ATTENZIONE: Questo capitolo sarà scritto in due parti separate. Questa prima parte è quotata un pesante R. La seconda, che sarà scritta come 11b, è invece quotata NC-17. Se sei minorenne, oppure non ritieni necessarie questo tipo di cose, tieniti alla larga alla fine di questo segmento, e continua la lettura con il capitolo 12!!

 

CAPITOLO 11

PARTE PRIMA

 

 

HOPE BASE

ALLENTOWN, PENNSYLVANIA

MAY 13, 1997

8:23 p.m.

 

 

     Scully trovò Mulder nell’ufficio buio, voltato di spalle alla porta verso la finestra dipinta che gli impediva la visuale. Era stato con lei quando le avevano tirato il sangue e fatto passare attraverso la scansione. A quel punto era tranquillamente sparito. Un momento prima era li, un momento dopo era andato.

     Lei lo aveva lasciato solo, non sentendo il bisogno urgente di andarlo a trovare. Se se ne era andato, amen! Scully aveva imparato a lasciarlo andare; aveva dovuto farlo. La sua accettazione dei suoi modi terribili era cominciata come una semplice tattica difensiva, sapeva che non poteva cambiarlo, ma senza permettersi di importarsene troppo, era stata capace di sopportare i modi in cui aveva cercato di lasciarla. Maneggiando il dolore assicurato, in dosi misurate, un po alla volta.

     Quello che era cominciato come un ragionamento, era diventata comprensione. Scully aveva scoperto gradualmente che non era una mancanza di preoccupazione da parte di lui, ma piuttosto un eccesso di essa. E che lui non avrebbe imparato mai a dare voce in modo corretto a queste preoccupazioni. Era cresciuto a proprio agio con questi modi solitari. E inoltre, aveva trovato un fragile equilibrio che gli permetteva di regolare il dosaggio delle emozioni.

     L’unica differenza tra loro era che Mulder il suo metodo lo esprimeva fisicamente. Lei invece, interiorizzava di più. Lui piantava in asso, lei si tirava indietro. Po-tha-toe – Pa-tha-toe ( Non chiedetemi cosa significhi, non ne ho idea! – N.d.T. ). Alla fine era la stessa cosa.

     Le sue parole in cima al tetto, l’avevano scorticata viva. I silenzi distaccati e gli sguardi covati che aveva ricevuto da lui nella passata settimana, erano sembrati appropriati. Scully aveva sopportato la sua punizione con truce determinazione. Sapeva che alcuni degli errori non erano solo i suoi, ma giustamente incolpava se stessa per una parte di essi. Per la sua debolezza che l’aveva portata ad allontanarsi dalla sua più grande forza, proprio mentre ammetteva a se stessa che era Mulder la fonte di essa. Che aveva bisogno di lui, come aveva bisogno dell’aria per vivere. Aveva pensato di averlo perso, ed era stata agghiacciata da una terribile paura e da un dolore pungente.

     Aveva imparato tutte le verità che c’erano da conoscere. Cio che le era stato detto, l’aveva ridotta ad un pianto sconvolgente quando era scesa la notte e l’aveva trovata sola. Spesso aveva pensato che sarebbe dovuta essere più arrabbiata per cio che lui aveva fatto; per la decisione unilaterale che aveva preso e che l’aveva colpita così profondamente. Ma riusciva a provare solo un po di rabbia dentro di se.

     Invece aveva scoperto la gratitudine. Per la sua buona volontà nel prendere decisioni dolorose che nessuna persona avrebbe dovuto prendere da sola. Per il modo in cui aveva compreso che la sua crescente inabilità stava avendo effetti su se stessa, scrollandole di dosso la paralizzante stanchezza che le aveva quasi rubato la vita. Aveva visto la debolezza in lei e non l’aveva respinta, o fatto un giuramento. Aveva fatto cio che lei non poteva essere in grado di fare. Si era trovata umiliata dalla generosità e dall’altruismo del suo regalo per lei.

