Title: Dividends (Dividendi)

Author:  Suzanne Schramm

Email:  sister_suze@yahoo.com

Rating: PG-13 per pensieri lascivi e un po’ di azione

Classification:  MSR

Spoilers:  "Triangle"

Distribution:  Gossamer, please.  Gli altri me lo lascino solo sapere così che abbia privilegi da visitatrice.

Summary: Una conversazione in tarda notte mentre Scully fa l’inventario dei passati sei anni.

 

Disclaimer:  Non sono certo miei ma ci spanderei dei soldi per vederli fare questo veramente.

 

Una parola di gratitudine e di ringraziamento va alla mie lettrici beta: Dasha,

Rachel e Sharon per il loro supporto e la loro giuda.  Ma in special modo a Sharon che (gasp!) mi ha realmente incoraggiato a NON essere totalmente smut.

 

Volete ancora leggere? Lo spero.  Aw, dai. E’ corta, potete farvi forza.

 

E in fine - Per Deborah (Sono un po’ in ritardo con il Mulder POV, ma, hey, Buon Natale!)

 

*****

But you can say baby

Baby can I hold you tonight

Maybe if I told you the right words

At the right time

You'd be mine.

 

   Tracy Chapman

 

*****

 

E’ quasi mezzanotte e sono in un’altra camera di hotel a guardare Cheers alla tv.  Le gag sono vecchie ma ancora riescono a farmi ridere forte.  Ero solito amare questo show.  Non importa quale città, quale orribile psicopatico mi mandavano a cercare, almeno al martedì una risata era garantita.

 

C’è un colpo alla porta proprio mentre Norma manda un’altra occhiata pietosa.

Ancora sogghignando, vado a rispondere. 

Sono abbastanza certo che sia Scully, ma non è mai solita a far visita ad un ora così tarda prima. 

Mi domando se può sentirmi ridere al di la della parete.

 

"Mi dispiace agente," dico mentre apro la porta.  "Prometto che non farò più casino, ma promette che non lo dirà ai miei genitori?"

 

"Hey," mi guarda sospettosa dal corridoio.  "Mi stavo solo chiedendo che c’era di tanto divertente qui."

 

Quasi come se fosse stato imbeccato, il pubblico televisivo ride in sottofondo.

 

"Mi spiace," mi scuso per davvero questa volta.  "Non volevo svegliarti."

 

"Non l’hai fatto.  Non riuscivo a dormire."

 

"Sono quei grossi cumuli di letame, " dico, facendomi da parte così che possa entrare.  "Stanno tenendo sveglio anche me."

 

"Veramente penso sia stato il doppio espresso.  Mi sento tesa stanotte."

 

Scully si siede nel secondo letto e gli da un rimbalzo di prova.

 

"E’ abbastanza compatto per te?" Chiedo, e lei mi lancia uno sguardo che fa aumentare il mio battito cardiaco.  Improvvisamente la realtà della situazione mi colpisce.  E’ tardi, lei è tesa e siamo nel mezzo di Nientopoli.  La mia normalmente posata partner sta indossando nulla se non il suo pigiama e la sua vestaglia.  Parti di me stanno iniziando a sentirsi compatte abbastanza.

 

"Penso che sia lo stesso materasso che c’è nella mia stanza."  Rimbalza un’altra volta. "Ne sono certa."

 

"Penso che abbiamo camere identiche, Scully.  La sola cosa che raccomanda questa stanza è il piacere della mia compagnia."

 

Mi regala un mezzo sorriso.  "Ed era per quello che sono venuta qui."  Davvero Enigmatica Dr. Scully.

 

Si alza dal materasso e cammina verso il piccolo frigorifero infilato sotto la cassa del mio letto. 

Aprendolo valuta le soda e le mini-bottiglie che contiene.

 

"Mulder?  Non hai sete?" chiede al si sopra della sua spalla mentre si piega per afferrare qualcosa all’interno.

 

"Certo.  Dammi quello che bevi tu."

 

Scully si volta e mi porge due mini-bottiglie.  "Abbiamo Bacardi e abbiamo Crown Royal."

