledetta canzone
giravano ancora nel cervello scombussolato del povero Mulder quando vennero
interrotte dal suono squillante del telefono.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN!!!
- Oh cazzo – fu la mesta
reazione di Mulder.
Sollevò la cornetta e rispose
– Mulder… -
-
FOOOOOOOOOOOOOOOOXXXXXXXXXXXXXXXXXXX – disse una voce stridula dall’altro capo
del telefono.
Oh…
Oh… Oh…, pensò. Non sarà mica…?
- Skinner? – domandò incerto.
- SIIIIIIIII…. Oh Fox, sono
così fiero di te… e della piccola Dana… -
Mulder era sempre più
perplesso… o Skinner era stato sostituito da un clone oppure si era
completamente bevuto il cervello.
- Signore? – chiese ancora per
accertarsi delle condizioni del capo.
- Si, bello… - rispose L’AD -
.. siate stati bravissimi, eccezionali, fantastici… incredibili… ve l’ho mai
detto che vi voglio un sacco di bene? -
Si è bevuto il cervello,
convenne Mulder.
- Anche noi ricambiamo il suo
affetto – affermò Mulder poco convinto voltandosi per vedere l’espressione
contratta della povera Danina che non ci stava capendo un tubo.
:: E’ Skinner :: bisbigliò
alla collega.
La faccia di Scully non
divenne meno contratta.
- Ok… ragazzi… mi sembra che
abbiate capito che MI SIETE PIACIUTI UN SACCO in questa missione… e MI SIETE
MANCATI… piccole teste di cazzo… -
Skinner può essere fine come
un elefante in una cristalleria quando è in vena… o quando si è FATTO in vena…
ma lasciamo perdere…
Il capo riprese - … ok…
allora… visto che sono troppo contento ho persino deciso di accordarvi un paio
di giorni di ferie… così, per rimettervi in sesto… -
Mulder rifletté un attimo –
Beh, considerando il fatto che il volo arriverà a WCD alle 17.00, e che oggi è
venerdì, che non ho mai lavorato di
sabato per imposizione altrui, e che la domenica è il giorno del Signore…
GRAZIE MILLE, Skinner… molto gentile… - concluse Fox ironicamente.
Il capo sorvolò su questa
ironia – Sapevo che avreste apprezzato – disse.
A Mulder non rimase che
soprassedere.
- Vi voglio belli vispi lunedì
– continuò Skinny – ci sono un sacco di novità qui, un casino di Gossip, tutti
belli succulenti… non vedo l’ora di aggiornarvi! -
- Che culo - convenne Mulder
sarcastico -… non aspettavo altro… -
- Lo so.. lo so… vecchia
zabetta – riprese il capo simpaticamente – adesso sparatevi queste quattro ore
di volo, fate un risposino di bellezza e ci sentiremo dopo – terminò ed
attaccò.
Mulder ripose il telefono
nella tasca dei pantaloni sempre più perplesso.
- Che ti ha detto? – Chiese
Scully distrattamente.
- In definitiva un emerito
cazzo – realizzò Mulder sconfitto.
Scully si strinse nella spalle
e continuò a guardare un punto indefinito davanti a se.
Il taxi era quasi arrivato
all’aeroporto.
Non gli rimaneva che salire a
bordo e partire alla volta di WCD.
Casa dolce casa, pensava
Mulder confuso, ma se una parte di lui non desiderava altro che
teletrasportarsi sul suo divano di pelle nera, l’altra si era persa ad
osservare il paesaggio d’auto e di persone, di palme e di sole, aldilà del
vetro oscurato…
Arrivederci LA, pensò
soltanto… mentre una strana morsa gli contrasse lo stomaco.
Volo
Le quattro ore sull’aereo
furono una passeggiata di salute.
Mulder era collassato in un
altra dimensione spazio-temporale non appena le sue tenere chiappatte si erano
appoggiate sul sedile rosso fuoco dell’aereo.
Si era svegliato solo per dare
una occhiata al posteriore delle hostes mentre portavano cibi e bevande, poi
era caduto ancora nell’oblio.
Niente di nuovo sotto il sole,
convenne Dana che stava cercando miseramente di impedirsi di pensare.