     Aveva ricordato i versi della Bibbia che parlavano di una sorta di dono. Che non c’era amore più grande di quello che le aveva offerto. Lui aveva, per estrema definizione, donato la sua vita per lei. Non riusciva ancora a capire come il destino si era mostrato capace di sorridergli. Com’era che lui potesse fare questi sacrifici e rimanere ancora vivo e con lei. Presuppose che non fosse realmente importante saperlo. Era semplicemente così, e lei ne era grata.

     La luce dall’altro ufficio filtrava debolmente attraverso il vano della porta, facendo poco più di altre sagome scure nelle ombre della stanza. Pensò di allungare una mano e premere l’interruttore della luce, ma qualcosa le fece cambiare idea. Sapeva che il buio lo confortava, benché vi si rifugiassero i demoni contro i quali lui lottava. Mulder era la creatura delle contraddizioni. Un meraviglioso, frustrante enigma.

     Scully lo chiamò piano, non volendo spaventarlo. “ Mulder?! “

     Si voltò verso di lei, poi fece tre passi verso la pozza di luce. Era vestito di nero dalla testa ai piedi. Stivali, jeans e T-shirt. Un cavaliere nero. La morbida luce cadeva sul suo viso, proiettando un elegante immagine dei suoi lineamenti in un notevole sollievo. La linea della sua mascella. L’arco dei suoi zigomi ben definitivi. La fiera fattezza del suo naso. La curva gentile della sua bocca. I suoi occhi erano scuri e senza fondo. I capelli scendevano negligentemente attraverso le sopracciglia, un paio di ciocche formavano una parentetica cornice del suo viso. Stava silenzioso. In attesa.

     “ E’ passato “, gli disse Scully. “ L’ecografia non ha mostrato nulla “

     La replica di Mulder fu un sussurro rauco. “ Si?!…. “

     “ Si! “, la sua testa si mosse su e giù in un breve cenno.

     “ E i test del sangue? “

     “ Puliti. Nessuna traccia del cancro “

     Scully lo guardò mentre le palpebre si chiudevano in un lento battere di occhi. Il suo sospiro di sollievo fu udibile. “ Bene! Molto bene, Scully “

     Stavano a sei passi di distanza, nessuno dei due sembrava capace di fare molto di più di un cenno con la testa, o un timido sorriso. Scully sapeva che lui non poteva chiudere la distanza che c’era tra loro. E i suoi stessi piedi sembravano radicati al pavimento. I secondi scorrevano lenti mentre loro si fissavano gelati; il loro avanzare era momentaneamente frenato dalla paura che minacciava di tenerli ancora separati.

     “ Oh, questo è ridicolo! “, borbottò Scully. Sollevò un piede, poi l’altro, meravigliandosi di quanto fosse improvvisamente facile. Fece l’ultimo passo per chiudere la distanza e sollevò le braccia, facendole scivolare intorno alla vita di lui. Voltò il viso e poggiò la guancia contro il suo petto. Le braccia di Mulder rimasero mollemente penzoloni lungo i suoi fianchi per un momento senza fine. E alla fine Scully se le sentì avvolgere intorno, stringendola appena, cautamente.

     “ Grazie, Mulder “, sussurrò. “ Grazie “, le parole non erano abbastanza, Scully lo sapeva nel momento stesso in cui le diceva, ma era tutto cio che poteva dire. Udì il suo pesante sospiro e lo sentì abbassare la testa fino a che la sua guancia non si posò contro i suoi capelli. Il suo respiro fluiva caldo sul suo viso. Mulder si mosse ancora, serrando le braccia mentre abbandonava la fronte contro la sua spalla. Mulder fece un respiro, il torace si espanse sotto la sua guancia, poi lentamente lo liberò. Scully sentì il sussulto delle sue spalle. Una volta, due, ancora. Tremava sotto le sue mani.