 

"Non abbiamo Coca?"

 

"Se la vuoi."

 

Realizzo che non ha intenzione di allungare il suo drink così mi stringo nelle spalle.

 

"Nah, liscio."

 

Scully mi lancia un’occhiata – mezza contrariata e mezza divertita.

 

Mi stendo sul letto e prendo il whiskey da lei ma sta ancora tenendo fuori il rum, agitando un po’ la bottiglia come un invito e noto per la prima volta che ha altre due bottiglie nell’altra mano.

Okay, berremo doppi.

 

Non ho mai considerato Scully molto come una bevitrice.  Sono un po’ curioso di conoscere le sue ragioni per bere stasera ma non voglio ficcare il naso.  Se vuole parlare, parlerà.

 

Ritorna al secondo letto, sedendosi dal lato più vicino al mio.  Solo tre piedi di tappeto e un comodino ci separano.

 

La malinconica sigla finale di "Cheers" sta suonando mentre apro la bottiglia e faccio un piccolo sorso. 

Oh diavolo, perché no. Ne faccio un’altro, leggermente più lungo, godendomi il calore mentre scivola nella mia gola.

 

Scully si allunga verso il telecomando e poi esita, guardando verso di me.  "Ti spiace?" chiede.

 

"Cambia," le dico, appoggiando entrambe le bottiglie sul comodino e sistemandomi sulla testiera.

Potrebbe essere interessante, le abitudini televisive a tarda notte delle persone raccontano un sacco di loro.

 

Scully da una scorsa a qualche pubblicità, un talk show e un film d’azione prima di fermarsi su un vecchio film in bianco e nero. 

Non riesco a ricordarne il nome, ma la recitazione è pomposa anche se i dialoghi sono vivaci.

 

Con la coda dell’occhio vedo Scully appoggiare il telecomando sopra il comodino.

 

Per diversi lunghi, confortevoli minuti guardiamo il film, sorseggiando i nostri drinks, nessuno dei due parla.  Sto guardando lo schermo solo a metà mentre penso al perché Scully abbia voluto accamparsi nella mia camera così tardi. 

Poi arriva l’illuminazione.  E’ sempre sorprendente per me realizzare che anche Scully può sentirsi malinconica.  Sembra così indipendente. Ma penso che stanotte solo non volesse rimanere da sola.

 

"Ti sembro più vecchia?" Scully domanda. 

Giro la testa sorpreso.

Lei è puntellata su un gomito, e mi guarda con attenzione.

 

"Cosa?"

 

"Ti sembro più vecchia?  Ho trovato una foto di noi due l’altro giorno. Deve essere stata scattata quando iniziammo a lavorare insieme, i miei capelli erano ancora lunghi. E ho pensato 'Mio Dio, eravamo così… giovani'."

 

Abbassa lo sguardo, mentre le sue dita tracciano le brutte stampe di paisley sulla trapunta, così non posso vedere i suoi occhi ma la sua voce suona malinconica.

 

"Stai dicendo che sembro più vecchio, Scully?"

 

Alza gli occhi su di me, inclinando la testa come se stesse riflettendo sulla sua risposta prima di replicare. 

"Non drammaticamente. Solo in generale.  Sei anni sono un lungo periodo, Mulder.  Ne abbiamo passate un sacco, non è così?"

 

Mi siedo più rigido, ricordando quei primi pochi mesi insieme a la danza diffidente che avevamo intrapreso prima che guadagnassimo finalmente la fiducia l’uno dell’altra.

 

Al primo incontro ho pensato che fosse carina, in un borioso,diligente modo. 

Ho silenziosamente riso delle forze-oscure-al-potere, che pensavano di potermi sedurre con questa piccola rossa.  Vedete, quando ho saputo che la mia partner sarebbe stata una donna, mi aspettavano di certo che mandassero un’altra Diana.  Stavo ancora leccando le mie ferite a causa del suo improvviso abbandono e probabilmente sarei caduto giusto nel letto di una alta donna scura e testarda.

Sempre una combinazione fatale per me.  Specialmente se pensavano di essere meglio di me.