Si era letta Novella 2000,
Visto, Chi?, Eva 3000, e molte atre di queste ‘riviste culturali’.
Se la sua missione di non
riflettere sul suo rapporto con Mulder era fallita pietosamente, poteva
ritenersi comunque soddisfatta.
Adesso sapeva tutti i cazzi di
Bruce Willis e dell’Ex Moglie-Moore…
Alla 200° rivista che
raccontava per filo e per segno la vacanza veneziana della allegra famigliola
Hollywoodiana si scazzò…
Chiuse la rivista e si
concesse si osservare il profilo definito del suo collega addormentato.
Il suo collega?
Dio, come avrebbe desiderato
che fosse ancora così….
O che almeno lo fossa stato.
Non aveva mai considerato
Mulder SOLO un collega, purtroppo.
Mulder era molto di più.
Molto di più.
Ma ora doveva fingere, perché era
la sola cosa che potesse mantenere intatte le fondamenta della loro relazione.
Fingere per non far crollare
le basi di fiducia e di platonico affetto che avevano retto la struttura del
loro rapporto per anni.
Ma bastava che la sua mente
corresse al ricordo di una notte di luna piena… ad una spiaggia fredda e
all’acqua salata e calda… per rendersi conto che sarebbe stato difficile, se
non impossibile, ignorare ogni cosa.
Lei si era imposta di provare…
di dimenticare.
Perché solo rimuovendo quelle
memorie poteva andare avanti.
Per quanto suonasse sbagliato…
era la sola cosa da fare.
Scordare e non guardarsi mai
alle spalle.
Ignorò le lacrime calde
aggrappate pericolosamente al bordo dei suoi occhi.
Girò lo sguardo verso il
finestrino rotondo dell’aereo.
Sospirò.
Avrebbe fatto di tutto per
riuscirci… e ci sarebbe riuscita.
WDC
Mulder’s
Mulder entrò nel suo caro e
vecchio appartamento pervaso da una strana sensazione.
Non si chiese cosa sentiva… e
si obbligò a pensare ad altro.
Una volta lanciata la valigia
nel centro del salotto, si posizionò, mani sui fianchi, e si mise riflettere:
Ok… la vita è fatta di
priorità…
Le mie priorità solo:
1°: Scoprire la verità sul
rapimento di mia sorella, smascherare la Cospirazione e salvare il mondo da
un’imminente invasione aliena…
2°:--- Umh, fammi pensare,
beh… farmi una doccia.
E così si avviò verso il suo
bagno giallognolo e si catapultò sotto il getto d’acqua fredda.
Non perché volesse raffreddare
qualche bollente spirito…
Era solo che avere l’acqua
calda in quel condominio malfamato era un lusso che non potevano permettersi.
Era consapevole che come
priorità la seconda non era poi così eroica ma decise di fottersene.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa
per permettersi di non pensare al letto grande e vuoto e freddo che lo aspettava
stanotte.
Sotto l’acqua corrente si
concesse di canticchiare una canzoncina che aveva sentito in un ristorante
italiano qualche settimana prima della catastrofe.
Non ricordava perfettamente il
testo…
- …. Esco di fretta dalla mia
stanza…. A marce ingranate mi fa male la panza… devo fare in fretta, devo
andare da Scully… fammi fare un giro prima sulla tua Harley… Ma come è bello
andare in giro con le ali sotto i piedi… se hai un Harley Special che… ti
toglie i problemi…. Ma come è bello andare in giro… per i colli newyorchesi….
Lallaaaallllalallllllaaaaaaaa… lallalalallaaaalaaaaaaaaa -
Dopo questa piccola
divagazione si sentì subito meglio.
Uscì dalla doccia e, tutto
grondante, si arrotolò un’asciugamani intorno alla vita.
Andò in salotto e si rimise
nella posizione-pensante.
… ok, bene… 3° priorità:
rispolverare la collezione completa di Ana Bella Fagina.
Prese in mano una cassetta la
cui copertina ostentava una foto a colori di Ana che sorrideva maliziosa nei
limiti della sua “bocca occupata”.
Mulder sorrise.
Dio, gli era mancata un sacco
Ana.
Se non l’avesse considerato
idiota avrebbe baciato la copertina e lo avrebbe detto.
Ma poi convenne che era a casa
da solo e poteva fare quel cazzo che gli pareva.