     “ Mulder?! “, cercò di tirarsi indietro, ma lui serrò le braccia ancora di più, impedendole il movimento. Scully non provò panico sentendosi intrappolata tra le sue braccia, ne la preoccupazione che lui non la lasciasse andare se lei avesse voluto respingerlo. Il suo abbraccio non era caloroso, o eccitante; non era certo come quando l’aveva stretta convulsamente a lui sul tetto. Questo era differente. La stringeva come un genitore può stringere un figlio che pensava di aver perso.

     O come un uomo il cui amore è finalmente ritornato da lui.

     Si, pensò Scully. Si, Mulder, sono qui.

     “ Va tutto bene “, mormorò. “ Va tutto bene “, fece scivolare una mano su per il suo braccio e la curvò intorno alla sua nuca, le sue dita si infilarono attraverso i corti capelli, carezzandolo. “ Va tutto bene “

     Mulder voltò il viso nella giuntura del collo con le spalle e lei sentì l’umidità delle sue lacrime contro la pelle. Stava piangendo. Silenziosamente. Solo un impercettibile tremito lo tradiva. Gli occhi di Scully cominciarono a riempirsi di lacrime. Il cuore si era gonfiato nel suo petto, rendendole difficoltoso respirare. Cercò di resistere, di essere forte di fronte al suo nudo sollievo, ma quando lui pronunciò il suo nome con voce strozzata, il suono che venne fuori dalle sue labbra, sembrava quasi una preghiera.

     Scully gettò la spugna e si lasciò andare. Le sue lacrime vennero giù calde e rapide. Le braccia scivolarono intorno al collo di lui, tirandolo più vicino. Mulder si abbassò per andarle incontro, le sue braccia le cinsero la vita sollevandola dal pavimento, fino a che solo i tacchi delle sue scarpe toccavano ancora la superfice lignea. Si strinsero l’un l’altra nel buio.

     Lo sentiva nei polmoni ogni volta che lui respirava, come se lo stesse facendo per entrambi. Fu perfettamente consapevole quando i battiti dei loro cuori divennero sincronizzati. Riusciva a sentire, sotto le sue dita, il sangue che fluiva dentro le sue vene. Riusciva a sentire la stessa cosa nel suo intero corpo, darle vita. Ogni battito dei loro cuori, ogni respiro che facevano, era un glorioso promemoria che gli ricordava che erano vivi. In salute. Tutti interi. E insieme.

     Cos’è questa cosa che abbiamo condiviso?, si chiese lei. E com’è che neppure la morte riesce a separarci? Lottiamo contro cio che entrambi sappiamo essere la verità. Ci aggrappiamo alle nostre paure, e neghiamo i nostri bisogni. Lottiamo e discutiamo e soffriamo entrambi. Usiamo la consapevolezza della nostra debolezza per costruire scuse e razionalizzazioni. Per dare un senso a qualcosa che nessuno dei due chiede, ma della quale non può vivere a lungo senza.

     Non è davvero importante comunque, si rese conto Scully. Non importava quanto duramente potessero combatterlo, non potevano resistere all’attrazione. La ragnatela nella quale si erano infilati li teneva così legati insieme, era così solida, che la loro rabbia tentava di districarli. Non c’era un’altra via, ma solo una che continuava a condurli insieme. E questa era quella dove loro finivano sempre. Uno tra le braccia dell’altra. Facendosi forza; sostenendosi l’un l’altra.

     Scully tirò su col naso e cominciò ad allontanarsi da lui, pulendosi le lacrime che le rigavano il viso con una mano. Mulder lentamente la mise giù fino a che i suoi piedi non tornarono a toccare il pavimento. Le braccia si abbassarono, ma non si posarono completamente lungo i fianchi. Le tenne aperte; un invito involontario a Scully a riprendere il suo posto tra di esse. Scully sollevò lo sguardo, portandolo sul suo viso. Lo studiò, memorizzandone ancora una volta l’espressione che lei conosceva così bene. Terminò la sua ispezione nei suoi occhi e rimase senza fiato per quello che pensava di avervi visto dentro. Fece un altro passo indietro e si voltò di spalle.