 

La sola cosa di Scully che sono riusciti a beccare è la testardaggine.

A prima vista, ho respinto la sua integrità come potenziale *interesse amoroso*.

Non avrebbero potuto scegliere meno saggiamente.  O così pensavo.

 

Ed ora, dopo tutti questi anni, quella piccola spia mi sta chiedendo di comparare la Scully di allora con la Scully di adesso. Due persona completamente differenti.

 

"Scully," Mi fermo e poi rispondo onestamente in un flusso di parole.

"Sei più bella per me adesso di quanto non lo sia stata in tutti gli anni passati"

 

Lei sorride e decido che ne è valsa la pena rischiare di apparire sciocco.

 

"Quanto hai bevuto?" Chiede.

 

Alzo una mini-bottoglia mezza vuota.  "Non molto."  Guardo le due bottiglie vuote appoggiate sul suo lato del comodino e i suoi occhi seguono la direzione dei miei.

 

"Non sono ubriaca," mi dice auto-giustificandosi.  "Sono solo un po’ frastornata."

 

"Certo."

 

Si lascia cadere sulla schiena e fa un calmo sospiro.

 

Torniamo a guardare la tv.  Le solite pubblicità per gli insonni e i perdenti in piedi a quest’ora che si ripetono ogni dieci minuti.

 

"Non hai mai chiamato una di quelle linee di chiromanzia?" Scully chiede mentre Kenny Kingston ci assicura che le sue doti psichiche non sono solo genuine ma anche caritatevoli.

 

"Tu?" Domando.

 

Ride piano.  "L’ho quasi fatto una volta."  Chiude gli occhi e scuote la testa auto-deridendosi.

 

Decido di divertirmi un altro po’.  Sembra in una luna loquace e canzonatoria, qualcosa che raramente possiamo gustare.  "Lo faccio frequentemente."

 

I suoi occhi si aprono e mi rivolge un sguardo di attesa, aspettando che continui.

 

"Sai quegli incredibile salti logici che pensano che io faccia?" Faccio spallucce. "Chiromanzia."

 

Scully sorride e si puntella ancora sul gomito.  "Sono sul tuo speed dial, non è così?"

 

"Assolutamente."  Le dico serio.

 

Il suo sopraciglio si alza.  "Sono prima o dopo Dionne sul tuo speed dial?"

 

Mi acciglio.  "Pensavo non avrei mai dovuto dirlo... tu sei la numero 3."

 

"Tre!  Chi è il secondo?"

 

"Scully, le chiamate ai numeri del 900 che faccio non sono affair tuoi."

 

Arriccia le labbra, rivolgendomi un altro sguardo valutativo.  "Sei un depravato, Mulder, ma spero che tu non sia così depravato."

 

"Oh si?  Chi altro c’è sul tuo speed dial?"  Mi muovo in modo da rispecchiare la sua posizione, appoggiato su un gomito, tasta sulla mano.

 

"Stai presumendo che tu sia sul mio speed dial."

 

"Fammi pensare – tua madre e Frohike."

 

Scully emette un piccolo sbuffo.  "Hai ragione solo su uno. Non ho bisogno del numero di mia madre sullo speed dial, mi chiama sempre lei."

 

I nostri sguardi si incontrano e le sorrido.  "Scommetto che Frohike adora quando mi chiami per parlare sporco e premi il suo numero per sbaglio."

 

"L’ho fatto solo una volta ed è stato Byers a rispondere al telefono."

 

"Questo spiegherebbe perché evita di incrociare il tuo sguardo."

 

Scully chiude gli occhi, evitando di incrociare il *mio* sguardo.  "Dio, Mulder, non farmi dire altro.  Me ne pentirò domani mattina."

 

“Perchè?"

 

"Lo faro e basta.  Non ti sei mai ubriacato e detto cose di cui ti sei pentito?"

 

"Stai ammettendo che sei ubriaca?" Stuzzico.

 

Apre gli occhi di nuovo.  "No.  No, io, io dicevo in generale."

 

"Non penso che tu abbia ancora detto qualcosa stanotte che potrei usare contro di te dopo."