Appoggiò un bacio languido
sulla custodia e lo disse – Dio, mi sei mancata un sacco, Ana… -
Difatti… si sentì un completo
idiota.
Si strinse nelle spalle e
analizzò cosa era meglio fare.
Guardare un bella cassetta di
Ana che dava il meglio di sé in una lotta a mani nude, e non solo, con Xena e
Buffy, oppure …. Non so…
Il pensiero di guardarsi un
porno non gli fu di conforto ed inoltre gli face subito venire in mente i LGM…
Ecco, doveva chiamare i
ragazzi… e magari andarli a trovare.
Come avrebbero reagito?
Sarebbero stati felici della
sua ricomparsa?
O avrebbero accantonato i
sogni di dividersi il suo cospicuo patrimonio a luci rosse?
Sorrise tra sé e andò a
mettersi qualcosa addosso.
Tutto sommato, la sola cosa
che avrebbe evitato a tutti i costi quella notte era rimanere da solo.
Quando Dana entrò nella sua
casettina si sentì quasi leggera.
Qui era al sicuro… lontana da
tutto.
A meno che qualche “uomo che
fuma” – “Krycek” o “rompipalle di turno”… non fosse venuto a turbare la sua
quiete.
Andò in camera da letto, lanciò
via le scarpe e appoggiò la valigia sul pavimento.
Dovette fare uno sforzo quasi
sovraumano per impedirsi di fissare il suo letto.
Era enorme… quel letto.
Era freddo.
Era bianco ed immacolato.
Era il letto di Dana Scully…
né di Dana e né di Scully… e soprattutto non di Katy.
Sentì una fitta al petto.
Si scosse.
Era il letto di una persona
sola, convenne.
“Libera” qualcuno avrebbe
potuto correggerla….
Si, ma pur sempre sola.
Sospirò e si strinse nelle
spalle.
Si spogliò e, in mutande e
reggiseno, si avviò verso la cucina per bere un bicchiere d’acqua.
Mentre attraversava mesta il
salotto notò la luce rossa della segreteria.
Si sentì così eccitata che
quasi saltò in aria.
Cazzarola… qualcuno l’aveva
chiamata!!!
Qualcuno l’aveva pensata!!!
Dopo che l’euforia del momento
svanì si sentì una completa deficiente e schiacciò il tasto della segreteria.
‘Ci sono due messaggi:’ diceva
‘primo messaggio: Dana… tesoro mio bello… figliola adorata… stai bene? Billy
mi ha detto che se ti succede qualcosa ammazza Mulder a mani nude… ma
tranquilla, can che abbaia non Mulder… ops, non morde!’
Che simpa della compa che è la
mia Mamy a volte, realizzò Scully quasi spazientita.
‘secondo messaggio: Salve
egregia, celeberrima, dottoressa, Agente speciale dell’FBI, nonché gnoccolona
Dana Scully’
Era il suo vicino di casa… aveva quasi un piede nella fossa ma non rinunciava a provarci in continuazione con lei.
Scully sarebbe stata anche
lusingata da queste avance se non l’avesse fatta giungere alla inesorabile
conclusione che riusciva a beccare solo ultrasessantenni.
Altro che “mania dell’uomo
maturo”, “mancanza di affetto paterno”… Scully non faceva colpo su un coetaneo
da prima della guerra fredda…
Continuò ad ascoltare ‘bene…
sono il Signor Moure… ha dimenticato di pagare la tassa della spazzatura e la
donna di servizio che pulisce le scale e l’ascensore… firmi un bel assegnetto e
me lo recapiti al più presto… Ci manca un sacco, lo sa? Senza cospiratori,
alieni e quel rompi palle del suo collega la vita in questo condominio è una
palla… arrivederci gnocca!’
Fine della comunicazione.
Scully era piuttosto
perplessa.
Non solo non l’aveva cagata
nessuno di importante, ma quei pochi che l’avevano cagata avevano detto solo
stronzate!
Cosa si aspettava?
Una telefonata di Mulder?
Sospirò forte.
Come è dura la vita! Si disse
la piccola Dana prima di andare a prepararsi per la lunga notte.
- Ohhhhhhhhhhhh Mulder –
esordì Froike prima ancora di aprire le sedicimila serrature.