     “ Scully?! “

     Lei si era allontanata abbastanza per poter accendere la piccola lampada sul tavolo. La rivoltò tra le dita e si girò verso Mulder. La luce scacciò molte delle ombre più grosse, lasciando solo qualche sacca di buio negli angoli della stanza. Scully tornò indietro e si piazzò di fronte a lui. Ancora una volta sollevò lo sguardo, esaminando.

     Non era stata un’illusione. La bassa, ma ampia luce, confermò le sue speranze. Erano li, negli occhi arrossati di lacrime di Mulder. Quello che aveva cercato quando aveva esaminato attentamente la sua fotografia. La spiegazione che aveva ardentemente desiderato quando ogni cosa nella sua vita era andata persa senza speranza. La sfuggente risposta alla sua domanda.

     Era così semplice, così elementare che Scully non riusciva a credere di non averla vista prima. Nelle sue orecchie risuonava il ricordo della tormentata supplica di Mulder sul tetto: “ Sono io, Scully. Sono io! “

     Guardami. Ascoltami. Apri il tuo cuore e guardami.

     Sono io.

     Mulder era la risposta. In tutto il suo magnifico splendore. Nella concretezza della sua mente tremenda. Con i suoi impulsi e la sua determinazione. La sua interminabile compassione ed empatia. Scully riconosceva i suoi demoni ora, troppi, e rifiutava di allontanarsi da loro. Non avevano più il potere di spaventarla.

     Scully non era mai stata la salvezza di nessuno prima, ma guardando negli occhi di Mulder, potè vedere che stava cominciando a farlo con lui. Come lui lo stava facendo con lei. E come era sempre stato.

     La risposta alla mia domanda. Il guaritore della mia anima. Questo momento, il modo in cui mi guarda. Questa è la verità.

     Scully parlò con lui alla fine. Una singola parola, una conferma. “ Si “

     Ogni cosa si fermò. Il mondo che avevano occupato si fermò e trattenne il fiato. Mulder inclinò la testa, le sue sopracciglia si corrugarono, la bocca si aprì per formulare una domanda, ma morì prima che potesse lasciare le sue labbra, ingoiata dalla sua improvvisa comprensione.

     Chinò la testa e parlò quietamente. “ Non ho nulla da offrirti, Scully. Niente di cui tu abbia realmente bisogno “

     “ Si che puoi “, lo rassicurò.

     I suoi occhi si sollevarono a livello di quelli di lei. Erano verdognolo-dorati, come le foglie d’autunno, vividi e caldi. “ No. No. Vorrei averlo fatto. Io voglio…..molto più che qualcosa “

     Lei sorrise dolcemente e prese la sua mano tra le sue. “ Tu eri li, ricordi? Lo hai sentito anche tu. Non cercare di dirmi che non l’hai fatto “

     Lui la guardò, la sorpresa gli colorò i lineamenti, e replicò con leggerezza. “ Non sei leale, Scully! Ti sei impossessata delle mie teorie!…. “

     “ Solo perché erano vere “, rispose. “ E perché non potrei dirne di migliori “, lui distolse lo sguardo, chiaramente a disagio. “ Non voglio respingerti, Mulder. Non ho intenzione di rifarlo ancora. Ho imparato la lezione “

     Lui le rivolse uno sguardo avvolgente. “ Non sto cercando di…… “

     “ Lo so “, lei si avvicinò fino a che non si trovò a pochi centimetri da lui. Le sue dita afferrarono saldamente la sua mano. Era calda, la pelle del suo palmo era leggermente ruvida contro quello di lei. Scully cercava le parole di cui lui aveva bisogno, ma alla fine, riuscì solo a fare una domanda. “ Che cosa ti spaventa? “

     Lui sbuffò leggermente e le sorrise ammettendo, “ Tu, Scully. Solo tu “

     “ Non eri spaventato da me prima “, replicò lei. “ Non quando eravamo sul tetto e tu mi hai baciata, toccata. Cosa è cambiato? “

     La sua risposta fu immediata e disse, “ Questa volta anche tu mi vuoi. Questo mi spaventa, capisci? Non sono solito essere desiderato “

     “ Il rifiuto ti mette a tuo agio? “, gli chiese.