 

Scully si sdraia ancora, prendendo un profondo respiro e rilasciandolo piano. 

Non posso trascinare i miei occhi via dal salire e scendere del suo petto. 

Ultimamente indossa camice con una scollatura più profonda e faccio tutto quello che posso per non fissare qualche volta. 

Mi sento come se fossi tornato in piena pubertà e avessi appena scoperto l’esistenza del seno.

 

Dai Scully, penso.  Dimmi qualcosa che non userei mai contro di te dopo.

 

"Dovrei andare adesso," mormora.

 

"Non mi stai annoiando," Dico, sperando che non lo intenda veramente.  La stanza sembrerà così vuota quando se ne andrà.  "Il film non è ancora finito.  Se te ne vai adesso non saprai mai come finisce."

 

"Già lo so come finisce."  La sua voce sta diventando più sommessa, si sta spegnendo velocemente.  "Inoltre ho la tv nella mia stanza..."

 

"E che divertimento c’è? Guardare un film a tarda notte da sola?"

 

La sua testa ruota per guardarmi e arcua un sopraciglio.

 

"Dovrei saperlo," continuo.  "Li guardo da solo tutte le volte. E’ molto meglio quando c’è qualcun altro."

 

Mi regala un sorriso assonnato.  "So che razza di film guardi da solo a tarda notte."

 

Il sangue fluisce tutto a sud mentre la mia mente scorre quei film e la sua voce assonnata-ironica nello stesso istante.

 

La testa di Scully è ancora voltata verso di me e chiude gli occhi.

"Non farmi addormentare qui."

 

"Se ti addormenti qui andrò a dormire nella tua stanza."

 

Un occhio si apre.  "Lo faresti davvero?"

 

Fingo di considerarlo.  "No, mi fido di te."

 

L’occhio si chiude.  "Forse non dovresti."  E’ solo poco più che un bisbiglio.

 

Il mio pene ha uno spasmo per l’interesse.  "Perché?"  Rantolo.

 

"Hmmmm?"

 

"Perché non dovrei fidarmi di te?"

 

La mia sola risposta è il leggero sussurrare del suo respiro. 

Per qualche minuto guardo la TV completamente assente, troppo cosciente di Scully dormiente nella mia stanza.  Schiaccio il mute button così che possa ascoltarla.

 

Per un rapido secondo mi dico che è ancora sveglia, che mi sta testando per vedere cosa farei se si addormentasse nella mia stanza. Se avessimo stanze con porte comunicanti, forse la potrei trasportare nel suo letto.  Sorrido pensando di farlo lo stesso, raffigurandomi qualcuno che arriva nel corridoio mentre esco fuori dalla mia camera con una donna incosciente tra le braccia.

 

Scully prende un profondo respiro, espirando aria lentamente e io mi tiro su, i miei occhi tracciano le linee familiari del suo viso.

 

"Scully?" Sussurro.

 

Dorme.

 

Mi alzò e vado a spegnere la tv.  Prendo le sue due bottiglie vuote e la mia mezza-andata e le butto nella spazzatura. Rimetto la bottiglia di Bacardi nel frigo.

 

Dall’altra parte della stanza sento Scully muoversi così mi volto per vedere se si sta svegliando. Non si sta svegliando.  Si è girata su un fianco, con la schiena vero di me.

Cammino in direzione del mio letto, tolgo la trapunta per coprirla.

 

"Buona notte, Scully," Bisbiglio, allungandomi per sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 

Si muove ancora, seppellendosi un po’ più a fondo nel cuscino. 

Voglio baciarla disperatamente, solo una volta, sulle labbra ma non penso che sarebbe giusto farlo adesso.  Opto per il solco del suo sopraciglio, dandole una morbida carezza con le labbra.

 

Nella sottile illuminazione della lampada sul comodino e con il suo viso rilassato nel sonno, sembra ancora più giovane di quel primo giorno. 

Traccio piano la sua guancia con il retro delle dita, il mio cuore si stringe per tutto quello che ha dovuto passare in tutti gli anni trascorsi.