La porta di spalancò e i tre
rimasero per parecchi minuti ad osservare l’amico come se stesse tornando adesso
dalla guerra del Vietnam.
- … ciaooooooo raga! – Mulder
spezzò il silenzio.
- Cazzo, Mulder… sei
abbronzantissimo! – commento L. quasi invidioso.
- Un mese sotto il sole
cocente della California, una bella dose di abbronzate stimolatore di melanina e
un pomeriggio esposto ai fumi tossici dell’acido muriatico e lo saresti anche
tu, L! – disse Mulder mentre entrava e si accomodava sullo sbilenco divano
verde marcio… (marcio il verde o il divano? – si chiese Mulder in un lampo).
- Ah…Ah…divertente… - affermò
lo spilungone sarcastico.
I tre si accomodarono su sedie
e sgabelli di fortuna e si osservarono a vicenda prima di chiedere quali
all’unisono – e allora?… come è andata? –
Mulder sospirò ed ostentò un
finto sorriso – Cazzo… benissimo… non sono morto… sono abbronzato… mi hanno
staccato un assegno con un sacco di zeri… sono l’eroe dell’FBI… il mio capo mi
lecca il culo… nel mio appartamento non ci sono topi e ragni… cosa potrei
volere di più dalla vita? –
- Un Lucano? – chiese
umoristico Froike.
- Che battutazza! – commentò
Bayers.
E i quattro risero fino alle
lacrime.
Quando ripresero il controllo
delle loro mascelle Froike domandò, come prevedibile, quello che non
doveva domandare – E la piccola cugina del tortellino? –
- Cugina del tortellino? – Mulder
si mise più rigido sul divanetto.
- Si, quella GNOCCA della tua
collega! – precisò il bassotto.
- Ah…. – si strinse nelle
spalle – e da quando lo Gnocco è cugino del tortellino…? -
- Non cambiare argomento,
marpione… si tratta sempre di pasta! Allora come sta la rossa di Maranello? -
- Come sta Scully? –
intervenne Bayers che ne aveva le palle piene di ‘sti giri di parole.
- Oh… - disse Mulder,
stranamente serio – sta benone…. Anche lei è una eroina… è stata più brava di
Nikita… la missione l’ha un po’… stancata, ma sta bene! – terminò tutto di un
fiato.
- Capisco – affermò Froike
poco convinto.
- Ok… ragazzi – si arrese
Mulder – è stata dura… abbiamo rischiato la pelle tante di quelle volte… io ero
ad un passo dal rimanerci secco, ma sono vivo e sono qui… Grazie a Scully! -
Da quando aveva smesso di dire
“Grazie al cielo”?
- …e la vita coniugale? –
domandò Froike sempre più curioso ed inopportuno.
- Oh… Si… bene – si liquidò in
fretta Mulder – e voi, piuttosto… come vanno le cose con il Gazzettino? -
- La
prossima volta che definisci la nostra interessantissima rivista Gazzettino…
ti.. ti…. Non lo so… picchiamo Scully?– si difese L.
Mulder corrucciò la fronte –
perché picchiate Scully? –
-
Perché ogni volta che devono colpire te, se la prendono con lei… sembra che
funzioni! –
Alla
faccia della sensibilità, convenne Mulder… ma sapeva che era vero.
La
sua decisione si basava proprio su questo, in fondo.
Comunque
sentirselo dire non lo rendeva meno doloroso.
-
Scusa, Mulder – sussurrò Bayers che aveva notato l’espressione affranta sul
viso dell’amico.
-
Oh, nulla… - disse Mulder dandosi una scossa mentale – avanti ragazzi… non
avete davvero nulla di nuovo da raccontarmi? –
Era
venuto fin li per distrarsi.
E se
i tre non avessero assolto a questo compito avrebbe fatto bene a tornare tra le
sue pareti domestiche a dividere la serata con Ana Bella Fagina.
Magari
avrebbe potuto chiamare Scully?
Dio,
No… non la vedo da tre ore e già sento il bisogno di chiamarla!, si ammonì.
Abbiamo
convissuto forzatamente per un periodo indefinibile… diamoci il tempo per
respirare.
Convissuto
forzatamente?!?