     Il tono scherzoso con il quale Mulder pronunciò le sue parole, non riuscì a camuffare la malinconia dietro di esse. “ Mi è famigliare “

     “ Bene, allora “, disse lei mentre allentava la stretta sulla sua mano. “ Mi piacerebbe che anche questo ti diventasse famigliare “, tornò nella cerchia delle sue braccia che si saldarono intorno a lei un po più velocemente stavolta. Lei sorrise alla sua vittoria, voltando il viso verso il suo petto. Rimasero in quella posizione per un po, semplicemente stringendosi l’un l’altra.

     “ E questo! “, Scully si ritrasse, si sollevò sulla punta dei piedi e gli stampò un piccolo bacio sulla guancia, il neo era diventato il suo bersaglio. “ E questo “, l’altra guancia ricevette lo stesso trattamento.

     Scully sentiva il suo respiro sulla pelle, caldo e morbido. Restò sulla punta dei piedi abbastanza a lungo da posargli un fugace bacio sulla bocca dicendogli, “ E anche questo! “

     Muldere sbattè gli occhi e rimase immobile, fissandola. Lei sorrise, sperando che lui lo prendesse come un incoraggiamento. E alla fine vide un barlume di ottimistico desiderio ardere nei suoi occhi e posarsi prudentemente sui suoi lineamenti.

     “ Stai cercando di sedurmi, Scully?! “, le chiese alla fine.

     La sua schiettezza la sorpresa ancora. “ Si, lo sto facendo “

     Gli occhi di Mulder si spalancarono per una frazione di secondo prima che si riprendesse. 

“ Oh! “, replicò. “ Bene, se le cose stanno così, allora non ti fermerò! “

 

     Scully prese a prestito la sua espressione seriosa, posando entrambe le mani aperte sul suo petto. Lentamente le fece scivolare intorno alla vita, poi le sollevò sulla schiena e alla fine gliele posò sulle spalle.

     Scully gli chiese. “ Allora, Mulder, questo significa che sta funzionando? “, lei sentì il suo tremito sotto le dita. Tornò a sollevarsi sulla punta dei piedi e portò il viso vicino al suo. Lui abbassò la testa per andarle incontro. I loro respiri si mescolarono, le loro labbra erano a soli pochi centimetri di distanza. Le braccia di Scully si avvolsero dietro il suo collo.

     “ Oh, si! Sorprendentemente bene! “, la bocca di Mulder si contorse in un sorriso beffardo.

“ Quale intendi tra queste due cose? Che sono incredibilmente attratto da te, oppure che sono tranquillo? “

    “ Non sei mai stato tranquillo, Mulder, Mai! “, queste parole furono recapitate all’angolo della sua bocca, le loro guance si sfiorarono. Lo sfregare della sua barba corta ed ispida, spediva brividi caldi attraverso il suo corpo. Lanciò un’occhiata furtiva al suo viso, i suoi occhi erano chiusi. Le sue mani le carezzavano lentamente la schiena.

     “ Bene, allora dovrebbe essere quest’altra cosa “, mormorò. La sua voce era roca e calda. “ Quindi sono realmente uno scocciatore? “

     “ Si, lo sei! “, Scully gli stampò un altro bacio a fior di labbra, facendo attenzione a non avere un contatto troppo solido.

     “ Ma mi ami comunque, giusto?! “

     Per la seconda volta in pochi minuti, il mondo si arenò. Simpatia primaria, pensò Scully, ricordando le parole dal poema che Mulder le aveva lasciato. Lui sapeva già la risposta, la sapevano entrambi. Ad un qualche livello elementare, la consapevolezza era sempre stata presente. Era solo questione di andare oltre le parole. E come era possibile poterlo fare continuando a trattenere queste cose lontano da lui?