 

"Non mi sembri invecchiata, Scully." Le dico piano e si agita appena, le sue labbra si dischiudono come se volesse parlare prima che sospiri e apra i suoi occhi a metà.

 

"Mulder," la sua voce è roca e sbatte le palpebre.  "Stai parlando con me?" La sua testa si alza dal cuscino un paio di centimetri.

 

Le sorrido.  "No.  Torna a dormire."

 

Si volta, muovendosi per tirarsi su ma poi esita.

Faccio un passo indietro e mi siedo sul mio letto, allungandomi per raggiungere la luce. 

Il suo sguardo mi segue e io le annuisco piano.

 

Hai visto, Scully.  Va tutto bene. Rimani qui. Con me.

 

Per un singolo meraviglioso momento senza parole, Scully guarda dritta verso me, dentro me, e giuro che posso veramente vedere la sua anima. 

L’ho intravista prima ma stanotte le sue difese sono state smantellate da sonno e alcol.

 

Poi chiude gli occhi e si sdraia ancora. 

Spengo la luce prima che di avere il tempo di reagire a quello che ho appena visto.

 

Amore.  Paura.  Incertezza.

 

Mio Dio, la amo. In così tanti modi, per così tante ragioni ma fino a qualche momento fa non avevo mai realizzato la profondità dei suoi sentimenti di ritorno. 

Ci sono tanti argomenti che non abbiamo mai discusso, molti di loro per buone ragioni. Questo è uno.

 

E per una ragione dannatamente giusta.

 

Paura.

 

La stessa paura che ho appena visto nei suoi occhi. Giuda anche me.

 

Paura dell’ignoto.  Scully mi spaventa.  Mai nella mia vita ho conosciuto qualcuno come lei. 

E’ la mia salvatrice, la mia sanità, la mia unica vera amica. 

Ho rinunciato a così tanto per inseguire la verità, non voglio rischiare di perderla. 

La nostra relazione è già così complicata, non c’è bisogno di metterci anche l’intimità nel mix.

 

Fino a questo momento non avevo mai realizzato quanto io la spaventassi.  Ho sempre dato per scontato che lei mi sopportasse per senso del dovere, per lealtà e si, anche amore.  Ma non ho mai osato sperare di più da lei.  Non ho mai osato sperare che volesse di più da me.

 

Mi sdraio sul letto, mantenendo il mio respiro deliberatamente regolare, improvvisamente imbarazzato in sua presenza.  A dispetto del fatto che ho bevuto solo mezza bottiglia mi sento ubriaco, la stanza sembra che ruoti intorno a me nell’oscurità.

 

Posso percepirla cauta e indecisa sull’altro letto. Mi domando qual è il vero motivo per cui è venuta qui stanotte.  Ha tirato fuori l’alcol per abbassare le mie difese – o le sue?

 

Proprio quando non posso più tollerare il silenzio, quando sento che devo parlare, lei dice il mio nome piano.

 

"Mulder?"

 

"Si?"

 

Si sposta e si mette seduta.  I miei occhi si sono abituati all’oscurità e la posso vedere curva sul bordo del letto.

Mi siedo e mi allungo per raggiungere l’interruttore della luce.

 

"No, lasciala spenta."  Si schiarisce la voce e io tolgo la mia mano e mi siedo.  Aspettando.

 

Scully prende un profondo respiro e lo lascia andare lentamente.

 

"Non sono sicura del perché sono, voglio dire, non sono venuta qui per, con questo in mente."

 

"Okay."  Lo dico piano, limitando me stesso a queste due sillabe visto che le considerazioni razionali mi hanno abbandonato.

 

Perché sei qui, Scully?

 

"E’ solo che quando ho visto quella foto ho iniziato a riflettere sul passato. Non è veramente il fatto che mi sembri più vecchio Mulder, è che ti *conosco* adesso. Mi risulta difficile ricordare quando non eri nella mia vita, chi ero prima di incontrarti.  E’ strano guardarti indietro e vederti come un’estranea."

 

"Pensavi che fossi piuttosto strano, non è così?"