Dio,
il suo cervello era sarcastico quando si impuntava su qualcosa.
La
convivenza con Scully era stata tutto tranne che forzata!
Beh…
comunque ora era tutto finito.
Non
erano più sotto lo stesso tetto.
Uno
ad Arlington e l’altra ad Alexandria.
Lontani…
e non solo fisicamente.
Scully:
Tra
visite a parenti e amici… ops, solo parenti… tra lavanderia e altre faccende
domestiche, Dana riuscì a reprimere l’impulso di chiamare Mulder… ogni tanto…
quando si concentrava, oppure quando riusciva a non pensare a nulla… sentiva la
voce di Fox tra le pareti della sua casa… e del suo cervello.
Ogni santa volta che la
mente ripercorreva ricordi di LA, ricollegati al più stupido degli atti che
stava svolgendo, Dana si dava tante di quelle bastonate mentali.
E’
questione di giorni, si ripeteva, non starò così male per sempre.
Perché
stava male… malissimo.
Anche
se non voleva ammetterlo, soprattutto a sé stessa, questo ritorno in patria si
stava rivelando più difficile di quanto pensasse.
Tormentata
dallo spettro di ricordi misti a sogni irrealizzabili e a decisioni da prendere
e mantenere, si addormentò e dormì fino a tarda mattinata.
Mulder:
Finito
di scorrerre tutta la collezione di video, Mulder sentiva i tipici “brufoli del
segaiolo” bruciargli sotto la pelle del viso.
Era
stata una giornata piena, la sua.
Cassetta,
doccia, seconda cassetta, doccia… cibo… corsetta di 10 miglia… cassetta,
doccia.. cibo.
Vita
naturalistica.
Tutta
salute.
Si
abbandonò con la testa sul bracciolo del divano mentre guardava, ma non vedeva,
“Ana Bella e i suoi Fratelli”, una pellicola western in cui Ana aveva un bel da
fare, essendo cameriera in un saloon di Pony-Express…
Mulder
non si vantò di conoscere tutte le battute del film a memoria, anche perché di
battute ce n’erano ben poche…
Ma
sapeva l’esatta sequenza degli ansimi e dei gridolini, è questo era un vero
record!
Sospirò
e abbassò il volume ulteriormente.
Il
salotto era scuro e quasi spettrale intorno a lui.
Scully,
pensò.
Non
aveva fatto una riflessione coerente su di lei in tutto l’arco della giornata.
Bastava
che il suo nome si inoltrasse nei meandri della sua testa per sentire un blocco
allo stomaco.
Scully,
pensò ancora.
Dio…
era riuscito a non chiamarla, era riuscito a non domandarsi cosa stesse
facendo, cosa stesse pensando… era riuscito a non ricordare….
Ma
si sentiva esausto.
Per
quanto potrò continuare così?, si chiese prima di chiudere gli occhi…
Per
quanto potrò seppellire quello che sento?
Per
quanto potrò resistere?
Per
sempre, si rispose, se questo servirà a tenermela accanto… ad averla con me… a
non metterla in pericolo…
Per
sempre, si ripeté.
Eppure
la sentiva così lontana, adesso.
Così
assente e nello stesso tempo così dolorosamente presente nella sua vita.
Si
chiese se quella che aveva preso era la decisione giusta.
Si
chiese se tutto questo non fosse terribilmente sbagliato.
Si
chiese se non l’aveva già persa… se c’era davvero via di scampo.
Si
impedì di piangere e cercò di liberare la sua mente.
Scully,
pensò ancora però prima di cadere nel sonno.
La domenica non aveva
riservato nessuna sorpresa… se non un evidente mal di testa a Scully ed un
terribile bruciore allo stomaco a Mulder.
Più di una volta, sia l’uno
che l’altra, avevano appoggiato le dita sulla tastiera del telefono.
E più di una volta le avevano
tirate indietro.
E il mal di testa di Scully
aumentava esponenzialmente.
E l’ulcera di Mulder lo
costringeva quasi a piegarsi in avanti.
Ma non avevano ceduto.
E questo era da considerarsi
un passo avanti… o dieci indietro, dipende dai punti di vista.