     “ Si, ti amo comunque “, dire queste parole, fu più facile di quanto pensasse. Scully attese che la sensibile, piccola voce nella sua testa cominciasse a chiacchierare con lei, ma era svanita. Che liberazione!, pensò con aria di sufficienza.

    Mulder voltò il viso di una frazione di centimetro, abbastanza da piazzare la sua bocca ad un millimetro da quella di lei. “ Si?! “

     “ Si! Vuoi continuare a parlare, Mulder, oppure vuoi tacere e baciarmi?!…. “

     “ Stupida domanda, Scully! “, sospirò, poi le sue labbra sfiorarono quelle di lei.

     Fu elettrico. Molto di più del primo bacio che si erano dati in cima al tetto. Lo shock fu così intenso che entrambi si ritrassero. I loro occhi si serrarono e allora Mulder ridacchiò, fu un suono delizioso, poi partì in picchiata per coprire la bocca di lei con la sua.

     Non sprecò molte energie ad arrivare al punto questa volta. Dopo una rapida esplorazione delle sue labbra, le fece scivolare la lingua in bocca. Scully rimase senza fiato, respirando il suo respiro e ricambiando il bacio. Lingue che scivolavano e si afferravano, che saettavano e sondavano. Denti che mordicchiavano e tiravano.

     Scully era persa nel suo bacio. La bocca di Mulder era come il suo stesso proprietario, imprudente ed esigente; piccante ed impaziente. Scully pensò di poter essere perfettamente felice senza null’altro che questo. Ma poi Mulder si inclinò in avanti e la sollevò dal pavimento, trascinandola lungo il suo corpo fino a che i loro fianchi non si trovarono allo stesso livello. La stringeva saldamente e fece tre lunghi passi verso la porta, mentre la bocca era ancora saldamente attaccata a quella di lei. Agganciò lo spigolo della porta con un piede e la chiuse con un calcio. Con un altro passo portò la schiena di Scully rasente la dura superficie. Ve l’appoggiò facilmente, poi lentamente la fece ridiscendere sul pavimento.

     Mulder era splendidamente eretto, e Scully ne sentì ogni centimetro mentre scivolava lungo il suo corpo. Una delle sue mani si sollevò verso il groviglio dei suoi capelli, mentre l’altra rimase all’altezza delle reni e le sue dita distese si posarono sulla curva del suo sedere. Mulder poggiò la sua grossa mano dietro la sua nuca e approfondì il loro bacio. La sua evidente eccitazione premeva insistentemente contro lo stomaco di lei.

 

     Scully alla fine si costrinse ad interrompere il bacio, ansimando pesantemente. La bocca di Mulder scivolò sulla sua gola. Lei ingoiò una lunga boccata d’aria e inclinò la testa all’indietro per dargli il massimo spazio di manovra.

     “ Hai una torcia nella tasca, Mulder “, lo stuzzicò senza fiato. “ Oppure sei semplicemente felice di vedermi?! “

     Lui sbuffò contro il suo collo e la mordicchiò leggermente. “ Non lo so, Scully. Perché non lo verifichi per me?! “

     Santo Dio!, pensò Scully, siamo tornati alla dimensione di una coppia di comici adolescenti guidati dagli ormoni; palpandoci e toccandoci l’un l’altra ed inoltre facendo battute di pessimo gusto. Ridacchiò e decise che c’erano cose peggiori, come essere una coppia di solenni, repressi adulti troppo spaventati per cogliere un’opportunità di felicità.

     I nervi di Scully stavano scintillando con allarmante intensità. Ogni centimetro del suo corpo fremeva. Pensò che la punta delle sue dita potesse condurre piccoli lampi di elettricità. Ma non poteva dirlo. C’erano troppi abiti che la separavano dalla pelle nuda di Mulder per esserne sicura. Impazientemente iniziò a tirargli la maglietta fuori dai jeans. Quando fu mollemente fuori dai pantaloni, fece scivolare le mani sotto di essa e su per la sua schiena. Mulder gemette e tornò verso la sua bocca, mentre le mani scivolarono verso il basso, sul suo sedere, per potersela tirare ancora più vicino.