 

"Questo non è cambiato."  Il suo tono è leggero ed io nitrisco.  "No. Quello che volevo dire era..."  si blocca e la sento deglutire.  "Credo che non volessi chiederti veramente se pensassi che sembro più vecchia.  Volevo sapere quando le cose sono cambiate, quando è successo per te."

 

"Quando è successo cosa?"  Il mio cuore accelera. Sono abbastanza sicuro di dove voglia arrivare con questo, solo non posso credere che lo stia facendo per davvero.  Vorrei poter accendere la luce ma non voglio interromperla.

 

"Quando hai iniziato a fidarti di me. Quando ho smesso di essere un fastidio e ho iniziato ad essere la tua partner.  Puoi stabilirlo?"

 

"Tu?"

 

"L’ho chiesto prima io."

 

Rimango in silenzio, meditando. Quando ho incominciato a fidarmi di lei?

 

"Ricordi quando hai costretto Mossinger a farmi rilasciare alla Base Militare di Ellens?  Non è stato allora, ero abbastanza fuori.  Ma a posteriori, sul volo di ritorno, quando ho realizzato quello che avevi fatto.  Che avevi rischiato il sedere per me.  Nessuno era stato disposto a farlo da molto tempo."

 

Anche se non posso vederlo, so che sta sorridendo.

 

"Se avessi saputo che era il primo di una lunga lista di Mulder *abbandoni*, probabilmente avrei chiesto di essere trasferita."

 

"Veramente?"

 

"Qualche volta è meglio non sapere quello che hai davanti, lo sai? Ero così preoccupata per te quella volta, ma non è nulla se comparato alle altre volte in cui ti sei volatilizzato per conto tuo.  Più a lungo stavamo insieme, e più mi sentivo investita in te, nella nostra relazione."

 

"Allora quali sono i tuoi dividendi, Scully, se hai investito per così a lungo?"

 

"Dividendi?"

 

"Certo.  Cosa hai ricevuto da questa relazione oltre che l’encomio professionale e la nostra giornaliera dose di lodi da Kersh?"

 

C’è un lungo silenzio ed io arrossisco, felice adesso per la protezione data dall’oscurità.  Il gioco si smorza.

 

"Ho ricevuto te, non è così?" La voce di Scully suona soffocata.  La mia gola si stringe e caccio indietro qualche lacrima che arriva da non so dove.

 

"Certo."  Posso appena spremere le parole fuori dalla mia bocca.

 

Scully si alza ed esita.

 

Non andartene. NonandarteneNonandarteneNonandarteneNonandartene

 

Allungo una mano e tocco appena la sua.  Scully gira la mano così che le sue dita trattengano le mie e mi da una stretta.

 

"Hai ricevuto me, Scully.  Non so perché mi dovresti volere, ma mi hai ricevuto."

 

Do alla sua mano un piccolo strattone, spingendola verso di me, il mio cuore a velocità supersonica.  Cosa se lei non intende questo come io penso?

Cosa se lei stava solo parlando di *amicizia* ed io sto parlando di *per sempre*?

 

Ma lei si siede accanto a me,ancora stringendo la mia mano.  La sua testa si appoggia contro la mia spalla e lascia andare un leggero sospiro.  Le metto il mio braccio intorno e rimaniamo seduti così per qualche minuto, con il mio braccio sinistro che la circonda, la mia mano destra che tiene la sua, solo cercando di abituarci ad essere così vicini.

 

Voglio chiederle quando ha incominciato a fidarsi di me.  Voglio chiederle in quanta parte della sua vita mi vede protagonista.  Voglio chiederle se riuscirebbe a  credermi adesso se le dicessi “ti amo” o mi rifiuterebbe una seconda volta.

 

La sua testa diventa più pesante contro la mia spalla, si sta addormentando di nuovo. Tra le mie braccia.  Scully si sta addormentano e io la sto abbracciando.

Potrei rimanere così seduto tutta la notte ma decido di azionare “Sfida la sorte” invece.

 

"Vieni qui." La trascino con me, sul letto.

 

"Oh.  Dovrei andare."  Ma non si muove per andarsene, rimane vicino a me.