Sta di fatto che adesso Scully
era dietro la porta dell’ufficio del seminterrato con il secondo caffè tra le
mani e gli occhi fissi sulla targhetta d’orata che recitava “Ufficio di Fox
Mulder”.
Lui era già dentro, e questo
Scully lo sapeva.
Poteva immaginare anche cosa
stesse facendo.
Era curvo sul computer,
probabilmente.
Anche lui stava sorseggiando
caffè di cui non sentiva neppure il sapore.
Ed anche lui si sentiva teso
come una corda di violino.
Il fatto di non essere la sola
a sentirsi così non la consolava affatto.
Sospirò profondamente prima di
aprire quella porta.
Mulder… era curvo sul
computer.
Una tazza fumante di caffè era
nella sua mano destra.
Scully quasi rise.
Ma poi entrò.
Lui alzò lo sguardo al rumore
dei tacchi di Scully, come se solo adesso si rendesse conto che era entrata
nella stanza.
Bugiardo, pensava Scully,
sapevi che ero dietro quella porta.
Si sorrisero stancamente e si
guardarono negli occhi per non più di una frazione di secondo.
- Ciao - esordì Mulder
voltandosi ancora verso lo schermo azzurro del PC… voce secca di chi non ha
ancora detto una parola da quando si è svegliato.
Scully sorrise piano e si
avviò verso la sua “zona”.
- Ciao - rispose senza alzare
gli occhi su di lui.
- Passato bene il weekend? -
domandò Mulder quasi assente.
- Si.. si… bene - replicò Dana
- un po’ strano, forse… - ammise.
- Già.. beh, infondo… è
strano…- fu la sola cosa che riuscì a dire Mulder.
E poi piombarono ancora nel
silenzio più totale.
Scully si inventò di sana
pianta qualcosa da fare per occuparsi la mente.
Mulder continuò a non-fare
quello che stava non-facendo prima che Scully entrasse nell’ufficio.
Quando il telefono squillò si
catapultarono entrambi a prendere la cornetta.
Mano di Scully su mano di
Mulder su mano di Scully su mano di Mulder.
Alzarono lo sguardo
contemporaneamente e si guardarono prima di scoppiare a ridere.
Dio, erano così nervosi da
sfiorare il ridicolo.
- Rispondi tu… - sussurrò Scully prima di togliere le sue
grinfie dall’apparecchio.
Mulder annuì piano.
Dana tornò nella sua zona e si
mise ad osservare Mulder in versione segretaria.
- Sezione degli X-files… Fox
Mulder -
Dana sorrise.
Mulder rispose al suo sorriso
nonostante non capisse perché stesse sorridendo.
- ahhhhh…. Siete già in
ufficio, stacanovisti!!! -
Era Skinner…
Mulder sospirò. - Già…. Mi
mancavano un sacco queste mura ammuffite e questo odore di chiuso! - commentò.
:: Skinner:: sussurrò poi a
Scully.
Dana annuì e si mise più
comoda sulla sedia.
- … che ne dite di farvi un
giretto qui nei piani alti… venite a trovare il vecchio Skinnettino…-
Mulder corrucciò la fronte.
Ancora il dubbio lo assalì.
Ma quello era veramente
Skinner?!?!
Decise di non indagare
ulteriormente e rispose soltanto - … il tempo di arrivare. -
- Ok… agenti…- disse il capo
prima di sghignazzare e attaccare.
Mulder rimase con la cornetta
in mano per un paio di secondi.
Espressione tra l’assorto e
l’allibito.
- Che c’è?- chiese Scully apprensiva.
Mulder scosse la testa. - No..
no.. Scully… non ti anticipo nulla… lo vedrai con i tuoi occhi…-
E si alzò, si rimise la giacca
e si avviò verso la porta -…siamo ospiti dal caro e vecchio Skinny!-.
Scully alzò il sopraciglio ma
non pose altre domande.
L’avrebbe visto con i suoi
occhi.
-
ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
Foxxxxxxxxxxxxxxxxxxx… Danaaaaaaaaaaaaaaaaaa-
I due agenti rimasero
pietrificati sulla porta dell’ufficio del capo.
- Signore? – risposero
riluttanti all’unisono.
- Ma prego… venite,
accomodatevi… volete qualcosa…? -
- Si… - rispose Mulder- un po’
di quello scotch che tiene sotto chiave nel cassetto andrebbe bene… -
Scully
gli regalò una gomitata telepatica.