     La pelle nuda della sua schiena era incredibile al tatto. Calda, liscia e solida. Scully si aggrappò a lui, strisciando leggermente le unghie su e giù lungo le ossa e i muscoli. Ed aveva avuto ragione: * c’era * elettricità nella punta delle sue dita che brillava vivida e calda contro la pelle di Mulder. Le mani si spostarono intorno alla vita e danzarono sui suoi fianchi, portandosi la T-shirt appresso. Allontanandosi dalla sua bocca, Scully sibilò, “ Togliti questa dannata cosa!! “

     Mulder immediatamente afferrò il tessuto tra le mani, con uno strattone se lo fece passare sopra la testa e lasciò che cadesse ai loro piedi. Le mani si sollevarono verso i bottoni della camicia di lei. “ Tocca a te! “

     Le nocche sfiorarono i suoi già turgidi capezzoli e Scully chiuse gli occhi di scatto, vedendo le stelle esplodere sotto il velo delle sue palpebre. Le eleganti dita di Mulder sbottonarono abilmente i piccoli bottoni. Scully sentì l’aria fredda contro la pelle surriscaldata mentre lui le toglieva la camicia dalle spalle e la spingeva lungo le braccia, bloccandogliele lungo il corpo. Poi le mani furono sul suo seno, soppesandolo e massaggiandolo. I pollici creavano cerchi intorno ai suoi capezzoli, il sottile tessuto del reggiseno aggiungeva una deliziosa frizione a questo movimento. Scully si divincolò per liberarsi della camicia mentre Mulder faceva scivolare le spalline del reggiseno dalle sue spalle. La sua bocca si abbassò sulla curva del collo mentre l’aiutava a liberarsi della camicia, le dita cercavano il gancio del reggiseno.

     “ Davanti! “, mormorò Scully e le mani di lui si spostarono obbedientemente. Mulder disseminò una serie di piccoli baci sul viso mentre le dita lavoravano sul poco familiare gancio nell’avvallamento tra i suoi seni. Lo sganciò e si fermò.

     Tirandosi un po indietro, Mulder fece scorrere la lingua sulle sue labbra. “ Hey, Scully?! “

     Lei grugnì impazientemente e allungò le mani verso il bottone dei suoi jeans. Non voleva parlare. A dire il vero, quella era l’ultima cosa che voleva fare. “ Che c’è, Mulder?! “

     “ Questo è un momento schifoso per parlarne, ma sei pronta per questo? “

     “ Beh, di sicuro sappiamo che tu lo sei! “, ritorse lei, il bottone dei jeans di lui era aperto ora. Scully attaccò con l’altro, le dita strusciavano contro la solida durezza della sua erezione.

     Mulder sibilò a denti stretti e abbassò una mano per afferrarle il polso. “ Aspetta un secondo! “

     “ Perché?! “, sbottò lei. Gli uomini semplicemente non sapevano quando era il momento di tacere. Una piccola voce nella sua testa le disse che era ingiustamente irascibile con lui, ma lei era solo così….. così….. così….. calda. Si. Questa era la parola. Calda e pulsante per lo sconsiderato abbandono. Era in fiamme. Bruciava dall’interno. L’umidità si era raccolta e raggruppata tra le sue gambe ad una tale velocità che lei ebbe paura che potesse trasformarsi in una pozza.

 

     “ Fermati solo un secondo “, il tono energico di Mulder placò le sue dita.

     Scully lo guardò. Gli occhi di Mulder erano leggermente vaghi e scuri, e sbattevano verso di lei con palpebre affettuose e sonnolente. La sua bocca era gonfia e umida per i loro baci, le labbra sporgevano in un lieve broncio. Il suo colorito era forte, le guance arrossate. I capelli in disordine, scompigliati dalle sue dita. Il mio meraviglioso, tormentato uomo, pensò Scully possessivamente.