 

"No.  Rimani qui."  Non dico le parole "con me ", "per favore" o "voglio solo stringerti " ma so che le ha sentite lo stesso. 

Si stende accanto a me, la sua testa ancora sulla mia spalla.  La mano che stava tenendo la mia ora riposa sul mio petto, il suo peso contro di me è la sensazione più eccitante che abbia sentito in anni.  Ho un bracco intorno a lei e l’altro si sposta per accarezzare sperimentalmente la sua mano.

 

"Mulder?  Saresti andato veramente nella mia stanza a dormire?"  La sua voce è roca dal sonno e stringo le braccia intorno a lei come di riflesso.

 

Anche lei mi vuole?

 

"No."

 

"Lo sai quando mi sono svegliata?  Ho pensato che te ne stessi andando."

 

"Non ti lascerei mai Scully."

 

"Giusto." E’ sveglia abbastanza per iniettare un po’ di ironia nella parola.

 

"Non nel mezzo della notte." rettifico.  "Non quando stai dormendo nella mia stanza."

 

"Allora dovrei incominciare a dormire da te.  Magari smetteresti di andartene a zonzo da solo?"

 

Può sentire il modo in cui il battito del mio cuore è aumentato o è abbastanza stanca per non prestare attenzione?  Penso che l’abbia notato perché le sue dita si piegano di poco, la più leggera delle carezze contro il mio petto.

 

"Non stuzzicare, Scully. Non è carino."

 

"Chi lo dice che sto stuzzicando?"

 

Ingoio e mi costringo a fare pensieri carini.  Pensieri innocenti. Pensieri amichevoli da partner.

 

"Pensi che mi bacerai mai Mulder?"

 

Oh mio dio.

 

"Sto cercando di scegliere il mio momento." Le dico.

 

Sorride contro la mia spalla.

 

"Stai insinuando che questo potrebbe essere un buon momento per te?" Chiedo e il mio cuore si ferma, aspettando la sua replica.

 

Spinge contro di me per leva, il suo seno sfiora il mio braccio e rabbrividisco. 

La sua mano prende la mia mascella, il suo pollice sfiora l’angolo della mia bocca e si piega in avanti e mi bacia dolcemente.

 

Non posso muovermi.  Non posso fare nulla per qualche rapido secondo mentre io e Scully ci baciamo per la prima volta. 

Poi, prima che possa riguadagnare il controllo delle mie funzioni motorie,le sue labbra stanno abbandonando le mie.

 

No.  No, no, no.  Non ho avuto la possibilità di restituire il bacio.

 

La mia mano si sposta sulla sua testa e spingo la sua bocca ancora sulla mia.

Lei mi bacia ancora, le sue labbra scivolano sulle mie, incendiandomi ancora di più.

La mia mano si perde nei suoi capelli e la tengo stretta a me, contrario a lasciarla andare mentre la mia bocca si apre per invitarla sotto la sua.

 

Anche la bocca di Scully si dischiude e l’assedio immediatamente, prima che possa cambiare idea. La sua lingua sfiora la mia, incoraggiandomi e non posso non genere.  E’ un sovraccarico sensoriale. Lei sa di rum e dentifricio. Le sue dita stanno accarezzando la mia nuca e una delle sue gambe scivola sopra la mia. 

Mentre si sdraia più fermamente su di me ho un illuminazione,  se viene più vicina scoprirà di certo quando disperatamente la voglio.  Senza interrompere il bacio la faccio rotolare giù da me, così che siamo uno di fronte all’altra, guadagnando un paio di preziosi centimetri tra di noi.

 

Scully tira indietro la testa, il suo respiro caldo sopra la mia guancia.

 

"Oh Santo Cielo," dice e poi mi bacia di nuovo.

 

Oh Santo Cielo?  Sto incominciando a pensare che non lo intendesse come un autentico rifiuto dato che mi bacia profondamente, facendo un buon inventario di tutto il lavoro odontoiatrico in cui i miei genitori hanno speso fortune.

 

Al diavolo con le reticenze.  Potrei non avere mai più questa opportunità.  Voglio sapere, anche solo per una volta, come sarebbe sentirla sotto di me.  Se sono fortunato, arcuerà la sua schiena sotto di me e mi darà una ragione per buttare nella spazzatura metà della mia collezione di video.  L’altra metà rimane, naturalmente.