Mulder
si zittì.
Skinner
cominciò come se niente fosse – siete stati degli eroi… siete l’orgoglio
dell’FBI… -
I
due agenti sorrisero timidamente.
-
…Peccato – riprese – peccato proprio che nessuno mai oltre me e voi e pochi
intimi potrà saperlo… era una missione segreta la vostra! – Concluse facendo
spallucce.
-
Che fregatura – intervenne Mulder.
-
Non te la stacchi più di dosso la tua reputazione di combina-bordelli neppure
se salvassi l’America dall’invasione delle Spice Girls! – gli rammentò Dana
teneramente.
Mulder
le regalò un sorrisero tra il seccato e l’ironico.
Il
capo interruppe il loro gioco di sguardi con un – Sono veramente fiero di voi!
E per dimostrarvelo ho deciso di organizzare una festicciola in vostro onore…-
-
Beh, se nessuno sa che diavolo abbiamo fatto mi sembra un po’ azzardato fare
una festa in nostro onore, Signore – commentò la pragmatica Scully.
-
Infatti – disse Skinner - … ma ho pensato anche a questo… nessuno mai saprà che
la festa è in vostro onore…. Una soluzione azzeccata, non credete? –
Dana
era sempre più allibita.
Mulder
stava riflettendo, poi realizzò – Ma scusi… venerdì sera non c’è mica il party
di primavera dell’FBI ? –
- Esatto
– affermò Skinner sghignazzate – e sarà proprio in quell’occasione che avrete
la festa in vostro onore… ho pensato a tutto, sono geniale! -
Mulder e Scully si scambiarono
uno sguardo confuso.
- Prima ci da le ferie in due
giorni “festivi”… poi ci organizza una festa già organizzata… in nostro onore
ma mai nessuno lo saprà… - ricapitolò Mulder.
- Beh… e poi non dite che non
faccio mai nulla per voi! – concluse il capo che non aveva letto il sarcasmo
nell’affermazione di Mulder.
Fox
e Dana erano senza parole.
-
Comunque – riprese l’AD immediatamente serio – ci sono delle cose che mi hanno
riferito sul vostro comportamento in missione che non mi sono piaciute affatto!
–
I due si immobilizzarono.
Oh cazzo, pensò Scully.
Oh merda, pensò Mulder.
Stavano entrambi pensando alla
faccia da pirla del finto-bagnino di LA.
- Siete stati a Los Angeles e
non siete neppure andati un giorno agli Studios!!! - affermò Skinner indignato.
Mulder e Scully tirarono un
sospiro di sollievo così profondo che ringraziarono il cielo del fatto che
Skinner non avesse mai preso la decisione di coprire la sua pelata alla Cogiak
con un Toupè.
Si
rilassarono sulla sedia come due molluschi su una roccia.
- Eravamo così presi dalla
missione che non avevamo il tempo di… di… divertirci – spiegò Scully.
- Giààààààà – commentò Skinner
ironicamente – tra cenette, sbornie,
risse nei pub, capitine sulla spiaggia, bagni di mezzanotte.. chi lo
trova il tempo per divertirsi?!? –
I
due agenti abbassarono la testa sconfitti ed imbarazzati.
- Non
vi preoccupate, ragazzi – li rincuorò il capo – il fine giustifica il mezzo…
avete “recitato” la parte egregiamente… da Oscar! Bravi…! -
Recitato…
già, pensò Mulder amaro.
Ormai
non c’era più limite alla perplessità di Dana.
Ma
Fox, dopo un paio di telefonate e questa conversazione in ufficio, era già
pronto a vedere Skinner in tanga leopardato che ballava su un cubo….
- E’
tutto, agenti… - si congedò Skinner…
-
Signore – intervenne Mulder – che ne dice di sostituire le ferie che non ci ha
mai dato e la festa in nostro onore
che
non ci ha organizzato con un aumento di stipendio? - propose.
- Se
lo scordi Mulder… non sia ingrato! –
Io
il tentativo l’ho fatto, disse Mulder con lo sguardo a Scully.
Tentativo
miseramente fallito, gli rammentò Scully sempre con gli occhi.