     “ Sei sicura di poter gestire questo? “, chiese lui sobriamente.

     Una risata tagliente proruppe da lei. Sapeva cosa stava cercando di chiederle, ma le sue parole, ciononostante, la riempirono di ilarità. “ Mulder, non puoi essere serio! “

     “ Dannazione, Scully! Hai capito cosa intendo. Hai avuto il tuo ultimo trattamento ieri. Sei stata dannatamente male per tutta la settimana. Tu….. “

     Scully lo zittì posandogli una mano sulla bocca. Questa sua primaria preoccupazione era il suo benessere, malgrado il modo in cui la sua erezione tendesse la stoffa dei jeans, era solo un'altra dimostrazione dei suoi sentimenti per lei. Era lo stesso amore che era nato dalla disponibilità a rinunciare a tutto per avere la certezza che lei fosse salva. Aveva cercato di nascondersi dietro un’irriverenza sarcastica in passato; come lei si era nascosta dietro barriere difensive che lei stessa aveva costruito. Erano passati attraverso questo - - lo avevano fatto. Onestamente era diventata una necessaria linea di condotta.

     Scully prese teneramente il suo viso tra le mani, i suoi pollici gli sfioravano le guance. “ Sto bene “, alla vista del suo sguardo incredulo, aggiunse, “ Per la prima volta da molto tempo, sto bene. Completamente “, Scully tacque un attimo per schiarirsi la gola e aspettare che il cuore rallentasse il suo ritmo forsennato. “ Mulder, voglio che mi ascolti, è passato. Il cancro è passato. Non sono più ammalata “, gli fece un ampio sorriso. “ Sono viva, Mulder, ed ho intenzione di rimanerlo per molto, molto tempo. Sto bene “

     Lui la fissò con occhi tormentati che gradualmente recuperarono la familiare vivacità. Mulder la tirò bruscamente verso di se e le parlò in tono sommesso. “ Ti amo, Scully. Dio, ti amo! “

     “ Allora lasciami fare questo per te, Mulder; per entrambi “, rispose cautamente. “ Lasciami fare l’amore con te “, afferrò la sua mano tra le sue e lo condusse verso il letto.

 

     Tre piani sotto Mulder e Scully, nel laboratorio che era la sua seconda casa, l’ibrido Kurt Crawford, affettuosamente chiamato George, improvvisamente sollevò lo sguardo dal suo computer. Le dita erano immobili sulla tastiera. I suoi occhi erano stati attirati dal soffitto sopra di lui per qualche istante. Poi la sua testa si abbassò e la sua espressione divenne attenta. Sollevò leggermente l’orecchio, come se sentisse qualcosa e allora un lento, dolce sorriso si aprì sul suo viso.

     Non era del tutto certo da dove venisse, ma il suo intangibile dono psichico spesso saltava fuori dal nulla. Aveva discusso di questo strano fenomeno con i suoi fratelli, ma nessuno di loro sembrava possederlo.

     Aveva cominciato a rassegnarsi semplicemente accettandolo come un altro dono unico di colui che gli aveva dato la vita.

     Poteva cogliere lampi di emozioni, o pensieri di tanto in tanto, ma solitamente passavano prima che potesse afferrarne la loro reale sostanza. Questa volta, invece, il flusso di emozioni era inequivocabile in entrambi i contenuti e nella fonte.

     Sorridendo ancora ampiamente, si prese la libertà di sollevare la cornetta e fare una chiamata al Vice Direttore Skinner. Sembrava che gli Agenti Mulder e Scully erano troppo affaccendati in altre questioni per far circolare la buona notizia.

     George pensò che, come minimo, poteva farlo lui!

 

FINE CAPITOLO 11/PARTE PRIMA

TO BE CONTINUED………