Alcuni di quei film sono classici.

 

L’appoggio sulla schiena mentre la mia lingua si insinua nel soffici recessi di velluto della sua guancia.  Devo aver fatto la cosa giusta perché lei arcua la schiena contro di me, il suo bacino intrappola tra di noi il mio pene in una dolce agonia.

 

"Dio, Scully," sussulto, spostandomi.  Sono lacerato tra fare la cosa più onorabile e fermare tutto questo e supplicarla di continuare.  Mi sistemo per baciarle la gola.  Lei tira indietro la testa, le sue braccia mi spingono più vicino e assaggio la pelle dietro il suo orecchio.

 

E lei ride.

 

"Mulder," dice, il mio nome viene fuori in tre sillabe perché sta ridacchiando così è più come "Mul-oh-der".

 

"Soffri il solletico Scully?"

 

Cerca di allontanarsi ma la tengo, morte di ogni diritto, intrappolata sotto di me.

 

"No.  Certo che no."

 

"Ed invece si."  Mi strofino dietro il suo orecchio ancora e lei si dimena.

 

"Tutti questi anni Scully.  Avresti potuto dirmelo così avremmo potuto evitarlo."

 

"Stai dicendo che se ammetto di soffrire il solletico tu prometti che non mi farai mai il solletico?"

 

"Prometto che non ti faro mai il solletico inavvertitamente.  Ma devi dirmi dove così posso evitare quei posti."

 

Si schiarisce la voce.  "Ci siamo.  Dietro le orecchie."

 

"Bugiarda. Dove ancora?"

 

Scivola ancora e un piccolo rantola mi esce dalla gola quando si strofina sulla mia erezione.

 

"Soffri il solletico Mulder?"

 

"Più come prurito. Vuoi aiutarmi a grattare?"

 

Lei diventa di pietra sotto di me.

 

"Oh Dio, è così, non è così?" la sua voce è immediatamente diventata piccola e incerta.

 

Mi appoggio, liberandola dal mio peso.  "No se non vuoi che lo sia."

 

"Non avevo pensato così… lontano."

 

"Hai progettato tutto questo?" Non posso crederci. Ci ha pensato?

 

"Beh, non progettato. Io, non volevo, non ho mai..." sta balbettando.

 

"Scully," Mi risdraio, accanto a lei, e trovo la sua mano.  Le mie dita si intrecciano con le sue e gli do uno stretta.  "Posso solo abbracciarti stanotte?"

 

Lei è tranquilla, la sua mano peso morto nella mia. 

O potrebbe andare via.  O potrei andare via io.  Non c’è ragione per sprecare la sua stanza.

Forse è stata tutta una pessima idea. O un brutto sogno. Beh, il *suo* brutto sogno.  Questo è abbastanza un bel sogno per me, fino ad ora.

 

Poi si muove, e siamo sdraiati proprio come dieci minuti fa, con la sua testa sopra la mia spalla.  Solo che ora lei trema impercettibilmente quando le metto il mio braccio attorno per tenerla stretta. O forse sono io che sto tremando.  Appoggio la guancia sulla sua testa e lei si sistema un po’ più vicina.

 

"Dietro le ginocchia." mormora.

 

"Cosa?"

 

"Soffro il solletico dietro le ginocchia, anche. Per riferimenti futuri."

 

"Stai ancora progettando per il futuro Scully?"

 

"Forse."

 

"Dietro le ginocchia. Lo ricorderò."

 

Dopo qualche minuto il suo respiro diventa più regolare e si rilassa completamente contro di me. Ci vorrà un sacco di tempo per addormentarmi stanotte. Il suo peso sopra di me, ancora eccitante, è anche confortante.  Non voglio addormentarmi, a dire il vero, voglio vivere in questo istante per sempre.

 

E, un giorno molto vicino, voglio baciarla dietro le ginocchia.

***

The End

 

Fine prima parte

 

Seconda parte: seven year ich (soon)