Si
stinsero contemporaneamente nelle spalle, si congedarono ed uscirono
dall’ufficio.
- Ma
è scemo? – domandò Mulder in tutta sincerità appena fuori dal raggio radar
delle orecchie di Kimberly, la segretaria.
-
No… penso che sia l’andropausa! – propose Scully.
-
No.. no.. no… secondo me è il contrario… si è trovato la donna! – convenne
Mulder.
- Si
sarà anche trovato la donna Mulder… ma il problema rimane –
-
Quale problema? – chiese Mulder fermandosi giusto a due passi dall’ascensore.
Scully
evitò il suo sguardo per quanto fu in grado… ma poi alzò gli occhi su di lui.
- Il
party, Mulder… se prima avevamo l’opzione, tra l’altro gettonatissima, di non
farci neppure vedere a quello scempio di festa… Skinner ce l’ha sottratta! –
- Oh
cazzo…- realizzò Mulder.
La
porta dell’ascensore si aprì di fronte a loro.
Entrarono
piano in quel poliedro grigio e vuoto.
L’idea
che avrebbero “per forza” dovuto partecipare a quel dannato party era peggio di
una doccia glaciale.
Erano
secoli che le evitavano come la peste.
La
festa di primavera, quella d’estate, d’autunno, di natale e di fine anno… la
festa dei fiori… e delle foglie cadute…
Ma è
possibile che ‘sti fancazzisti di agenti non fanno altro che festeggiare!?!,
pensò Mulder irritato.
In
realtà non sapeva come mai avesse preso l’idea di questa festa così male.
Si
voltò verso Scully…
Lei
sentì il suo sguardo ed alzò la testa verso di lui.
Si
guardarono seri e confusi per intensi minuti.
-
Mulder? – lo chiamò Scully con voce tremante.
-
Si? – le rispose con un sussurro.
-
Non ho un cazzo da mettermi! – gracchiò Dana.
Mulder
rise e si appoggiò sulla parete dell’ascensore.
Non
succedeva spesso che Scully si concedesse di dire stronzate per alleviare la
tensione.
Solitamente
quello era il suo ruolo: produrre aria
calda e cercare di strapparle quella meravigliosa smorfia molto ma molto simile
ad un sorriso.
-
Hai ancora quella maglietta con le mani stampate e con la scritta “Touch me”? –
Scully
non riuscì a trattenerlo quel sorriso.
E a
Mulder bastò guardarlo apparire e scomparire su quel visetto sconvolto per
sentirsi il cuore in gola.
-
Si… - sussurrò quando si riprese -… e prometto che l’indosserò, ma solo se tu
metterai quella simpatica camicia tutta tempestata di pappagalli e palme e
fiori tropicali… - propose Dana.
- …
anche i bermuda giallo fluorescenti? – indagò Mulder.
- Oh
Certo! Fanno il completo! –
E si
misero a ridere.
-
No.. no… Scully… io non ti prometto nulla! – sussurrò Mulder.
- Ah
beh, - riprese Scully falsamente indignata – allora niente maglietta! –
-
Brava.. era qui che volevo arrivare! – disse Mulder malizioso.
Scully
gli lanciò un’altra di quelle gomitate telepatiche.
Il
campanello dell’ascensore suonò e le porte si aprirono.
Uscirono
nel corridoio del seminterrato senza parlare.
Scully
si sentiva stranamente leggera.
Forse
è solo una sensazione, si disse.
Stanotte…
in quella mia casa vuota e scura… il mal di testa tornerà… ma, in fondo, non è
poi così male ricordare.
Mulder
osservò il profilo di Scully mentre camminava al suo fianco.
E fu
la prima volta da quando aveva messo piede a WDC che si rese realmente conto
che, forse, la sua decisone non era stata poi tanto sbagliata.
Forse
ce l’avrebbero fatta a rimettere le cose a posto.
Forse.
Ma
l’idea di quel ballo continuava ad inquietarlo.
Cosa
succederà venerdì? si chiese prima di rientrare in ufficio.
To be continued…
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alle autrici!
(per
chi ha chiesto sul mb gli indirizzi, li trovate sulla pagina iniziale di
“Quella volta” e sulla pagine personali di Annax e di Butterfly – aspettiamo
fameliche i vostri commenti!)